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Autore: sallythecountess    19/04/2020    0 recensioni
Superata la soglia dei famosi quaranta, un gruppo di amici storici si ritrova e finisce col confessarsi le paure, gli sbagli e i desideri. C'è chi ha deciso di crescere e mettere la testa a posto, chi invece è tornato ragazzino, chi aspetta un figlio da un uomo sconosciuto e poi ci sono loro: lo chef Dubois e la sua storica amata, che dopo un doloroso divorzio continuano ad amarsi ai lati opposti del globo, senza avere il coraggio di provare a recuperare il loro rapporto, fino ad un'estate speciale...
Ricordo a tutti che questa storia è il capitolo conclusivo della serie "La ragazza di Tokyo" e potete leggerla da sola, oppure iniziare a leggere qui la serie https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo 1
Ed eccolo là Monsieur Dubois: in aeroporto, con aria esausta intento a fissare senza farsi notare un’altissima ragazza di diciotto anni. Non poteva essere considerata semplicemente bella, lei era perfetta. Lunghi capelli chiari e ondulati, un corpo snello ma formoso e due occhi talmente belli da accecare chiunque.
Lor cercava di capire cosa le stesse passando per la testa, se dovesse lasciarla andare e il cuore letteralmente gli saltò in gola quando gli occhi verdi di lei si fissarono nei suoi.
La giovane chef era assolutamente dilaniata dal dubbio. Doveva prendere quell’aereo e inseguire i suoi sogni o restare e correre tra le braccia di quel ragazzino che l’aveva letteralmente scongiurata di non partire?
Lor le sorrise soltanto, ma davvero faceva tanto male vederla così. Era davvero arrivato il punto in cui doveva lasciarla andare senza poter dire più nulla? Perderla per sempre così, senza tante parole?
Lei gli sorrise allora, e corse accanto a lui. Si arrotolò lentamente sul suo braccio e appoggiò la testa sulla sua spalla senza parole e Lor, le sussurrò piano“piccola…” ma non riuscì a dire altro, perché lei gli fece un sorriso così dolce da fargli capire tutto.
“…se volessi restare tu mi odieresti? Rovinerei tutto?” chiese, spaventata e con il cuore in gola e lui facendole l’occhiolino scosse soltanto la testa. Non poteva fare altro, era quello il suo ruolo, lasciare che lei andasse incontro al suo destino e sperare che non si facesse troppo male. Lui, ovviamente, l’avrebbe aspettata anche per tutta la vita. Ormai era rassegnato.
“E in quale modo io potrei odiare te, meraviglioso amore della mia vita?”
Le disse, sistemandole una ciocca di riccioli ribelli e lei sorrise soltanto, ma in modo triste. Restare a Parigi avrebbe creato immensi problemi a lui, ed anche al loro ristorante ad Inverness, lei lo sapeva. Eppure non riusciva a smettere di pensare agli occhi di quello stupido che ci aveva messo così tanto tempo a dirle finalmente cosa provasse per lei.
“Mon amour, c’è una storia d’amore importante da far cominciare e forse avete aspettato anche troppo. Quindi và, sbrigati …” le sussurrò all’orecchio, sfiorandola con dolcezza. Mancava pochissimo al loro volo e in quel momento la ragazza si scosse. Lo fissò con tenerezza e mettendogli una mano sulla guancia sussurrò “sì, io…io credo di dover restare. Mi dispiace, mi dispiace da morire”.
Lor se lo aspettava, ma non per questo fece meno male. Le prese forte le mani, allora, e sussurrò piano “certo mon amour, resta. Mi raccomando però: prenditi cura di te, non mangiare quello schifo di noodle istantanei che compri al supermercato quando pensi che io non ti veda, stai attenta a quello che fai e digli che deve amarti con un amore immenso, perché altrimenti lo uccido. E per l’amor del cielo chiamami…”
Lei sorrise, in modo limpido e dolce e gli saltò letteralmente al collo. Lor sapeva che quell’abbraccio significava la fine di qualcosa, ma non disse nulla. Chiuse gli occhi, la strinse come se fosse un immenso tesoro, provò ad imprimere nella sua mente l’odore dei suoi capelli e poi lasciò che gli scivolasse tra le dita. Doveva sorridere, assolutamente. Non poteva minimamente fare diversamente.  A costo del suo cuore, a costo della sua vita doveva dimostrarle che era sereno e che quell’addio non stava facendogli male come lei pensava.
Lei scappò veloce e decise di non voltarsi a guardarlo, perché sapeva di stargli facendo male, ma aveva deciso: doveva provare a viversi quella storia con quell’uomo così speciale e Lor avrebbe capito, prima o poi.
Si era allontanata di qualche metro, quando si sentì chiamare. Solo un uomo al mondo diceva il suo nome in quel modo, ed ebbe una paura immensa che lui avesse cambiato idea, ma quando la raggiunse le disse solo “ Beatrice, la carta. Come diavolo farai a restare qui senza un soldo?”
Beatrice Dubois, allora gli sorrise in modo straordinario, ma lui andava di fretta e le disse solo “ te ne lascio due, più tardi ti chiamo per il pin e…ti servono anche contanti?”
Lei scosse soltanto la testa e stringendolo fortissimo sussurrò “grazie papà…” ma lui sussurrò solo “corri, sbrigati! “ e lei iniziò a correre lasciandolo lì.
Beatrice non sapeva se lo avrebbe trovato lì ad attenderla, magari Tom era andato via, così provò a chiamarlo, ma non ebbe nessuna risposta. E così corse, corse più veloce di quanto non avesse mai fatto e riuscì ad uscire da quell’aeroporto, ma non aveva la minima idea di dove cercarlo, ma fortunatamente lui si accorse della chiamata e richiamò.
“Dove diavolo sei?” gli disse, con il fiatone, ma Tom sussurrò piano “…dietro di te…” e lei morì, ma girandosi non lo vide e chiese solo “…dove?”
“Sono in fila per imbarcarmi. Non ce la facevo a lasciarti andare e se la tua vita non è qui…”
“Ma sono uscita…” rispose Beatrice, con tono insofferente, ma colpita per quella follia e Tom iniziò soltanto a correre. Si rividero dopo un po’ e come in ogni commedia romantica che si svolge in aeroporto, Beatrice letteralmente gli saltò al collo e lui le disse solo “è troppo bello, non ci credo che è vero. Davvero non c’è più nessun fidanzato o amico o spasimante o altro tra di noi? Davvero noi…possiamo essere solo noi?” e Beatrice sorrise soltanto, ma lui rispose “ci sono voluti cinque anni appena, ma pare che ce l’abbiamo fatta ad avere un finale da favola…”e Beatrice iniziò a baciarlo con tutto il fiato che aveva in corpo, che non era poi molto.
E adesso voi vorrete conoscere la loro storia, giusto? Io vi anticipo che è una storia lunga e piuttosto incasinata, ma se vorrete leggerla, sappiate che ovviamente c’entra una certa ragazza di Tokyo.

Nota:
Ciao a tutti, allora la prima domanda che voglio farvi è: vi è piaciuto Lor con Beatrice? Avevate pensato potesse stare con un'altra? Non so quanto ci metterò ad aggiornare questa perchè a differenza delle altre è tutta completamente nuova, ma spero vogliate seguirla. A presto, spero!
   
 
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