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Autore: thebluegangsta96    15/04/2020    3 recensioni
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Prompt 1-La bella e la bestia
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"Nonostante non avesse ancora trentaquattro anni lo vedeva sempre con un'aria torva e ricurvo su se stesso, sui suoi libri e sulle pergamene.
Quella sera, invece, sembrava quasi un'altra persona...
-Ridicolo, non trova?
-Che cosa, signore?
-Questa danza...."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Prompt 1-La bella e la bestia 



25 Dicembre 1993


Ron, hai rovinato tutto!


Quelle parole riecheggiavano ancora nella mente disorientata di Hermione. Passo dopo passo si ritrovò ormai lontana dalla Sala Grande, dal ballo e dai suoi più cari amici.
Vagava come un fantasma lungo i corridoi illuminati solo dal debole chiarore delle torce.
Non sapeva neanche quale direzione stava prendendo.
La scelta più consapevole sarebbe stata dirigersi verso la sala comune di Grifondoro e coricarsi subito a letto per dimenticare la serata, ma il pianto e la rabbia le avevano annebbiato la ragione. E non solo, perché poco dopo si scontrò con una figura, scura da capo a piedi, di cui non aveva nemmeno notato la presenza.
-Miss Granger? Cosa diavolo ci fa nei sotterranei? La vostra squallida festa è di sopra!
Quella voce così severa, proprio come il nome di chi la possedeva, le aveva fatto sollevare incautamente il capo.
Si ritrovò faccia a faccia con il più giovane e temuto degli insegnati di Hogwarts; gli occhi di Piton la stavano scrutando con furia e disprezzo.
-Mi scusi, non so neanche come ci sono arrivata...- cercò di giustificarsi.
-Sinceramente non so che cosa fermene delle sue scuse. Sono venti punti in meno a Grifondoro.
In altre circostanze la giovane Grifondoro avrebbe fatto immediatamente dietro-front, ma quella non era serata per Hermione e di certo quel bicchiere di Whisky Incendiario di troppo non mise a freno la sua lingua.
-Per quale motivo, di grazia? Se la ragione è il mio allontanamento dal ballo, lei non è nella posizione per rimproverarmi.
Si pentì subito della sua risposta, perché in quell'istante il professore fece un gesto inaspettato.
Severus afferrò con fermezza il polso di Hermione e la trascinò lungo il corridoio dei sotterranei che conduceva all'aula di Pozioni.
Una volta arrivati davanti alla porta della stanza, Hermione vi ci fu letteralmente scaraventata dentro.
Con tutta quella foga era un miracolo che la ragazza non si fosse spaccata una caviglia correndo con i tacchi.
-Con quale diritto mi ha trascinata fin qui?- esclamò furibonda e col braccio dolorante.
Voltandosi di scatto, il professore fece scattare la serratura con un solo, rapido gesto; poi oltrepassò Hermione senza dare alcun peso alla domanda appena posta.
Dal canto suo, la giovane strega era indignata, ma decisa a non lasciarsi intimidire.
Piton si sedette alla cattedra e alzò il braccio destro, invitando la sua studentessa a prendere posto al primo banco.
Hermione lo scrutò per diversi istanti, ma ciò che la convinse ad avvicinarsi fu l'interminable pila di pergamene che comparve magicamente sul banco.
-Cosa dovrei farci?
-Non è evidente? Siccome ha deciso di abbandonare in anticipo le danze e di gironzolare per la scuola, forse troverà più produttivo aiutarmi nella correzioni dei compiti.- concluse con tono pedante.
-Ascolti, mi scuso per l'increscioso incidente, ma preferirei tornarmene nei miei alloggi. Ora, col suo permesso...- stava già per uscire dall'aula, ma Severus fu più rapido di lei e in un lampo si smaterializzò di fronte alla porta.
Hermione ebbe la terribile sensazione di essere in trappola, proprio come i topolini che cercavano di liberarsi dalla morsa di Grattastinchi.
-Mi lasci andare, per favore.- insisté mentre tentava invano di girare la maniglia.
-Le ho forse dato il mio permesso, signorina?
-Certo che no, sono io che mi rifiuto di assecondare le sue follie, basta! Possibile che lei debba sempre essere così...?!- mormorò con tono affranto e vicina alle lacrime.
-Così come? Lo dica!- replicò con durezza.
-Come una bestia...
