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Autore: YallaYalla    18/04/2020    0 recensioni
for your perusing
At times confusing,
hopefully amusing
Introducing me
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tutti nel mondo magico sanno che Voldemort provò ad uccidere Severus Snape con quel dannato serpente sotto steroidi. Non tutti sanno però come si salvò e ad opera di chi. Beh, insieme a lui e a Colui – che – non – può – usare – i – fazzoletti c’erano anche Hermione Granger, Harry Potter e Ron Weasley e sentirono ogni cosa. Nel momento esatto in cui Voldemort se ne andò, abbandonando il povero Severus ad una morte lenta e dolorosa, Hermione corse al suo capezzale e iniziò a imbottirlo di pozioni, tutte quelle che si era portata dietro per la battaglia, dittamo, pozione rimpolpasangue, ogni cosa eccetto la pozione anticoncezionale. Severus aveva il compito di dare le sue memorie ad Harry, metterlo in guardia riguardo gli Horcrux e dirgli che lui stesso ne era uno. Dopo aver prestato fede al suo giuramento, l’uomo si voltò verso Hermione, la guardò e chiuse gli occhi. Tutti pensarono fosse morto, tranne Hermione. Harry e Ron se ne andarono subito, avevano bisogno del pensatoio nell’ufficio di Dumbledore per vedere le memorie e poi sinceramente il posto puzzava un po’ e non avevano voglia di restare lì a lungo. Inoltre tutti pensavano che Snape fosse un traditore, che avesse ucciso Dumbledore. Come prima, tutti tranne Hermione. Lei sentiva che c’era qualcosa in più in quella storia, qualcosa di non detto. Lei aveva sempre ammirato l’uomo, lo rispettava e, a dirla tutta, aveva avuto per lui una cotta grandiosa. Beh, più di una cotta in realtà. Dal momento esatto in cui lui era entrato nell’aula per la prima lezione del primo anno lei era rimasta stregata da lui, e quando poi iniziò il discorso: “Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, distillare la gloria, addirittura mettere un freno alla morte” lei era sul bordo della sedia pronta a venerarlo. Sì, durante il secondo anno Hermione ebbe uno scivolone per Lockhart, più per moda che per altro; ma quando Severus fece volare il suo sedere incipriato dalla pedana dei duelli, Hermione si rese conto che c’era posto per un solo professore nel suo cuore.
A dirla tutta poi la storia di Harry non l’aveva mai convinta, Dumbledore poteva anche essere anziano e circondato da mangiamorte sul tetto della torre di Astronomia, ma era pur sempre il mago più potente del mondo, li avrebbe potuti far volare come mosche, non aveva bisogno di implorare Snape di non ucciderlo. Per cui Hermione aveva fiducia in Severus e aveva bisogno di credere che fosse ancora vivo. Aveva perso già troppe persone, non poteva permettersi di perdere anche lui, non poteva sopportare di perdere anche lui. Doveva portarlo da qualche parte, l’infermeria era fuori questione, sarebbe stato come mettergli un cartello al collo “avada kedavrizzatemi” e lanciarlo nella mischia; rimaneva una sola opzione, casa sua. Era la soluzione migliore, nessuno conosceva quel posto, neanche Harry e Ron.
Una volta arrivati al suo appartamento lo stese sul letto e iniziò a medicargli le ferite, a pulirle e a parlare con lui. Si sfogò con lui, gli raccontò cosa era successo negli ultimi mesi, in sintesi lo usò come una sorta di confessionale comatoso. O almeno così credeva. Severus era vivo, alquanto incosciente, ma vivo, e la sentiva.
L’uomo aveva sperato con tutto se stesso che Voldemort usasse Nagini per ucciderlo ed erano settimane che prendeva un antidoto al suo veleno, ma non aveva preso in considerazione la proclività di quella biscia strafatta di squartare le persone. Sarebbe morto dissanguato se non ci fosse stata Hermione.
La donna, quando si rese conto che Severus era stabile e poteva rimanere solo, tornò ad Hogwarts per aiutare a vincere la battaglia.
Severus rimase a cavallo tra il sonno e la veglia nella stanza da letto di Hermione e quando, ad un certo punto, riuscì persino ad aprire gli occhi fu sconvolto dalla vista della quantità oscena di peluche he la donna aveva in camera; probabilmente quegli occhi fissi ed inespressivi furono ciò che di più orripilante egli avesse mai visto in vita sua, e lui aveva assistito a Nagini che ingoiava una donna intera come fosse stata una caramella per la tosse.
Quando la battaglia finì e Harry iniziò a tessere le lodi di Severus a chiunque avesse orecchie per ascoltarlo, Hermione si sentì abbastanza sicura da portare Poppy a casa sua per farle visitare Severus.
Quando l’anziana strega le disse che l’uomo era fuori pericolo, Hermione pianse.
