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Autore: FalbaLove    21/04/2020    3 recensioni
Due piccoli occhi grigi,contornati da rughe,fissarono per l'ennesima volta una foto incorniciata malamente e con gli angoli leggermente ingialliti;un sorriso amaro comparve sul suo volto di fronte a quelle tre piccole bambine che,ignare,dormivano beate. All'improvviso il suo cuore ebbe un sussulto mentre prepotentemente si apriva la porta del suo ufficio:con rapidità la donna ripose la cornice in un cassetto spostano il suo sguardo sulla figura che comparve dinanzi a lei.
-Preside Griffin, a cosa devo l'onore?-
-Sapevamo tutte e due che sarebbe giunto questo giorno-commentò inflessibile l'altra. Faraganda si sistemò gli occhiali sospirando:si alzò con estrema calma raggiungendo l'enorme vetrata del suo ufficio.
-Ci pensi ancora? Nel senso se abbiamo fatto la scelta...-
-Giusta?-Faragonda abbassò lo sguardo.
-Forse siamo state stupide a basarci su una profezia-
-O forse no-conclusse la Preside di Alfea.
-Non lo sapremo mai-Faragonda sorrise di fronte alla risposta sconsolata dell'amica.
-Io invece,Preside Griffin,penso che lo scopriremo presto
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Faragonda, Flora
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Musa si catapultò con velocità nell’Ufficio della Preside: rimase quasi estasiata osservando come lì fosse tutto in ordine mentre al di fuori la battaglia non cessava di smettere. Diede un veloce sguardo dalla vetrata osservando come i suoi amici combattessero con tutte le loro forze i tre terribili nemici. Doveva sbrigarsi anche se aveva intuito che Saladin aveva un piano in mente: velocemente aprì i cassetti della scrivania e sorrise soddisfatta stringendo tra le mani il piccolo cofanetto dorato dove all’intero vi era la Stella d’Acqua, l’unica cosa oramai legata alla spirito di Aisha. Musa la portò con forza al petto percependo la forza dell’animo della Principessa di Andros rinchiuso all’interno.
-Consegnamela!-un grido forte e carico di rabbia sorpresa la fata di Melody che alzò in fretta i suoi occhi: Darcy la stava fissando con ira , ma neanche il suo volto era rimasto indenne dallo scontro. Copioso sangue si era incrostato sulla sua fronte mentre sulla gamba destra aveva una profonda ferita. Musa confusa guardò lontano dove la stessa figura della strega stava combattendo con fatica contro Stella e Timmy oramai sempre più stanchi e deboli.
-Mai sentito parlare di duplicazione?- le chiese la strega lisciandosi i lunghi capelli castani. Musa si alzò in piedi stringendo con forza i pugni vicino al petto.
-Spostati altrimenti non avrò pietà di te- la minacciò Musa mentre il viso pallido e martoriato della Preside si materializzò nuovamente tra i suoi pensieri. Darcy iniziò a ridere  socchiudendo gli occhi sotto lo sguardo attonito della fata mentre la sua smorfia di dolore si tramutò in un avido sorriso.
-Oh piccola Musa la tua mente è così sconvolta che è un piacere leggerla come un libro- sospirò facendo ricadere la testa all’indietro.
-La tua infanzia così tormentata, il ricordo di tua madre che sta sempre più svanendo e … - ma immediatamente smise di parlare. Un ghigno malvagio si dipinse sul volto della strega che si leccò le labbra seducente.
-Uno stupido Specialista che non ricambia i tuoi grandi sentimenti per lui- all’udire quelle parole Musa si portò le mani alla testa come cercasse di impedire alla strega di leggere i suoi pensieri: di fronte a quel gesto così inutile e patetico un ghigno comparve sul pallido viso di Darcy. I suoi occhi felini brillarono mentre si leccò un dito ricoperto di sangue.
-Posso confessarti che il suo sangue ha un buonissimo sapore?- mormorò leccandosi le labbra.
-È stato un piacevole burattino tra le mie mani- continuò scostando il suo sguardo dalla fata a dove si svolgeva la battaglia.
-Tu sei pazza! Onda Sonora!- le urlò Musa stringendo il cofanetto al petto mentre scagliò contro il nemico un fascio continuo di onde sonore. Darcy, nonostante fosse estremamente provata dalla battaglia, parò il colpo creando uno scudo di magia nera attorno a sé.
-Non vi perdonerò mai per quello che avete fatto e ti prometto che avrò la mia vendetta- concluse Musa raccogliendo tutte le sue forze e generando una grande quantità di onde sonore che ad alta intensità circondarono Darcy. La strega si buttò a terra mentre la sua mentre venne invasa  dall’incantesimo: si portò le mani alla testa digrignando dal dolore.
