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Autore: FanGirlWithK    18/04/2020    0 recensioni
Tratto dalla storia:
[...] Era come se, per la prima volta in tutta la vita, qualcuno le stesse donando un po' di amore non per la famiglia, le conoscenze, il sangue, ma semplicemente perché teneva a lei, non perché era una purosangue, ma per il proprio nome, per il proprio carattere, per i propri segni distintivi.
Perché era lei. [...]
È la prima storia het che scrivo dopo tanto tempo, quindi non aspettatevi troppo, e commentate.
Non contiene spoiler sulla trama fondamentale di Harry Potter.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Si racconta che qualche tempo fa, a Hogwarts, ci fosse una ragazza.
Questa ragazza stava correndo per i corridoi, in ritardo a chissà quale lezione, e incontrò un ragazzo, o meglio, si scontrò con un ragazzo.
Lui raccolse per lei i fogli che le erano caduti, poi scappò.
Qualche giorno dopo, accadde la stessa cosa, e lui scappò di nuovo.
Accadde la stessa cosa per tanto tempo, e lui continuava a scappare, lasciando ogni volta la ragazza un po' perplessa.
Un giorno, però, lei non si fece cogliere impreparata, e lo bloccò afferrando il suo braccio, lui si girò e ascoltò la sua domanda.
"Perché non provi a parlarmi?"
La risposta fu scontata ma brutale.
"Perché sono un mezzosangue come tanti altri"
E lei capì, e fece di tutto per evitare che si scontrassero ancora.
Ma ci fu una volta in cui lei era di nuovo in ritardo, e si scontrò con il mezzosangue che tanto aveva evitato.
Non riuscì a reagire subito, ad andare via, così lui ebbe la propria occasione per parlare.
"Perché mi eviti? Sei solo una purosangue come tante altre"
Non fu la domanda in sé a farla riflettere, ma altro. 
"Non dovrei essere una purosangue come tante altre"
Il pensiero che le balenava in testa la fece rattristire, e così tornò a correre, ma non fece in tempo a girare l'angolo che si trovò con gli occhi chiusi, il cuore che batteva forte, i piedi nuovamente pesanti e delle labbra che sfioravano, leggere, la propria guancia.
Così arrivarono altre cose, nel tempo: i primi baci, le prime volte, tante prime esperienze, per lei.
Ma, ad un certo punto, si trovò a dover guardare quel giovane, che tanto le aveva fatto battere il cuore, che faceva qualcosa con un'altra ragazza, una mezzosangue come tante altre, qualcosa che avrebbe dovuto fare solo con lei.
E fu così che la purosangue si trovò a terra, tra le braccia di un altro purosangue, che, senza bisogno di baci, di carezze particolari, o di gesti eclatanti, la fece sentire quasi totalmente al sicuro da quel piccolo primo grande dolore che le aveva riservato la vita, per quanto riguarda l'amore. 
"Stai tranquilla, se ti va ci sono io" le sussurrò il ragazzo, e un pensiero e un ricordo le fulminarono la mente e il cuore.
"Anche per lui sarò solo una purosangue come tante e tanti altri?"
E, nel silenzio che avvolgeva il castello a quell'ora della notte, ci provava davvero a spiegare che non stava piangendo per una banalità, che i suoi singhiozzi avevano un motivo, ma dalla gola uscivano solo quelli. 
E così lui, che forse aveva letto nella mente della ragazza, forse aveva capito il significato di quelle lacrime e di quel suo accucciarsi, rassegnata, al corpo di una persona di cui sapeva il nome e poco altro, e forse sapeva qualcosa per le voci che giravano di giorno nei corridoi, a differenza di quel momento, sussurrò dolcemente una frase. 
"Non tutti i mezzosangue sono buoni, non tutti i purosangue sono cattivi" 
Era come se, per la prima volta in tutta la vita, qualcuno le stesse dicendo che il proprio cognome non faceva di lei una brutta persona. 
Era come se, per la prima volta in tutta la vita, qualcuno le stesse donando un po' di amore non per la famiglia, le conoscenze, il sangue, ma semplicemente perché teneva a lei, non perché era una purosangue, ma per il proprio nome, per il proprio carattere, per i propri segni distintivi. 
Perché era lei.
"Anche se non ti assicuro di essere buono al cento per cento" disse dopo un po' il ragazzo.
Ed entrambi si trovarono così a ridere sinceramente, dopo anni che non lo facevano, senza aspettarsi nulla l'uno dall'altra e viceversa.
Perché in fondo nessuno, purosangue o mezzosangue che fosse, e in particolare i due ragazzi seduti a terra, poteva dire con certezza cosa era buono e cosa era cattivo. 
Risvegliatasi dai propri pensieri, vide che il figlio si era addormentato, così lasciò la cameretta per andare sotto le lenzuola, tra le braccia del marito.
Il bambino non aveva mai pretese col padre, e lui raccontava di tutto al figlio, ma alla madre chiedeva abbastanza spesso questa storia, e a lei faceva bene ricordare il proprio passato ogni tanto. 
Quando arrivò e si ritrovò, dopo una lunga giornata, nell'unico posto dove tutti i dubbi, tutte le paure e tutti i pensieri negativi svanivano, si rilassò.
"Ha la febbre ancora alta Scorpius?" chiese, quasi sussurrando, cercando di non dare troppo fastidio all'amata.
"No, è già passata, gli ho fatto degli impacchi con l'acqua fredda e per pranzo e cena ho preparato dei pasti leggeri, non c'è stato alcun bisogno di preparati, erbe, incantesimi o pozioni" rise piano, ma allegramente, la donna, in risposta.
E lui fece un sonoro e divertente sbuffo teatrale.
"Uffa, non puoi prendermi in giro e non usare le pozioni che preparo con tanto amore per te e lui"
La moglie prese il suo volto tra le mani e stampò un bacio scherzoso, ma allo stesso tempo pieno di dolcezza, affetto e amore, sulla sua fronte.
"Draco, lo sai che ti amiamo entrambi"
Lui le rivolse un'occhiata ambigua, avvicinò le labbra al suo orecchio, e come giusto un'oretta prima, in cucina, mentre lei puliva i piatti e lui le avvolgeva la vita con le braccia, sussurrò. 
"In realtà, carissima Astoria, non dimostri di amarmi da un bel po' di giorni" 
E dato che la passione, per quella sera, aveva già superato da un pezzo la stanchezza, i due amanti si aggrovigliarono alle lenzuola e al corpo l'una dell'altro. 
 
   
 
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