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Autore: Kiarachu    16/04/2020    2 recensioni
Dopo aver risolto il caso degli ululatori notturni, Judy riprende la sua routine di poliziotta affiancata da Nick, ma le manca qualcosa. Ma succederanno delle cose che riempiranno questo vuoto.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Yax
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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In soffitta trovarono dei vecchi bauli e degli armadi. Guardarono dentro i bauli, e rimasero stupiti di vedere dei quadri, tra l’altro molto belli e realistici, del condominio e anche dei suoi abitanti.

C’era un quadro con la facciata del condominio, e notarono che c’erano dipinte piante e fiori anche sul terrazzo dell’appartamento di Judy.

 

Poi c’era un bellissimo quadro con la famiglia Otterton, e la coniglia pensò di regalarlo a loro, pensando che avrebbero apprezzato. E anche un altro quadro, dove c’era Emmitt Otterton che curava dei fiori, con un’espressione felice.

 

Poi risero, vedendo un quadro con un giovanissimo Yax assieme alla sua famiglia. Stranamente era vestito, e anche i suoi genitori. Seppero che era lui perché c’era scritto dietro, come anche negli altri dipinti.

C’erano anche altri quadri, per lo più di scorci di Zootropolis, alcuni con alberi e piante.

 

Judy tenne da parte quelli, e mandò un messaggio a Yax per chiedergli di passare a casa sua appena poteva perché voleva parlargli di una cosa.   

Negli armadi trovarono dell’attrezzatura per dipingere, e qualche vecchio vestito. Nel resto della soffitta c’erano altre cose. Portarono i quadri e i vestiti da basso, per farli vedere a Yax e chiedergli cosa ne potessero fare.

 

Lo yak mandò un messaggio a Judy dicendole che se voleva ora era libero, e la coniglia gli disse di venire pure, dato che era a casa.

Yax arrivò, e quando vide i quadri fece un’espressione stupita. “Oooh…pensavo che fossero andati persi. Cosa volevi chiedermi, Judy?” lui chiese.

 

E lei gli disse che voleva tenerne alcuni, e gli chiese se poteva dare agli Otterton quelli con loro ritratti. “E volevo chiederti anche se volevi tenere questo,” lei finì, facendogli vedere quello con lui da piccolo.

 

Fu uno spettacolo vedere tutte quelle emozioni sul suo viso, e poi disse, “Ma sì, perché no, così avrò un ricordo del fatto che da giovane ero uno sciocco. E sì, puoi dare gli altri a Emmitt e famiglia. L’attrezzatura vorrei prenderla io, ho un amico pittore che la voleva, e per i vestiti fatene quello che volete,” lui finì.

 

Judy lo ringraziò, e lui andò via col quadro e il materiale da disegno sotto braccio.

La poliziotta mise i quadri con gli Otterton da una parte, e – con l’aiuto di Nick – appese quelli che voleva tenere.

Erano quelli della facciata del condominio, e alcuni scorci con alberi e piante di Zootropolis.

 

Lei annuì, sorridendo, poi fece una faccia strana, e la volpe chiese, abbracciandola da dietro, “Che c’è tesoro? Non ti piace come li hai disposti?”

Lei sorrise, e si accoccolò nell’abbraccio della volpe. “No, ma mi è venuto in mente che potrei fare un mini-orto sul terrazzo, e mi stavo chiedendo come mai c’erano tutte quelle piante. Magari la Signora Otterton lo sa. Appena andrò a portarle i quadri glielo chiederò.

 

Nick ridacchiò, e disse, “Nonostante tu sia una poliziotta rimani sempre una coniglia figlia di coltivatori, eh?”

Judy arrossì, e disse, “Beh, è nella mia natura, anche se sento di più l’impulso a fare il lavoro di investigatrice. E poi così avrò un po’ di verdura fresca da mangiare.”

 

La volpe sorrise, e disse, “Stavo scherzando, Carotina. Comunque se coltiverai anche mirtilli ricordati di non mangiarli tutti, eh. Lo sai che mi piacciono,” lui finì, facendo l’occhiolino.