Gli occhi del professore persero ogni interesse, sembrava quasi che si aspettasse quella risposta.
Dal canto suo Hermione si pentì di essere arrivata a tanto, ma la tensione l'aveva messa a dura prova.
La risposta di Piton, tuttavia, riuscì ancor più a spiazzarla.
-...perchè lo sono!- concluse dandole le spalle.
E agitando la bacchetta fece scattare la serratura, rimanendo completamente ritto sul posto, senza mai voltarsi.
La porta era aperta e si intravedeva uno scorcio di libertà.
La studentessa stava quasi per oltrepassarla, ma l'ultima frase del suo professore le sembrava davvero ingiusta e così fece qualcosa che normalmente il suo cervello avrebbe trovato del tutto sconsiderato.
Richiuse la porta dietro di sè e la bloccò con un incantesimo.
Si avvicinò all'imponente figura fino a trovarsi proprio alle sue spalle.
-Io non ho mai detto questo. Penso solo che ci si comporti...
-E non è la stessa cosa? Ha mai pensato, Miss Granger, che in questa vicenda potrei essere io il cattivo?
-Se c'è stato un solo momento in cui l'ho ipotizzato, è stato diversi anni fa, ma ero soltanto una bambina.
-Adesso si ritiene una donna? Sappia che un paio di scarpe col tacco e un vestito scollato non la rendono tale.- aggiunse voltando il viso.
-Non intendevo questo. Se mi avesse lasciato continuare, le avrei spiegato quanto io invece le debba essere grata.
-Grata?
-Non si ricorda della scorsa primavera?
Nessuna risposta, neanche un segno di comprensione...
-Io non dimentico! Quella notte non era certo lei il mostro che ci aveva attaccato. Se lei non si fosse posto tra noi e il professor Lupin, non saremmo qui a parlare. Non crede?- chiese la ragazza con fierezza.
Ancora silenzio, sembrava che quelle parole non avessero smosso l'animo dell'orgoglioso Serpeverde.
La situazione stava diventando imbarazzante ed Hermione incominciò a temere una sua sfuriata, o peggio. Forse aveva esagerato.
Ad un tratto, però, il professore si girò lentamente verso di lei, rimanendo sempre a debita distanza.
Senza mai guardare la sua allieva, le rispose semplicemente -E ora cosa pretende, signorina? Un altro gesto eroico? Forse ha pensato che io potessi farle da cavaliere dopo la delusione che le ha dato Red Head?
Hermione fu sbigottita da quell'affermazione, come faceva a conoscere tutta la vicenda?
Pensò e ripensò, finché non trovò l'unica risposta sensata, come sempre, nelle sue amate letture. Legilimanzia.
-Esattamente, Miss Granger. Lo ammetto, è ammirevole il suo sincero interesse per le materie.
-Non le è forse proibito praticarla sui suoi allievi? È un incantesimo che si usa soltanto negli interrogatori o in caso di estrema necessità, se non addirittura di tortura.
-Allora forse non è così sveglia come credevo.
E con passo felpato camminò verso lei.
-La Legilimanzia è un'arte per pochi eletti, come tale richiede un immenso sforzo per apprenderla e per dominarla. Non si può comandare, si può solo imparare a conviverci. E poi lei mi è praticamente piombata addosso e l'onda dei suoi pensieri era così potente da travolgere qualunque cosa.- aggiunse con una nota di fastidio.
-Si sta forse giustificando?
-Non ne ho bisogno con lei.
Rimasero entrambi zitti e immobili per diverso tempo, completamente in balia della tensione che li legava.
Per qualche ragione non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso, sembravano due calamite sul punto di toccarsi.
-Molto bene, signore. Allora dovrò riferire tutto alla professoressa McGranitt, inclusa la sua brillante idea di trascinarmi qui con la forza. A meno che lei...
-Mi sta ricattando, forse?- si affrettò a risponderle.
-...non mi conceda un ballo.
Il professor Piton non poteva credere alle parole di Hermione e per la prima volta, davanti ad una sua studentessa, si lasciò andare ad una risata.
-Lo trova così divertente?- domandò Hermione senza battere ciglio.
-O forse ha paura di non essere capace?
La risata scomparve subito dal volto del professore che in un attimo si fece serio, mantenendo lo sguardo puntato sulla giovane strega.
