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Autore: Khailea    17/04/2020    0 recensioni
[Beastars]
In questo mondo in cui erbivori e carnivori convivono in un apparente stato di pace, possono venire a crearsi molte più storie di quelle che si possono immaginare; come quella di un'improbabile amicizia che tenterà di superare il confine di due mondi così distanti, eppure così vicini.
ATTENZIONE: La storia contiene al 99% personaggi di mia invenzione, ci saranno però piccoli riferimenti alla storia originale, e verso gli ultimi capitoli uno spoiler se non si è almeno arrivati al volume 124 della storia originale di Beastars.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per un erbivoro esser circondati da carnivori è un’esperienza terrificante.
Non si può fare a meno di osservare le loro zanne affilate, e le unghie in grado di strappare facilmente la carne.
Qualsiasi altra cosa sarebbe meglio di questa.
Eppure nella società moderna carnivori ed erbivori vivono a stretto contatto gli uni con gli altri, mantenendo un’apparente stato di calma.
La mia università è uno degli esempi più semplici.
Il mio nome è Masuy Rogoteru, sono una femmina di mus musculus, normalmente definito topo comune, e questo certo non mi ha mai aiutata nella vita di tutti i giorni.
Stai attenta a tutto, perché ogni cosa potrebbe ucciderti.
E’ sostanzialmente questo ciò che ti viene ripetuto fin dalla nascita se sei un erbivoro e se sei più piccolo rispetto al resto della popolazione, ed io rientro in entrambe.
In genere però non ho mai avuto una brutta vita. Ho frequentato un’ottima scuola e sono potuta entrare all’università di lettere moderne già dopo la maturità.
Per una famiglia avente ben sette figli non è assolutamente qualcosa da poco mantenere uno standard di vita alto, ma siccome lo stato garantisce una forma di sostegno alle famiglie numerose, in quanto garantiscono la sopravvivenza della specie, non è comunque impossibile.
Io sono la quarta, e tutte le mie sorelle più grandi sono già abbastanza indipendenti da poter vivere da sole, mentre le restanti frequentano o le medie o le elementari; io sono quindi la classica via di mezzo ancora troppo piccola per essere indipendente ma troppo grande per affidarsi completamente ai genitori.
Non è semplice, ma visto sono già al secondo anno posso dire d’aver superato il primo gradino no?
Proprio in questo momento sono alla lezione di glottologia, la disciplina che si occupa dello studio storico delle lingue, delle loro famiglie e dei loro gruppi di appartenenza.
La professoressa, uno gnu striato dal pelo marrone e nero, vestita con un eccentrico abito verde, sta segnando alla gigantesca lavagna le parti più importanti di questa lezione.
Forse non dovrei usare l’aggettivo gigante; infondo per me tutto è gigante.
Per ovviare alla differenza di dimensioni l’università ha scelto di creare le classi come se fossero una scala, e più si va in alto più i banchi diventano piccoli.
Essendo all’ultimo gradino posso vedere ogni cosa, anche se mi ci vogliono parecchi minuti per arrivarci o scendere.
Non appena la campanella suonò tutti gli animali di grandi dimensioni uscirono per primi, in modo da non rischiare di calpestare i più piccoli che dovevano sempre camminare vicino alle pareti.
-La lezione di oggi era veramente interessante, vero Masuy?-
Fortunatamente, come ho già forse detto, non sono sola in questo mondo così enorme rispetto a me.
La mia amica Hatsuyo è un topolino proprio come me, anche se il suo pelo è marrone mentre il mio è grigio.
Ci siamo conosciute al primo anno di università, e come sempre il fatto d’appartenere alla stessa specie porta gli animali a formare dei piccoli gruppi.
Questo ovviamente non significa che ho qualcosa contro altri animali, è solamente più facile parlare con chi è letteralmente come te.
-Già, per un po’ sono rimasta incantata a guardare la barbetta della prof.-
-Ahahah ti capisco. Stasera ci sei al karaoke con le altre quindi?-
Ogni lunedì Hatsuyo ed altre nostre amiche organizzano una serata tra ragazze, in modo da poter affrontare l’inizio della settimana con più spirito.
Di solito partecipo il più possibile alle loro uscite, visto è importante avere molte conoscenze quando sei così piccolina.