Lei ridacchiò. “D’accordo. Ok, dato che abbiamo ancora un po’ di tempo, che ne dici di andare a prendere qualche vaso, la terra, i semi e le piantine? Così comincio subito…è anche il periodo giusto.”

 

Nick scosse la testa, facendo un sorriso storto, ma disse, “Ok, Carotina, andiamo!”

E così andarono di nuovo al centro commerciale, dove comprarono il necessario per fare un mini-orto sul terrazzo: dei vasi di grandi dimensioni, delle “scalette” con ruote da assemblare dove mettere i vasi, attrezzatura da orto (una paletta, un mini-rastrello e altre cose), i “sassi” porosi da mettere in fondo ai vasi, molta terra, concime, semi di vario tipo e trapianti, e un trolley per la spesa che poteva essere usato anche senza sacco, per mettere cose ingombranti.

 

Portarono la roba col trasportino, e poi la coppia portò su le cose a mano. Nick chiese a Judy se voleva che la portasse su solo lui, e la coniglia lo guardò arrabbiata, e disse, “Nick, lo sai benissimo che son forte, e poi trasporto pesi del genere da una vita, quando ero piccola aiutavo sempre i miei genitori nei campi!”

 

La volpe fece un’espressione contrita, e disse, “È vero, mi ero dimenticato di quanto tu sia forte. Stavo stereotipando di nuovo, scusami. Ok, portiamo su sta roba!”

Mentre stavano portando le cose che avevano comprato, arrivarono gli Otterton. C’erano tutti, Emmitt, sua moglie e anche i suoi due bambini, che guardarono con curiosità Judy, siccome i loro genitori parlavano di lei così spesso.

 

Già conoscevano Nick, perché abitava lì già da più tempo. “Oh, salve Nick, Judy, è un piacere vedervi. Se posso chiedervelo, come mai avete tutta quella attrezzatura? Volete piantare qualche fiore sul terrazzo?” Emmitt chiese, curioso. Essendo un fioraio, pensava di poterli aiutare in quel senso.

 

Judy sorrise, e disse, “È un piacere vedervi anche per me. Ah, volevo fare un mini-orto sul mio terrazzo, dopo aver ritrovato dei quadri in soffitta. A proposito, ho anche dei quadri che vorrei darvi. Quand’è che siete liberi? Così ve li porto, e vorrei anche chiedervi alcune cose.”

La Signora Otterton le disse, “Se vuoi puoi venire domani, sul tardo pomeriggio, se non lavori fino a tardi.”

La coniglia annuì, e disse, “D’accordo, domani lavoro solo fino alle 16. Allora a domani!” lei finì, e la coppia andò su al secondo piano, e cominciò a preparare le cose sul terrazzo.   

 

Montarono le scalette e ci misero sopra i vasi. Poi misero i sassi porosi, la terra mischiata al concime e poi i semi e le piantine. Siccome il terrazzo era piuttosto lungo riuscirono a farci stare 5 scalette da tre “gradini”, per un totale di 15 vasi di grandi dimensioni, e in fondo misero una “vasca” grande 60x120 cm, e profonda un metro, dove Judy voleva fare un vero e proprio orticello.

 

Nei vasi misero aromi (basilico, origano, timo), mirtilli, carote (una varietà a radice corta che poteva essere coltivata in vaso), rapanelli rossi e insalata (gli aromi uno per vaso, mentre le verdure occupavano ciascuno tre vasi). Nella “vasca” piantarono pomodori normali e datterini.

 

Judy poi annaffiò il tutto con una pompa (sul terrazzo c’era un rubinetto con un mini-lavandino, e l’attaccatura era perfetta per attaccarci una pompa dell’acqua), poi guardò sorridendo le piante, con le mani sui fianchi.

 

“Molto bene, grazie Nick, mi sei stato di vero aiuto. Adesso devo solo ricordarmi di annaffiare l’orto ogni giorno,” lei disse, sorridendo.