-La danza è proprio come la Legilimanzia, un'arte! Bisogna avere grazia, ritmo e portamento, perciò mi chiedevo se la casa Serpeverde avesse qualcosa da invidiare alla nostra.
-Assolutamente no.- ribatté Severus sottovoce e con una nota amara che alludeva a qualcosa...
-Ma?- continuò imperterrita Hermione.
-Non si aspetterà che mi metta a danzare con lei.- tagliò corto Piton.
-Preferisce andare di sopra?
-No!- sbottò il professore. -...ma lo troverebbe professionale?
-Nemmeno rinchiudere la propria studentessa nell'aula di Pozioni mi pare una mossa deontologicamente professionale. Specie se il suddetto docente la obbliga a correggere i compiti di altri studen...
In un batter d'occhio Hermione si ritrovò la bacchetta di Piton appoggiata sulle proprie labbra...
-Lei parla davvero troppo.
Dopodiché si allontanò nuovamente da lei, si tolse il mantello dalle spalle e lo appoggiò sulla cattedra.
L'orgoglioso pozionista era rimasto soltanto con la sua divisa total black e una camicia bianca sotto di essa.
-È un sì?- osò chiedere timidamente la fanciulla, abbozzando un sorriso.
Mentre si slacciava i bottoni dei polsini, Severus si stava maledicendo per aver ceduto al ricatto di una petulante e immatura Grifondoro, ma non poteva rischiare un altro richiamo dal Preside. Come minimo per scontare quel rimprovero avrebbe dovuto un favore a Silente...
-Sarà meglio che si cambi d'abito, allora. L'azzurro non le si addice per niente.
-E come faccio? Ho lasciato la mia bacchetta nel dormitorio, comunque nelle ore di Trasfigurazione non siamo ancora arrivati a quel genere d'incantesimo.
Una smorfia si dipinse sulle labbra di Severus, che pur di non tirarla per le lunghe prese la bacchetta e, dopo aver squadrato Hermione dalla testa ai piedi, sussurrò:-"In melius muto".
Una luce azzurrina e una leggera nebbiolina uscirono dalla punta della bacchetta e in pochi istanti avvolsero completamente il corpo della Grifondoro.
Hermione rimase sbalordita del risultato: al posto del vestito azzurro, lungo e pieno di fronzoli, c'era un abito dorato, aderente alla sua esile figura e con un nastrino, fatto della stessa stoffa, allacciato sotto la fascia del petto.
-È meraviglioso!
-Poche moine, signorinella... è solo per una notte.
Dopodiché, Piton fece cenno alla sua allieva di avvicinarsi a lui e di rimanere immobile.
Agitò la bacchetta e con poche mosse spostò tutti i banchi, perfettamente in ordine, ai lati dell'aula.
-In questo modo non ci saranno ostacoli...
Il professore si staccò dalla sua allieva e con poche falcate raggiunse il centro di quella che ormai era diventata una sala da ballo. 
La ragazza se ne stava ancora ferma, ritta vicino alla scrivania.
Sentì una certa agitazione e per questo incominciò a mordersi furiosamente le labbra e a far vagare lo sguardo senza una meta precisa, forse ritornare alla porta e uscire non sarebbe stata una pessima idea...
-Vuol venire lei o devo venirla a prendere? 
Quella voce destò immediatamente Hermione; non aveva più vie di fuga, ma in fin dei conti aveva lanciato lei quella proposta. Perciò, dopo aver preso un bel respiro, scese dalla cattedra.
Il rumore dei suoi tacchi risuonò per tutta la stanza e il silenzio che regnava nell'aula di certo non aiutò a calmare l'animo della fanciulla. Non appena si ritrovò di fronte a Piton, il suo respirò si fece più corto e le parole vennero a mancare...
Ma come diamine faceva lui a starsene in silenzio e tranquillo?
Ad un tratto il professore alzò il braccio, schioccò una sola volta le dita della mano destra e immediatamente le luci si spensero. Il fiato di Hermione si bloccò...
Fortunatamente di lì a poco intravide tante piccole candele fluttuare sulle loro teste; non era la stessa magia della sala grande, anzi, la luce delle candele riflessa sulle pareti mostrava di tanto in tanto delle ombre.
Ombre che presero le sembianze di ballerini assieme alle loro dame...
La Grifondoro rimase incantata da quello spettacolo, sarebbe rimasta a contemplare quell'incantesimo per ore se non avesse sentito una mano posarsi sulla sua vita.