-Certo, mi diverte sempre il karaoke.-
Non costa troppo ed è un ottimo modo per scaricare le energie.
Appena la maggior parte degli animali è andata, anche noi tramite delle piccole scale poste ai bordi procediamo verso l’uscita, facendo molta attenzione nei corridoi a non farci schiacciare.
-Come ti stai trovando con le nuove materie? Infondo è la nostra prima settimana al secondo anno.-
-Direi bene, glottologia mi interessa molto.-
E’ stata per me quelle classiche materie apparentemente impossibili ma in realtà molto interessanti.
-Io faccio ancora fatica a pronunciare bene il nome ahaha.-
Ad un certo punto Hatsuyo si ferma, tenendo il capo basso e fissando un angolo della parete.
Non mi ci vuole molto per notare un gruppo di gatti che stanno venendo nella nostra direzione, e reagisco allo stesso modo.
Soprattutto nei confronti dei felini non ci è possibile evitarlo.
Infondo sono le spaventose creature che riempivano le storie che raccontavano i genitori ai topolini, quindi ci viene insegnato fin dall’infanzia ad averne paura.
Fortunatamente il gruppo ci supera senza nemmeno guardarci, e subito riprendiamo a camminare come se nulla fosse, nonostante sento ancora lo stomaco tutto scombussolato.
-Ci incontriamo sulle otto vicino alla stazione?-
Gli orari che di solito scelgono sono un po’ stretti con i tempi, ma nulla di cui debba veramente preoccuparmi.
-Certo!-
Dopo essere uscite dall’università dobbiamo separarci visto viviamo in zone differenti.
Oggi è anche una bellissima giornata, ma purtroppo il vento soffia troppo forte per poter usare la mia biciletta, visto rischierei di volare via, così sono costretta a portarmela dietro a piedi.
-Uffa, se le rendessero un pelo più pesanti non sarebbe un gran problema.-
Come al solito cerco di tenermi il più possibile distante dal marciapiede. La calca fuori dall’entrata dell’università è sempre spaventosa.
Mi sento sempre come se qualcuno potesse schiacciarmi da un momento all’altro, e sentire ogni giorno di notizie simili aumenta solo la mia paura!
Cercando di non pensarci procedo spedita senza accorgermi di qualcuno davanti a me, finendo così per sbattere contro la sua scarpa.
-Oh, mi dispiace ta…!-
Come alzo gli occhi mi paralizzo.
Tra tutti gli animali con cui potevo scontrarmi doveva essere proprio un gatto.
E’ una femmina dal pelo nero e gli occhi azzurri; danno l’impressione di potersi guardare perfino l’anima ed addirittura rubartela.
Le pupille sono enormi e rotonde, tipico segno che intende giocare con il suo cibo, ovvero me!
-Ehilà. Tutto ok topina?-
-S-sì! Chiedo scusa!-
Immediatamente cerco di correre via, ma la sento afferrarmi la coda.
-Hiiii!-
Non si rende conto di quanto sia grave per un carnivoro prendersi una tale libertà con un erbivoro?
E’ contrario ad un gran numero di regole sociali, e sarebbe in grado di strapparmela con estrema facilità pur non volendolo.
Potrebbe venir arrestata per molestia, ma almeno la polizia potrebbe arrivare prima che io possa venir mangiata!
-Oioi calma. Non ti mangio micca ahah.-
-Hiii!-
Non mi aiuta assolutamente a calmarmi, e non appena allenta la presa scappo saltando sulla bici.
Sento il cuore quasi battermi nelle orecchie tanto sono spaventata, e faccio di tutto per allontanarmi il prima possibile.
Forse mi sta seguendo?
Non ho il coraggio di guardare!
Ad un certo punto una folata di vento fa oscillare pericolosamente la mia bicicletta, e la velocità a cui sto andando mi fa letteralmente saltare a quella nuova.
-Aaaah!-
Perdendo momentaneamente il controllo finisco addirittura in strada, dove le macchine scorrono veloci.
Di solito la puzza dei gas di scarico è già un buon motivo per non passare direttamente lì ma nei marciapiedi, ma stavolta non la sento nemmeno.
Vedo decine di pneumatici passarmi vicino, evitandomi solo per un soffio.
Viste le mie dimensioni sono veramente pochi quelli che mi notano.