“Musa sei finalmente riuscita a mettere da parte la tua testardaggine e, seguendo il consiglio di Saladin, sei riuscita a recuperare l’anima di Aisha: la bacchetta Mythix finalmente è tua” sussurrò Nebula e la tanto agognata  arma si materializzò in una mano della fata che non riuscì a trattenere una espressione di stupore.
-Oggi più nessuno morirà- concluse la fata di Melody correndo fuori dalla porta e lasciando una Darcy svenuta dietro di sé.
 
Le ginocchia di Stella quasi cedettero per la stanchezza tant’è che la ragazza si aggrappò al braccio di Brandon.
-Stella stai bene?- le sussurrò preoccupato lo scudiero notando come le forze stessero sempre più abbandonando la fata: la bionda annuì debolmente mentre il suo respiro si fece sempre più irregolare.
-Non resisteremo ancora per molto- aggiunse Sky guardando allarmato il deserto attorno a sé. Stormy e Darcy volteggiarono intorno a loro ridendo a crepapelle. Quella strana barriera che avvolgeva Alfea sembrava regalare una strana e nuova energia alle due streghe mentre stava sempre più indebolendo i possessori di energia bianca. Timmy posò lo sguardo sul Preside che a qualche metro di distanza da loro stava parando a fatica i continui attacchi di Valtor.
-Ragazzi!- il richiamo di Musa attirò l’attenzione di tutti i presenti: correndo più veloce che potette la fata di Melody si affiancò ai compagni mentre una dorata scatola scintillò tra le sue mani. Appena Saladin ricevette il segnale da Musa sbatté con  potenza il suo scettro a terra raccogliendo le poche energie rimaste: una forte onda di un bianco brillante colpì in pieno Valtor e Stormy mentre l’immagine vacua di Darcy sparì all’istante.
-Ragazzi mettetevi in cerchio- ordinò serio: Brandon raccolse dolcemente il corpo di Tecna da terra mentre Sky e Timmy fecero lo stesso con Riven. Nessuno di loro sapeva cosa avesse in mente il mago, ma avevano perfettamente capito che quella barriera generata dallo stregone rendeva impossibile lasciare la scuola.
-Cosa pensa di fare?- domandò preoccupata Stella osservando con lo sguardo che i nemici si stavano pian piano riprendendo dal colpo.
-Prendetevi per mani, presto fate in fretta- la ammonì però allarmato il nonno di Helia. Musa fu la prima a seguire le indicazioni dell’uomo raccogliendo nella sua mano destra e pallida quella dell’anziano.
-No, non possiamo andarcene! Non possiamo lasciare la Preside Faragonda qui!- si ribellò Stella osservando in lacrime il corpo martoriato della Direttrice che giaceva immobile a terra in una pozza di sangue.
-Non abbiamo altra scelta- concluse Saladin strattonando la bionda all’interno del cerchio: Stormy gridò di rabbia mentre quelle poche figure scomparvero da davanti i suoi occhi cerulei.
-No! Dannazione!- sibilò a pieni polmoni rivolgendo uno sguardo allarmato allo stregone. Valtor si alzò a fatica ancora intontito dall’incantesimo a sorpresa del vecchio.
-Dobbiamo seguirli! Non può finire così- gridò la strega quasi impazzita: si buttò a terra stringendo la terra tra le mani. Una calda mano si posò però sulla sua spalla.
-Lasciali scappare come topi, abbiamo ottenuto molto di più di quello che bramavamo- le mormorò con tono sensuale all’orecchio e accarezzandole dolcemente i ricci: a quel gesto la strega sembrò finalmente rilassarsi.
-Alfea è nostra e presto lo sarà anche la Fiamma del Drago- biascicò leccandosi un labbro prima di riservare un ultimo sguardo alle figure inermi delle due Presidi.
 
 
Helia lanciò un ennesimo sasso sulla superficie liscia e perfetta di quel lago: il sasso fece alcuni salti prima di venir risucchiato dall’acqua. Un sorriso amaro si dipinse sul volto del giovane mentre una espressione pensosa non sembrava voler abbandonare il suo volto. Alzò gli occhi al cielo percependo perfettamente che una strana sensazione negativa aleggiava in tutta Magix. Nello stesso momento in cui ebbe formulato quei pensieri, un tremendo vento si alzò facendo svolazzare la sua lunga chioma ferma in una coda. I suoi occhi azzurri si guardarono intorno allarmati mentre anche gli alberi e le foglie rimasero succubi di quello che sembravano un inizio di tempesta. Inspirò cercando di rimanere calmo e guardando nuovamente il suo orologio: Bloom era già da molto tempo in acqua e ogni secondo che passava l’apprensione per quella amica cresceva sempre di più dentro di lui. Si chinò velocemente osservando con attenzione il suo riflesso sullo specchio d’acqua. La sua mente vagò al ricordo del mito di Narciso, un personaggio che da sempre lo aveva affascinato, ma quei  suoi effimeri pensieri vennero però turbati da degli strani rumore. Attentamente l’ex specialista  fece vagare i suoi occhi lungo tutta la grande riva nel lago, ma quello che vide andò al di fuori di qualsiasi immaginazione: una snella e alta figura dall’altra parte del lago era ricurva ad osservare i fiori di Lanusia. I suoi occhi color giada sembravano come rapiti da quei petali, rapiti come lo erano gli occhi del giovane per lei. Al ragazzo ci volle meno di un secondo per riconoscere quella pelle ambrata e quel tenero sorriso.
