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Autore: Adele Emmeti    24/04/2020    1 recensioni
La Fuga non è un rimedio, ma un tentativo di allontanarsi dalla fonte primaria del proprio dolore.
E Mizu lo sa bene, perché lei sta fuggendo da un torto assoluto, da un male gratuito e ingiustificato, da un'ingiustizia silenziosa ma lacerante. Lifeline è il racconto del suo lento percorso di rinascita, della sua sofferta risalita, dell'insieme di amore e gentilezza che nuovi e vecchi amici sono in grado di fornire.
Perché tutti, prima o poi, hanno bisogno di un'ancora di salvezza.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non ci posso credere. Tu sei un mito.»
Dalla video-chiamata sul cellulare, riesco a vedere Fely che solleva le braccia al cielo, come un credente dinnanzi alla statua della propria divinità.
«Nessuno ha mai visto dove vive Samuel. Nessuno è mai andato a casa sua. Sei la prima e l'unica che abbia avuto il coraggio di farlo.» Greta è nell'altro angolino dello schermo, a destra; i suoi capelli occupano tutta l'inquadratura.
«Non è stato così complicato. Ho semplicemente preso l'autobus e ho seguito il navigatore!» Sorrido soddisfatta. Le ragazze hanno ascoltato il racconto del mio sabato pomeriggio con gli occhi sgranati e la bocca penzoloni.
«Ah dimenticavo: dalla settimana prossima si torna al vecchio orario. Ingresso alle sette e trenta e sabato a casa!»
«Ma a chi importa degli orari scolastici? Non interromperla! E quindi... vive da solo?» Fely abbaia virtualmente contro Greta. La sua curiosità è alle stelle.
«A quanto pare sì.»
«E cosa ti ha detto quando vi siete lasciati? Continuerete a collaborare o ti metterà un'enorme X sulla testa, per aver osato entrare nel suo covo segreto?» Continua Fely.
«Siamo rimasti d'accordo che lunedì andremo insieme in una particolare biblioteca, che conserva alcuni antichi registri anagrafici.»
«Ovvero... tu e lui? Da soli? E come ci andrete?» Mi chiede Greta.
«Non ne ho idea. Prederemo un autobus, suppongo.»
«Che storia incredibile... chi l'avrebbe mai detto. Samuel Hyden che dà un appuntamento a qualcuno. Deve essersi verificata una qualche rara congiunzione astrale.» Fely sbuffa meravigliata. Poi sparisce dall'inquadratura.
«Chi può dirlo? Spero di terminare questo progetto il prima possibile, e tornare alla mia vita.» Dopo quest'ultima affermazione, mi zittisco d'istinto. Ma che sto dicendo? Tornare alla vita di prima?
Ad un tratto Fely riappare con una locandina.
«Ah, perdonami se non te l'ho detto ieri... ma me ne sono completamente dimenticata! Stasera, al parco centrale, facciamo un concerto insieme ad altre due band del posto. È una sorta di festa di chiusura ufficiale del periodo caldo, che si fa tutti gli anni, in questi giorni . Ti va di venire?» Mi chiede. La sua locandina riporta la scritta “Ophelia's” insieme ai nomi di altre due band, con dei fuochi d'artificio sullo sfondo, e un annuncio che invita a salutare l'estate e prepararsi all'arrivo dell'autunno.
«Puoi venire con me, tanto ci andrei da sola. Fely sarà lì molto prima per le prove.» Mi dice Greta, sorridendo.
Ma sì, perché no? Una festa locale in un parco pubblico è quello che ci vuole per distrarmi. Inoltre non vado a una festa da diverso tempo.
«Va bene! Ci sto... a che ora ci vediamo?»
«Alle otto davanti la fontana del delfino?»
E alle otto sia.

La mia domenica mattina era iniziata con lo squillo del telefono. Avevo appena aperto gli occhi e risposto a un messaggio di Fely, riguardo la sera precedente, quando, in meno di un minuto, sia lei che Greta si erano materializzate in una video-chiamata e mi avevano beccata con i capelli arruffati, la bocca impastata e gli occhi ancora più sottili del normale.
