Crossover
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Autore: rosy03    16/04/2020    2 recensioni
[Crossover: MHA, Naruto, Fairy Tail, One Piece]
• Il Centro è un’organizzazione volta alla difesa della pace e dell’armonia tra gli Universi.
Ma cosa succederebbe se qualcosa andasse storto? Se tra le loro fila vi sia un demone di Abyss che sembra intenzionato ad aprire la Porta che conduce nel suo mondo, liberando così ciò che di più malvagio esiste?
Ivar e i suoi sottoposti non possono nulla contro Artemi, è un demone troppo potente e spietato.
Ma presto arriverà la soluzione: se loro, semplici esseri umani, non possono sperare di sconfiggerlo allora basterà chiedere a chi di umano ha ben poco, giusto?
Combattenti forti nello spirito, ecco di chi il Centro ha bisogno... comincia così un’avventura, una lotta contro il tempo per impedire ad Artemi di aprire quella Porta.
La Porta che si trova su Antilia.
• La storia è attualmente in revisione
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Battaglia dei Mondi'
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La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss


Capitolo 05

Obiettivo: Team 7
 
 

Amanda spiegò per filo e per segno quello che era stato precedentemente spiegato a lei, parlò del Centro e dei Dimensional Gap e di come si usassero.
Nel mentre Isuke aveva tirato fuori dalla tasca dei pantaloni il famoso oggetto inserendo le coordinate che li avrebbero condotti nell’universo successivo. Claudia si mise a osservare il cielo rossastro con un certo senso di nostalgia.
Quand’era piccola era solita guardare le diverse sfumature del tramondo assieme a suo fratello.
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dall’agente che aveva alzato la voce per cercare di zittire Bakugou, nervoso per chissà quale motivo.
Lei non poteva di certo sapere che, in fondo, il ragazzo era incazzato con se stesso per non essere stato in grado di agire quando poteva farlo: anche lui per un attimo aveva avuto paura di quel tizio.
E non se lo sarebbe mai perdonato.
– Avete finito di litigare? Dovremmo partire – sentenziò Isuke.
Claudia sospirò – Spero di non vomitare di nuovo –
Amanda ridacchiò piuttsto divertita – Vedrai che ti ci abituerai, basta avere pazienza –
Sorrise mestamente, l’altra, in attesa che il biondo schiacciasse il pulsante e subito dopo un varco circolare si aprì dinanzi ai loro occhi.
– Dov’è che stiamo andando esattamente? – chiese Izuku.
Fu Isuke a rispondere – Cerchiamo tre persone e secondo il nostro capo dovrebbero trovarsi in un luogo chiamato Konoha, una sorta di villaggio di ninja –
Claudia sobbalzò sul posto – Konoha, hai detto? – chiese, giusto per essere sicura di aver sentito bene.
Amanda annuì – Non è che conosci anche questo posto? –
La ragazza si morse un labbro. Quante probabilità c’erano che si trattasse della vera Konoha?
– Andiamoci – affermò risoluta.

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Non appena posò i piedi per terra sentì lo stomaco girarle. Premette una mano sulla bocca e si sforzò di pensare ad altro, qualcosa di bello, tipo il cielo azzurro, il cinguettio degli uccelli, il... il cielo azzurro?
La nausea passò quasi in secondo piano, perché la sua attenzione venne focalizzata sull’ambiente circostante. Erano in una foresta, una normalissima foresta ma aldilà delle fronde degli alberi il cielo era di un azzurro chiaro.
– Com’è possibile che qui sia giorno? – chiese, più che altro parlò ad alta voce.
Al suo fianco Isuke le sorrise – Beh, le ragioni possono essere due: o il tempo scorre diversamente e di conseguenza un’ora in questo mondo corrisponde a un paio d’ore in un altro; oppure semplicemente c’è una sorta di fuso orario. Ma quasi sicuramente è il secondo caso –
Claudia annuì sorpresa. Non si aspettava una cosa del genere.
– Ma siamo sicuri che sia questo il posto? – chiese Midoriya guardandosi attorno.
Amanda indicò un sentiero che i cinque cominciarono a percorrere, alla fine di questo vi era un enorme cancello dalle ante verdi e con alcuni ideogrammi rossi.
Appena sopra la porta vi era il simbolo del villaggio e a quel punto Claudia non ebbe più dubbi.
– Sì, lo conosco questo posto – disse e proprio accanto la porta adocchiò un paio di ninja di guardia.
I due agenti tirarono un sospiro di sollievo – Allora puoi condurci da questi tre tizi? – le chiese la bruna porgendole un foglio con sopra tre volti.
Claudia ci pensò un po’ su e poi le venne un’idea – Non so dove abitino ma basterà chiedere all’autorità più alta del villaggio, l’Hokage! – spiegò semplicemente.
Amanda annuì – E allora andiamo da questo Hokage –
Passare i controlli si era rivelato più facile del previsto, il ninja più cordiale aveva chiesto nome e motivo del loro soggiorno a Konoha e Isuke rispose prontamente che erano semplici turisti.
Davanti a loro si aprì la via principale, lunghissima e che portava dritta al palazzo dell’Hokage alle cui spalle si ergeva fiera la montagna.
Era davvero... immensa. E più camminavano, più era gigantesca.
Osservò con attenzione ogni volto, quello del primo Hokage, Hashirama, poi quello di Tobirama e non poté non sorridere al ricordo di quando Orochimaru li aveva riportati in vita durante la Quarta Guerra dei ninja. Sorriso che si ampliò quando passò al volto di Sarutobi, il mitico terzo Hokage, e poi a quello del Lampo Giallo. Minato, l’eroe del villaggio.
Colui che aveva sigillato la volpe a nove code dentro il corpo di un bambino, suo figlio.
Subito dopo di lui vi era Tsunade. Dovette trattenersi per non scoppiare a ridere, anche lei era alquanto esilarante e in particolar modo quando era ubriaca.
Era sfortunata nel gioco, proprio come lei.
Sospirò, ma poi adocchiò un sesto viso. Sgranò gli occhi, questo voleva dire che a rivestire il ruolo di Hokage in quel momento era... Kakashi!
– Allora, Claudia? – cominciò Amanda, interrompendo i suoi deliri mentali – Vuoi dirci un po’ come funziona qui? –
La Colonna cercò quindi di spiegare in poche e semplici parole il mondo dei ninja. Spiegò chi fosse l’Hokage e quali compiti gli spettavano, l’importanza dell’Accademia e tutto quello che poteva interessare agli agenti. Interruppe il suo discorso quando passarono accanto all’Ichiraku Ramen.
E non riuscì a trattenersi.
– Che ne dite se a pranzo mangiassimo lì? – chiese, senza vergogna.