-Idiota non stare in mezzo alla strada!-
Solo una macchina fino ad ora mi ha notata, eppure non si è fermato ma semplicemente mi ha evitata.
-Mi fermerei se riuscissi!-
Ogni volta che provo a sfiorare il freno la bici traballa spaventandomi.
Posso solo sperare di rallentare a poco a poco smettendo di pedalare, ma la strada finisce ed arriva il marciapiede.
Come la ruota della bici sbatte contro di esso io vengo sbalzata in avanti, atterrando per mia unica fortuna in mezzo ad un cespuglio.
-Ouch.-
Anche se non nel migliore dei modi, sono così felice di essermi fermata.
Immediatamente controllo di non avere nulla di rotto, ma dalla punta delle orecchie alla coda sembra tutto apposto.
Un po’ diverso è il discorso per la bicicletta, ancora intera ma decisamente ammaccata.
-Grandioso…-
Almeno ho seminato quel gatto, non mi resta altro da fare se non procedere verso casa.
Impiego più tempo del previsto per arrivarvi, visto la mia deviazione ha allungato la strada.
Io e la mia famiglia abbiamo la fortuna di poter vivere in una zona per bene, pensata apposta per animali come noi.
Come in molte altre città, la nostra ha cercato di fare del proprio meglio per venire incontro alle esigenze di tutti i cittadini; ovviamente non sempre si riesce, più ci si allontana dal centro infatti meno tale aiuto è presente, dove ad esempio tutte le strutture sono pensate quasi solo per mammiferi di dimensioni normali.
Il centro vero e proprio è invece la zona più ricca e moderna, dove è impossibile farsi mancare qualcosa.
Io fortunatamente sono molto più vicina a quest’ultima parte che all’altra.
Per certi il quartiere sembrerebbe quasi una versione in miniatura del mondo circostante; gli edifici raggiungono comunque oltre i quattro metri d’altezza e sono altrettanto larghe, contenendo così vari appartamenti.
Anche le strade sono più piccole, e solo le macchine per animali di piccole dimensioni possono circolarvi. I lampioni tuttavia sono di una normale grandezza, anche se il loro numero e la luce prodotta di notte è leggermente inferiore per non disturbarci.
Sono varie le zone simili, non solo per noi ma anche per animali come gli elefanti.
Non che ci sia mai stata in realtà.
Raggiunto il mio palazzo sistemo la bici nella rastrelliera vicino all’ingresso, ed uso l’ascensore per arrivare al terzo piano.
Appena entro in casa sento subito il profumo della cena preparata da mia madre, e sento subito tutto il peso della giornata scivolare via.
L’ingresso da subito sulla sala, la stanza più grande della casa dal pavimento marrone chiaro ed i muri bianchi.
Al centro, sopra ad un morbido tappeto rosso abbiamo sistemato un lungo divano blu, dove sono sedute a giocare ai propri nintendo DS le mie sorelle Mineko e Kiyu, rispettivamente la quintogenita e la sestogenita della famiglia.
Mineko ha sedici anni e frequenta il secondo anno delle superiori, mentre Kiyu ha quattordici anni e frequenta il terzo anno delle medie.
Vista la ridotta differenza di età vanno molto d’accordo.
Fortunatamente visto Hama, la terzogenita, Rieko, la secondogenita, e Yuiya, la primogenita, hanno tutte una propria casa non dobbiamo dividere nessuna camera tra di noi.
-Sono a casa!-
Togliendomi le scarpe lascio lo zaino sull’appendiabiti, e vado a sedermi assieme a Mineko e Kiyu.
-Masuy vieni ad apparecchiare.-
La voce di mio padre proviene dall’altra parte della porta, quindi probabilmente anche lui ha aiutato a cucinare.
Di solito arriva a metà della cena, per via dei suoi turni in ufficio, ma anche per il fatto tendiamo a mangiare molto prima rispetto ad altri.
-Uffa, Mineko e Kiyu sono qui da ore.-
Ribatto subito sbuffando, ma prima che possano ribattere papà chiama anche loro.
-Infatti verranno ad apparecchiare per loro.-
Meno svogliata rispetto a prima entro quindi nella cucina, una piccola stanzina dai muri ed il pavimento piastrellato, riempita quasi completamente da un lungo tavolo di legno chiaro.