Severus Piton era rimasto ad osservarla sin dall'inizio, non aveva distolto lo sguardo neanche per un secondo.
Hermione abbassò di colpo gli occhi e quando incrociò lo sguardo di lui deglutì, cercando di raccogliere tutto il coraggio che aveva in corpo. 
Non si sarebbe tirata indietro proprio ora.
Lentamente alzò il braccio e appoggiò la mano destra sulla spalla del suo "cavaliere", mentre l'altra mano s'incastrò perfettamente in quella di Piton.
-Quando vuole....
-Sono pronta. 
Nell'istante in cui i piedi di Severus si mossero di lato, partì la dolce melodia di un flauto traverso, accompagnato da un'arpa. I violini si aggregarono in seguito.
Era una musica triste, quasi malinconica, ma Hermione non poteva fare a meno di udirla e di seguirne il ritmo. 
Entrambi ondeggiavano perfettamente in un valzer, la ragazza non si sarebbe mai immaginata una delicatezza simile da parte del suo professore.
Nonostante non avesse ancora trentaquattro anni lo vedeva sempre con un'aria torva e ricurvo su se stesso, sui suoi libri e sulle pergamene. 
Quella sera, invece, sembrava quasi un'altra persona...
-Ridicolo, non trova? 
-Che cosa, signore?
-Questa danza....
Hermione distolse il volto dall'uomo, ma senza perdere il ritmo. Non avrebbe mai voluto ammetterlo a se stessa o tanto meno confessarlo apertamente, ma in quel momento trovava l'anima del professore davvero elegante, in tutti i sensi.
Era un ottimo ballerino, sapeva condurla in ogni suo passo e l'aveva stregata con un certo non so che.
Forse i suoi occhi, scuri al punto che s'intravedevano a fatica le pupille, o forse il suo tocco gentile, che le dava delle piacevoli fitte allo stomaco.
Non sapeva dirlo neanche lei...
Non sapeva spiegarlo.
-Non dovrebbe pensare tutto questo di me.- esordì dal nulla Severus dopo averle fatto fare la giravolta.
Quando si ripresero l'una nelle braccia dell'altro, la ragazza trovò la tenacia di rispondergli senza battere ciglio.
-E lei dovrebbe smetterla di ascoltare i miei pensieri.
-Mi è piuttosto difficile, data la vicinanza.
Piton stava quasi per aggiungere qualcos'altro, ma pensò bene di mordersi la lingua.
Hermione notò un cambiamento nello sguardo di lui, non era più accigliato o infastidito, bensì addolorato.
Fu dunque Hermione a prendere la parola...
-Perchè mai non dovrei pensare tutto ciò?
Di colpo il professore rallentò il passo. Ormai non era più un valzer, ma un lento.
-È sbagliato.- cercò di tagliar corto.
-È sbagliato pensare che lei sia una brava persona?- aggiunse la strega cercando disperatamente lo sguardo di lui.
D'un tratto i loro corpi si arrestarono, benché la musica e le luci non fossero sparite.
Severus prese le mani di Hermione e le portò fino al suo petto e a quel contatto lei fremette ancor di più.
Entrambi non capivano più nulla, sebbene per motivi diversi.
-Non c'è vita in questo corpo.- sentenziò con una calma inquietante. -Nessun'anima risiede dentro me e per questo sono odiato e temuto da tutti. Ti è così difficile comprenderlo?
Sentendo il cuore pulsante di Piton nelle sue mani, Hermione non credette neanche per un istante a quell'affermazione. Poteva continuare ad ingannare tutti, ma mai nessuno, a parte lei, gli era stato così vicino da sentirlo più vivo che mai.
-Eppure io la sento, proprio qui.- ribatté mentre cercava di premere con delicatezza il petto di lui.
Severus lasciò andare le mani di lei e distolse subito lo sguardo, benedicendo i suoi lunghi capelli corvini che lo aiutarono a nascondere meglio il suo viso.
Non aveva il coraggio di vederla così fiduciosa e ingenua. Si vergognò profondamente di essersi appena aperto.
Prima d'allora solo Silente era riuscito in qualche modo a raccogliere e a tenere insieme i cocci della sua esistenza...
E quella ragazzina, poco più che una bambina alle prese con i primi inganni della vita, stava tentando di far breccia nelle sue difese.