Nick le chiese, “Ma ce la farai da sola? Mi sembra un bel po’ di lavoro…”

La coniglia annuì, e disse, “Sì sì, non preoccuparti. È facile usare questa pompa anche da soli. E ho già pensato che se dovessimo andare via per più giorni per qualche missione potrei mettere uno di quei sistemi col timer e degli spruzzatori, che sembrano comodi e pratici.”

 

La pompa che avevano preso era una di quelle regolabili dall’ugello, e volendo poteva tenerlo su “off”, mentre accendeva l’acqua, per non farla uscire, e poi usare i vari getti.

E al negozio di hobbistica avevano visto degli irrigatori automatici, alcuni addirittura che si potevano collegare allo smartphone e accenderli con una applicazione usando il wi-fi.

 

Il pomeriggio passò normalmente, e il giorno dopo andarono al lavoro. Bogo li mandò in archivio, a controllare i vecchi casi, alcuni dei quali irrisolti.

Archiviarono quelli risolti (molti di quelli erano legati a Profondo Freddo, e grazie alla loro retata erano stati in grado di chiudere molti casi di sparizioni di animali, o traffici illeciti), e guardarono quelli da finire, rivedendo le prove e cercando di analizzarle al meglio.

 

In alcuni casi trovarono delle nuove tracce negli indizi, dato che adesso erano dotati di attrezzature migliori del periodo in cui risalivano quei casi, e passarono il tutto ai loro colleghi, e alcuni li presero in mano loro, dato che erano vecchi casi, e i poliziotti che li avevano presi in mano erano morti o andati in pensione.

 

Riuscirono ad archiviare un paio di quei vecchi casi, grazie alle loro deduzioni e interrogando gli animali coinvolti.

Arrivarono le 4, e tutti e due andarono a casa; Judy andò nell’appartamento, e prese i due quadri per gli Otterton e suonò il campanello che stava fuori dal loro appartamento.

 

Nick venne con lei, e la Signora Otterton aprì la porta, e li fece entrare. I due piccoli corsero verso Nick, gridando, “Zio Nick, zio Nick, vieni a vedere cosa abbiamo!”

La volpe ridacchiò, e disse, “Ok, vengo, vengo, non tiratemi!”

 

Judy trattenne una risatina, e disse, “Zio Nick?”

Il suo compagno arrossì, e disse, “Ehm…te lo racconterò dopo, ok?”

La coniglia annuì, e si sedette su una sedia offertale da Olivia, e appoggiò la borsa coi quadri alla gamba del tavolo.

 

Emmitt disse, “Benvenuta in casa nostra. A cosa dobbiamo la visita?”

Judy sorrise, e disse, “Grazie per l’accoglienza. Ieri, mentre io e Nick stavamo facendo ordine in mansarda, abbiamo trovato dei vecchi quadri, tra cui questi,” lei disse, e prese i due che ritraevano le lontre.

 

Olivia fece un verso di stupore, e poi disse, “Pensavo che fossero spariti. Grazie per averceli portati, ci tenevamo ad averli.”

La coniglia sorrise, e disse, “Me lo immaginavo. E volevo anche sapere la storia dietro a questi quadri. In più io ho tenuto un quadro che ritrae la facciata di questo condominio e ho notato che ci sono delle piante sul poggiolo del mio appartamento. Quello è stato anche il motivo per cui ho voluto fare in orticello sul terrazzo.”

 

Emmitt cominciò a raccontare, “Questi quadri li ha fatti lo zio di Yax, era molto bravo a dipingere. Questo dove ci sono io era quello dove aiutavo gli zii di Yax a piantare i fiori. Mi avevano chiamato per dei consigli su quali piante mettere sul loro poggiolo e come mantenerle al meglio. L’altro l’ha fatto poco dopo che io e Olivia ci eravamo sposati e ci eravamo trasferiti qui. E il quadro che hai tenuto tu l’aveva fatto dopo che le piante erano cresciute e avevano fatto molti fiori. E son contento che tu abbia deciso di mettere quell’orto. Se ti serve una mano chiamami pure, non sarò un esperto in verdure, ma qualcosa so,” lui finì, sorridendo.

