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Autore: lovelyhinata    18/04/2020    1 recensioni
Questa fanfiction è un modo mio per far apprezzare di nuovo Soul Eater, poichè sto notando che troppe opere vengono dimenticate da quelle che stanno uscendo ultimamente.
Questa storia parla di Crona e di come io la vedo, perchè per me è femmina.
Ho cercato e cercherò di far trasparire i sentimenti e le emozioni che provano i personaggi.
Non voglio raccontarvi molto della storia perchè vorrei che la leggeste e che mi facciate sapere il vostro parere negativo o positivo che sia, non importa.
Quindi vi invito a leggere questa storia e di farmi sapere cosa ne pensiate.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Maka Albarn, Ragnarok
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~CAPITOLO 5

Poche ore prima..
Mentre sua moglie radunava all’ospedale i suoi alunni , Stein decise di andare a vedere come stavano i suoi speciali pazienti.
Ancora non ci credeva che erano lì e ancora di più non credeva che potesse essere possibile la separazione del sangue nero dal corpo di chi l’ospitava.
Magari poteva condurre degli esperimenti in tal proposito ma subito cacciò via quest’idea, Crona aveva già sofferto abbastanza per colpa di sua madre nonché strega dei serpenti, Medusa Gorgon.
Avrebbe provato a chiedere alla diretta interessata di questo strano fenomeno cercando così di placare la sua curiosità.
Con questi pensieri si avvicinò sempre di più alla sua meta, decise di non mettere al di fuori della porta il nome dei pazienti perché questo avrebbe sicuramente fatto agitare le persone e poi era un sadico nato voleva leggere le espressioni dei suoi alunni una volta entrati lì dentro.
 Sollevò il braccio per poi portare la mano alla maniglia e successivamente abbassarla per poter entrare.
Si rese conto che i due pazienti stavano ancora dormendo, un po' li invidiava, voleva anche lui recuperare le ore di sonno perse ma non importava perché la stanchezza veniva portata via non appena il suo sguardo si posava su quelle figure che avevano un’espressione di assoluta pace, attesa probabilmente da tanto tempo.
Controllò i valori e sembrava tutto apposto, come aveva ipotizzato già dal loro ritrovamento Crona non presentava alcun danno nemmeno il più lieve come per esempio un graffio e ne fu molto felice.
Mentre l’altro paziente, Ragnarock presentava solo una costola incrinata ma con una buona fasciatura sarebbe tornata sicuramente come prima , ancora non poteva credere che il sangue nero potesse assumere forma umana se non avesse verificato con la percezione dell’anima che si trattava effettivamente di lui non ci avrebbe mai creduto.
Dopo aver svolto tali controlli e assicuratosi che c’era tutto ciò di cui avevano bisogno, uscì dalla stanza per aspettare l’arrivo dei suoi alunni.
Se avesse aspettato un paio di minuti avrebbe potuto domandare ai diretti interessati come si sentivano, poiché ad aprire per primo gli occhi fu Ragnarock che  cercò di mettersi seduto per capire dove si trovava.
Si accorse solo quando iniziò a muovere il busto che questo gli faceva male ma non ci perse molta attenzione perché lui era il sangue nero e ben presto sarebbe guarito.
Non appena la vista si fece più vivida si accorse di essere in un letto di ospedale e quello accanto al suo era occupato propria dalla sua maister che stava dormendo placidamente.
Anche se per lui era troppo tranquilla, in fondo era lui che l’aveva protetta  e non si era fatta alcun graffio solo per merito suo, invece lui si trovava con il busto che gli doleva e lei osava dormire senza ringraziarlo adeguatamente.
Il suo orgoglio non poteva permetterlo e così nonostante il dolore si alzò da letto per dirigersi dalla diretta interessata per poterla svegliare ma di certo non con delicatezza infatti si mise sopra di lei e questo bastò a svegliarla.
 Infatti infastidita da quella pressione improvvisa Crona iniziò ad aprire gli occhi e si rese conto del perché di quel fastidio.
<< Ragnarock sei pesante. Spostati >> cercò di spingerlo via ma senza alcun risultato.
Di rimando Ragnarock non si scompose nonostante era consapevole della differenza di peso più che evidente tra i due. Ma non si spostò nemmeno di un millimetro anzi sorrise in maniera maliziosa, segno che Crona notò e  sapeva che non significava niente di buono, infatti iniziò a tremare.