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Ivar era lì che dava un’occhiata alle schede dei due ragazzi che Amanda e Isuke avevano ‘reclutato’ e una parte di sè si sentiva sollevata. Certo, non avrebbero potuto contare su All Might ma quei due avevano dimostrato coraggio e prontezza di spirito, almeno così gli aveva riferito Isuke.
Aveva fiducia in quel ragazzo e nella sua capacità di giudizio, per questo, di riflesso, poteva sentire di fidarsi di Midoriya Izuku e Bakugou Katsuki.
Due ragazzi con due Quirk eccezionali. Ovviamente lui sapeva bene la verità sul One For All, Nana Shimura in persona gliel’aveva spiegato al tempo in cui si erano conosciuti.
Tra quei fogli spiccò quello in cui erano riportati i dati di Sasuke Uchiha. Non era del tutto convinto che fosse una buona idea, dopotutto i suoi precedenti erano tutt’altro che positivi.
Ma, si disse, doveva soltanto sperare che fosse una persona affidabile e su cui lui e il Centro potessero contare. Per di più lui poteva aprire varchi dimensionali senza l’usilio del DG, esattamente come En.
La sola differenza stava nell’origine di tale potere: lei era la Guardiana della Via, lui aveva il Rinnegan, una particolare abilità oculare che nessun’altro aveva e a cui chiunque avrebbe dovuto fare attenzione.
Averlo come alleato gioverebbe alla situazione, si disse.
Fu mentre era immerso in tali pensieri che apparve En con un vassoio tra le mani. Avanzò verso di lui che era seduto alla grande scrivania e gli offrì una tazza di tè – Non faresti meglio a riposarti? –
Ivar le sorrise mesto – Ci sono tante cose che devo fare. Ora che Isuke e Amanda non ci sono devo controllare che in nessun mondo succeda nulla di strano, devo essere in allerta – le spiegò.
En era davvero una donna straordinaria, pensò.
In tutta la sua vita non l’aveva mai vista triste o arrabbiata. Quando il Centro era pieno di agenti, i quali spesso portavano lì le loro famiglie, lei si divertiva a giocare con i più piccoli.
Era una gioia per gli occhi vederla ridere e prendersi cura dei bambini, la stessa Amanda era cresciuta con lei.
– È passato molto tempo – cominciò a dire Ivar, sentendo crescere in lui uno strano sentimento nostalgico – Ti ricordi quando Amanda e Isuke erano soltanto dei bambini? –
En sorrise allegra – Non sono cambiati poi molto – asserì.
– È vero – bevve un sorso di quella gustosa bevanda calda – Ma ora sono scresciuti –
State attenti, ragazzi. Non vi azzardate a morire...