Le donne lo portarono in infermeria e lo misero in una camera isolata; era un eroe, ma c’erano ancora persone che non avevano sentito il discorso da 75 minuti di Harry, con tanto di pause ad effetto e crisi di pianto, e che vedevano Severus ancora come lo stronzo, assassino, bastardo che era sempre stato.
Hermione si piazzò al suo capezzale come una guardia svizzera e lanciò occhiate minacciose a chiunque posasse lo sguardo sull’uomo per un secondo di troppo. Poppy aveva detto che sarebbe sopravvissuto, ma stava a lui svegliarsi. La strega ogni tanto andava a trovarlo, gli portava qualche pozione o controllava i suoi segni vitali; Hermione, invece, lo trattava come se fosse sveglio e reattivo. Parlava con lui, gli raccontava della ricostruzione che era in corso nelle alee più danneggiate della scuola, gli teneva la mano, lesse ad alta voce per lui l’intero volume di “Guerra e Pace” tipo 1500 pagine.
Un giorno Harry andò a trovare l’uomo. Per circa 10 minuti rimase accanto al suo letto, senza dire una parola, solo guardandolo. Poi scoppiò in lacrime, cadde in ginocchio accanto a lui e iniziò a chiedere scusa per ogni volta che era stato scortese con lui, per ogni volta che aveva pensato male di lui, per ogni parola cattiva proferita nei suoi confronti. Se fosse stato sveglio, Severus avrebbe alzato gli occhi al cielo e gli avrebbe detto che era una testa di legno, ma quel pianto serviva al ragazzo per riconciliarsi con se stesso e, una volta calmatosi, si sentì molto meglio.
Hermione passava tutto il suo tempo libero nella stanza con il professore e quando non si dava da fare con la letteratura russa gli leggeva le riviste di pozioni, immaginando che l’uomo le preferisse. Purtroppo la ragazza non riusciva a tenere per sé i commenti che la lettura le provocava, come quando, dopo un affascinante articolo su come fosse assolutamente necessario per le streghe essere nude per raccogliere una determinata pianta indigena della tundra siberiana, si lanciò in una filippica di quasi 20 minuti che poteva sintetizzarsi in: “questa rivista è scritta da pervertiti, vecchi bavosi che probabilmente non facevano una pozione dai tempi di Baba Raga e che una donna nuda non l’avevano neanche mai vista”.
Lei non sapeva che il parere di Severus circa quelle riviste era praticamente lo stesso.
Le settimane passavano, oramai l’uomo era ricoverato da quasi un mese, ma Hermione non si perse d’animo, sapeva che lui era lì e che presto si sarebbe svegliato.
Intanto la mente dell’uomo era in fermento, il suo corpo ancora non aveva deciso di dare segnali, la il suo cervello era in piena attività. Ogni giorno sentiva la voce di Hermione che gli parlava, che gli raccontava di come proseguivano i lavori di ristrutturazione del castello, che gli diceva di come la biblioteca fosse rimasta miracolosamente illesa durante la battaglia. Ricordava persino di una giornata, c’erano stati dei funerali quel giorno quindi Hermione andò a trovarlo quando ormai era già sera e pianse accanto a lui per almeno un’ora.
“Si svegli professore, la prego” diceva la ragazza tra le lacrime stringendogli la mano. “Non posso perdere anche lei”. Quanto avrebbe voluto svegliarsi solo per lei.
Il momento che rimase impresso nella memoria di Severus fu quando si svegliò.
Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il triste soffitto grigio della stanza in cui si trovava, poi girò la testa verso sinistra e vide Hermione addormentata sulla sedia accanto al letto. Mai aveva visto qualcosa di così bello in vita sua. In realtà Hermione non era tutto questo spettacolo al momento, aveva i capelli raccolti in quello che doveva essere uno chignon, ma sembrava più un nido di uccello sotto LSD, delle borse sotto gli occhi da fare invidia a Fendi e Prada, era vestita in stile senzatetto – chic e stava anche sbavando. Severus rimaneva convinto della sua precedente osservazione comunque.
L’uomo rimase a guardarla per buona parte di un’ora; quando poi lei si svegliò, si stiracchiò e, con la grazia di un Nundu in un negozio di ceramiche, gli diede un pugno in faccia che ruppe il naso e lui e la mano a lei. Per un attimo entrambi guairono dal dolore, poi si guardarono e scoppiarono a ridere. Probabilmente la botta era stata più forte del previsto.
Hermione rimase senza fiato di fronte alla risata di Severus, non aveva mai sentito un suono più bello in vita sua; la risata partiva bassa, ma poi si faceva strada nella gola dell’uomo e fuoriusciva con un fragore da rompere i vetri, ed era così allegra che per poco la donna non pianse dalla gioia.
Quando riuscirono a ritornare padroni di se stessi, chiamarono Poppy che si prodigò per controllare ogni minimo segno che indicasse che il veleno era ancora presente nel corpo dell’uomo. Quando fu soddisfatta lo dimise; l’infermeria era piena di malati e lei aveva bisogno del letto. Era una donna dolce in fondo, ma molto, molto in fondo.
  
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