 

Judy annuì, e disse, “Certamente, e magari farò delle aiuole di fiori come c’erano nel dipinto, tanto l’orticello lo ho sul poggiolo, mentre ho spazio sulla ringhiera. Volevo anche chiedervi come vanno le cose dopo che ti sei ripreso dall’avvelenamento, Emmitt,” lei chiese.

 

La lontra sorrise, e disse, “Oh, bene, grazie mille. Ho visto che tu e Nick avete risolto un altro caso con delle piante, siete proprio bravi voi due; penso che voi siate quello che ci voleva per la polizia di Zootropolis.”

 

La coniglia arrossì, e disse, “Grazie, ma facciamo solo il nostro dovere. E son contenta di sentire che non ci siano stati problemi.”

Olivia scosse la testa, e disse, “Vero, ma noi pensiamo che lo stiate facendo meglio di molti vostri colleghi. Siete sempre attenti a risolvere ogni caso osservando tutti gli indizi. Non tutti i vostri colleghi son così. E poi siete così affiatati assieme,” lei disse, facendo un’espressione conoscitrice.

 

Judy arrossì di nuovo, e disse, “Eh, sì, siamo MOLTO affiatati, non so se mi spiego.”

Olivia sorrise, e disse, “Capisco, così vi siete messi assieme? O sbaglio?”

La poliziotta annuì, e disse, “Sì, è così evidente? E grazie per la comprensione. Non tutti gli animali a Zootropolis son stati gentili nei nostri confronti. Ci sono stati alcuni che ci guardavano male, ma non importa, io sto bene assieme a lui,” lei finì, e in quel momento Nick rientrò nella stanza, con i due bambini, sorridendo.

 

“Scusa, non ho potuto fare a meno di sentire, anche con questi due bricconcelli che gridavano,” lui disse, facendo l’occhiolino.

Judy sorrise, e disse, strizzando l’occhio di rimando, “Beh, è un ottimo tratto per un poliziotto. Allora, piccolini, cosa avete fatto vedere a Nick?” lei chiese alle due piccole lontre.

 

Il più grande spinse fuori il petto, e Judy vide una riproduzione del distintivo che lei stessa e Nick portavano.

Dopo che lei e Nick avevano risolto il caso degli animali selvaggi, alcuni negozi di giocattoli avevano cominciato a vendere dei mini-kit da investigatore, dove c’erano delle riproduzioni in plastica del distintivo della polizia di Zootropolis, un blocco degli appunti, un mini-registratore a forma di carota e una lente d’ingrandimento.

 

Questi kit venivano venduti con l’approvazione del distretto di polizia a ragazzini che facevano parte di un club di investigatori, dopo che avevano risolto alcuni “casi”.

Nick aveva avuto l’idea di fondare quella associazione, pensando a se stesso e la brutta esperienza avuta con gli scout. Nel club tutti erano invitati, sia prede che predatori e spesso si formavano gruppi misti per risolvere dei casi inventati dai capi del club.

 

Judy sorrise vedendo il distintivo, e disse, “Così siete dei piccoli detective eh? E vi piace risolvere i casi del club?”

Le due lontre annuirono, e il maggiore dei due – che si chiamava Erik – disse, “Sì, sì, Agente Hopps! Ci divertiamo molto! A noi ci piacerebbe diventare dei poliziotti come te e zio Nick un giorno!”

 

Judy sorrise, e disse, “È una bella cosa, ma lo sapete che è anche pericoloso fare i detective, vero?”

Il minore – che si chiamava Oliver – annuì, e disse, “Sì, lo sappiamo. Zio Nick ce lo ha detto, ma quando saremo degli agenti saremo grandi, così non è un problema, giusto?” lui chiese sorridendo.