Scendo giù per la colazione e, per la prima volta, trovo zia Beky seduta al tavolo bianco della cucina, che beve caffè e sfoglia tre grandi riviste di moda.
«Buongiorno tesoro!»
La saluto con un bacio sulla guancia.
Mi siedo al mio solito posto e cerco la marmellata color rubino.
«Dormito bene? Hai recuperato un po' di sonno?»
«Sì, sono crollata come un sasso. Mi sono risvegliata nella stessa identica posizione in cui mi ero messa ieri.» Non trovando la mia marmellata, opto per un'altra di colore ambra. Vi leggo sopra: noci Pecan, maracuja e ginger. Dall'odore, sembra dentifricio al miele.
«Bene! Hai bisogno di recuperare le forze perché stasera verrai a un party privato con me! E si farà molto tardi... »
Butto giù il biscott ancora intero, rischiando di strozzarmi.
«Ah... no, ecco... in realtà sarei stata già invitata a una festa.»
«Festa?»
«Sì... una sorta di concerto di addio all'estate, che organizzano al parco centrale. Ci suona Fely con il suo gruppo... ricordi? Gli Ophelia's.»
​Osservo Beky assumere un'espressione greve. Temo che ci sia rimasta male. Forse avrei dovuto parlarne con lei, prima di accettare.
Poi, d'improvviso, il suo volto si illumina. Fa saltare la rivista e mi afferra per le braccia.
«Ma è fantastico! Andrai a un concerto con le tue amiche! È grandioso! Altro che party privato... quelli sono noiosi, pieni di bacucchi e vecchiacce inghirlandate che ti squadrano dalle scarpe alle punte delle ciglia!»
«Oh... sono contenta che non sia un problema per te, se vuoi posso sempre rinunciare.»
«Assolutamente no! E sai già cosa mettere? Casual o rock? Punk o aggressive? Capelli? I capelli come li facciamo? Anfibi bassi o scarponcino a tacco largo?»
«Non ne ho idea... non ci ho pensato ancora. L'ho appena saputo.»
«Non importa. Rimanderemo le prove a più tardi! Ora preparati, andiamo a fare una passeggiata rigenerante sulla spiaggia, poi pranzo leggero a base di pesce e pomeriggio dal mio assistente Martin: ha ospitato un gruppo di modelle ucraine in casa sua, e terrà un aperitivo con il suo compagno Tom, per presentarcele.»
Sorrido masticando il biscotto al dentifricio, che pian piano diventa sempre più gradevole. Questo mondo edulcorato è davvero molto distante dal mio grigio e opaco. È come se qui tutti gli affanni della vita, la malinconia e la disillusioni non fossero mai arrivati. Tutto è più vivido, caotico, leggero e immediato. Non c'è tempo per fermarsi e riflettere, non c'è tempo per deprimersi.
E non aspettavo altro.

Nel tornare a casa dall'aperitivo di Martin e Tom, mi accorgo che Beky bisbiglia qualcosa sottovoce.
«Cos... cosa stai dicendo?»
«Ti piacciono i leggings di pelle?»
«Uhm... non saprei, non li ho mai indossati.»
«Ok. E lo zebrato?»
«Oh no... detesto tutto ciò che imiti la pelliccia animale. E io amo gli animali.»
«Ok, capito. Mi sto facendo un'idea, non è semplice. Sei sempre così neutra.»
Arrivate alla villa, parcheggiamo e andiamo dentro.
Beky mi invita a salire in camera sua. Oltre a un enorme letto a baldacchino, rivestito da lenzuola di raso magenta e cuscini di un malva pastello, e una consolle per il trucco simile a quella dei truccatori professionisti, c'è una cabina armadio stretta e lunga, attrezzata di mensole sulle pareti laterali, un tavolo a cassettoni centrale e uno specchio a muro sul fondo.
Dopo aver declinato gentilmente alcuni indumenti dai colori improbabili e i tessuti alieni, opto finalmente per un abito leggero di cotone, dalla gonna svolazzante, la cui stampa è: microfiorellini rossi su sfondo nero, una giacca corta di pelle e degli stivaletti autunnali, con il tacco medio.
