Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Quistaz    20/04/2020    1 recensioni
Roma, 320 d.C.
La giovane Anna, figlia di un celebre poeta latino, convive con i fantasmi del proprio passato: la prematura morte della madre l' ha resa una persona schiva ed introversa, tanto da indurla a disprezzare il caotico dinamismo tipico di Roma. La sua vita è molto semplice, senza eccessi e riservata. Ma per lei e per l' Impero tutto sta per cambiare. Un viaggio 'nell' ignoto' la spingerà ad affrontare i propri traumi e le nuove sfide che la metteranno duramente alla prova: riuscirà a vincere le sue paure o affogherà nella disperazione? Si libererà delle difficoltà che le riserva il Fato o soccomberà?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Tre pugnalate. Tanto era bastato per uccidere Claudia.  

Era accaduto tutto molto velocemente. La donna stava salutando i clientes del marito come suo solito. La sua avvenente bellezza la rendeva una presenza sempre gradita ai visitatori e pareva quasi che molti di loro si recassero lì per rubare un suo sguardo, per scambiare anche solo due parole con lei. 

-A domani Lucio...Marco! Eccoti finalmente! Ennio mi ha incaricata di darti questo... 

All’ improvviso un uomo uscì dalla folla e si slanciò verso di lei. Claudia notò con terrore che lo sconosciuto teneva in mano un gladium simile a quello dei gladiatori del Colosseo. Fu un gesto fulmineo, inaspettato, crudo. Un primo colpo la ferì al collo. La furia cieca dell’ assalitore si concentrò poi sul ventre. Un ventre caldo e accogliente, che due anni prima aveva protetto quella che era diventata una bellissima bambina, Anna. Un ventre in cui stava nascendo una nuova vita. Claudia era incinta. Ma ormai era morta, schiacciata dalla follia di un pazzo. 

Ennio era a conoscenza della gravidanza della moglie e, come dargli torto, non stava più nella pelle. Era il loro piccolo, dolcissimo segreto. Perciò quando la scorse stesa per terra, inerme, vide il mondo crollargli addosso. Sì sentì vuoto, inutile. Aveva perso tutto. O quasi. Anna era ancora lì con lui. Anna ci sarebbe stata sempre. Capì di dover onorare Claudia prendendosi cura della loro bambina e di non farle mancare nulla. Affetto, attenzioni. Improvvisamente la felicità della figlioletta divenne l’ unico scopo della sua esistenza. 

 

<<...buttarsi sola in strada a camminare, senza pretese, senza alcuna direzione...pensando solo a cosa potrei dire quando oltre a te mi mancheranno pure le parole...bellissimo parlarti anche se so che i nostri occhi non si guardano...>> 

 

-Anna! Vieni fuori! 

La ragazza sussulta, persa nei suoi pensieri. Il padre le ha trasmesso la passione per la poesia e lei stessa, nei momenti più profondi, si lascia andare e scrive versi brevima di grande intensità. 

-Anna! 

Ancora quel grido. Sulle sue labbra affiora un leggero sorriso. Conosceva bene quella voce, che sembrava provenire dall’ esterno. 

-Flavio, un secondo! Arrivo subito!- risponde. Afferra la prima vestaglia che vede e si precipita sul piccolo terrazzo della villa. 

La luce accecante le impedisce di individuare immediatamente l’ amico. Il suo sguardo inizia a vagare per l’ immenso panorama. Che bella città, Roma. Pur detestando la confusione che regna sovrana nelle sue vie, Anna la adora. Maledetto popolo, maledetti mercanti e, soprattutto, maledetti barbari. Il brulicare di questi inetti, di questi vermi, rende Roma invivibile, almeno per una persona sensibile come lei... 

Un paio di colpi di tosse la riportano alla realtà. Anna gira la testa verso questo nuovo, seccato, richiamo. 

-Oh...ehm...- il suo viso diventa paonazzo -...immagino ti sia accorto che non ti avevo visto...  