-Flora- mormorò a fior di labbra il giovane rialzandosi in piedi. La fata, come un miraggio, strinse delicatamente nella mano uno dei tanti fiori di Lanusia prima di addentrarsi nuovamente verso la foresta: Helia rimase a bocca aperta a fissare la figura farsi sempre più lontana. Scosse la testa con decisione come non credesse ancora a quello che aveva appena visto. Il cuore iniziò ad accelerargli mentre senza pensarci iniziò a correre. Non poteva essere lei ,ma  in cuore suo il giovane sperava che fosse realmente la donna che da quella famosa sera non aveva abbandonato i suoi pensieri.
-Flora- gridò allungando la mano, ma proprio in quel momento il vento si fece così forte da portare via, dispettoso, il suo richiamo che quindi non venne udito dalla fata.
-Flora- ripeté questo volta con più enfasi fermandosi un secondo per riprendere fiato. Incurvò le labbra rivolgendo il suo sguardo indietro: Bloom era ancora nel lago e seguire quella ragazza voleva dire abbandonare la rossa. Incrociò le braccia  con stizza, ma qualcosa di inaspettato scombussolò tutti i suoi piani. Un alto e muscoloso uomo  dal mento pronunciato e i lunghi capelli pescati attraversò senza paura lo specchio d’acqua venendo quasi risucchiato dal lago. Helia strinse con forza i pugni: qualcosa di terribile stava per accadere, ne era certo.
 
 
Bloom scosse la testa con decisione: un nemico? Ma di cosa stava parlando?
-Perché mai qualcuno dovrebbe avercela con me? Io sono solo una inutile terrestre su questo pianeta-
-Lo sai anche tu che questo non è vero Bloom: il potere più antico è rinchiuso dentro di te dormiente e tale deve rimanere - disse con decisione il fantasma dorato e Bloom si sentì quasi mancare: lei una creatura magica?
-Ti stai sbagliando- urlò a pieni polmoni sentendo la rabbia crescere in lei: quello che stava dicendo la donna era privo di senso e significato,ma per uno strano motivo la rossa sentiva di credere ciecamente alle parole di Daphne e questo la confondeva ancora di più.
-Tu sei una fata Bloom e purtroppo questo malvagio stregone che ti sta cercando lo sta facendo per strapparti i tuoi poteri. La Fiamma del Drago non può assolutamente cadere in mano sua o l’Universo, già profondamente compromesso,  si sgretolerebbe in un attimo-
-Ma se è vero quello che mi stai dicendo allora perché non ho alcun potere? E chi sono io in realtà?- Daphne si prese un momento per pensare: la maschera che indossava celava la maggior parte del suo volto eppure la terrestre capiva perfettamente ogni singolo sentimento della figura estranea.
- Sono stata io stessa 18 anni fa ad addormentare i tuoi poteri  per impedire che lui riuscisse a trovarli. Gardenia è stata solo la città in cui sei cresciuta, la tua natura appartiene alla Dimensione Magica, ma non posso aggiungere altro. Devi capirmi Bloom, troppe informazioni rischierebbe di stravolgere l’equilibrio già precario della Dimensione Magica. Ti prometto però che ogni cosa avrà il suo tempo- disse seria la Ninfa cercando lo sguardo attonito di Bloom. Quella boccheggiò qualcosa prima di parlare nuovamente.
-Cosa sta succedendo all’Universo? Perché continui a ripetermi che è in grave pericolo e vicino alla distruzione?- un sorriso amaro si dipinse sulla creatura eterea dorata.
-Un terribile potere è stato utilizzato per cambiare un evento fisso ed importante della nostra linea temporale: tutto ciò è già stato vissuto in una maniera diversa in un altro Universo. Devi sapere Bloom che il tempo ha dei punti fissi, dei cardini che non possono essere toccati: un evento però,anni fa, è stato cambiato e dall’ora tutto intorno a noi si sta sgretolando e sta implodendo.  La fine è vicina, ma la speranza non deve essere abbandonata-
-C’entra per caso con quella strana ragazza dell’ospedale?- Daphne annuì questa volta con decisione.
-Il vostro incontro ha risvegliato qualcosa in te e tu lo sai. Quella ragazza, nell’altro Universo, era un figura ricorrente della tua vita ed il suo nome era Icy- quel nome parve turbare enormemente la ragazza che deglutì a fatica. Quelle tre semplici lettere iniziarono a rimbombarle senza sosta nella sua mente. Digrignò i denti succube di quel dolore.