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– E così voi sareste agenti del Centro? –
Claudia deglutì, non si sarebbe mai aspettata che uno dei suoi sogni da ragazza nerd diventasse realtà. Davanti a lei c’era niente di meno che Kakashi Hatake!
Cavolo, nonostante gli anni rimane comunque un gran figo, pensò mordendosi le labbra.
– Conosce il nostro capo, Ivar? – chiese allora Amanda.
L’Hokage scosse la testa – Non direttamente. Diciamo che un mio vecchio amico lo conosceva –
Claudia non sapeva a chi si stesse riferendo, se a Jiraya o, addirittura, a Obito. Ma non le sembrava plausibile la seconda opzione, ragion per cui optò per la prima.
Dopo, forse, gliel’avrebbe chiesto per maggiore sicurezza.
– E voi tre, invece? – chiese, rivolgendosi agli altri tre.
– Oh, noi siamo studenti della U.A. e apprendisti eroi – spiegò Midoriya, presentandosi.
Dopodichè fu il turno della ragazza – Io sono Claudia –
Kakashi annuì, stava per aprire bocca quando qualcuno fece irruzione nella stanza. Erano due persone anziane, familiari, guardarono prima Claudia e poi l’Hokage con cipiglio serio.
– Siamo stati informati dell’arrivo di alcuni agenti del Centro e siamo corsi a vedere – disse la donna, austera e dalla postura rigida.
Allora si ricordò: i due consiglieri di Hiruzen, quegli antipatici che appoggiavano la candidatura di Danzo al titolo di Hokage!
– Buongiorno a voi – fece Kakashi, mostrando un mesto sorriso – Questi ragazzi sono giunti fin qui a cercare i componenti del team 7 – spiegò ai nuovi arrivati.
– Non è questo il punto – disse l’uomo.
Izuku li osservò attentamente. Non sembravano persone stupide, men che meno deboli caratterialmente ma ebbe come l’impressione che fossero un tantino stretti di vedute. Poi ricordò le parole di Claudia, quando aveva spiegato loro come in precedenza i ninja fossero stati costretti a combattere tra di loro in una serie di cruente guerre.
– Questa ragazza è la Colonna, giusto? È l’obiettivo dei nemici? – chiese la donna ma non aspettò la conferma dell’Hokage poiché non ce n’era affatto bisogno – Mi spiace per l’inconveniente ma non può femarsi al villaggio –
I cinque sgranarono gli occhi.
Kakashi non disse niente, aspettò con pazienza che l’altro consigliere finisse di spiegare le ragioni che li avevani spinti a parlare in quel modo – Non possiamo permettere che la pace di Konoha, e di conseguenza, del mondo intero venga spezzata dall’arrivo di chissà quale nemico. Siamo riusciti a riprenderci a fatica dall’attacco di Pain e dalla Quarta Guerra dei ninja ma se ci dovessero attaccare di nuovo... –
– Sarebbe un disastro – terminò l’anziana.
Claudia non ci aveva pensato. E in effetti era così evidente.
I cittadini di Konoha erano in pericolo con lei nelle vicinanze: aveva già visto molte persone ferirsi a causa sua, primi tra tutti Isuke e Kaminari. Non voleva che altre persone innocenti ci andassero di mezzo.
– E dove dovremmo andare? – chiese irritato Isuke.
– Se non ci volete qui, allora fateci parlare con quei tre e ce ne andremo immediatamente – suggerì la bruna, trattenendosi dal guardare male quei due.
Kakashi sospirò – Beh, vedete, in questo momento l’unico che si trova al villaggio è Naruto... gli altri due sono uno in giro chissà dove e l’altra in missione – fece – Intanto, perché non vi riposate, eh? –
– Ma, Kakashi, hai sentito quello che abbiamo detto? –
L’uomo mascherato annuì – Sì, ho capito, ma al momento non possono andarsene, giusto? Facciamo in questo modo, vi offro il pranzo e intanto manderò qualcuno a chiamare Sasuke. In quanto a Sakura dovrebbe arrivare proprio oggi. Che fortuna, eh? –
I due anziani non sembravano affatto convinti dalla soluzione proposta dall’Hokage e infatti la donna riprese nuovamente la parola – Ad una condizione. Alloggeranno fuori dal villaggio –
Stremato da tanta testardaggine, Kakashi annuì.
Terminata la discussione i due se ne andarono e Claudia potè tirare un sospiro.
– Ma cos’hanno quei due vecchiacci? – grugnì Bakugou, rimasto in silenzio per tutto quel tempo.
Amanda incrociò le braccia e sbuffò.
– Sono gli anziani del villaggio e godono della stima di molti ninja – spiegò l’Hatake per poi alzarsi dalla poltrona.
Claudia non potè non chiederglielo – D-Davvero ci offre il pranzo? –
Lui la guardò – Avete per caso la valuta necessaria a pagare? – chiese di rimando.
E in effetti doveva ammettere, Claudia, che sarebbe stato inutile tentare di pagare con gli euro. Allo stesso modo Izuku tirò fuori dalle tasche qualche yen mentre Amanda si malediceva per essersi dimenticata il portafoglio.
– Cosa vi piacerebbe mangiare? Potrei proporvi... –
– Ramen! – esclamò la Colonna all’improvviso e con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Dopo i primi attimi di sconcerto, Kakashi si lasciò andare a un sorriso – Ottima scelta –
Così l’Hokage li guidò fuori e poi nuovamente lungo la strada principale.
Durante il tragitto Claudia potè notare come tutti gli abitanti del villaggio si rivolgessero a Kakashi chiamandolo ‘Onorevole’ e lui, di conseguenza, risultasse un po’ impacciato nel rispondere.
Forse non è ancora abituato a tanta formalità, pensò ridacchiando, chissà da quanto è Hokage?
– Certo che gode di popolarità – disse Izuku – Ovunque vada c’è gente che lo ringrazia per il duro lavoro svolto per il villaggio –
Claudia annuì – Kakashi è sempre stato famoso per via delle sue incredibili abilità. Veniva chiamato ‘Kakashi dello Sharingan’ o ‘Il Ninja Copiatore’ perchè era in grado di copiare qualsiasi tecnica grazie al suo occhio – spiegò sottovoce.
A quel punto la curiosità di Midoriya aveva preso il sopravvento e chiese di poterne sapere di più, alchè lei l’accontentò cominciando a raccontare e non solo dell’Hatake! Il discorso deviò alle tecniche elementari e alla possibilità di unire due chakra diversi per ottenre una nuova e potentissima tecnica.
– Invece, quando a unirsi sono ben tre chakra elementari, si parla di Abilità Superiore e ce ne sono alcune che- –
– La volete piantare?! – ruggì Bakugou, voltandosi di tre quarti verso quei due tremendi chiacchieroni – È da ore che confabulate là dietro, siamo arrivati! –