 E come c’era da aspettarsi Ragnarock  iniziò a torturare Crona e quest’ultima cercò di opporsi o almeno proteggersi ma fu del tutto inutile e quindi non le rimase che subire fin quando non si sarebbe stancato.
<< Dovresti ringraziarmi  prima di avanzare qualche richiesta. Sei una piccola maleducata >>
<< Mi dispiace >>
<< E’ grazie a me se sei sana e salva senza un graffio in questo letto di Ospedale >>
<< Hai ragione. Grazie Ragnarock >>
<< Piccola ingrata devi dire “Grazie mille”>>
<< Grazie mille Ragnarock >>
Non c’era niente da fare Ragnarock faceva sempre il prepotente con lei ma in fondo era contenta almeno non era sola chissà cosa avrebbe fatto se lo fosse stata .
Se qualcuna l’avesse sentita probabilmente le avrebbe dato della pazza a essere grata di avere come compagno d’armi una persona del genere.
Ragnarock all’improvviso si fermò ma senza spostarsi la guardò dritta negli occhi per poi dire
<< Anche se non sei un granchè come maister, sei stata brava a riportarci a Death City >> solo dopo che Ragnarock pronunciò queste parole Crona constatò che era tutto reale e che finalmente si trovavano lontani dalla luna e da quella solitudine.
Senza rendersene conto iniziarono a scenderle per tutto il viso calde lacrime di gioia.  
Erano liberi ma la cosa più importante è che ben presto avrebbe rivisto i suoi amici, specialmente Maka.
<< Ohi perché adesso stai piangendo?! Non mi sembra di averti fatto così male almeno non più del solito >>
<< Mi dispiace non riesco a smettere >>
<< Vedi di farla finita perché se ti vedono così rischio di essere accusato ingiustamente >> e come a voler sottolineare la cosa iniziò a tirarle le guance cercando di imporrerle  di sorridere, ma nonostante ciò le lacrime non si fermavano poiché era troppa la gioia.
Nel mentre di quella litigata dalla porta sbucò un bambino , il quale si aspettava che i due stessero ancora dormendo.
Al contrario si ritrovò quella scena davanti, accortosi di essere osservati i due diretti interessati rivolsero lo sguardo in direzione del bambino.
<< E tu chi sei moccioso?! >> ovviamente Ragnarock porse quella domanda senza nessun tatto e anche in maniera alquanto minacciosa verso il bambino.
Il piccolo guardò prima il ragazzo e poi la ragazza e notò che quest’ultima aveva il viso arrossato e le lacrime agli occhi.
<< Non si picchiano i pazienti >> rispose il bambino deviando la domanda e cercando di essere il più coraggioso possibile davanti a quella situazione.
In risposta Ragnarock si rivolse in maniera se è possibile ancora più rude al bambino e con sorriso di scherno pronunciò
<< E sentiamo altrimenti cosa fai?! >> e senza preoccuparsi delle conseguenze diede un pizzicotto piuttosto forte a Crona sulla guancia.
Il bambino lo guardava sconcertato, come si poteva essere così prepotenti, per non parlare di quanta paura gli facesse, così decise che c’era solo una cosa da fare ovvero correre a chiamare suo padre che avrebbe di sicuro dato una punizione a quel cattivone.
Senza dire altro corse fuori dalla porta e urlò
<< AIUTOOO!! >>
Rimasti un po' storditi da quella improvvisa visita passarono alcuni secondi a guardare la porta fino a quando Ragnarock non si girò verso la sua maestra d’armi per poi gridarle contro.
<< Te lo avevo detto di smetterla di piangere. Tu brutta idiota >> e iniziò nuovamente a  tirarle le guance.
<< Non ho spaventato io il bambino >> cercò di dire Crona in sua difesa per farlo smettere, ma di certo non sarebbe bastato così poco per farlo desistere.
Passarono pochi minuti dalla fuga del bambino e al suo ritorno si portò dietro una squadra di salvataggio di tutto rispetto.
Oltre ai suoi genitori c’erano anche i suoi amici, insomma l’unione fa la forza.
I suoi amici non potavano credere ai loro occhi lì su quel letto c’era una scena alquanto imbarazzante.
C’erano due figure: un uomo che aveva bloccato con una mano i polsi sopra la testa della donna e con l’altra mano gli teneva il mento costringendola a guardarlo dritto negli occhi.
