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Autore: evelyn80    21/04/2020    4 recensioni
Preoccupato per il numero sempre maggiore di nuovi arrivi in Purgatorio a causa del Coronavirus, Terry teme, prima o poi, di veder comparire anche qualcuno dei suoi vecchi compagni di band. Per questo, nonostante i rimproveri, prima di mettersi a compiere le sue buone azioni quotidiane deve controllare che "nell'aldiqua" vada tutto bene.
Genere: Comico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Laudir de Oliveira, Terry Kath
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Voci dall'aldilà'
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Le buone azioni possono aspettare... ma non troppo!



 


 

21 aprile 2020

 

Terry si avvicinò all'ingresso guardandosi attorno con aria furtiva. Si appoggiò con la spalla destra contro uno dei pilastri, tentando di nascondersi allo sguardo severo dei vigilanti, e scrutò attentamente le facce dei nuovi arrivati.
Erano in tantissimi, a migliaia. Da un po' di tempo a quella parte era così ogni giorno. E il suo timore più grande era quello di riconoscere, prima o poi, tra uno di quelle centinaia e centinaia di volti un viso conosciuto: quello di uno – o più – dei suoi vecchi compagni di band.
Anche se non voleva ammetterlo, sotto sotto in profondità – molto in profondità – provava anche un pizzico di desiderio che questo si verificasse perché, sempre più spesso, si sentiva troppo solo. Ma se lo avesse apertamente confessato si sarebbe sentito una vera merda perché la morte, come diceva sempre sua madre, non si augurava a nessuno, nemmeno agli animali.
Trasse un lungo respiro e si appoggiò meglio contro il pilastro, osservando attentamente le facce spaesate che gli sfilavano davanti e che si guardavano attorno cercando di capire dove si trovassero.
Quando anche l'ultimo dei nuovi arrivati fu sparito dietro l'angolo si lasciò sfuggire un sospiro: anche per quel giorno i suoi vecchi amici non si erano fatti vedere. Si staccò dalla colonna e portò la mano destra alla tasca posteriore dei jeans, traendone un piccolo plico di fogli spiegazzati: le sue buone azioni quotidiane che fino ad allora aveva trascurato. Stava giusto per leggere il primo punto sull'elenco quando qualcuno si schiarì la voce alle sue spalle.
Si voltò di scatto con aria colpevole: uno dei guardiani lo stava fissando con un cipiglio austero, il piede destro che batteva nervosamente a terra e le braccia incrociate sul petto.
«Signor Kath! Mi vuole spiegare cosa sta facendo all'ingresso, invece di dedicarsi alle sue buone azioni quotidiane?», chiese in tono severo, indicando le pagine stropicciate tra le dita sudaticce di Terry.
«Ehm...», balbettò il ragazzone, imbarazzato. «Ecco... io... siccome questo cazzo di virus sta facendo fuori un sacco di persone, volevo solo controllare che tra i nuovi arrivati non ci fosse qualcuno dei miei vecchi amici».
Il guardiano storse il naso alla parolaccia.
«Signor Kath! Fingerò di non aver udito! Ma se la sento ancora una volta pronunciare turpiloqui le farò allungare la pena di un secolo per ogni lettera della parola blasfema!», gridò, gli occhi fiammeggianti.
Terry si fece piccolo piccolo. «No, no... per carità divina. Altrimenti mi toccherà davvero rimanere qui per l'eternità, e io invece vorrei tanto andare a trovare mia mamma in Paradiso».
A quelle parole il volto del vigilante si addolcì. «Adesso vada a compiere le sue buone azioni, signor Kath, e lasci a noi il compito di controllare chi varca i cancelli del Purgatorio. Se mai dovesse arrivare qualcuno dei suoi vecchi amici mi premurerò personalmente di informarla».
«Grazie, signor guardiano. Lei è davvero... un angelo», disse il ragazzone, lasciandosi sfuggire un sorrisetto imbarazzato.
«Un arcangelo, per la verità», precisò il vigilante. «Ma non perdiamoci in sottigliezze. Al lavoro, adesso!».
Con un sorriso e un cenno di saluto, Terry voltò le spalle all'ingresso e tornò verso la zona centrale, sfogliando distrattamente le sue buone azioni. Prima di mettersi a lavorare voleva fare un ultimo piccolo controllo: doveva affacciarsi alla sua finestra preferita e verificare che nell'aldiqua i suoi compagni di band stessero tutti bene. Quello che più lo preoccupava era Walter. Già qualche mese prima, in occasione dell'anniversario della propria morte, il ragazzone lo aveva visto molto affaticato, e temeva che il “virus corona” – o come diavolo si chiamava – potesse portarselo via da un momento all'altro.
Svoltato l'angolo dietro cui si trovava il suo affaccio sul mondo dei vivi fu costretto, però, a bloccarsi di colpo: la finestra era già occupata da un altro tizio. Lo conosceva solo di vista. Sapeva che era stato il cantante, nell'aldiqua, di un gruppo forse ancora più famoso dei Chicago. Gli pareva di ricordare che si chiamasse “Queeny” o qualcosa del genere. Si trovava lì da meno tempo di lui, ma la sua fama lo aveva preceduto persino in Purgatorio.
Trattenendo a stento una bestemmia, nel timore che qualcuno dei vigilanti potesse udirlo, si appoggiò alla parete e sbuffò forte, sventolandosi al contempo con l'elenco delle sue buone azioni per farsi sentire dall'altro. E, infatti, l'uomo si voltò e lo guardò con un sorriso, la bocca larga piena di denti enormi sormontata da un paio di folti baffi neri. Gli fece cenno di aspettare solo un paio di minuti e tornò a guardare fuori dalla finestra.
Soffiando dal naso come un toro, Terry puntò il piede destro contro la parete e incrociò le braccia sul petto, stropicciando ancor di più le pagine già molto provate dalla sua incuria.
Dopo un quarto d'ora il baffone ancora non si era schiodato e il ragazzone stava iniziando a perdere la pazienza. Si rimboccò le maniche e fece per avvicinarsi all'intruso quando una mano si posò sulla sua spalla. Convinto che fosse ancora il vigilante, Terry si fece di nuovo piccino piccino. Quando vide che si trattava di Laudir de Oliveira tirò un sospiro di sollievo.
«Ehi, amigo? Cosa stai combinando? Oggi non è il tuo anniversario: non dovresti darti da fare?», chiese il brasiliano, sorridente. Le voci sulla sua lunga lista erano già quasi tutte marcate da un segno di spunta.
«Sì, in effetti ho un sacco di buone azioni da fare, brasileiro. Ma prima di mettermi a combinare qualcosa volevo controllare una cosetta nell'aldiqua, se solo si degnassero di farmelo fare!». Nel pronunciare le ultime parole alzò il tono di voce, già cupo di per conto suo, rendendolo minaccioso. L'uomo baffuto si voltò ancora a guardarlo ma stavolta, forse convinto dall'espressione omicida sul volto di Terry, alzò i tacchi e lasciò la postazione.
Il ragazzone corse ad affacciarsi, ed ecco che l'interno della villa di Walter apparve davanti ai suoi occhi. Il sassofonista era seduto in poltrona e stava leggendo il giornale, un bicchiere d'acqua pieno per metà e un blister di compresse per la sua cardiopatia poggiati sul tavolinetto da fumo. Tutto bene, dunque. Almeno per il momento.
Con un sospiro di sollievo, Terry diede una rapida occhiata anche agli altri. Chi più, chi meno, godevano tutti apparentemente di buona salute. Si allontanò dalla finestra e si accostò a Laudir che lo aspettava vicino alla parete.
«Allora? Tutto bene, amigo?», chiese il brasiliano con sincero interesse.
«Sì, per ora tutto bene, per fortuna. Sai com'è... con questo...», Terry si guardò attorno per accertarsi che non ci fosse nessun guardiano nelle vicinanze e abbassò il tono di voce, «... cazzo di virus non si può mai sapere».
«Siamo nelle mãos de Deos», rispose Laudir alzando le braccia al cielo. Salutò il ragazzone e si allontanò per portare a termine i propri compiti.
«Già... hai proprio ragione, brasileiro. Siamo nelle mani di Dio. E sarà meglio che mi dia da fare anch'io, adesso!», esclamò Terry.
Stese alla bell'e meglio le pagine tutte stropicciate e lesse la prima frase dell'elenco.