-Ma quindi per rimettere a posto l’Universo mi basterà risvegliarla, vero?-
-Non è così semplice. Quella ragazza purtroppo non è solo in uno stato vegetativo, ma un terribile potente incantesimo aleggia sulla sua figura: il tuo potere sarà indispensabile, ma da sola non potrai far niente. La tua forza, la tua essenza e la tua persona sono incompleti: altre cinque figure segneranno la tua missione e solo insieme sarete in grado di salvarci. Per l’ennesima volta le Winx dovranno salvare il mondo- appena la Ninfa ebbe finito di parlare la grotta tremò pericolosamente: la bolla per fortuna preservò la terrestre dai detriti.
-Daphne cosa sta succedendo?- domandò preoccupata Bloom ignara di cosa stesse per accadere. Una seria espressione si dipinse sul volto della donna.
-Il nostro tempo è finito Bloom-
-Ma potrò sempre tornare vero? Ho ancora un mucchio di domande da porti- sospirò la ragazza avvicinandosi a lei che però si limitò a scuotere la testa con decisione.
-Questo purtroppo è un addio Bloom, in un altro Universo le cose non sarebbero andate così, ma va bene lo stesso: io non sono un tassello fondamentale, ma solo una pedina- disse la donna con uno strano tono rassegnato. Bloom sentì gli occhi farsi sempre più lucidi non riuscendo a capacitarsi come potesse esserci già un legame così forte con quella semi-sconosciuta.
-Il tuo petto- sospirò Daphne osservando la rossa luce che Bloom stava emanando senza volerlo. La rossa si guardò spaventata le mani mentre si sentì ribollire il sangue nelle vene.
-Daphne cosa mi sta succedendo?- le chiese atterrita. Il sangue sembrava bruciarle le vene e uno strano potere pareva impossessarsi sempre di più delle sue membra.
-La tua Fiamma del Drago è stata risvegliata. Bloom promettimi che la difenderai ad ogni costo!- la ammonì la donna seria e Bloom annuì silenziosamente.
-Ti ho cercata così tanto- un ghignò malvagio interruppe le ultime parole di Daphne.
Bloom si girò spaventata mentre i suoi occhi cerulei vennero rapidi da una tetra figura apparsa dietro di loro quasi all’improvviso. Un uomo alto e dai lunghi capelli color pesca la stava scrutando eccitato con occhi iniettati di sangue: la sua più completa attenzione era riservata al suo esile corpo come se non avesse neanche notato la figura dorata poco distante da lei.
-Non posso credere di averti finalmente trovata- continuò lo sconosciuto leccandosi le labbra avidamente: uno strano ciondolo vibrava al suo collo liberando una luce molto simile a quella emanata dal corpo della rossa.
-Chi sei?- balbettò Bloom trovando quello sconosciuto estremamente inquietante e non riuscendo a fermare il suo corpo dal tremare per la paura. Era sicura di non averlo mai visto in vita sua eppure l'energia che in quel momento quell'uomo stava emanando era estremamente oscura e familiare e questo spaventò ancora di più la ragazza.
-In realtà sarei molto più curioso io di sapere chi sei tu e come mai la Fiamma del Drago risiede proprio di te- commentò l'uomo sfidandola con lo sguardo. Bloom deglutì a fatica mentre la luce che avvolgeva il suo corpo pareva non abbandonarla.
-Ma tranquilla, se me la consegnerai senza fare storie potrei anche tenere in considerazione la possibilità di risparmiarti- disse sciogliendosi in una fragorosa risata e facendo ricadere la testa all’indietro. Il suo tono di voce era estremamente calmo e pacato eppure la bramosia era visibile all’interno dei suoi occhi.
-Scordatelo- il tono deciso e improvviso di Daphne prese di sorpresa sia Bloom che lo strano uomo: gli occhi dello sconosciuto finalmente si posarono sua figura dorata e la rossa notò chiaramente i suoi occhi iniettarsi di sorpresa come conoscesse la Ninfa.
-Daphne?- mormorò a fior di labbra l'uomo non riuscendo a credere a quello che stavo vedendo.
-Immagino che questo trucchetto del nascondino sia stata opera tua: hai osato sfidarmi già una volta e non è stato abbastanza? Ho torturato e ucciso i tuoi genitori e distrutto l'inutile involucro che chiamavi corpo eppure vedo che non ti è servita la lezione! Sai, quando sono giù di morale mi torna in mente il corpo lacerato e tremante di tuo padre Orion e lo sguardo pieno di implorazione di tua madre Marion- all'udire quei due nomi Bloom impallidì: un ennesimo,piccolo,ma allo stesso tempo importante pezzo di puzzle andò al suo posto. Senza esitazione si voltò alla ricerca dello sguardo di Daphne.
