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Autore: queenjane    18/04/2020    2 recensioni
Dal testo " … I confini del regno si espansero, come le liti e gli scandali.
Leggera, luminosa nella prima giovinezza, aveva scuri capelli e chiari occhi.
E con il tempo e il potere il suo corpo si espanse, pareva che gli appetiti (lussuria, avidità ed egoismo) non lasciassero requie, divorandola, un vivo fuoco, come le letture.
Patrona delle arti, colta e appassionata, amante del caffè e dei dolci.
E dei i bucaneve.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Nata principessa Sofia di Anbelt-Zerbest, principato tedesco di scarso rilievo e fortuna, le mutarono nome in Caterina, maritandosi a sedici anni, nel 1745,  con lo zarevic ed erede delle Russie, Pietro.

 Allora, regnava  Elisabetta, figlia di Pietro il Grande, l’imperatore che nel 1703 aveva fondato San Pietroburgo, la Venezia del Nord, sovrano curioso e poliedrico, che costruiva barche e serrature, amava l’incognito, il vino e le donne.

Vanitosa, sensuale, eccessiva, l’imperatrice  Elisabetta disprezzava l’erede,  che si circondava di valletti e soldati tedeschi e svedesi. Sfigurato dal vaiolo, questi aveva, a sua volta,  in uggia la giovane moglie e per anni il matrimonio non venne consumato.


Si vociferava che fosse omosessuale o la sposa di scarso suo gradimento, tranne era dato notorio la isolasse umiliandola in pubblico e privato, picchiandola o prendendola in giro.

Paolo, l’erede, nacque nel 1754 e, per festeggiare, Pietro lo portò via da Caterina.
Anche se era un bevitore smoderato, che si circondava di amanti dall’orrendo aspetto, era nel suo diritto separarlo da sua madre.


Comunque, lei non si perse d’animo, sapeva di valere molto più di lui e aspettava la sua occasione- morta Elisabetta, gliela avrebbe fatta vedere, amava la Russia, sarebbe stata la madre del suo popolo, se non di suo figlio.

Lesse la Storia universale di Voltaire, lo Spirito delle Leggi di Montesquieu, gli Annali di Tacito.
 
Caterina trovò la sua occasione, conquistò il potere nel 1762, una splendida giornata di giugno, scalzando il marito, divenuto zar alla morte di Elisabetta e governando senza colpo ferire, mantenendosi salda e potente..


Voltaire chiamava la zarina luminosa stella del Nord, sempre meglio di Semiramide, stanti i suoi molti amanti, colta e appassionata, una donna che aveva forgiato il suo destino ..

Per altri era la regina dei veleni.

I confini del regno si espansero, come le liti e gli scandali.

 
Leggera, luminosa nella prima giovinezza, aveva scuri capelli e chiari occhi.
E con il tempo e il potere il suo corpo si espanse, pareva che gli appetiti (lussuria, avidità ed egoismo) non lasciassero requie, divorandola, un vivo fuoco, come le letture.

Patrona delle arti, colta e appassionata, amava il caffè e i dolci.

Adorava i bucaneve.


La morte la colse nel novembre 1796.

Il corpo imbalsamato ricevette innumerevoli omaggi  nella bara, prima di scendere nell'avello funebre, nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo.

Suo figlio Paolo ne ricongiunse la salma con quella di suo padre.

Separati in vita, attendono vicini il giorno del Giudizio.
   
 
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