 

I quattro adulti annuirono, sperando che cambiassero idea, ma Judy pensò che magari potevano davvero diventare dei poliziotti in futuro, se avessero deciso di intraprendere quella carriera; in fondo c’era riuscita lei, quindi non vedeva perché due lontre non potessero farcela a diventare degli agenti.

 

“Giusto, comunque siete ancora giovani, magari cambierete idea più avanti,” Judy disse, facendo l’occhiolino.    

I due piccoli annuirono, e Oliver disse, “Può darsi, ma adesso vorremo fare il vostro lavoro!”

 

Tutti annuirono, poi Judy disse, “Ok, Nick, andiamo, dobbiamo ancora fare dei lavori in casa. Olivia, Emmitt, grazie per l’ospitalità, ci si vede!” lei finì, sorridendo.

Le quattro lontre salutarono la strana coppia, mentre loro si dirigevano verso l’appartamento di Judy.

Arrivati nella casa di Judy fecero un po’ di pulizia, e poi la sera andarono al cinema a vedere un film d’azione, per poi ritornare ai loro rispettivi appartamenti.

 

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Epilogo

 

Passò circa un mese, e Nick ebbe la necessità di parlare con Judy. Si sedettero sul divano dell’appartamento della coniglia.  

“Carotina, volevo chiedertelo già da tempo, quand’è che andremo a parlare della nostra relazione coi tuoi genitori?” Nick chiese.

 

Judy gli sorrise, accoccolandosi vicino a lui. La volpe sorrise a sua volta, in modo dolce, e passò un braccio attorno alle spalle della sua ragazza, e le diede un bacino sulla cima della testa. Ancora stentava a crederci di aver trovato una compagna, e fece un sospiro di contentezza.

Lei sospirò a quel gesto di affetto. Le piaceva stare con lui perché era dolce e ganzo al tempo stesso. “Hai ragione. Non possiamo rimandare per sempre, anche perché magari lo verranno a scoprire comunque, e sarebbe peggio, soprattutto conoscendo mio papà. Facciamo così, domenica c’è il Festival della Carota, siccome abbiamo tutti e due la giornata libera, potremmo andare lì e finito il festival potremmo parlare con i miei genitori, che ne dici?” lei chiese.

 

Nick si accigliò, e disse, “Uhm…senza offesa, ma non mi entusiasma molto andare ad una festa dove si mangiano solo carote, in un posto pieno di conigli…”

La coniglia lo guardò male e disse, “Ma non ci sono solo le carote! Se non sbaglio a te piacevano i mirtilli che coltivano i miei, e poi ci sono giostre e altro. E non ci sono solo conigli, sciocchino!” lei finì, ridendo.

 

La volpe sorrise radiosamente, e disse, “Oh, giusto! E mi ricordo che mi avevi parlato di Gideon, quella volpe che ti dava fastidio quando eri giovane. Va bene, andiamo!”

E così fu deciso. Domenica arrivò e i due presero il treno per andare alla Tana dei Conigli, per la fiera.

 

Arrivati lì, comprarono dei biglietti per le attrazioni, e poi andarono al banchetto di Stu e Bonnie.

I genitori di Judy furono felici di vederli, anche Nick, perché lo avevano conosciuto meglio alla festa di inaugurazione dell’appartamento della loro figlia.

 

Lui comprò una vaschetta di mirtilli, e gli disse che gli piacevano molto, e li ringraziò di averli coltivati, perché grazie a loro avevano risolto il loro primo caso.

“Ah, sì, Judy ci ha raccontato che avete usato i nostri mirtilli al posto del siero. Vuoi assaggiare una fetta di torta di mirtilli fatta da Gideon Grey?” Bonnie chiese alla volpe.

 

Nick sorrise, e disse, “Grazie, Signora Hopps, ne sarei felice.”