Mi trucca leggermente gli occhi, me li ingrandisce con un gioco di matite e mi spruzza del profumo dolciastro.
«Sei perfetta. Sei la bambola che ho sempre chiesto alla nonna! Vuoi che ti accompagni mentre vado al mio party?»

Usciamo di casa in pompa magna e risaliamo in auto gonfie di un'autostima che ci siamo fomentate a vicenda. Il suo entusiasmo mi contagia e rifletto sul quanto sia profondamente felice di avermi con sé, di poter accudirmi e trattarmi come la figlia che non ha mai avuto.
Scendo in prossimità della fontana del delfino e la saluto. La strada è molto illuminata e il traffico è stato interrotto da quel punto, in direzione del parco. Cerco Greta tra la folla di gente, per lo più giovanile, e dopo poco intravedo una grande testa riccioluta, che osserva il proprio cellulare. La raggiungo e la saluto da lontano.
«Ah, eccoti! Ti ho appena inviato un messaggio.» Mi dice sorridendo. Anche lei indossa un abito leggero e svolazzante, di un rosa tenue, e una giacca corta di jeans. I capelli biondi e sinuosi, così come i grandi occhi azzurri le donano sempre quel non so ché di angelico ed etereo. Penso che sia davvero una bellissima creatura.
«Hai aspettato molto?» Le chiedo.
«No, anzi! Sono appena arrivata.»
«Seguiamo la massa?»
Mi annuisce entusiasta, così imbocchiamo il viale e procediamo verso il parco.
«Hai visto Fely?»
«Non ancora. Sarà dietro il palco che schiaffeggia i poveri Rick e Ben, per incoraggiarli. Lei dice che non è così, ma io sono sicura che sia un modo per scaricare l'ansia da prestazione.»
«Ha paura di sbagliare? Non ci credo... non è da lei.»
«Infatti non è per quello. Ha paura di sfigurare rispetto al fratello. Teme che qualcuno possa sentire le sue canzoni e dire: -non ci siamo... Leto è molto più bravo! Nulla a che vedere con lei!-.»
«La vive come una competizione?»
«Uhm... no. È piuttosto un desiderio di non deluderlo. È consapevole che Leto non sia nel pubblico e che probabilmente non ascolterà mai tutte le sue canzoni, ma sa, dentro di sé, cosa potrebbe deluderlo o renderlo fiero di lei. È una sua personale lotta interiore. Leto rappresenta il massimo a cui possa aspirare.»
«Da un lato la invidio. Io sono figlia unica, e ho sempre desiderato avere un fratello o una sorella da amare e ammirare in questo modo.»
«Già... » mi risponde con dolcezza.
«Anche tu sei figlia unica?»
«No. Ho un fratello e una sorella più piccoli; sono gemelli, si chiamano Sarah e Liam. Hanno cinque anni e sono due piccole creature malefiche.»
Scoppio a ridere. Li immagino con gli stessi ricci biondi di Greta e lo sguardo satanico.

Finalmente arriviamo ai cencelli del parco e li varchiamo. Ammetto che è molto più grande di quanto pensassi. Oltre ai sentieri bordati da alberi, cespugli e panchine di legno, c'è un enorme spazio ovale, nel quale hanno sistemato un palco di medie dimensioni. Mentre ci addentriamo nella folla di ragazzi schiamazzanti, brandenti sigarette di varia natura e bicchieroni di birra dorata, sento qualcuno tastare il microfono sul palco e alcuni fari colorati illuminarsi alla base.
«Stanno per iniziare... » afferma Greta a voce alta.
«Sai chi uscirà per primo?»
Mentre lei mi descrive il programma della serata, il mio sguardo si posa su un volto famigliare, a pochi metri da noi. Senza pensarci due volte, mi viene da urlare: «Andy!»
Andy si volta nella mia direzione, mette a fuoco il mio circondario e in pochi secondi mi riconosce.
«Mizu! Ero sicuro di incontrarti!» Si avvicina a me, bypassando la folla sempre più fitta, e si ferma a pochi centimetri dal mio viso.
«So che suona la tua amica Fely, giusto?»