Mentre quei due presero a scusarsi in mille lingue diverse, Isuke osservò per bene la scritta del piccolo chiosco.
Kakashi li invitò a sedersi al bancone dove alcune persone stavano già gustando una buona ciotola di ramen, non restò molto sorpreso di trovarci l’allievo più problematico di sempre.
– Ehilà, Naruto – fece alzando una mano in segno di saluto.
Il ragazzo biondo si girò e non appena lo vide un ampio sorriso gli illuminò il volto – Kakashi-sensei! Come mai qui? –
– Offro il pranzo a questi ragazzi e... sapevo di trovarti qui, devono parlarti – spiegò.
I due agenti si presentarono al giovane ninja che li accolse col sorriso sulle labbra.
– Sei tu, Naruto Uzumaki, quindi? – domandò Amanda, lui confermò – Bene. Abbiamo bisogno di te, c’è una questione di cui dobbiamo assolutamente parlare – e avrebbe aggiunto dell’altro, davvero, ma il suo stomaco cominciò a brontolare troppo forte e decise così di sedersi – Ma adesso mangiamo, sto morendo di fame –
Isuke ridacchiò, alché la collega gli mollò uno scappellotto.
Claudia allora prese posto tra Midoriya e Naruto.
– Cosa vi porto? – chiese il vecchio Teuchi. Ognuno di loro ordinò qualcosa di diverso ma quando fu il turno di Claudia optò per lo stesso che aveva presto il ninja biondo, ricevendo adulazione da queste di quest’ultimo.
– Il ramen di questo chiosco è speciale, il migliore del mondo! – esclamò allegramente.
Il pranzo proseguì senza intoppi e per una volta la Colonna potè godere di quel clima di serenità che tanto le mancava. Rise alle battute di Isuke riguardo un certo pozzo senza fondo che sedeva alla sua sinistra e Amanda, punta sul vivo, non perse l’occasione per mollargli una gomitata.
Come lei, Midoriya ascoltava divertito i loro pseudo litigi, mentre Bakugou mangiava in silenzio il suo ramen piccante dall’aspetto delizioso.
Naruto, come aveva ipotizzato Claudia, portava i capelli più corti del solito ed era diventato davvero alto: dovevano trovarsi alla fine della story line, dopo lo scontro con Kaguya, la dea dei ninja e dopo lo “scontro” alla Valle dell’Epilogo.
E infatti la mano destra, così come il braccio supponeva, era avvolto dalle bende. Segno che quella doveva essere una protesi e niente di più.
– Teuchi, me ne dai un’altra, per favore? –
Quest’ultimo rise di gusto prima di annuire – Arriva subito! –
Claudia allora ne approfittò e alzò la mano, attirando l’attenzione del cuoco – Ehm, anche a me, se possibile – poi si ricordò che a pagare sarebbe stato Kakashi e si voltò verso di lui, seduto oltre Naruto – Certo, se p-per lei non è un problema – balbettò, terribilmente in imbarazzo.
L’Hokage le sorrise gentilmente, aveva già terminato la sua porzione da un pezzo – Fai pure –
– Wow, non mi aspettavo che anche tu mangiassi così tanto, Claudia – osservò Amanda.
Sicuramente si riferiva al fatto che al Centro aveva mangiato poco e niente.
Lei si strinse nelle spalle – Beh, questo ramen è così buono che non riesco a smettere di mangiarlo –
Il biondo applaudì alle sue parole, totalmente d’accordo.
Dopo una mezz’oretta circa avevano terminato e Claudia non si era mai sentita così sazia in vita sua. Cavolo, dovrò farmi dare la ricetta così potrò mangiarlo anche a casa. Scommetto che mio fratello farà i salti di gioia!, pensò.
– Ora che abbiamo mangiato, non dovevate dirmi qualcosa? –
Isuke annuì alzandosi – Andiamo in un posto un po’ meno affollato –
Naruto allora disse loro di seguirlo, sarebbero andati al parco dato che a quell’ora non c’era quasi mai nessuno – Ah – si fermò all’improvviso prima di andarsene – Teuchi, metti pure il mio conto su quello di Kakashi-sensei – disse sghignazzando e poi andò via facendo sospirare il suo vecchio maestro.
Claudia coprì la bocca con una mano attenta a non farsi beccare mentre tentava di frenare le risate.
Raggiusero il parco in poco tempo, una volta lì Naruto si sedette inequilibrio sulla ringhiera, pronto ad ascoltare quello che avevano da dire. Quando Midoriya chiese che fine avesse fatto l’Hokage, il biondo aveva risposto che probabilmente era tornato nel suo ufficio.
Poco dopo Amanda cominciò a raccontare: parlò, come sempre, della Colonna, di Artemi, del Centro e della loro missione, sino ad arrivare alla loro richiesta di aiuto – E questo è quanto –
Naruto aveva capito sì e no che la situazione era molto grave e che quel tipo, Artemi, aveva messo in moto gli ingranaggi per un evento catastrofico se fosse riuscito nel suo intento.
– Quindi stai dicendo che se la Via crolla, sparirebbero tutti i mondi? – chiese, per conferma.
Amanda sospirò – No. Se la Via dovesse crollare, regnerebbe il caos. Alcuni, sì, potrebbero finire col morire, altri, i più deboli, finirebbero soggiogati dai più forti. Non esisterebbe più l’ordine –
In effetti Naruto non è mai stato molto sveglio, ricordò Claudia con un sorriso ironico.
– Okay, ho capito. Più o meno – asserì – D’accordo, vi aiuterò –
La bruna tirò un sospiro di sollievo, questa volta era stato abbastanza facile – Bene –
– Ma non credo che Sasuke accetti – disse, smorzando in un istante le speranze dell’agente, che chiese dunque spiegazioni – Vedete, c’è il problema del villaggio. Non possiamo andarcene e lasciarlo in balia di chissà quali nemici. Se come avete detto c’è la possibilità, ora che la Via si è indebolita, di un attacco da parte di esseri da un altro mondo... uno di noi due deve rimanere qui –
È vero. Come ho fatto a dimenticarmene?
Claudia cercò di visualizzare la scena, il momento in cui i due ninja si erano separati. Avevano promesso che avrebbero protetto il villaggio, che in mancanza di uno l’altro sarebbe subito corso a Konoha per il bene dei suoi abitanti e per la pace.
– Per quanto riguarda Sakura, ne parlerò con lei una volta che sarà tornata –
– E quando tornerà? – chiese prontamente Isuke.
Naruto incrociò le braccia al petto e inclinò le testa, cercando di ricordare cosa gli aveva detto – Mi pare che la sua missione dovesse durare soltanto tre giorni... dovrebbe già essere arrivata –

