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Autore: Francis Joy    24/04/2020    1 recensioni
Storia partecipante al contest "Season Die After One Another" di Laila_Dahl nel forum EFP
Post TDW, incentrato su Thor e Jane, che finalmente hanno la loro occasione per stare insieme.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane Foster, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nome autore EFP/Forum EFP: Francis Joy
Titolo: Caldo Autunno
Fandom: Thor

Pacchetto: Sciroppo d'acero


Caldo autunno
L’estate era finita, lasciando spazio ai colori caldi dell’autunno. Londra era improvvisamente diventata rossa e arancione.
Jane era felice e il paesaggio autunnale rispecchiava perfettamente il suo stato d’animo. Thor questa volta era rimasto, con i suoi capelli biondi e il mantello rosso appeso dietro la porta della loro camera da letto.

Dopo i pericoli corsi con Malekith voleva rimanere con Jane sulla Terra ed era rimasto sorpreso quando, annunciando al padre questa sua decisione, quest’ultimo non aveva cercato di trattenerlo; Loki gli mancava, ma Jane, in qualche modo e per quanto possibile, riusciva ad alleviare questa sua sofferenza.

Entrambi si sentivano a casa, come mai prima d’allora, e il figlio di Odino si stava abituando in fretta alle abitudini terrestri, seppur con qualche dubbio. Difatti durante un giro turistico a Stonehenge il dio aveva sfidato uno dei turisti, un uomo grosso dai capelli rossi probabilmente scozzese, a sollevare uno dei pesanti megaliti che compongono il famoso cromlech, esattamente come avrebbe fatto con Volstagg e Fandral se fosse stato ancora ad Asgard. Inutile dire che aveva fatto innervosire l’uomo, ma tutto si era risolto per il meglio grazie al temperamento tranquillo, ma deciso, di Jane. Quest’ultima si faceva delle grosse risate con le stramberie di Thor, e Stonehenge non era stato l’unico disagio del dio del tuono.

Una sera i due stavano facendo una passeggiata per Hyde Park, una di quelle passeggiate romantiche che fanno sorridere le bambine con le trecce e fanno spettegolare gli anziani curiosi, quando all’improvviso ha iniziato a piovere ininterrottamente, costringendoli a tornare a casa. Jane ha subito pensato che fosse uno strattagemma di Thor, dovuto a qualche sua idea birichina e maliziosa, ma in effetti si trattava di una fortunata coincidenza. Arrivati a casa, Thor si cambiò, indossando dei vestiti asciutti. Dei due era lui quello che ne aveva più bisogno, poiché aveva riparato dalla pioggia l’astrofisica, che non si era bagnata eccessivamente.
Jane preparò un po’ di tè caldo per entrambi, affinché potessero scaldarsi; Thor non ne aveva mai bevuto uno, nonostante fosse a Londra da settimane e prima di assaggiarlo guardò nella tazza incerto.
“Ti piace il tè?” Jane lo chiese con un leggero imbarazzo e gli occhi sorridenti. Thor aveva sempre preferito il caffè. “È un po’ amaro” ammise.
“Tieni, aggiungici del miele.” Thor prese il barattolo, che Jane gli aveva offerto, e ci immerse il cucchiaino. Il dio del tuono non era abituato alla vita domestica umana e quando tirò su la posata, troppo piccola per la sua mano, fece un po’ di confusione: iniziò a far dondolare il cucchiaino tra la tazza e il barattolo, per staccarne il miele e addolcire la sua bevanda, ma in questo modo non fece altro che spargere la sostanza zuccherina ovunque, meno che nella tazza.
“Non ridere” le disse. Il miele finì in ogni dove: sul piano da lavoro della cucina, nel lavello, sulla maglietta blu di Persia di Thor e perfino sulle punte dei suoi capelli, con i quali la colla dorata si mimetizzava.
“Aspetta, ci penso io. Ecco…fatto! Sai, domani per colazione avevo intenzione di fare i pancakes, ma credo proprio che lo sciroppo d’acero lo metterò io.” In quel momento Thor, vedendola sorridere, la guardò intensamente, le prese il viso tra le mani e la baciò.
“Andiamo fuori a guardare le stelle.” Con le tazze si diressero insieme verso la veranda, Jane s’incamminò per prima, quasi a voler scappare da quella sensazione di leggerezza, troppo bella per essere reale.
Ma in fondo era anche diventata la compagna di Thor, un antico dio nordico, e con lui aveva vissuto cose che pensava si potessero trovare solo nei romanzi d’avventura. Quindi chi può dire cosa sia reale e cosa no?
Nel frattempo aveva smesso di piovere e il cielo brillava. Le stelle, la passione di Jane Foster, quella sera erano magnifiche, come lo erano state quella volta, ormai lontana, nel New Mexico, la volta in cui Thor le aveva raccontato di Yggdrasill e dei nove regni. Una stella brillava più di tutte le altre, avrebbe potuto illuminare da sola tutta la volta celeste. Thor pensò a sua madre1 e le sorrise2.
“A cosa stai pensando?”
“Che con il miele non è poi così male” disse, tacendo i suoi reali pensieri. Quella sera non si sarebbe intristito.
E infatti…
La prese per mano, la stessa mano che impugnava la tazza e sensualmente le sussurrò sulle labbra: “Vieni con me.” Rientrando in casa, presero a baciarsi. I capelli di Thor le cadevano sul viso dolcemente: “Sei tutto appiccicoso,” Jane rise, “ti serve una doccia” decise. Così dicendo, sciolse la mezza coda che il dio era solito portare, mentre con gli occhi lo invitava a seguirla…


L’autunno non fu mai più caldo di così.






Nota dell'autrice:
Ciao a tutti! Per il contest ho "dovuto" scrivere questa fluff, che spero vi piaccia, dato che non sono molto ferrata su questo genere mi sono un po' documentata, quindi se avete voglia e tempo (e in questo periodo direi che ne abbiamo tutti) fatemi sapere cosa ne pensate, ogni feedback, se "educato", è ben accetto.
A presto!
Francis Joy


Note:
1. La stessa metafora è presente nella mia prima ff 
lokison.
2. Ovviamente Frigga non è presente fisicamente, ma lo è nella mente e nel cuore di Thor. Inoltre chi mi conosce sa che è un personaggio che ritengo importante in questo fandom.



 
   
 
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