 -Tu sei mia...- sospirò quasi non riuscendo a respirare, ma l’altra non le diede il tempo di continuare la frase che le si parò davanti come volesse proteggerla. Poi dolcemente le rivolse un dolce sorriso che ebbe per Bloom un chiaro significato.
-I miei genitori sono morti da eroi Valtor e non ti permetto di infangare il loro nome!-
-Scarafaggi, ecco quello che erano. Stupidi scarafaggi che hanno tentato inutilmente come te di contrapporsi tra me e il mio destino. Ma ora i miei poteri sono forti e niente mi impedirà di impossessarmi della Fiamma del Drago- sogghignò Valtor alzando le braccia al cielo. Una terribile palla di energie si creò velocemente tra le sue mani: Bloom indietreggiò di qualche passo sentendo un terribile senso di impotenza crescere dentro di lei.
-Sono stanco di trovare persone che continuano a intromettersi tra me e il mio destino- urlò pieno di rabbia lanciando contro le due  l’incantesimo: la rossa si buttò a terra raccogliendo la testa tra le mani. Ma stranamente l’impatto con quell’attacco non arrivò e quando la ragazza riaprì gli occhi si ritrovò circondata da un bianco e brillante scudo che vibrò un’ultima volta prima di scomparire. Il suo primo pensiero però fu quello di voltarsi in direzione della donna che aveva generato quella barriera.
-Stai bene Bloom?- le domandò Daphne mantenendo lo sguardo fisso sul nemico. La ragazza annuì impercettibilmente notando l’affaticamento nel tono della donna.
-Oh ti sento così debole Daphne che sarà quasi un peccato ucciderti- sibilò Valtor non riuscendo a trattenere un sorriso divertito: gli occhi cerulei della rossa si fecero sempre più lucidi mentre le parole di Daphne rimbombavano tremendamente nella sua testa. Aveva detto che questo sarebbe stato un addio e non poteva e non voleva credere che quell’uomo avrebbe distrutto quella che non aveva più dubbi essere sua sorella.
-Non mi fai paura Valtor, non me ne hai mai fatta. A differenza tua io ho qualcuno per cui combattere e se dovrò sacrificare anche la mia anima per sconfiggerti sappi che non ho paura- rispose la donna
-Spirale di Fiamme- gridò successivamente generando una spirale di fiamme rosse e viola che centrò in pieno l’uomo: Valtor provò inutilmente a generare uno scudo di magia nera che però fu spazzato via dalla potenza dell’incantesimo di Daphne. Lo stregone impotente ricadde sul fondale marino perdendo momentaneamente i sensi. La creatura dorata approfittò di quel momento per dirigersi da Bloom.
-Bloom devi andartene- disse seria non riuscendo a trattenere la preoccupazione. La ragazza però scosse la testa con decisione non riuscendo a trattenere le lacrime.
-No, non voglio lasciarti. Io non ti lascerò sacrificare la tua vita per me- sussurrò mentre le sue gote rosee vennero bagnate dalle calde lacrime che parevano non volersi fermare.
Daphne all’udire quella determinazione della rossa sorrise dolcemente incrociando il suo sguardo.
-Non sei tu Bloom che puoi decidere il mio destino o almeno non in questo mondo. Mi hai già salvato una volta, permettimi di salvarti io questo volta- le mormorò con tono materno commossa nel ritrovare la stessa testardaggine che aveva da sempre caratterizzato la sorella.
-Non posso perderti ora che ti ho ritrovata perché tu sei mia sor…- ma Bloom non poté concludere la frase che il volto di Daphne venne rapito da una espressione di dolore e sofferenza.  La terrestre osservò impotente la ragazza accasciarsi a terra mentre la sua immagine già rarefatta iniziò a tremare. I suoi occhi caddero su una figura che poco lontano da loro stavano ridendo senza sosta con una espressione soddisfatta in volto.
-Daphne!- gridò la rossa buttandosi sulla figura della sorella che oramai respirava a fatica dopo esser stata colpita dal forte e improvviso incantesimo.
-Bloom scappa- le sussurrò a fior di labbra la donna allungando la mano verso il volto della ragazza,ma nuovamente questo gesto risultò inutile.
-Ti prego non mi lasciare- pianse Bloom mentre calde lacrime si mischiarono con l’acqua del lago. Percepiva l’energia della donna farsi sempre più debole.
-Bloom promettimi …- mormorò sempre più stanca Daphne
-Che cercherai le altre Winx, senza di loro l’intero Universo morirebbe- ma oramai le sue parole risultarono alla ragazza come un flebile sospiro.
-Promettimelo- ripeté riacquistando una minima forza.
-Te lo prometto sorella mia- sospirò all’orecchio della donna prima di osservare anche l’ultima fiammella vitale abbandonare gli occhi di Daphne: prima che la rossa potesse aggiungere altro la sua figura scomparii da davanti gli occhi increduli della rossa.