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[Poche ore prima]

La richiesta d’aiuto giunse non appena Kakashi-sensei tornò al suo ufficio.
Shikamaru spalancò la porta e gli consegnò il messaggio, aveva già fatto preparare una squadra capitanata niente meno che da lui stesso, squadra che ebbe il benestare dell’Hokage e fu fatta partire subito dopo.
Quando arrivarono al posto designato ciò che videro li lasciò sconvolti: un’intera foresta era bruciata, nell’aria si respirava ancora la puzza e la cenere ricopriva il suolo ormai morto.
– Cosa diamine è successo? – si chiese uno dei ninja, al quale nessuno avrebbe potuto dare una risposta.
Non avrebbero potuto fino a quando un portale dimensionale non apparve dinanzi a loro.
La maggior parte di loro non sapevano cosa avrebbe voluto dire, ma Shikamaru e tirò un sospiro di sollievo, massaggiandosi la base del collo – State tranquilli. È Sasuke –
Oltre quella coltre scura, infatti, apparve l’Uchiha la cui figura era parzialmente coperta dal mantello nero, il suo occhio destro saettò prima sul viso dello shinobi con gli orecchini e poi sulla devastazione che li circondava.
Prima che potesse aprire bocca una seconda persona attraversò il portale, questa volta si trattava di una kunoichi – Menomale che siete qui. È successo il finimondo – esclamò Sakura, tesa come una corda di violino – Kakashi-sensei e Naruto devono essere messi al corrente. Tre ninja sconosciuti stanno mettendo a ferro e fuoco alcuni villaggi – spiegò.
Sasuke annuì seriamente – Non c’è tempo da perdere. Bisogna avvertire tutti gli altri Kage –
– Sapete il movente? –
Sakura scosse la testa – Purtroppo no –
– Cos’è successo qui? – chiese prontamente Ino – State bene? –
Loro stavano bene, certo. La richiesta d’aiuto era stata mandata da Sakura quando si era resa conto di essere in svantaggio numerico.
– Erano tre. Due ragazzi e una ragazza. Lei aveva... – ma tentennò prima di essere esaustiva, lanciando un’occhiata al suo compagno di squadra – ...sembrava in possesso dello Sharingan –
Shikamaru corruggiò le sopracciglia e subito dopo sbuffò – Parebbe proprio una bella seccatura –
– Cosa facciamo Shika? – domandò Choji – Sei tu il capitano –
– Per prima cosa dobbiamo avvertire gli altri Kage. Ci divideremo –
Shikamaru Nara aveva innate capacità di leadership. Oltre che un intelligenza e un QI fuori dal comune. Era uno stratega eccellente, si era distinto sin dalla più tenera età e nonostante la pigrizia che lo caratterizzava, godeva della piena fiducia non solo della sua squadra ma anche dell’Hokage.
Di tutti i Kage, chinque avrebbe potuto dire quanto voleva quel ragazzo.
Per questo non gli era stato difficile creare cinque squadre aventi cinque differenti destinazioni.
Choji e altri due ninja sarebbero andati fino a Iwa, Ino avrebbe raggiuto la Mizukage a Kiri sempre accompagnata da altri due shinobi, mentre Shiakamaru avrebbe dovuto arrangiarsi e andare a Suna assieme a un solo ninja.
Sasuke, grazie al Rinnegan, avrebbe potuto raggiungere facilmente Kumo e avverire l’irascibile Reikage, dopodiché avrebbe seguito le tracce dei nemici.
– State attenti sulla via del ritorno – disse Ino guardando prima il giovane shinobi e poi la sua amica Sakura che annuì.

