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Autore: the_pattern_maker    23/04/2020    0 recensioni
"So che non voglio vivere a metà, che non voglio nascondermi. Ma posso ritenermi pronto per uscire allo scoperto, mostrarmi al mondo come sono davvero?".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Consciousness'
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Maschere

[dicembre  2006]

Queste parole sono dettate da un’ansia crescente a cui non so dare un nome. Mi sconvolge, mi turba e in nessun modo, mi accorgo, mi è possibile mandarla via.

Sono settimane, me ne rendo conto solo ora, che essa mi segue ovunque vada e qualunque attività occupi il mio tempo. Mi trovo, forse per la prima volta nella mia vita, di fronte a un bivio: potrei scegliere tra il continuare a fingere di essere ciò che tutti vorrebbero che io fossi o gettare alle ortiche ogni perbenismo, abbattere finalmente l’invisibile parete che si frappone fra me e la libertà di essere, amare, vivere. Sciogliere le catene che mi legano ad una società ipocrita e costretta da moralismi e ambiguità.

Il mio malessere nasce dall’amare profondamente la persona sbagliata: molti sarebbero ancora pronti a definirmi “malato”, altri direbbero che la mia è una devianza innata. Per quel che mi riguarda ho sempre odiato l’essere giudicato, soprattutto da chi non mi conosce abbastanza da poter esprimere “un’opinione” che possa in un qualche modo tornarmi utile. Accetto volentieri un consiglio da un amico. Dal mio unico amico. L’unico che abbia mai avuto. E che ora sta per lasciarmi di nuovo solo. Lo sono sempre stato. Ma non ci avevo mai fatto caso. Solo dopo averlo conosciuto divenni pienamente cosciente di non essermi mai trovato così bene in compagnia di altre persone, non avevo mai percepito una sintonia simile. Prima di lui non c’era mai stato alcuno che sapesse mettermi a mio agio e divertirmi come solo lui sa fare. Solo lui sa capirmi. Semplicemente con uno sguardo.

Ed io lo amo per questo.

L’ho capito solo ora, nel momento in cui si è affacciata in me questa strana ansia a cui finalmente so dare un nome. È amore. Amore puro. Ed una quanto mai tossica, disperata paura di perderlo.

Credo sia il caso che mi presenti. Il mio nome è Timothy Harold Hale ma per tutti sono T.H, mentre le mie mamme continueranno a chiamarmi Timmy anche a quarant’anni.

Per Lui, però, sono Timothy. Semplicemente Timothy. Ma non divaghiamo. Non voglio tenere la cronaca di un’improbabile storia d’amore. E neppure descrivere attentamente e minuziosamente il mio personalissimo percorso verso la pazzia. Vorrei solo poter parlare di me, raccontare come la mia vita abbia preso questa piega inaspettata, ma soprattutto poter essere come sono senza essere giudicato, offeso, umiliato.

Tempo fa, a scuola, un maligno ha avanzato ipotesi sulla mia, presunta, “vera natura”, osservando il modo in cui declinassi, sempre gentilmente, qualsiasi invito o avance, anche da parte della più avvenente delle studentesse, a parere altrui. Tuttavia, ciò che mi ha maggiormente infastidito nelle voci messe in giro dal maligno non è stata tanto l’insinuazione in sé, ma principalmente il fatto che un estraneo avesse messo in dubbio la mia persona prima che giungessi io a pormi la fatidica domanda. Nonostante ciò egli non era in torto ed è stato allora che, colpito dal desiderio di una romantica storia d’amore, ho potuto constatare di non aver mai desiderato alcuna ragazza, sognando, tuttavia, di poter amare con tutta l’anima ed essere amato con la stessa intensità. Il mio cuore ha fatto una capriola quando, per la prima volta, William Lee MacMarshall ha varcato la soglia di casa mia entrando nella mia vita. Apparirà banale e ripetitivo, e nonostante abbia cercato di negare, anche nei confronti di me stesso, di provare alcun sentimento nei suoi confronti, so per certo che è stato allora, il momento in cui ho capito chi sono e cosa voglio.

Un ghigno increspa le mie labbra. È quest’ansia che mi uccide, che fa apparire il mio viso come una maschera deforme…sorrido in modo beffardo. Maschere. Maschere che occultano la realtà, che ci fanno apparire come altri vorrebbero che fossimo. Odio questo mondo, odio questa società che ci ha insegnato a tenere lontano chi è diverso, punirlo, denigrarlo. Odio la mia debolezza, quando mi accorgo d’essere succube di obsolete regole non scritte…ma che ci condizionano la vita. Eppure…

So che non voglio vivere a metà, che non voglio nascondermi. Ma posso ritenermi pronto per uscire allo scoperto, mostrarmi al mondo come sono davvero?
 


Nota dell'autrice: ho scritto questa storia ben tredici anni fa, è stata la mia prima slash in assoluto ed è la fiction che getta le basi dell'universo il cui si muovono Cecilia e Rebecca in "Vaga Consapevolezza". Sebbene presente su EFP fino al 2016 (quando ho iniziato "Immagini."), l'avevo inizialmente eliminata, conservandone tuttavia i due prologhi sul blog su cui scrivevo al tempo. Ve la restituisco ora pensando di fare cosa gradita. Buona lettura. 

   
 
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