-Ha avuto quello che meritava quella stupida,ma ora tocca a te- la minaccia di Valtor risvegliò Bloom come da un terribile incubo. Con gli occhi ancora arrossati la ragazza fissò l’uomo il cui volto non dava neanche il più minimo segno di rimorso.
-L’hai ucciso!-sgridò a pieni polmoni la giovane alzandosi in piedi: questo gesto però non sembrò scalfire neanche minimamente l’uomo che sorrise quasi divertito.
-Consegnami la Fiamma del Drago se non vuoi fare anche tu la sua stessa fine- la minacciò generando una ennesimo palla di energia oscura nella sua mano destra. Bloom si guardò intorno notando che non vi era alcuna via di fuga all’interno di quella caverna. Deglutì a fatica sentendosi spacciata e assolutamente impotente. Il braccio di Valtor però venne avvolto da degli strani raggi laser che immobilizzarono il nemico.
-Cosa succede ora?- digrignò i denti lo stregone voltandosi dietro di lui: gli occhi di Bloom brillarono notando la figura che l’aveva salvata da morte certa.
-Chi sei tu pidocchio?- mormorò Valtor incenerendo con lo sguardo il ragazzo che poco distante da lui indossava il guanto da cui erano partiti quegli strani raggi.
-Bloom stai bene?- domandò Helia ignorando completamente l’uomo e rivolgendo lo sguardo verso la rossa: Bloom annuì debolmente osservando che anche il suo amico era avvolto dalla stessa barriera che proteggeva lei dall’acqua. Evidentemente il potere di Daphne non l’aveva ancora abbandonata.
-Come osi ignorare la mia domanda ragazzino?- sibilò ricolmo d’odio lo stregone e con un forte strattone si liberò dalla presa del ragazzo.
-Bloom forza andiamocene di qui!- le ordinò l’ex specialista porgendole la mano. Bloom senza pensarci la afferrò e la bolla iniziò a guidarli verso la superficie.
-Dove pensate di andare?- tuonò Valtor evidentemente scocciato da quella situazione. Helia fissò per un secondo preoccupato la rossa mordendosi nervosamente il labbro. Poi disse una frase che lasciò di stucco la rossa.
-Io lo distraggo, tu devi pensare a scappare senza mai voltarti indietro. Non so chi sia quest’uomo, ma percepisco chiaramente la sua potenza- disse serio estraendo nuovamente i laser dal suo strano guanto.
-No Helia, non posso lasciarti- il ragazzo però ignorò completamente queste sue poco parole.
-Al di là del bosco vi è una scuola che si chiama Fonterossa: lì chiedi di Saladin e raccontagli tutto, lui ti terrà al sicuro- la giovane strabuzzò gli occhi trovando estremamente stupido questo suo piano.
-Stai tranquilla, di mio nonno ci possiamo fidare-
-Tuo nonno?- sibilò sorpresa la rossa.
-Allora non mi sbagliavo- la figura di Valtor quasi si palesò a pochi metri da loro interrompendo il dialogo.
-Quanto ti ho visto non volevo quasi crederci, ma devo ammettere che ora la situazione si fa interessante, vero Helia?- mormorò leccandosi avidamente le labbra e osservando divertito il ragazzo a davanti a lui.
-Come fai a sapere il mio nome?- domandò serio l’ex specialista sfidando con lo sguardo l’uomo  che per tutta risposta si passò una mano tra i capelli.
-La mente di quel debole di tuo nonno è così intrisa di te. È stato un vero onore per me  distruggere uno a uno i suoi ricordi (*)- Helia scosse la testa incredula.
-Non ti credo!- urlò stringendo i punti,ma questo parve rallegrare ancora di più lo stregone.
-Tuo nonno era uno stupido debole come immagino lo sia tu- e all’udire quelle parole il ragazzo si scagliò senza pensarci addosso all’uomo.
-No Helia!-urlò con tutte le forze che aveva in corpo Bloom cercando inutilmente di fermare il corvino: Valtor sembrò pronto al gesto sconsiderato di Helia e senza fatica generò un fascio di magia che colpì in pieno petto il nipote di Saladin. Un urlo straziante si sprigionò in quel deserto lago. Il corpo di Helia venne scaraventato lontano mentre macchie di sangue circondarono l’acqua circostante. Bloom impallidì notando l’enorme squarcio sul petto del suo amico. Valtor però parve sfruttare a pieno quel momento di sgomento della ragazza avvicinandosi pericolosamente a lei: mentre calde lacrime rigavano incessanti le guancie della rossa l’uomo avvolse con forza una mano attorno al collo della ragazza. Non disse niente,ma si limitò a stringere sempre più forte mantenendo i suoi occhi tetri sul dolce volto di Bloom.
-Resta da capire come mai la Fiamma del Drago sia dentro di te- sospirò curioso. Bloom rantolò qualcosa,ma la presa era così forte che la ragazza faceva sempre più fatica a respirare.