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– E questo è quanto –
Midoriya era a dire poco estasiato, Claudia non sembrava da meno.
Il pomeriggio era passato molto velocemente, soprattutto per quei due che non avevano fatto altro che parlare per ogni dannatissimo minuto. Disteso su un divano smollato, Isuke schiuse gli occhi destandosi dal suo dormi veglia.
Aveva sentito qualche parola anche lui, aveva ascoltato parte della storia del grande Naruto Uzumaki la cosa non poteva che fargli piacere. Voleva dire di avere tra le loro fila una persona invincibile o quasi.
Il soggetto della storia, invece, era fuori che parlottava con una ragazza dagli occhi perlacei che era stata mandata a tenere d’occhio i nuovi arrivati e assicurarsi che strane presenze non si avvicinassero al villaggio. Poco più lontano, nei dintori, c’erano anche Kiba e Shino. Dopotutto la loro era la squadra migliore se c’era da individuare un nemico.
Il primo aveva il fiuto, il secondo i suoi insoliti insetti; Hinata poteva invece contare sul Byakugan.
– È incredibile che tu sappia tutta la sua storia! – esclamò Izuku – Come fai? –
Claudia si morse l’interno della guancia e alzò gli occhi per evitare di guardarlo.
Se sapesse che so tutto anche di lui, non sarebbe così contento...!, pensò.
– Beh, qualsiasi sia il motivo è straordinario. Naruto, dico. Ha dovuto lottare per arrivare fino a qui. Io non sarò da meno! –
Claudia sorrise intenerita, sembrava animato da nuova determinazione.
– Sono sicura che diventerai l’Eroe numero uno – disse, senza rendersene neanche conto.
Midoriya cominciò ad agitarsi sul posto, preso dall’imbarazzo.
Stava per aggiungere dell’altro, ma una voce rude irruppe nella stanza. Bakugou stava scendendo le scale, probabilmente aveva finito di usare il bagno – Ragazzina! Bada bene, io sarò un Eroe migliore di Deku, questo è certo! –
Isuke sospirò mentre Midoriya sorrise mestamente, arresosi dinanzi al suo atteggiamento, ma non lasciandogli l’ultima parola. In questo era davvero maturato – Non mi lascerò battere, Kacchan! –
La sua non era una presa di posizione o altro, semplicemente un modo per alimentare quella rivalità che li legava e permetteva loro di superare i propri limiti. Come si dice? Plus Ultra!
– Massì! – esclamò Claudia all’improvviso – Sarete bravissimi entrambi! –
– Non mi paragonare a quello lì, Quattrocchi! –
– Ma scusa, ti ho fatto un complimento! – disse lei, trattenendo le risate.
Quando Bakugou aveva la faccia deformata dalla rabbia era quasi impossibile per lei non sorridere.
E infatti... – Che cazzo ridi?! –
Claudia si girò dall’altra parte tenendosi lo stomaco con una mano e tappandosi la bocca con l’altra, cercando invano di non scoppiare. Midoriya la osservava incuriosito.
– Non prendermi in giro, Quattrocchi! Non osare! – ruggì il biondo.
–  Si può sapere perché strillate in questa maniera?! – gridò Amanda dal piano di sopra – Sto cercando di inviare un messaggio! –
– Sta’ zitta! –
Amanda si affacciò allora dalla rampa di scale e guardò male chi le aveva appena detto di tacere – Sei insopportabile. Che razza i Eroe saresti, eh? Uno che fa piangere i bambini! –
Bakugou digrignò i denti e per un attimo sembrò non darci troppo peso alle sue parole ma poi cominciò a strillare contro l’agente del Centro e Isuke si vide costretto ad alzarsi e uscire fuori.
Non voleva un altro al di testa, grazie.
– Fa sempre così, scusalo – fece Izuku alzando le spalle – Ma non è cattivo... in fondo –
Claudia si voltò a guardarlo, ormai ripresasi dall’attacco di ridarella.
Come supponeva, Midoriya l’aveva ampiamente rivalutato. Katsuki Bakugou era una pesona difficile da avvicinare, sapeva essere un vero stronzo quando voleva.
Tutti e due potevano dire di conoscerlo, chi per un motivo e chi per un altro.
Certo, Claudia non avrebbe mai potuto dire di conoscerlo quanto Izuku. Lei era soltanto una spettatrice, una fan, qualcuno che aveva visto la storia svolgersi dall’esterno.
– Per la verità mi chiedevo una cosa – disse, facendo attenzione che il diretto interessato non sentisse, troppo impegnato a litigare con Amanda che aveva cominciato a lanciargli i vecchi libri trovati nella catapecchia abbandonata – Per tutta la mattina non ha parlato granché, mi ero preoccupata –
Midoriya sgranò gli occhi.
Dal canto suo, non si aspettava tanta empatia da una ragazza conosciuta appena qualche ora prima – Credo che sia dovuto ad Artemi. Kacchan è molto orgoglioso. Quando Artemi è comparso è successo qualcosa, è stato come se un’aura possente avesse iniziato a schiacciarci, era più che altro... paura –
La Colonna restò in silenzio.
– Sì, io ho avuto paura. E sono sicuro anche Kacchan abbia avvertito qualcosa che lo ha reso... piccolo dinanzi a lui. Artemi è un nemico indubbiamente potente e che incute timore –
Claudia annuì – Ma non è una paura normale – terminò per lui.
Izuku fece segno di essere d’accordo.
– Allora sono contenta che sia tornato normale. Anche se... – lasciò in sospeso la frase, anche perché la visione di un Bakugou furente le impediva di continuare. Izuku al suo fianco sospirò.
– Tanto per cominciare, è Isuke che comanda. Se lui dice di rimanere qui, noi rimaniamo qui – fece Amanda, al limite dell’esasperazione.
Claudia davvero non capiva quest’imposizione da parte sua. Non l’aveva visto di buon occhio sin dall’inizio e aveva il sospetto che avrebbero continuato a litigare per l’eternità.
– È una perdita di tempo rimanere qui a fare niente – ribatté il biondo.
Amanda aprì la bocca per dargli contro ma, dovette ammettere, che non aveva affatto torto. Ma questo non bastava a convincerla che avesse a che fare con un grande maleducato – Questo non è importante, lui è il più grande e perciò decide –
Allora intervenne Midoriya, l’innocente Midoriya – A proposito, quanto anni avete voi due? –
Bakugou lo guardò di sbieco mentre Amanda si concesse un sospiro prima di rispondere, questa volta più calma – Io ho sedici anni, Isuke ne ha diciotto –
Claudia inclinò la testa – Comanda il più grande? –
Gli sembrava una situazione da bambini, doveva ammetterlo, ma era divertente! Aspettò che l’agente annuisse prima di mostrare il sorriso più grande e luminoso di cui era capace – Allora è facile, comando io. Ho diciannove anni –
Amanda quasi si strozzò con la saliva mentre Izuku, al suo fianco, sgranò gli occhi.
– C-Cosa? Davvero?! –
Claudia annuì – Sì. Non sono molto alta, per questo sembro più piccola. Ma io frequento l’università – disse, prima di autocorreggersi – O meglio, frequentavo –
Proprio in quel momento Isuke decise di entrare, ritrovandosi i quattro ragazzi completamente immobili nel piccolo soggiorno, tra cui Amanda in cima alle scale con un’espressione allibito stampata in faccia – Che avete tutti? –
– Tu eri a conoscenza che Claudia avesse diciannove anni?! – chiese la bruna, ancora scioccata.
L’altro annuì – Era sulla scheda. Comunque... è importante? – poi sospirò – Tralasciando questo, ci sono delle novità –

