1991/2, l’anno
in
cui Ginny Weasley si prende una cotta per il Bambino che era
Sopravvissuto.
Contrariamente
a quanto tutti potevano aspettarsi, Ginny
Weasley non si era innamorata di Harry Potter la prima volta che lo
aveva
visto. Si era infatuata del Bambino che era sopravvissuto. Come tutti i
maghi
della sua epoca, e della sua età, Ginevra Molly Weasley
conosceva la storia di
come un bambino di appena un anno era rimasto incolume sotto la magia
malefica
di Lord Voldemort e lo aveva fatto scomparire. Nel corso degli anni
erano
circolate parecchie storie su quel ragazzino, ma soprattutto molte
domande.
Harry era stato affidato a dei parenti babbani e di lui non
c’era traccia.
Erano stati scritti diversi libri su di lui, ma quasi tutti narravano
più la
storia di Lord Voldemort che la storia di Harry Potter, si parlava dei
genitori
del bambino e di quella notte di Halloween, tutto qua.
La
prima volta che l’aveva visto, quel primo settembre del
1991, quando il ragazzo che sarebbe divenuto noto anche come il
Prescelto si
era avvicinato ai Weasley chiedendo come accedere alla piattaforma lo
aveva
trovato carino, dannatamente carino, e sarebbe finita là se
poco dopo non
avesse saputo che quello era proprio lui, Harry Potter. Forse non
avrebbe neppure
avuto una cotta per lui se non lo avesse visto avvicinarsi a loro,
così
sperduto, così spaesato e così dannatamente
buono, sì perché quel bambino di
appena un anno più grande di lei sembrava essere proprio
buono. Quando poi
aveva saputo che quel bambino era Harry Potter, aveva pregato sua madre
di
poterlo vedere, “Lo hai già visto, Ginny e quel
ragazzo non è mica un animale
dello zoo.” Era stata la risposta di sua madre, che poi aveva
continuato.
“Povero caro…non c’è da
stupirsi che fosse solo allora. È stato così
beneducato
quando mi ha chiesto come raggiungere il binario!” Forse
quella cotta non
sarebbe mai nata se sua madre non avesse enfatizzato proprio
ciò che più di
tutto lo aveva colpito. In realtà avrebbe potuto
dimenticarlo presto, se
quell’anno non avesse avuto un anno tanto noioso. Tutti i
suoi fratelli
sarebbero stati via, Bill e Charlie erano all’estero, Percy,
Fred e George
frequentavano da anni Hogwarts e quell’anno che Ron sarebbe
stato via. Ginny
come la maggior parte dei maghi e delle streghe della sua
età svolgeva da casa
le lezioni elementari. Non che non esistessero proprio scuole primarie
per
maghi, solo che erano pochissime, lontanissime, costosissime e
soprattutto
erano poco frequentati dalle famiglie più antiche e
tradizionaliste. I Weasley
non era così tradizionalisti, e ce l’avrebbero
anche mandata se solo avessero
avuto più soldi.
La
noia occupava gran parte delle giornate, gli unici
momenti divertenti era quando riceveva le lettere da parte dei suoi
fratelli.
Percy, scriveva in maniera pomposa, ma a modo suo era affettuoso, Fred
e George
le raccontavano un sacco di aneddoti divertenti (doveva nascondere
spesso le
lettere dei gemelli perché se sua madre avesse letto il loro
contenuto, beh non
ne sarebbe stata molto felice), Ron invece gli raccontava delle sue
prime
amicizie, delle sue lezioni. Con Ron era sempre stata molto unita, si
passavano
un anno e trascorrevano sempre molto tempo assieme, non andavano sempre
d’accordo ed anzi litigavano spesso, Ron poi era molto ma
molto protettivo e
anche un pochino geloso delle attenzioni che Ginny, in quanto unica
femmina
riceveva, mentre lui come penultimo figlio e ultimo maschio della
famiglia si
sentiva trascurato, nonostante tutti questi problemi avevano un bel
rapporto.
La cotta per Harry Potter non poteva che accompagnarla per tutto
l’anno, dal
momento che suo fratello aveva scelto proprio il Bambino che era
Sopravvissuto
come migliore amico.
Più
Ron gli scriveva di lui, e di norma scriveva molto dei
suoi compagni specialmente di Harry e quando avevano stretto
l’amicizia con lei
anche di Hermione, e più lei faceva stupidi sogni in cui il
suo eroe,
cavalcando un drago la portava in giro per il mondo. Il che era
abbastanza
strano dal momento che aveva sempre voluto essere lei a cavalcare i
draghi e
mai aveva pensato al principe azzurro, ma Harry sembrava essere il
principe
azzurro, anche se in verità Ginny non sapeva nulla di
principi azzurri, le
storie babbane non venivano raccontate dai Weasley, eccetto qualcuna
che Arthur
aveva scoperto per caso.
1992/3, l’anno
in
cui non avrebbe spiccicato quasi mai parola con Harry Potter.
Ginny
Weasley non si era innamorata del ragazzo con la
cicatrice a saetta neppure durante il suo primo anno, non aveva fatto
altro che
parlare di lui tutta l’estate, a chiedere notizie di lui, a
sbirciare tra le
cose di Ronald per cercare sue foto o sue lettere, ma niente. Poi Harry
Potter
era apparso in casa sua, dal nulla, portato là da quei
buontemponi di Fred e
George con l’aiuto di Ron. La prima volta che Ginny Weasley
era stata vista, in
casa sua, dal ragazzo era vestita con un orribile vestaglia bianca,
regalo di
zia Muriel per il suo compleanno. Era scesa in cucina, chiedendo una
cosa alla
madre quando poi lo aveva visto ed era impallidita, subito era corsa
via. Harry
Potter l’aveva vista in vestaglia, in
quell’orribile vestaglia! Sarebbe voluta
morire. Ora che l’oggetto delle sue attenzioni era
così vicino, faceva di tutto
per restargli alla larga, ma da lontano, quando lui non la notava (e
lui non la
notava mai, era invisibile ai suoi occhi, la sciocca sorellina del suo
migliore
amico) lo guardava trasognata da lontano.