-Oh ma non è importante dopotutto da morta non sarai più un mio problema. Ti schiaccerò come ho fatto con i tuoi due amici e poi niente mi impedirà di conquistare l’intera Dimensione Magica-
Un terribile sentimento di impotenza attanagliò il cuore della ragazza oramai arresasi alla sua imminente morte.  Aveva giurato a Daphne di proteggere il potere dentro di lei,ma su una cosa la sorella si era sbagliata: lei non era dotata di alcuna magia. Era solo una inutile terrestre che aveva deluso  tutti. Appena la rossa ebbe concluso questo pensiero chiuse gli occhi di getto: non voleva che l’ultima cosa che avrebbe visto prima di morire fosse il ghignò malvagio di quell’uomo. Una ennesima lacrima scivolò velocemente sulla sua guancia mentre oramai sentiva sempre di più la presa di Valtor farsi potente e soffocante. Dentro di sé però si sprigionò uno strano calore mentre il suo sangue iniziò a bruciarle nuovamente.
-Cosa sta succedendo?- urlò con sgomento lo stregone rimanendo scottato dal contatto con la ragazza e liberandola dalla sua presa: Bloom cadde a terra tossendo con forza.
-Cosa stai facendo stupida ragazzina?- continuò indietreggiando e osservando il corpo della giovane farsi sempre più luminescente.  Appena Bloom ebbe riprese fiato osservò esterrefatta le sue mani che brillavano di una viva luce. Percepiva chiaramente che qualcosa stava crescendo dentro di lei.
-Hai ucciso mia sorella e il mio migliore amico,ma non ti permetterò di fare ancora del male- gridò la rossa rialzandosi e stringendo i pugni: Valtor strabuzzò gli occhi all’udire quella frase.
-Stai  farneticando- mormorò digrignando i denti mentre il potere dentro di Bloom si fece sempre più forte.
-Tu non puoi essere ...- ma le parole parvero morirgli in gola.
-Io sono Bloom e da ora in poi sarò il tuo peggiore incubo!- e appena la rossa ebbe finito di pronunciare quella frase una potente luce travolse l’uomo: Valtor venne avvolto da quello strano potere che lo fece urlare dal dolore mentre la sua pelle iniziò a bruciare.
-D’ora in poi nessuno morirà più per mano tua- continuò con ancora più rabbia Bloom e un forte raggio di luce si sprigionò dal lago Roccaluce.


 
 
Flora si morse le labbra carnose dubbiosa: era da quasi cinque minuti che sostava in silenzio fuori da una delle tante stanze di Fonterossa. Sciolse delicatamente la treccia che poco prima si era fatta per tenere a bada i suoi capelli. Avrebbe voluto con tutto il cuore superare quella porta, ma la sua pelle immacolata e priva di qualsiasi ferita derivante dalla battaglia l’aveva fatta desistere. Aveva lasciato che i suoi amici combattessero  quel tremendo scontro  da soli e questo non poteva perdonarselo. Inspirò silenziosamente armandosi di un coraggio che neanche lei pensava di possedere. Senza fare rumore aprì leggermente la porta creandosi un piccolo spiraglio per il suo capo: un buio totale accolse la sua figura e alla ragazza ci vollero alcuni secondi per identificare dove fosse la persona che stava cercando. Riven dormiva tranquillo sul grande letto matrimoniale della camera,ma quello che la fece sobbalzare furono le grosse medicazione che coprivano il suo corpo. Terribili lividi e escoriazioni poi rendevano quasi irriconoscibile il suo volto. Stando attenta la fata si avvicinò con cautela allo Specialista osservando quanto fosse calmo e rilassato il suo respiro. Senza far rumore si sedette accanto a lui senza riuscire a trattenere qualche lacrima che bagnò le sue guancie ambrate.
-Perché stai piangendo?- quelle flebili parole costrinsero la fata ad alzare i suoi occhi color giada.
-Oddio Riven ti ho per caso svegliato?- sospirò mortificata cercando di asciugarsi con la manica del maglione il volto. Il ragazzo non riuscendo a reprimere un verso di dolore scosse la testa.
-Sono contento di vederti- sospirò ricercando la sua mano che però la mora allontanò quasi impaurita.
-Mi dispiace- sospirò a fior di labbra abbassando gli occhi: il ragazzo però fece una faccia confusa non capendo dove la ragazza volesse andare a parare.
-Vi ho lasciati soli nel momento del bisogno- continuò capendo la confusione dello Specialista. Prima che però potesse aggiungere altro la fata si tuffò su di lui iniziando a piangere. Riven la avvolse tra le sue braccia.
-Tranquilla, ora sto bene- mormorò affossando il suo volto tra i profumati capelli castani della fata di Lynphea: all’udire però  quella frase la ragazza non accennò a smettere di piangere.
-Ti prego Flora calmati- le sussurrò dolcemente costringendola ad alzare lo sguardo: gli occhi ambrati e arrossati della ragazza furono quasi obbligati a rispecchiarsi nello sguardo del ragazzo.
