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Autore: evelyn80    20/04/2020    6 recensioni
Una raccolta di dodici momenti, più o meno romantici, tra Peter Cetera e Robert Lamm.
Questa raccolta partecipa alla sfida "12x12" lanciata da Soul Dolmayan su EFP
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Cetera, Robert Lamm
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hot Streets'
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Ti amo come allora

 

Robert Lamm    Peter Cetera

 

 

Ketchum (Idaho), 18 agosto 2016

 

Robert controllò l'indirizzo. Aveva impiegato giorni per trovare l'ultima residenza di Peter. Trasse un sospiro e scese dall'automobile, incamminandosi lungo il vialetto illuminato dalla luna piena. Il bassista aveva scelto di vivere in aperta campagna, senza vicini che potessero infastidirlo. *1)
Una volta giunto davanti l'uscio Robert esitò, il pugno alzato. Cosa avrebbe detto al suo unico amore, una volta aperta la porta? Sempre che lo facesse, ovviamente. Era possibilissimo che, appena riconosciuto, gli sbattesse l'uscio sul naso.
«E farebbe anche bene...», sussurrò tra sé.
Nonostante l'ora tarda, dalla finestra accanto all'ingresso filtrava una luce. Peter era ancora sveglio, dunque. Bobby trasse un altro sospiro e batté tre colpi decisi sul legno della porta.
Passarono alcuni istanti lunghi un'eternità. Stava per bussare di nuovo quando l'uscio si spalancò con veemenza e l'uomo che aveva amato così intensamente per tutti quegli anni, nonostante ciò che era successo, gli apparve davanti. Alla luce della luna piena gli parve ancora più bello di quanto non fosse mai stato in gioventù.
«Mio piccolo Pete...», mormorò, incapace di trattenersi.
Gli occhi verdi del bassista si sgranarono, la sua bocca si contorse in una smorfia. Fece per richiudere la porta ma Robert la bloccò con un gesto imperioso del braccio. Tentò di spingerla più volte, senza successo, così ci rinunciò e incrociò le braccia sul petto.
«Si può sapere che cazzo vuoi?».
«Anch'io sono contento di vederti, Peter».
«Non ho nessuna voglia di scherzare», replicò il bassista, lo sguardo torvo. «Mi vuoi dire cosa sei venuto a fare, qui?».
«Avevo bisogno di parlarti a quattr'occhi».
Peter fece un ghigno di scherno. «Dopo trentun anni?».
«Devo sapere perché non sei voluto venire alla cerimonia della “Hall of Fame”».
«Te l'ho detto al telefono, il perché!», si infervorò il bassista. «Io non sono più uno dei Chicago!». *2)
«Non è vero, Pete. Tu rimarrai sempre uno di noi, e lo sai benissimo», replicò con calma Robert.
«Smettila di chiamarmi a quel modo!», gridò ancora Peter, agitando le braccia.
Il tastierista gliele afferrò, trascinandolo verso di lui. La porta si chiuse alle spalle del bassista e Robert ce lo spinse contro, aderendo poi al suo corpo. La luna piena si rifletteva nei loro occhi, illuminandoli di una luce nuova.
«Non ho mai smesso di amarti... in tutti questi anni sei sempre stato al centro del mio cuore», sussurrò il tastierista sulle labbra dell'amante.
«E allora perché non sei venuto a cercarmi prima?», replicò Peter in balìa dei suoi sentimenti, la voce che tremava. Anche lui non aveva mai smesso di amarlo. Non aveva mai dimenticato le sensazioni che il tocco di Robert gli procurava, le stesse che stava provando in quel preciso momento. E, proprio per questo, dopo aver dato una figlia alla sua ultima fidanzata – diciannove anni prima – non aveva più voluto nessuno al suo fianco. *3)
Si fissarono ancora, occhi negli occhi, e non ci fu bisogno di dire altro. Le loro labbra si incontrarono a metà strada e le loro lingue si intrecciarono di nuovo.

 

 

Spazio autrice:

E siamo arrivati, infine, anche al “mio” momento, quello scritto con il prompt suggerito da me, ovvero “luna piena”. E, per la cronaca, il 18 agosto del 2016, giorno in cui è ambientata questa flash, era davvero luna piena.
Ho avuto una fortuna sfacciata. Lo desideravo tantissimo e la sorte ha voluto che rimanessi per ultima a scegliere il prompt. Sono contentissima di questo, visto che questo capitolo parla del nuovo incontro, in vecchiaia, dei due ex amanti che, nella mia personalissima story line, si sono lasciati nell'aprile del 1984, anche se Peter è rimasto nei Chicago fino alla metà del 1985. Ed è perfetto per chiudere in bellezza questa raccolta.
Mi sono emozionata tantissimo nell'immaginare, e poi nello scrivere, questo incontro tra i due uomini ormai settantaduenni, ma che ancora si amano, nonostante tutto, come il primo giorno. E infatti avrei voluto scrivere, scrivere e scrivere, ma le 500 parole erano troppo poche, quindi ho dovuto limare un po'. Pazienza... Spero un giorno di poter scrivere i seguiti di tutti i capitoli di questa raccolta, perché non posso lasciare tutto in sospeso XD.
Ringrazio tantissimo Soul per aver organizzato questa sfida, che mi ha stimolato tantissimo e mi ha permesso di leggere tante bellissime storie!
Vi lascio alle ultime note.
*1) – Ketchum, nell'Idaho, è il paese in cui Peter ha risieduto più o meno da quando ha lasciato i Chicago. Essendo un tipo molto sportivo e amante dei cavalli, ho sempre immaginato che vivesse in una tenuta di campagna, isolata da tutto e da tutti.
*2) – L'8 aprile del 2016 i Chicago sono stati inseriti nella “Rock and Roll Hall of Fame”. In quella occasione Robert telefonò a Peter per dargli la notizia e chiedergli di presenziare alla cerimonia. Pare che il bassista gli abbia risposto di non scocciarlo (forse anche in termini un po' più rudi), perché lui non era più uno dei Chicago. Ovviamente Robert ci è rimasto molto male.
*3) – Nel 1997 Peter ha avuto una figlia, Senna, dalla sua fidanzata di allora, Blythe Weber. Da quel momento non ci sono più notizie di sue “fiamme”, quindi immagino che sia rimasto da solo.

  
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