-Come no? - dice ironico il giovane. E’ un ragazzo alto, castano, dagli occhi profondi. Due braccia possenti come tronchi d’ albero escono dal suo torace. 

-Flavio su, non fare il bambino...- ridacchia lei timidamente. 

-Solo perché me lo chiedi tu, Anna...allora, qualche novità? 

-Niente di nuovo, a parte che papà ha iniziato a scrivere i suoi nuovi carmina...quelli che l’ Imperatore gli ha commissionato per la nascita del figlio... 

Anna tira fuori la lingua, in segno di disgusto. Le sue iridi ridono spensierate. Le lentiggini cantano. Flavio è il solo che riesce a divertirla, a farla sentire sé stessa, a darle la possibilità di vivere. In qualche modo questo vivace ragazzo romano ha trovato la chiave per rompere il guscio di paranoie e negatività che il dolore per la perdita della madre ha costruito intorno a lei. Nemmeno Ennio ci è mai riuscito. 

-Porta rispetto per il grande Imperatore Costantino!le dà corda lui scimmiottando gli anziani, da sempre sostenitori del princeps. 

Si guardano. Gli occhi di lui brillano come piccole spille. Ad un tratto le sue labbra si aprono, ma il suono arriva con un paio di secondi di ritardo. Le sue sopracciglia si piegano fino a dare vita ad un’ espressione piuttosto impacciata. 

-Senti, ti dovrei chiedere una cosa… 

-Dimmi, lo sai che tra noi non ci sono segreti- gli ricorda lei affettuosa. 

-So quanto sia difficile per te, non vorrei mai forzarti…ma ti andrebbe di fare un giro ai Fori Imperiali, io e te? 

Le parole erano guizzate fuori dalla sua gola scattanti e leggere. Ad Anna però erano sembrate pesanti come i massi del Colosseo, tanto da gelarle il sangue nelle vene.  

-Ai Fori…- balbetta lei, quasi in preda ad un attacco di panico. 

La ragazza rivive in un solo secondo la sua giovinezza costellata da paure e fughe dal mondo esterno. Un flash attraversa la sua mente. E’ tornata ad essere quella bambina spaventata che fuggiva da tutto e da tutti. Improvvisamente si sente trasportata da un turbinio di emozioni in una dimensione irreale, frutto della sua immaginazione. Silenzio, muto silenzio. Di colpo però tutto cambia. Dei passi risuonano nella piazza deserta. La bimba dai capelli rossi si volta di scatto. Un mare di ombre scure marcia verso di lei, che inizia a correre. Queste sagome buie sembrano invadere ogni piccolo angolo della città. Scappa piccola, scappa. Corri finchè puoi.  

Un muro le taglia la strada. La fragile e indifesa Anna si sente morire dentro. No! Ombre maledette, andate via! Le vengono le lacrime agli occhi. Ma queste figure oscure e malvagie sembrano non avere intenzione di fermarsi. Si avvicinano sempre di più, sempre di più... 

Delle morbide gocce salate scorrono sul suo viso. Sono fin troppo reali.  

Flavio capisce di aver sbagliato. Che stupido che è stato a proporre all’ amica una cosa del genere! Come avrebbe potuto lei, così schiva, così riservata, così timida, accettare una sua richiesta tanto sfacciata? E, soprattutto, come aveva potuto tralasciare l’ agorafobia dell’ amica?  

Un forte senso di inadeguatezza si diffonde per tutto il suo corpo. Si era comportato da egoista, aveva posto i suoi interessi e le sue aspettative davanti alla felicità di una giovane puella. In cuor suo sente di non meritarla. Inutile girarci attorno: si era perdutamente innamorato di Anna. Le sue dolci maniere, il suo radiante sorriso lo avevano conquistato.  

Senza accorgersene, Flavio inizia a tormentarsi le mani per il disagio. 

   
 
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