 

 

Spazio autrice:

Spero che vorrete perdonarmi, ma non ho resistito. Era da un po' che pensavo a questa piccola shot, e non vedevo l'ora di poterla scrivere. Forse sarò blasfema nell'immaginare il Purgatorio come una sorta di prigione senza sbarre, dove i “detenuti” devono compiere buone azioni giornaliere per scontare la loro pena controllati da arcangeli vigilanti e, ogni tanto, possono affacciarsi per controllare cosa fanno i vivi “nell'aldiqua”; ma trovavo troppo carina e adorabile l'idea che, dall'altra parte, Terry sia preoccupato per la salute dei suoi amici, specialmente in un momento come questo in cui il Coronavirus sta mietendo un sacco di vittime in tutto il mondo.
Come ho già detto in altre storie scritte sul medesimo argomento (e che ho intenzione di raccogliere in una serie che si intitolerà “Voci dall'aldilà”), non sarebbe bello se davvero i nostri cari, dall'altra parte, potessero vederci e tenerci d'occhio? E come facciamo a sapere che non sia davvero così?
E... avete riconosciuto chi è l'uomo baffuto affacciato alla finestra, anche lui apparentemente intento a controllare i suoi cari? Ma certo che sì, è il nostro amatissimo Freddie Mercury. Che però, essendo arrivato di là molto dopo Terry, non è molto conosciuto da quest'ultimo.
Spero sinceramente di avervi strappato un sorriso.

 

  
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