La coniglia si era accorta che il rapporto tra i due era cambiato, ma a differenza di Stu non era contraria, dato che aveva capito che Nick era una buona volpe. E aveva la sensazione che loro due fossero venuti alla festa non solo per divertirsi, ma anche per parlare.

 

Bonnie tagliò una fetta di torta e la diede a Nick, che la mangiò con gusto, dicendo che era molto buona.

Poi andarono negli altri banchetti, a giocare e mangiare altre specialità. Nick apprezzò anche una torta alle carote e fragole fatta da una pecora, che era la mamma di Sharla e Gareth, la pecora e montone amici di Judy che lei aveva aiutato quando era giovane, quando Gideon aveva rubato i loro biglietti della fiera.

 

Quando il festival finì, andarono a casa Hopps, e mangiarono la cena preparata da Bonnie (aveva chiesto a Nick se gli andava bene una zuppa con cereali e legumi, e lui aveva detto che non c’era problema, dato che le volpi erano onnivore e non disdegnavano certi tipi di verdure o frutta).  

Dopo cena i genitori di Judy avevano messo a letto i loro figli, e si erano seduti in salotto con la loro figlia e Nick, dopo che la giovane poliziotta aveva detto loro che dovevano parlare.

 

La strana coppia si sedette su un divano, mentre Stu e Bonnie su un altro, di fronte a loro. Judy sospirò e disse, onestamente, “Non voglio tergiversare. Noi due stiamo assieme.”

Bonnie sorrise, e stava per parlare, quando Stu si alzò e disse, “Aspettate, devo prendere una cosa.”

 

I tre lo osservarono con espressioni stranite, ma appena tornò Nick fece un’espressione di puro orrore, vedendo che aveva un taser per volpi tra le mani, e si alzò dal divano, per sfuggire al coniglio.

 

Bonnie e Judy ansimarono dallo spavento, e Stu e Nick correvano nel soggiorno, attorno ai due divani.

“Papà, smettila, ti prego!” Judy disse, disperata.

“Stu! Smettila! Sveglierai i bambini!” gridò Bonnie.

 

A questo ordine il coniglio si fermò, e si accasciò sul divano, coprendosi gli occhi con le mani, e scuotendo la testa. “Oh, la mia bambina, assieme ad una volpe…in che mondo viviamo!”

 

Nick tirò un sospiro di sollievo, sedendosi vicino alla sua ragazza, e Judy roteò gli occhi. “Papà, non son più la tua bambina, ho 24 anni! E poi lo sai benissimo che Nick è un tipo a posto. E a Zootropolis è una cosa abbastanza normale, almeno paragonandola a certe cose che succedono,” lei disse.

 

Il coniglio la guardò, sospirò e disse, “Sì, lo so, sei grande, ma per me sei sempre la mia piccola. E ho notato…mi viene in mente Yax…” lui finì, facendo un’espressione strana.

Judy sorrise, e disse, “Lo so, papà. E sì, io ancora non mi son abituata a quello yak!” lei finì, ridendo.

 

Tutti risero, e poi parlarono del più e del meno. Nick andò a dormire nella stanza degli ospiti, e Judy nella sua cameretta.

Il giorno dopo ritornarono a Zootropolis, che nel pomeriggio lavoravano.

I giorni passavano, e così le settimane, e il loro amore non diminuiva.

 

Alla fine Nick decise di trasferirsi nell’appartamento di Judy. Marian venne ad abitare nell’appartamento dove prima abitava Nick, e regalò il suo piccolo appartamento a Finnick, che era un tipo solitario e anche se gli piaceva stare in compagnia di Nick e degli altri (anche se non lo avrebbe mai ammesso, soprattutto con Judy) gli piaceva anche starsene da solo.

 

I due risolsero molti altri casi, che li rese molto affiatati, sia come partner al lavoro che come coppia.

Dopo un anno che stavano assieme Nick prese una importante decisione, e contemporaneamente vennero assegnati a svolgere una missione delicata.

Ma questa è un'altra storia, e verrà raccontata un'altra volta.

 

Fine(?)

  
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