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C’era da dire la situazione era quella che era.
Non appena aveva messo piede al villaggio, Sakura aveva dovuto correre da una parte all’altra: prima in ospedale per assicurarsi che quella piccola ferita dietro la schiena non rischiasse un’infezione (per ovvie ragioni non avrebbe mai potuto farcela da sola), poi da Ibiki per un identikit dei nemici; aveva dovuto fare un rapporto dettagliato a Kakashi-sensei, ovviamente, e poi era stata mandata fuori Konoha, in una casetta poco distante, dove anche Naruto la stava aspettando.
Fuori dalla piccola costruzione aveva trovato il suddetto, Hinata e uno sconosciuto. Un tipo biondo dagli occhi azzurri.
Isuke era il suo nome, lo scoprì subito dopo.
Quest’ultimo le spiegò la situazione e lei ne rimase interdetta. Poi aveva sospirato.
– Ti presento gli altri – aveva poi aggunto, prima di dirigersi dentro l’abitazione. La conosceva, fino a poco tempo prima era la casa di un boscaiolo eremita che non amava vivere in mezzo alla confusione, per questo era stata fatta costruire lì.
Una volta dentro le vennero presentati Claudia, Izuku, Katsuki e Amanda.
– Piacere di fare la vostra conoscenza – disse, per educazione.
– Lei è il ninja medico migliore del nostro villaggio. Ma che dico? Del mondo! – esclamò senza ritegno un Naruto estasiato.
– Beh, ci farebbe comodo un dottore. Certo, abbiamo En ma lei non può muoversi dal Centro – spiegò Amanda.
Midoriya ricordava perfettamente quanto detto dalla Colonna riguardo Sakura Haruno. L’aveva descritta come una kunoichi dalla forza incredibile, capace di spaccare un grosso macigno con un solo pugno.
Sakura annuì – Kakashi-sensei mi ha dato il permesso di partire con voi, il problema è un altro – cominciò a dire, poi si voltò verso Naruto – Mentre tornavo sono stata attacca da tre ninja dalle strane abilità, una di loro aveva la Sharingan e non mi spiego come sia possibile –
Il biondo sgranò gli occhi, esterrefatto – Lo Sharingan? Ma è impossibile! L’unico dovrebbe essere Sasuke! –
La ragazza annuì gravemente – Lo so. Per questo Shikamaru e gli altri stanno mettendo in allerta gli altri Kage. Per ora vogliamo aumentare la sorveglianza e sperare che non ci attacchino –
Isuke aveva capito che la situazione in cui versavano era grave.
Fosse stato per lui non sarebbe giunto sin lì a chiedere l’aiuto di Naruto sapendo che il suo scopo primario era difendere il villaggio. Quasi si sentiva in colpa.
– Ci penserà il Teme a difendere Konoha. Io vado con loro –
Gli agenti spalancarono gli occhi, non credendo alle loro orecchie.
– Ma, Naruto- –  
Quest’ultimo però la interruppe con un sorriso ottimista in volto – Se dovesse realmente accadere quello che hanno detto sarà la fine per tutti, non solo per Konoha. E poi io sono il futuro Hokage, è mio dovere proteggere la pace, no? –
Sakura sospirò. Non ci voleva un genio per capire quanto fosse testardo il suo amico, dopotutto lo conosceva da anni e ne aveva avuto moltissime dimostrazioni – E va bene, Testa Quadra –
Detto ciò un lieve sorriso sfuggì dalle sue labbra.

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Ogni volta che, per un motivo o per un altro, incontrava il Raikage, quest’ultimo lo guardava circospetto come se si aspettasse un tiro mancino da un momento all’altro.
Per la verità, la diffidenza era per lo più palese in tutti gli altri shinobi che sapevano di lui, della sua storia e delle sue azioni. Sarebbero rimaste delle macchie impossibili da togliere, ne era sicuro.
Dopo aver consegnato il messaggio, Sasuke si adoperò per trovare quei ninja.
Purtroppo ci aveva impiegato più tempo del previsto perché utilizzare più volte il Rinnegan impiegava parecchi sforzi ma alla fine ci era riuscito.
Fin troppo bene.
– Tu sei Sasuke Uchiha – disse il ragazzo dalla carnagione ambrata.
Il moro assottigliò lo sguardo – Qual è il vostro scopo? Perché attaccate i villaggi? –
Una leggera risatina gli fece intendere di essere circondato: alle sue spalle era apparso una specie di colosso mentre di lato, su un albero, vi era una ragazza dai lunghi capelli viola.
Era stata lei a ridacchiare – Come sei serio –
Sasuke le lanciò un’occhiata e non poté non corrucciare ancora di più la fronte non appena individuò i tre tomoe che circondavano la pupilla nero carbone, l’iride era rossa.
Lo Sharingan. Perché?, si chiese.
Il suo piano era abbastanza semplice: catturarli e farsi dire chi erano, cosa volevano e, al limite, avrebbe usato il suo occhio per racimolare tali informazioni e li avrebbe comunque uccisi. Alla fine.
– Sei venuto da noi per combatterci? – chiese lo stesso ragazzo di prima. Aveva il viso affilato, gli occhi color carbone e i capelli scurissimi.
Addosso portava una tuta altrettanto nera che gli ricopriva tutti il corpo, lo stesso valeva per il colosso alle sue spalle: l’unica differenza era che non indossava nulla sul busto.
Sasuke era sicuro di una cosa: non avrebbe potuto aprire un altro portale dimensionale tanto presto, avrebbe dovuto cercare di non consumare troppo chakra per abbatterli. In quello che era un millesimo di secondo estratte la sua katana e partì all’attacco.
Saettò verso il nemico dinanzi a lui che però si mosse altrettanto velocemente e lo schivò, alzando poi una gamba per dargli un calcio.
Sasuke riuscì a pararlo con il proprio ginocchio e saltò per prendere le distanze.
– Non riuscirai mai a batterci, Uchiha – fece una voce sopra di lui.
Il moro non perse tempo ed evitò il pugno dell’omone dai capelli rossicci, che andrò a rompere il terreno. Stava cercando di capire quali fossero le loro abilità.
Di trovare un punto debole, per questo attivò lo Sharingan all’occhio destro.
La ragazza priva di curve spiccò un salto e gli atterrò proprio davanti – Ma che bell’occhio. Perché non me lo regali? –
Sasuke scattò dunque verso di lei ma a parare il suo calcio fu il ragazzo dalla pelle scura – Non azzardarti, Uchiha – e veloce com’era apparso gli andò vicino colpendolo a sua volta con un pugno in pieno petto.
Atterrò in piedi fortunatamente ma il volto della ragazza gli coprì l’intera visuale. Per un attimo si chise come avesse fatto a raggiungerlo senza che lui se ne accorgesse ma poi gli occhi della tipa pulsarono e... i suoi piedi erano immersi in una pozzanghera di sangue.
Sasauke si guardò attorno impassibile, l’illusione dove era caduto non era assolutamente come quelle di suo fratello. Il cielo rossastro, le nuvole gocciolavano di inchiostro scuro e nella sua testa rimbombava il fischio del vento.
Ghignò
– Le tue illusioni non sono un granché – asserì – Faresti bene ad abbandonare quegli occhi che non ti appartengono –
Detto ciò sciolse la tecnica con una facilità estrema.
La kunoichi venne sbalzata via con potende calcio laterale, atterrando tra le braccia dell’omone. L’altro loro compagno si avventò su Sasuke sferrando una sequenza irregolare ma efficace di calci e pugni, sgusciando via ogni volta che il ninja di Konoha aveva l’impressione di averlo preso.
– Shitai – fece una voce, l’uomo che fino a quel momento era rimasto in silenzio – Basta così – e subito dopo lanciò un’occhiata alla ragazza ancora svenuta.
Il ragazzo lo assottigliò lo sguardo indugiando sul volto della kunoichi, poi si voltò a guardare Sasuke con cipiglio di rabbia – La prossima volta ammazzerò te e tutto il tuo fottuto villaggio –
Quest’ultimo cercò di impedire la loro fuga ma Shitai lanciò una bomba fumogena che gli annebbiò la vista, persino il suo Sharingan non gli servì a nulla, anzi, cominciò a bruciargli.
Messosi al riparo dal fumo riuscì finalmente ad aprire gli occhi.
Quello sinistro era intatto, dopotutto lo teneva quasi sempre chiuso quando non gli serviva, mentre quello destro gli doleva un po’ ma era convinto che in breve tempo potesse guarire.
Prima o poi avrebbe capito il trucco che usavano per scomparire nel nulla. Sospirò, Sasuke, prima di rimettersi in cammino.
La sua prossima meta era, ovviamente, Konoha.
Il suo obiettivo era parlare a Naruto e sperare che a Kakashi-sensei venisse un’idea su chi potessero essere quei tre strani tizi.

