Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    22/04/2020    1 recensioni
La storia si colloca qualche mese dopo l'ottava stagione e si concentra principalmente su Sansa Regina del Nord.
Dovrebbe sentirsi in colpa. Quello che resta della ragazzina che era lo è. Grida tutta la sua rabbia e il suo disgusto. La donna che è diventata, la giocatrice, sa che è stata una mossa necessaria. Al Nord serve un erede. Lei non può permettersi di perdere la sua corona per darla ad un marito che, anche senza volerlo, usurperebbe la sua posizione.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Arya Stark, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Incest
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- Questa storia fa parte della serie 'Past and present and memory'
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Document La neve cade ancora, più dolce e meno impetuosa. Anche l'inverno, che si è fatto attendere per anni, sta lentamente cedendo il posto alla Primavera. Sarà un processo lungo tanto quanto il tempo necessario a risollevarsi dalla Guerra contro i Morti, a far rinascere dalla neve un Regno prospero e stabile.
Sarà una Regina a guidarli. Ha il sangue dei Lupi e gli occhi dell'inverno, che mantengono promesse e minacce e contrastano con i capelli rossi, ricordo del troppo sangue versato. È imperturbabile come la neve, come le statue nella cripta, e ascolta e osserva, prevedendo le mosse di tutti e non fidandosi di nessuno. È ancora troppo presto per trovare nuovi amici e ci sono punizioni da dispensare. La maggior parte dei Lord, che la fissa alla ricerca di una crepa nella maschera di compostezza, l'ha abbandonata quando aveva più bisogno di aiuto. Quando i ghiacci del Nord e le sale di Grande Inverno erano profanate da un pazzo sadico incontrollabile.
E lei non ha dimenticato. Gli aiuti offerti dopo, nella Guerra contro i Morti, non sono sufficienti a cancellare i torti compiuti in precedenza, il sangue che scorreva sul suo corpo, i segni che adornano la sua pelle.
Per il momento, però, lascerà che si cullino nel ricordo di Jon Snow, misericordioso e veloce a perdonare, o di Eddard Stark, così accecato dal suo stesso onore da non vedere le colpe degli altri, o, cosa ancora peggiore, da vederle e non fare nulla.
Lascerà che si dimentichino, che non capiscano chi ha vinto il Gioco del Trono, che al Nord è stato quasi sempre un estraneo, e quando penseranno di essere al sicuro, di poter fare della loro Regina un burattino nelle loro mani, aprirà le fauci e azzannerà chi sarà così sciocco da attaccarla.
Nessuno, però, guardandola, potrebbe intuire il corso dei suoi pensieri.
Seduta sul trono, vestita di scuro, con la corona in testa, sembra ancora la figlia maggiore di Ned Stark, seria e composta, amante del ricamo e delle ballate. Basterebbe soffermarsi un po' di più su come assottiglia gli occhi o arriccia le labbra per scorgere la natura del Lupo, quella propria di uno Stark, così evidente nella selvatica Arya e nella compianta Lyanna e così nascosta nella dolce Lady Sansa. Per questo nessuno osserva con più attenzione: perché hanno negli occhi la bambina partita per il Sud e quando era tornata erano troppo occupati ad amare il loro nuovo Re per curarsi troppo di quella ragazza che sembrava destinata a passare da un Inferno all'altro.
In tanti l'hanno sottovalutata. Sono tutti morti.

L'ultima volta che ha osservato le distese immense che sono il Nord si era appena liberata del suo secondo marito, il suo secondo torturatore, il suo secondo carceriere. Ramsay era stato il secondo in molte cose per tutta la vita e per questo, quando si era trovato ad essere il primo, in una posizione di potere che aveva sempre voluto ma per cui non era mai stato preparato, aveva usato la sua crudeltà per togliere di mezzo quelli che secondo lui costituivano una minaccia, ma che in realtà erano i suoi unici alleati.
Si concede un sorriso al ricordo della fine che gli ha fatto fare: ucciso da ciò a cui teneva di più. Le sue grida sempre più acute fino a scendere in rantoli spezzati le fanno venire in mente i gemiti di Joffrey, morente tra lo sgomento della folla, il disappunto della sposa e della sua famiglia, la disperazione della madre, l'unica a piangere la morte del ragazzo in sé e non l'autorità che rappresentava. Sa che la Regina le ha dato la colpa di quell'omicidio per anni, le parole di Tyrion sono state solo una velata conferma, e quasi le dispiace non aver potuto dire a Cersei di essere stata lei il mezzo, seppur inconsapevole, tramite cui è stato ucciso suo figlio.
Probabilmente sarebbe morta all'istante o forse sarebbero stati i suoi fratelli a pagare il prezzo della sua impulsività: Cersei era più spietata con chi feriva i suoi cuccioli che non lei direttamente.
Come una minuscola parte del suo cuore di ragazza aveva gioito del tormento di Joffrey, così un'altra, più grande, del suo cuore di donna aveva fatto lo stesso per le urla di Ramsay.
Sorride soddisfatta come ha fatto quel giorno. Ramsay Bolton e la sua famiglia saranno dimenticati, ma lo stesso non accadrà alla sua morte. Le persone sapranno che Sansa Stark sa difendere e sa vendicare, che proteggerà il suo popolo come chi è venuto prima di lei non ha saputo fare.
   
 
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