Mio padre che mia madre, due topi grigi della stessa specie, stanno già riempiendo i piatti di riso, mentre la sorellina più piccola, Ichi, è seduta al proprio posto pronta a mangiare.
-Come è andata l’università Masuy?-
-Bene. Solo dopo scuola ho urtato con la bici il piede di un gatto. Sono subito scappata ma a causa del vento ho sbattuto contro il marciapiede.-
Non ho alcun motivo per nascondere nulla alla mia famiglia, anche se a giudicare dall’espressione di tutti sono terrorizzati.
-Sei sicura non ti abbia seguita fino a casa?-
Mi chiede subito mia madre chiudendo la finestra dietro di noi.
-No ne sono sicura.-
Mi rendo conto siano molto apprensivi su questo argomento, e da questo sicuramente derivano la maggior parte delle mie preoccupazioni, ma non posso dar loro torto.
Infondo sono cresciuti in un periodo dove era molto più facile subire le angherie dei carnivori.
-Fai sempre attenzione Masuy, se vuoi puoi restare a casa nei prossimi giorni.-
-Non ce n’è bisogno papà, probabilmente non la rivedrò più.-
-Posso stare io a casa invece?-
Chiede subito Mineko sorridendo, mentre la mamma le accarezza la testa per sciogliere l’attenzione.
Ogni volta che è agitata saperci al sicuro e vicini la fa star meglio.
-Direi proprio di no.-
-Questa sera comunque Hatsuyo mi ha al karaoke con le altre. Pensavo di andarci verso le otto.-
Sicuramente non è il massimo chiederlo dopo aver nominato un gatto, ma sempre meglio del contrario.
-Sei sicura sia il caso di uscire proprio stasera? Poi con cosa ci andresti?-
Capisco papà non sia sicuro, ed effettivamente non abbiamo un auto.
-Usando il treno le incontrerei in stazione. Da lì ci muoveremmo assieme.-
Non che muoversi in gruppo per dei topolini significhi molto visto le dimensioni ridotte.
-Mh…io e tuo padre potremmo accompagnarti insieme in stazione in caso. Però qualcuno deve accompagnarti a casa al ritorno.-
-Andrebbe benissimo!-
Dopo cena mi preparo rapidamente, indossando una maglia azzurra dalle spalline basse ed un paio di jeans verdi.
Abbinamenti molto sgargianti, ma è importante che le creature più piccole siano ben visibili per non essere schiacciate.
I miei genitori sono vestiti in maniera molto più sobria, ma entrambi si portano almeno un paio di bombolette spry al peperoncino.
-Mi raccomando, tienine una anche tu.-
Mi dice subito mio padre poco prima di uscire.
-Ragazze non mettete piede fuori casa e non aprite a nessuno.-
Con queste parole mia madre chiude a varie mandate la porta dietro di noi, accompagnandomi fino alla stazione.
Non provo alcun imbarazzo per questo, ed in ogni caso siamo abbastanza vicini da impiegare poco tempo ad arrivare.
Poco prima che il treno si fermi però mia madre subito riprende a darmi i suoi importantissimi consigli per continuare a vivere.
-Masuy, non guardare negli occhi nessun animale più grande di te, non rimanere mai da sola e grida se dovessi avvertire anche il minimo pericolo.-
-Sì mamma. Ci vediamo dopo, vi voglio bene.-
Dopo averli salutati basta una mezz’oretta per arrivare alla mia fermata, e tutte le mie amiche sono già lì.
-Masuy!-
Inclusa me ed Hatsuyo siamo in cinque, ci sono poi Chiyo, Emi ed Daiky.
Ad eccezione delle ultime che lavorano frequentiamo tutte l’università, anche se Chiyo si sta laureando in ingegneria.
Proprio lei è la prima a raggiungermi e ad abbracciarmi.
-Quanto tempo!-
-Ahaha nemmeno una settimana.-
-E’ tanto!-
E’ sempre stata molto affettuosa, e non mi trovo affatto a disagio in questo.
-Siamo pronte allora ad andare? Abbiamo trovato un karaoke molto carino.-
Dice Emi muovendosi per prima. Immediatamente la seguiamo anche se impieghiamo più di ciò che mi aspettavo per arrivare.
A prescindere da questo però sono sicura sarà una serata fantastica!
   
 
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