---

– Allora? –
Echo non disse niente, continuò a leggere il suo libro degli incantesimi senza badare alla conversazione tra quei due, tranquillamente distesa su di un divano che fluttuava accanto al caminetto acceso. Ai suoi piedi Ayan ripuliva le sue catene, ormai ripresosi dal congelamento.
Kuchisake Taira sospirò in maniera melodrammatica – Ho contattato Shigaraki Tomura ma non ne vuole sapere. Quel tipo è veramente infantile... alla fine ha rifiutato –
Era vero. L’aveva incontrato e per poco non ci rimaneva secca.
Quell’antipatico, pensò contrariata.
– Non importa – fece Artemi, abbandonandosi contro lo schienale della sedia – Non appena Echo potrà nuovamente muoversi tornerà all’attacco –
– Sempre se quei tre non finiranno il lavoro prima del mio intervento – disse quella chiamata in causa, continuando a sfogliare il suo libro di pelle.
– Già. Quei tre mi sembrano abbastanza forti – iniziò a dire Taira – Ma non mi sembrano i figli di quel tipo tutto in bianco. Non si assomigliano per niente! –
Artemi rimase in silenzio, lui sapeva.
Ayan non sembrava interessato alla conversazione, non sembrava interessato da niente per la verità, e continuava a fare quel che stava facendo con un’espressione assente.
La donna sospirò – Saranno stati adottati –
– O creati – suggerì Echo con un ghigno – Non sarà stato difficile per un tipo come lui creare degli esseri senzienti in grado di combattere. Non sei d’accordo, Artemi? –
Quello annuì.
– È possibile una cosa del genere? –
– Tu non hai capito chi è, vero? A quale clan appartiene – continuò la Strega.
Taira scosse la testa facendo tintinnare l’orecchino a forma di campanello.
Echo sorrise. Lei poteva saperlo perché era da sempre stata curiosa.
Aveva sa sempre studiato i mondi paralleli ed era anche per questo motivo che alla fine aveva deciso di allearsi con lui, oltre che per avere la sua vendetta.
– Quell’uomo è... Toshiaki Otsutsuki –
 
 
 
 
 
 
 

 
#Perdonate se il capitolo arriva con un po’ di ritardo ma ero strasicura che oggi fosse mercoledì (non so ancora chi me l’abbia data questa convinzione) ad ogni modo Ta-dan!
Ringrazio @
Eternity_paradise0 e @Sayman per le bellissime recensioni ^^ sapere che la mia storia piace è motivo d’orgoglio per me (che ho - 200 di autostima) e mi rende felice.
Ringrazio anche tuti quelli che semplicemente leggono e chi ha inserito la storia tra le preferite.


Questa volta cercherò di non trattenervi oltre. In poche parole succede che si arriva a Konoha, gente! Spero di aver reso bene tutti i personaggi: Naruto e Sasuke in primis e di non averli stereotipati troppo.
Spero anche che il siparietto nella casa in mezzo ai boschi sia piaciuta. Volevo alleggerire un po’ l’atmosfera ^^ Il perché della scelta dei vecchi consiglieri non è proprio insensata, loro hanno paura di una nuova guerra che possa crearsi a causa di Claudia. Certo, non hanno neanche pienamente ragione perché confinarli fuori dal villaggio potrebbe renderli più facili da attaccare ma abbiamo il nostro fidato team 8 a fare loro da guardia.

Nel prossimo capitolo avranno più spazio, tranquilli ^^
Premessa: io ADORO Shikamaru, per cui è possibile che lo farò comparire parecchie volte ^^ E adoro ancora di più Temari, per cui... 


Infine, ecco le immagini:

Team 7: Sakura Haruno, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha



Shikamaru Nara, Ino Yamanaka e Choji Akimichi

 
 


P.S. Piccola checca: Plus Ultra era... il motto di Carlo V d’Asburgo! L’ho scoperto l’anno scorso e volevo rendervi partecipi della mia 'scoperta' ^^

PP.S. Ho risolto il problema delle immagini nel precedente capitolo ^^ spero ora sia tutto apposto. E ho notato che anche l'immagine di Ayan è stata tolta dal capitolo 03, provvederò subito

Bye

 
rosy
  
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