Hermione fece un passo avanti ritrovandosi a pochi centimentri da Severus e, con una determinazione mai provata prima, cercò di allungare un braccio verso di lui, ma fu bloccata prima che potesse fare qualsiasi altra mossa.
Il suo polso si ritrovò nella mano sinistra di lui, che non le aveva ancora rivolto lo sguardo.
-Per favore.- si limitò a mormorare la fanciulla.
Severus stava cercando nei modi più disperati di stringere il suo cuore in un nodo, di incatenarlo in un groviglio.
Di vivere come un morto, di soffocare anche la benché minima pulsione, perché più la vedeva, più cedeva a quei lontani ricordi.
Ricordi pieni di amore, di spensieratezza... di vita.
Era talmente concentrato sui suoi pensieri da non rendersi conto che aveva già ceduto, aveva mollato la presa e ora si ritrovava ad immergersi nuovamente negli occhi da cerbiatta di lei.
Hermione scostò ancora una volta di lato le poche ciocche indomabili di lui che tentavano di coprirgli gli occhi.
I loro volti, i loro nasi e le loro bocche ormai erano così vicini da gridare allo scandalo.
Sentimenti contrastanti stavano prendendo possesso della sua mente, ma tutto tacque nel momento in cui Hermione gli prese la mano, come per traquillizzarlo.
Andava tutto bene.
Istintivamente portò le braccia di Hermione sulle sue spalle per poi cingerle la vita in un disperato abbraccio, quasi come se la volesse inghiottire dentro di sé.
Severus si maledì nelle lingue magiche più antiche, ma non si era mai sentito più vivo.
Hermione era in balia di un'emozione mai provata e da cui non sapeva se essere disgustata o attratta.
Tuttavia la ragione tornò a prendere possesso del suo corpo e delle lacrime gli rigarono il volto.
La disperazione lo fece scivolare in basso, ritrovandosi in ginocchio davanti a lei e con le braccia che ancora l'avvolgevano.
Quasi come se stesse pregando un angelo di salvarlo...
Hermione se ne accorse quasi subito e, nonostante fosse ancora scossa, decise semplicemente di confortarlo accarezzandogli teneramente la folta chioma.
E solo quando s'inginocchiò anche lei, Severus fu costretto a sollevare lo sguardo.
La giovane strega non sembrava turbata e questo spaventò ancor di più l'animo del professore.

-Non posso permettere che accada...
-Ma è già accaduto.- si limitò a rispondere la ragazza mentre un sorriso si disegnò sul suo volto.
-Saresti dannata per l'eternità se solo...
Ad un tratto i suoi occhi, bagnati dalle lacrime, furono ancora una volta rapiti da quelli di lei, così carichi d'aspettativa e d'amore.
Un amore fuori da ogni legge del tempo.

-Se solo?- ripeté Hermione passando il palmo della mano sulla guancia di lui. 
-...se solo tu lo ricordassi.
La fanciulla non fece in tempo a realizzare quanto stava accadendo che si ritrovò priva di sensi tra le braccia del suo insegnante.
Con un altro schiocco Severus fece cessare la musica, rimasero soltanto le candele quasi consumate.
Anche se aveva vissuto uno dei momenti più intensi della sua vita, non avrebbe mai potuto trascinare Hermione con sé, nel suo stesso baratro.
Verso una fine potenzialmente certa...
Tenendola ancora tra le sue braccia, le diede un ultimo e casto bacio sulla fronte; tirò fuori la bacchetta dalla manica della giacca e pronunciò un'ultimo incantesimo.
Oblivio!













































N.B: Per questo breve racconto ho pensato ad un ipotetico Adam Driver (Kylo Ren) nei panni di Severus Piton, ma se qualcuno si è immaginato un giovane  Alan o qualcun altro è liberissimo di farlo^^ 

Ringraziamenti: Il primo a Jarmione per avermi coinvolto in questa follia xD e per avermi sopportato per i vari scleri. 
E per avermi dato la possibilità " finalmente " di scrivere su loro due, anni e anni a leggere solo ff scritte da altri e ora mi ritrovo seppur nel mio piccolo a pubblicare la mia prima one-shot.
Il secondo e non meno importante a Fall Again per avermi supportato e consigliato saggiamente^^.

  
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