-Guardami, io ora sto bene e siamo insieme: questa è l’unica cosa importante- finalmente la fata di Lynphea si tranquillizzò e il suo solito tenero sorriso riacquistò possesso del suo volto ambrato.
-E poi la mia bellezza non verrà certo scalfita da questi piccoli taglietti- disse con tono divertito e Flora si lasciò andare a una sincera e liberatoria risata.
-Ti amo Riven- confessò senza neanche pensarci: all’istante si portò le mani sulle labbra resasi conto solo in quel momento di cosa avesse detto. Riven però non sembrò scosso da quella frase, ma anzi sorrise.
-Anche ti amo Flora- replicò e prima che la mora potesse aggiungere altro la attirò a sé facendo combaciare le sue labbra con quelle carnose della fata. Flora sussultò di fronte a quel gesto così inaspettato,ma poi ricambiò il gesto con passione. All’improvviso però un terribile urlò spazzò via quel romantico gesto: Flora, arrossata,  sobbalzò impaurita.
-Viene dal cortile- disse Riven anche lui scosso dallo strano rumore. A fatica si fece aiutare da Flora a rialzarsi ed entrambi si diressero verso l’uscita di Fonterossa. Quando la luce del tramonto illuminò i loro volti entrambi i ragazzi si stupirono della quantità di Specialisti e Fate raccolti attorno a qualcosa o qualcuno. Ben presto riconobbero i loro amici che attoniti stavano fissando tre figure accasciate a terra.
-Aspetta qui- mormorò Flora lasciando il ragazzo stremato a Brandon. Gentilmente si fece spazio tra la massa e quando si trovò in mezzo i suoi occhi color giada individuarono il Preside Saladin che stravolto dalle lacrime era ricurvo su un ragazzo. Accanto a lui vi era una ragazza dalla folta capigliatura rossiccia che la mora trovò estremamente familiare, ma quello che fece gelare il sangue a Flora furono i lunghi capelli corvini intinsi di sangue del giovane sdraiato tra i due.
-No!- urlò Flora capendo finalmente a chi quella pelle di porcellana appartenesse.
-No!-urlò ancora più forte accasciandosi a terra.
E questo suo ultimo grido venne prontamente trasportato via dal vento come tentasse di scacciare via per sempre una giornata che aveva mietuto troppe vittime.
Magix era salva,ma a che costo?
 
 
 
-Bloom!-due occhi color ghiaccio impauriti  e scossi si risvegliarono in una strana stanza dalle pareti bianche: la ragazza si guardò intorno mentre il battito talmente forte del suo cuore rimbombava nel sue orecchie.
-Bloom- ripeté come un automa nuovamente a fior di labbra mentre un terribile pallore alleggiò sul suo viso: si guardò atterrita intorno, ma dei grandi macchinari furono le uniche cose che vide.
-Bloom- continuò a dire sentendo sempre di più le forze abbandonarla e inesorabilmente cadde dal letto venendo nuovamente inglobata dal buio. 
 
 
 
 
(*) Ovviamente Valtor sta mentendo: non ha torto un capello a Saladin essendo scappato con le fate e gli Specialista,ma conosce perfettamente quale sarebbe stata la reazione di Helia.
 
 
NOTE
Eccoci giunti alla fine della battaglia che spero non abbia deluso le vostre aspettative. Proviamo a fare chiarezza: Saladin e gli altri sono riusciti a scappare da Alfea dopo l’incantesimo di Valtor che avrebbe altrimenti impedito loro di fuggire condannandoli a morte certa. Si sono rifugiati a Fonterossa e tra tutti Tecna e Riven sono quelli che maggiormente hanno subito delle lesioni. Bloom capisce finalmente chi è, o comunque a quale mondo appartiene, e di fronte alla morte di Valtor e all’attacco (mortale?) subito da Helia sprigiona irrazionalmente i suoi poteri contro lo stregone pronunciando un’ultima frase “D’ora in poi nessuno morirà più per mano tua” (che sia realmente giunta la fine del nemico?) . Alfea è oramai in mano delle due Trix e non si sa perfettamente se Faragonda e Griselda siano morte, ma per fortuna lo spirito di Aisha collegato alle Stelle d’Acqua ( e quindi l’unica possibilità per il Leggendarium ) è salvo grazie a Musa, che a sua volta ha ottenuto la bacchetta Mythix. Le Winx sono finalmente riunite anche se inconsce di chi siano realmente e poi vi è il risveglio di una nostra vecchia conoscenza che pronuncia un nome non qualunque. Beh direi che ci sono molto dubbi soprattutto su chi realmente sia rimasto succube della battaglia. Mi prenderò un paio di giorni/ una settimana per riflettere sul continuo di questa storia che non voglio assolutamente abbandonare, ma solo perfezionare.
Un bacio e ci sentiamo presto
   
 
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