«Sì! È la cantante degli Ophelia's. Greta mi stava appunto dicendo che usciranno per ultimi, vero?»
Rivolgo lo sguardo nella sua direzione e mi spavento quando la ritrovo rigida e paonazza. Mi annuisce con un movimento rapido e scattante, per poi tornare sull'attenti.
«Ecco... lei è Greta. Ma dovrei avervi già presentati in mensa.» Affermo senza distoglierle gli occhi di dosso; temo che possa stramazzare da un momento all'altro.
«Ciao Greta! Sì, forse sì, in mensa.» Andy solleva una mano e le sorride.
Greta risponde con un cenno e abbassa subito lo sguardo, ma Andy non se ne accorge: un velo di amarezza ha preso posto sul suo viso.
«Perdonami se non ti ho chiamata per invitarti a venirci insieme ma... »
Rivolgo lo sguardo dietro di lui, e noto che la sua ragazza, Sasha, e un gruppetto di altri amici ci sta osservando. Deduco che lei non fosse molto d'accordo su una mia ipotetica aggregazione, né le facesse piacere che lui la lasciasse a casa per venirci da solo con me.
«Stai tranquillo! Non puoi abbandonare i tuoi amici, lo capisco perfettamente! E poi... siamo tutti qui lo stesso, anche senza esserci messi d'accordo.» Gli dico affabilmente.
La folla lo spinge e strattona, così mi sfiora la fronte con i capelli più volte. Arriva persino a toccare Greta con un braccio e lei, nonostante sia riuscita ad accucciarsi abilmente nel mio fianco destro, salta indietro come una molla. Comprendo di averla messa in grande difficoltà e corro ai ripari.
«Allora ci vediamo dopo! Torna pure dai tuoi o li perderai!»
«Magari andiamo a prendere qualcosa da bere, più tardi, ok?»
Sollevo un pollice in senso di approvazione e gli sorrido per convincerlo del fatto che non sono affatto risentita dal suo non avermi invitata.
Mi assicuro che torni dalla sua dolce metà, e mi volto preoccupata verso Greta, ma non la trovo. Sbando stranita e inizio a cercarla con lo sguardo. Si è dileguata, l'ho letteralmente persa. Inizio a farmi strada nella folla, a chiamarla, a sollevarmi sulle punte per aumentare la visuale, ma nulla.
Ad un tratto, scorgo la sua folta chioma in un angolo poco illuminato, uno spazio dove la gente è molto meno accalcata e si riesce persino a respirare. Mi tuffo tra la gente e, con non pochi sforzi, esco dalla compatta matassa . Le vado dietro e la raggiungo, mentre si siede su una panchina, ai bordi di un piccolo stagno ormai buio.
«Greta... ma che succede?»
Mi siedo accanto a lei e le prendo la mano.
«Mi spiace se ho fatto qualcosa che ti ha disturbata.»
«No... lascia stare. Non è colpa tua.» Mi dice con gli occhi lucidi.
«Perdonami se te lo chiedo, ma... ormai ho notato che Andy... insomma... ti scatena delle strane reazioni. Noi siamo amici da una vita, quasi fratelli, per cui ho paura che dovrai sopportare la sua presenza diverse altre volte. Ma se c'è qualcosa di lui che ti... fa stare così male, possiamo parlarne. Ti ha fatto qualcosa? Ti ha umiliata o trattata male, in passato?»
Greta si asciuga gli occhi con la manica della sua giacca, è sull'orlo di una crisi di pianto.
«Ehi... puoi fidarti di me. Non farei mai nulla per ferirti... voglio soltanto aiutarti.»
La abbraccio.
Non abbracciavo una persona al di fuori della mia famiglia da molto tempo. È strano, ma mi è salito l'istinto di farlo. Vorrei provare a trasmetterle sicurezza e protezione.
Mi stringe con la mano e capisco di non aver sbagliato.
Quando la lascio, fa un profondo respiro e butta fuori tutta la tensione. Poi si schiarisce la voce.
«Andy non mi ha fatto nessun torto... anzi. È proprio questo il punto.
In realtà Andy... è la mia più grande ossessione.»

   
 
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