La
prima volta che aveva avuto il coraggio di parlare
davanti ad Harry era stato al Ghirigoro quando Draco Malfoy
l’aveva aggredito,
questi se l’era poi presa con lei (“ti sei fatto la
ragazza Potter”, a quelle
parole era arrossite come un peperone) ed Harry l’aveva
difesa “Lasciala stare
Malfoy”. Quella volta il migliore amico di suo fratello, sua
cotta
adolescenziale, si era accorta di lui e l’aveva difesa.
Il
suo primo anno non era cominciato nel migliore dei modi,
il che è tutto un eufemismo per dire che era stato
un’autentica schifezza,
quando aveva trovato quel diario e aveva scritto là dentro
quello che provava
per il grande eroico cavalleresco Harry Potter e questi gli aveva
risposto, era
iniziata la tragedia. “Caro Tom, ieri Harry Potter mi ha
guardato, è stato solo
per due secondi, quanto sono belli i suoi occhi? Pensi che io possa mai
piacergli?” Scrivendo queste ed altre stronzate su questa
risma, aveva aperto
il suo cuore a Tom Riddle e ne era stata posseduta.
Era
stato un anno lungo e difficile, un anno in cui aveva
evitato Harry Potter, anche se non del tutto. Aveva fatto una
grandissima
cavolata, il giorno di San Valentino aveva aderito
all’iniziativa di Gilderoy
Lockhart, loro pessimo insegnante di DCAO, e aveva mandato una
filastrocca ad
Harry.
Aveva
agito senza pensarci, ed un attimo dopo, se ne era già
pentita, ma ora il danno era fatto. Non avrebbe più rivolto
uno sguardo ad
Harry Potter, e avrebbe ucciso Fred e George questo era sicuro, visto
che non
facevano altro che cantare quella stupida canzoncina.
- “Occhi
verdi e lucenti di rospo in salamoia
- Capelli
neri e lucidi come corvo in volo
- Vorrei
che fosse mio- quale divina gioia!
- L’eroe
che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo”
Se ne
era
però dimenticata presto, ad un certo punto aveva cominciato
a dubitare di
quello che faceva, c’erano tanti vuoti, tanti oblii e intorno
a sé tutti quegli
attentati. Harry aveva trovato il diario di Riddle, doveva agire!
Se
l’anno
era cominciato male, con un mago oscuro che la possedeva, era finito
anche
peggio, Harry l’aveva salvata, come poteva convivere col
fatto che il suo eroe
sapesse quanto aveva fatto?
1993/4, l’anno
in cui un pazzo ricercava il suo eroe per
poterlo uccidere.
Il suo
secondo anno ad Hogwarts fu certo migliore del precedente, non
parlò con Harry
quasi per niente, anzi si tenne proprio alla larga, in compenso fu
l’anno in
cui divenne finalmente amica di Hermione Granger. Aveva una persona,
così
vicina ad Harry Potter, come sua confidente.
Non era
riuscita nonostante tutto a smettere di avere quella cotta per il
migliore
amico di Ron, e questo era snervante, poi quell’anno non
aveva fatto altro che
essere preoccupata per lui, un terribile assassino lo cercava. Aveva
però
cercato di limitare i momenti in cui era in presenza di Harry. No,
anche
quell’anno Ginny Weasley non si innamorò di Harry
Potter, era ancora invaghita
dell’eroe, della leggenda che si celava in lui.
1994/5,
l’anno in cui, iniziò a parlare con Harry Potter
Quell’anno
avrebbe dovuto essere diverso, dunque aveva deciso che avrebbe smesso
di
desiderare Harry Potter, avrebbe iniziato a crescere, basta con quei
sogni
infantili, ormai lei aveva 13 anni, era il momento di chiudere per
sempre con
quella storia.
Fino al
ballo del Ceppo, dove poi conobbe Michael, quel proposito
andò in vacca. Non
riusciva a non pensare a lui, ai suoi begli occhi, alle sue eroiche
gesta, ed
era sempre più difficile dal momento che egli non faceva
altro che mostrarsi
così coraggioso con tutte quelle imprese da affrontare. Come
poteva non essere
ammaliata da lui dopo la sfida contro lo Spinato?
Poi
però
decise che doveva smettere, ed accettò un consiglio di
Hermione, durante il
Ballo (era stata invitata da Neville Longbottom), venne corteggiata da
Michael
Corner, quanto era tenero e cavalleresco nel chiederle di ballare. Lo aveva deciso
perché Harry mai l’avrebbe
guardata come lui guardava Cho.
Ora che
aveva un fidanzato, simpatico e carino, aveva cominciato a essere meno
timida
davanti ad Harry, aveva iniziato a parlargli, a conoscerlo davvero. Ora
conosceva di più Harry Potter, ma non ne era ancora
innamorata.
Nel
frattempo, con Michael era divertente uscire, quando non metteva il
broncio
perlomeno, lui la faceva ridere, e la faceva sentire carina,
desiderata,
sicuramente non invisibile, ahimé non come Harry Potter il
suo eroe
dall’armatura lucente.