Erano in silenzio ma i loro visi erano talmente vicini che quasi si potevano sfiorare mentre i loro sospiri si mescolavano.
Nessuno interveniva o diceva niente per cercare di riportare ordine all’interno della stanza, ma Victor prese coraggio e si buttò addosso all’uomo gridando:
<< LASCIALA IMMEDIATAMENTE >> si scagliò contro la schiena dell’aggressore battendogli i piccoli pugni contro, ovviamente però questi non diedero alcun effetto sperato, se non un leggero fastidio al diretto interessato che in risposta liberò i polsi della donna , senza però spostarsi del tutto da lei.
Spostò invece la sua presa sul bambino prendendolo per la maglietta così da sollevarlo per guardarlo dritto negli occhi.
<< Sei ancora tu!? Ne hai di coraggio per essere tornato qui ad affrontarmi da solo >> cercò di schernirlo.
Il bambino  anche se offeso da tutto ciò cercò in tutti i modi di trattenere le lacrime, non gli avrebbe dato quella soddisfazione.
Fece un bel respiro e guardandolo dritto negli occhi
<< Io non sono solo. Guarda! >> e indicò i presenti dietro di loro che ancora non proferivano parola.
L’uomo allora spostò lo sguardo verso quel gruppo, entrambe le parti si studiavano.
Maka e i suoi amici lo guardavano ma quell’uomo non gli diceva niente,  non avevano minimamente idea di chi fosse.
Dall’altro canto l’uomo non era sorpreso che avessero delle espressione alquanto confuse sui loro volti, ma invece  lui li aveva riconosciuti tutti quanti.
Decise quindi di mettere il marmocchio a terra e questo corse velocemente verso quella che doveva essere sua madre, per poi spostarsi  finalmente da quella povera donna , il tutto molto lentamente e senza smettere di fissare i presenti, che si aspettavano che questi si presentasse per poter riportare alla mente magari qualche ricordo nascosto che li unisse.
Una volta che si mise all’impiedi guardò dritto verso Maka per poi proferire
<< Ma guarda chi si vede, tavola da stiro e tutti i suoi amici sfigati >> il tutto accompagnato da un sorriso di beffa, che si allargò ulteriormente quando vide che i loro visi assumevano diverse espressioni da quella totalmente sconvolta  a quella di chi che non aveva gradito quell’aggettivo.
<< N-non può essere questa voce… Ragnarock sei tu? >> per la prima volta qualcuno dei presenti parlò e fu proprio Maka.
Solo lui e il suo partner Soul la chiamavano con quel nomignolo alquanto fastidioso.
Tutti guardavano Maka increduli tranne ovviamente Stein, Marie e suo figlio già a conoscenza di ciò
<< E chi se non altri!? >> li stava prendendo in giro ma era troppo divertente.
<< Non ha senso? Come può essere? >>
<< Eppure eccomi qui >> Maka non ci credeva, era sconvolta da quella  situazione, voleva accertarsi che quello che aveva davanti  fosse vero così attivo la percezione dell’anima e avvertì la sua anima, quella dei suoi amici, del dottore, della professoressa e di Victor.
Effettivamente lì davanti ai suoi occhi c’era proprio Ragnarock, questo la spinse a dirigere allora la sua attenzione verso quel letto dove si trovava la donna ancora sdraiata e riconobbe nella sua anima qualcosa di maledettamente familiare.
Maka pensò che non poteva essere eppure era lì
La figura che probabilmente si era ripresa da quelle torture che le erano state provocate si mise seduta molto lentamente, così che tutti i presenti potessero guardarla dritta in viso.
E se potevano si meravigliarono ancora di più riconoscendo in quel volto quello che poteva essere il loro amico.
Maka  constatò che quello che aveva percepito e che  quello che stava guardando con i suoi occhi erano la verità più assoluta.
Non c’era dubbio.
Dopo essersi resa conto di ciò e aver assimilato la cosa iniziò a piangere.
<> riuscì a dire ormai la voce rotta dalle lacrime.
L’attenzione di tutti si spostò da Maka a quella che poteva essere il loro amico.
In risposta il diretto interessato  rivolse un sorriso enorme a tutti i presenti e iniziando nuovamente a piangere disse:
<< Sono a casa, Maka >>.

   
 
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