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Autore: Baudelaire    19/04/2020    9 recensioni
Il momento in cui Abel e Arthur fanno a botte per Georgie.
Abel vorrebbe dirle la verità, Arthur tenta di impedirglielo a tutti i costi.
Questi sono i pensieri di Abel in quel momento.
Liberamente ispirato al manga.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Mary Butman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come fai?
Come ci riesci?
Ti odio quando fai così.
Ti odio.
Sei mio fratello, il sangue che scorre nelle tue vene pietose è uguale al mio, che brucia ardente per colei che il Destino ha condotto fino a noi.
Lei, l’Angelo biondo che mi ha tolto il senno e la ragione, la Dea ignara di questo cuore che batte disperato solo per elemosinare un sorriso, un abbraccio, uno sguardo.
Come fai?
Te ne resti lì, inerme, rassegnato al volere del Destino.
Quando quel damerino biondo l’ha stretta a sé dandole quel bacio maledetto, ho creduto di perdere la ragione. Guarda queste mani. Oh sì, sono le stesse mani che l’avrebbero ucciso, senza pietà, senza rimorso.
Nessuno deve toccarla.
Nessuno.
Solo io posso, io, l’unico grande amore della sua vita.
L’unico uomo che può renderla felice.
Io.
Abel, che non sono suo fratello, come non lo sei tu.
Ma tu non reagisci, non combatti.
Ti sei inginocchiato per me, o mi avrebbero ucciso. Avrei preferito la morte piuttosto che cedere al volere di quella volgare e odiosa aristocratica.
Tu no.
L’hai fatto, sacrificando il tuo onore, il tuo orgoglio, per me.
Ma ora mi hai stancato, mi senti?
Non ti permetterò di farlo.
Non mi impedirai di correre da lei per dirle finalmente la verità.
Merita di saperlo, deve saperlo.
Il mio cuore più non regge il peso della menzogna.
Basta.
Dico basta, e dovresti farlo anche tu.
Troppo a lungo abbiamo mentito, conservando il segreto, mantenendo la promessa fatta a nostro padre, che possa riposare in pace.
A che serve, ormai?
A che serve?
Un altro uomo l’ha baciata.
Oh, è talmente bella…
Sono stato lontano per mesi, nel patetico tentativo di estirparla dal mio cuore.
Idiota.
Sono tornato ed è ancora più bella. Oro lucente i suoi capelli, smeraldi quegli occhi, latte la sua pelle. Vorrei affondare in lei, ripetutamente, gridando il suo nome, ancora e ancora.
E che mi dici di te?
Sei qui, davanti a me.
Il mio amato fratello, che sto per prendere a pugni se non si toglierà subito di mezzo.
Non vedi?
Potrebbe arrivare qualcuno, un uomo qualunque, e portarcela via, per sempre.
Non lo permetterò.
Non resterò a guardare mentre un altro bastardo farà suo quel corpo.
No.
Al diavolo.
Piuttosto la morte.
Che venga a prendermi subito, in questo maledetto istante.
Levati di mezzo, Arthur, o non rispondo di me.
Ma tu non cedi, ostinato, pazzo quasi quanto me.
E sia.
L’hai voluto tu.
La mia mente impazzisce e sferro il primo pugno, che ti stende a terra.
Ma ti rialzi subito e lotti come una furia.
Eccoli, i fratelli, che combattono per lei.
Io, perché voglio farla mia.
Tu, per proteggerla, come hai sempre fatto.
Ma io sono stanco.
Georgie è mia, che questo ti sia chiaro.
E te lo spiego con questi colpi precisi e mirati, che fanno male ma non ti piegano.
Sei solo un pazzo se credi di riuscire a fermarmi.
Lacrime brucianti sul tuo viso, follia sul mio.
Non ragiono più.
Non posso.
Ma ecco, la porta si spalanca, vedo il volto atterrito di nostra madre.
È sconvolta, lo vedo.
Non è mai accaduto, mai.
“Mamma, sposerò Georgie.”
Le mie parole spezzano il silenzio.
Ansanti, sudati, stremati dalla lotta, evitiamo di guardarci negli occhi.
Mia madre si copre il volto con le mani, gli occhi sgranati dall’orrore. “Vi siete picchiati per questo… per lei…”
Non serve dire altro. So come la pensa. Ma non mi importa.
Niente ha più importanza per me, se non lei, la ragione stessa per cui respiro.
Devo andarmene da qui, devo correre a cercarla.
Deve sapere.
Deve amarmi.
Allora, ogni cosa andrà a posto.
La porta è aperta. La oltrepasso e non mi volto indietro.
   
 
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