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Autore: Sambyeol    16/04/2020    0 recensioni
Spesso e volentieri si sente il detto "tale padre, tale figlio" o "la mela non cade lontana dall'albero". Ana stava iniziando a capire in cosa era più simile a suo padre Jack. E se nessuno ad Halloween Town fosse in grado di capire ciò che la tormentava. Tutti pensavano solo a come terrorizzare a morte il prossimo, ma nessuno aveva pensato a qualche altro sentimento che non fosse la paura? Nessuno aveva pensato all'amore?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte di luna piena, non una singola nuvola avrebbe osato anteporsi ad essa impedendo ai suoi deboli raggi di giungere alla finestra della dolce e piccola Ana. Lei adorava la luna, le ricordava il suo delicato incarnato pallido su un viso incorniciato da dei capelli neri come una notte senza stelle. Scese dal letto cercando di non fare troppo rumore e con estrema attenzione aprì la porta della sua stanza, la via sembrava libera, così iniziò ad avviarsi verso la porta d’ingresso. Nel momento in cui allungò l’esile manina per poter aprire la porta, due braccia delicate la presero di peso.
-Annabelle Skellington, dove pensi di andare?- prontamente Sally la riportò in camera sua.
-Ma mamma, perché non posso uscire a giocare? Tutti gli altri bambini escono a notte fonda.- Ana mise il suo classico musetto con la speranza di far impietosire sua mamma.
-Quei bambini non hanno solo 9 anni come te, sono grandi. Tra qualche anno ne riparleremo, ma ora a nanna signorina.-
-Ma io non ho sonno. Voglio uscire a giocare.- Sally adagiò Ana sul suo letto e le rimboccò le coperte.
-Andrai a giocare domani. Raccontami come sono andare le lezioni di canto e di piano. Ti sono piaciute?- quello infatti era stato il primo giorno di lezione per Ana, tutti in città sapevano che da grande sarebbe stata lei a guidare Halloween insieme a suo padre Jack. Per questo i suoi genitori decisero di iscriverla a delle lezioni di canto e di pianoforte.
-Sono state bellissime! E non vedo l’ora di iniziare ad aiutare papà con i preparativi, insomma Halloween è pur sempre… la festa più importante per la… nostra città… altrimenti non si chiamerebbe… Halloween Town…- finì di parlare tra uno sbadiglio e l’altro per poi lasciar cadere la testa sul cuscino.
-Funziona sempre.- disse Sally tra sé e sé, diede un bacio sulla fronte ad Ana per poi uscire dalla camera lasciando la porta socchiusa -Buonanotte piccolina mia.-
 
 
-Che dici papà, come sto?- Ana fece un giro su sé stessa in modo tale che la gonna svolazzasse attorno a lei. Indossava un vestitino nero con qualche ragnatela attaccata qua e là che le aveva cucito sua madre. Adornato con maniche a sbuffo ed un nastro in vita che finiva con un enorme fiocco grigio sulla schiena. Le scarpette era delle semplici ballerine nere con un po’ di tacco, ma l’accessorio che la rendeva più felice era la piccola tarantola bianca che la aiutava a tenere chiusa la treccia fatta cadere sulla spalla destra. Per il trucco Ana era riuscita a convincere sua mamma a metterle del semplice ombretto nero attorno agli occhi, così da assomigliare ancora di più a suo padre.
-Sei spaventosamente bella.- disse Jack con un sorriso che poteva esprimere soltanto che il suo orgoglio nei confronti della figlia -Sei pronta per il tuo grande debutto? Sono sicuro che con questo vestitino e la tua voce farai strage di cuori… e io di chiunque oserà avvicinarsi a te.-
-Tesoro.- Sally guardò Jack con uno sguardo di rimprovero tenendo le mani sui fianchi.
-Sono prontissima! Aspettavo con ansia il mio quindicesimo compleanno solo che per questa ragione.- Ana era entusiasta, non riusciva a stare ferma e continuava a saltellare in giro per al casa -Allora allora, andiamo?- prese la mano di Jack ed iniziò a strattonarlo verso la porta -A dopo mamma!- salutò velocemente Sally e diede appena il tempo a Jack di darle un bacio prima di svanire entrambi oltre l’ingresso di casa. Ana ancora non sapeva che da quel momento in poi la sua vita sarebbe cambiata.
 
 
-Mamma, io esco.-
-Dove vai tesoro?- Sally stava preparando già qualcosina di gustoso per la cena.
-Vado a fare una passeggiata, giusto per sgranchirmi un po’ le gambe, non è facile stare tutto quel tempo seduta al piano.- Ana ridacchiò. Un conto era fare quell’oretta giornaliera, ma ora che era diventata lei l’insegnante erano aumentate le ore di lezione -Non aspettatemi per cena.- Sally non fece in tempo a lamentarsi del possibile ritardo che Ana era già fuori dalla porta. Prima di andare al campo delle zucche, passò per la città per vedere come andavano le cose. Halloween era passato da qualche mese, e da sei anni ormai riusciva sempre a tenere testa al padre con le sue performance canore al piano, nessuno riusciva a mettere i brividi più della sua voce accompagnata da un pianoforte, meglio ancora se scordato. Chiunque incontrasse per strada non perdeva l’occasione di salutarla e di farle i complimenti, negli ultimi anni Jack le aveva addirittura lasciato le redini per quanto riguardava l’organizzazione della festa, ed ogni volta ne era uscito un piccolo capolavoro. I suoi genitori erano veramente fieri della loro principessa delle zucche.
Lei era felicissima di tutto ciò, però sentiva come se le mancasse qualcosa. Per quello spesso e volentieri si dedicava del tempo per quella che diceva essere una passeggiata, quando in realtà si limitava ad andare sulla collina del campo delle zucche a riflettere. Quello era il luogo che più preferiva perché era stato proprio in quel luogo che i suoi genitori si sono dichiarati il loro amore. Forse era proprio quello che le mancava, qualcuno di speciale accanto a lei. Purtroppo, a chiunque ad Halloween Town interessava di più spaventare e trasmettere terrore al prossimo, e nonostante Ana fosse la ragazza più ambita della città, nessuno sembrava essere veramente interessato a lei, a ciò che le girava per la testa, volevano solo averla accanto per poter terrorizzare più di tutti gli altri.
Così quasi ogni giorno veniva sulla collina ed iniziava a cantare. Nessuna canzone inquietante, nessuna filastrocca da far accapponare la pelle, intonava note dolci ed intime così da poter esprimere ciò che nessuno riusciva a capire, la ricerca dell’amore.
   
 
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