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Autore: GladiaDelmarre    17/04/2020    13 recensioni
Destrutturazione di un demone in una notte piena di stelle.
Ricostruzione di un angelo sull'orlo della fine del mondo.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sense of Life '
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È un gesto semplice, eppure racchiude in sé ogni promessa fino a quel momento sfuggita, negletta, o dispersa.
Questa è la prima volta che si toccano così. Lo desiderano, entrambi. È una scelta.
 
 

Quando ti ho preso per mano ho sentito la tua tremare.
Poi hai rafforzato la stretta, come se dovessi dimostrarmi qualcosa.
Lo hai già fatto, per tutta la tua esistenza. Ed io, cieco, non ho saputo capire, non ho voluto vedere.
Lascia che sia io, per una volta, a tenerti stretto. Lascia che sia io il tuo sostegno.

 
La tua mano è sempre stata tanto calda? E la tua presa tanto salda?
Hai perso tutto, eppure sembra che sia tu a volermi dare forza, adesso.
Innumerevoli volte ho sognato e urlato il desiderio che avevo di te.
Alla fine del mondo, sei arrivato.
 

 
Le ampie finestre dell'appartamento a Myfair lasciano filtrare le luci di Londra, rumorosa come sempre, caoitica e affollata, che esiste ancora per merito loro. In un attimo fugace, Crowley si domanda se qualcuno glielo riconoscerà mai.
 
 
 
Non so cosa fare, angelo.
Sei venuto qui perchè te l'ho chiesto, perchè non hai più un posto dove stare.
Non ho neanche un divano dove farti sedere. Il mio appartamento non è accogliente, credo. Rappresenta me.
Tutto qui è spigoloso. Come le ossa che mi spuntano dalle anche e dalle spalle.
Spoglio e scarno, come la gola che sento tremare, ancora, guardandoti nella penombra.

Cosa ho io da offrirti? Hai già il mondo ai tuoi piedi, ricco e caldo e pieno di bellezza come sei.
Come sei sempre stato.
 
Sei rimasto in silenzio ed io non so cosa dire.
La verità è che io non potrò mai eguagliare quello che tu hai fatto per me. Seimila anni sono tanti, perfino per noi.
Ti ho fatto attendere troppo e non ho sentito una sola parola di biasimo nei miei confronti.
Non mi hai mai chiesto nulla. Come posso meritare tutto questo? Come posso meritare te?

 


 
Non riescono a parlare, né l'uno né l'altro.
Aziraphale si lascia scivolare a terra, con la schiena appoggiata a un muro. Il suo sguardo cade sulla grande scrivania e sul trono. Infine indugia per ancora un poco su Crowley, che è rimasto rigido e impettito di fronte a lui. Gli tende di nuovo la mano, e Crowley la prende come fosse l’unico punto fermo dell’intero universo.
 
Sono seduti spalla a spalla, adesso. Sono stanchi e allo stesso tempo infinitamente leggeri, perché il peso del mondo intero ora non grava più sulle loro spalle.


 
 
Sento il tuo calore. Se potessi toccare la tua pelle nuda, brucerei.
Sei così vicino e così lontano, nello stesso momento.
Non ci siamo ancora detti una parola da quando ti ho preso la mano sull’autobus. Mi chiedo cosa pensi.
La tua mente è rapida, scattante, nervosa come i tuoi movimenti. Non ho il coraggio di guardarti, perché ho paura di cosa potrei leggere in te, per una volta.

Mi hai accolto qui nonostante io non lo meriti.
Vorrei ringraziarti, ma le parole mi muoiono in gola.

 
Vorrei stringerti. Vorrei dirti cosa provo.
Non rinnego quello che sono, ma so di non poter aspirare ad averti.
Mi accontento di sentire il tuo peso sulla spalla, appena percettibile, il tuo calore, la tua presenza.
Come ho sempre fatto. Non ho bisogno di altro che della tua luce.
 
Ora comprendo.
Ho avuto fin troppo tempo per riflettere, ma non ho capito mai nulla.
E in questa prima notte di un nuovo Eden e una nuova vita, finalmente realizzo che il Paradiso e Dio non sono la perfezione, e che l’Inferno non è il ricettacolo di ogni male.
Conta solo quello che abbiamo vissuto. Conta solo quello che abbiamo fatto. Conta solo quello che siamo.
Insieme.


 

 
Aziraphale non può più aspettare.

Non ha mai lasciato la mano di Crowley e ora porta le sue dita alla bocca. Le bacia con reverenza, perché sono le sue mani. Quelle di chi ha combattuto con lui. Quelle che lo hanno spinto con rabbia contro a un muro, qualche giorno fa. Quelle che ha sentito pizzicare le corde di una lira, millenni prima. Quelle che gli hanno sfiorato il petto, una volta, quando hanno sentito l’uno il battito del cuore dell’altro.
Quelle che non ha più intenzione di lasciare.
Mai più.


 
Lo stai facendo, lo stai facendo davvero.
Mi marchi a fuoco l’impronta della tua bocca.

 
Crowley non può più aspettare.

Per un attimo si sono guardati negli occhi, ed è stato sufficiente. Crowley legge nello sguardo puro e liquido di Aziraphale un amore traboccante, denso, vischioso come miele, che lo inghiotte e lo avviluppa, lo fa cadere ancora e ancora, migliaia di volte, nell’attimo infinito che separa le loro labbra. E quando si baciano, quello che Crowley prova, più di tutto, è la meraviglia dell’essere accettato, di nuovo, a far parte del Paradiso.
 

Le stelle, fuori, non sono altro che polvere.
Tutto quello che conta è la Terra che hanno scelto.

Tutto quello che conta, ora, sono loro.
   
 
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