I
gemelli, Agnarr e Iduna, sono nelle loro
stanze alle prese con il momento gioco. Non immaginano minimamente
ciò che sta
accendo tra le mura del palazzo. L’essere bambini avrebbe
dovuto salvarli da un
mondo decisamente crudo. Però è proprio quando i
piccoli cominciano a bisticciare,
come al solito, che qualcuno bussa alla porta e il dolore prende piede.
“Papà,
per fortuna sei qui. Agnarr mi ha
infastidito” – Iduna gli corre incontro e si
aggrappa alla gamba del genitore,
forte di ricevere sicuramente sostegno e vincere, in tal modo, il
fratello.
“Uffa!
Non è vero, è lei”
“No
tu”
“Tu”
Continuano
per svariati minuti a lanciarsi
fracciatine e ad accusarsi reciprocamente. Eppure Kristoff non
patteggia e
resta in silenzio, con lo sguardo fisso sui figli.
Nella
sua testa continua a rimbombare solo
una voce.
Anna
l’ha lasciato; Anna ha chiuso per sempre
la loro relazione; Anna non lo ama più; Anna non
è più la Anna di cui si
innamorò tanti anni addietro.
Adesso
nel suo cuore dilaga un’ atroce
sofferenza, paragonabile a cento violente pugnalate al petto che si
ripetono
senza sosta, rompendogli il respiro.
Senza
volerlo, una lacrima riga il suo volto
e solo allora Iduna si zittisce e ordina ad Agnarr di fare lo stesso.
“Che
succede papà?” – domanda allora,
accarezzandogli la guancia così da asciugargli il viso.
Il
re accenna un sorriso forzato. Poi le
prende la mano e la stringe nella sua. Poi posa gli occhi sul figlio
maschio e
gli scompiglia i capelli con un gesto estremamente tenero.
“Perché
sei così triste?” – chiede il
bambino.
A
quel punto mentire o nascondere il fatto è
inutile. Bjorgman invita i gemelli a sedersi sulle sue gambe.
Stretti
al petto del loro amato padre, i
giovani principini di Arendelle percepiscono lo strazio e si spaventano.
“Non
stai bene?” – è il primo pensiero di
Iduna, innamorata del suo papà.
“No,
tesoro mio. La questione è un’altra”
–
risponde il biondo. Dopo
un lungo e
profondo respiro, dice loro – “Io e la mamma non ci
vogliamo più bene come un
tempo. Per un periodo saremo divisi, però per voi, Ineke e
Aurora ci saremo
sempre”
“Come
“non vi volete più bene”?”
– ripete Agnarr
ad occhi spalancati.
“Capita
tra grandi” – si giustifica il re.
“Anche
tra noi capita però poi facciamo pace”
– interviene Iduna che, piuttosto che dispiaciuta, sembra
arrabbiata.
Kristoff
sa di aver parlato senza tener conto
delle emozioni e reazioni di due bambini così piccoli,
però è cosciente che
bisogna essere chiari ed evitare giri di parole.
“Andrò
a vivere dalla nonna””
“Cosa? No” – esclama la principessina.
“Si,
piccolina mia! Però…”
“Però nulla! Io non voglio che te ne
vai” – grida Iduna, scuotendo il capo, con
occhi colmi di lacrime.
Agnarr
è invece taciturno, chiuso in se
stesso.
“E’
per poco tempo, bambini! Ve lo assicuro” –
Bjorgman non sa come venirne fuori. L’unica soluzione sembra
essere quella più
assurda e quando la propone spiazza i gemelli –
“Potete venire con me”
“Con
te?” – ripete, incredulo, il maschietto.
Iduna
delusa e ferita corre via, afferrando
la mano del fratello che la segue a ruota.
Il
re è solo nella camera dei suoi figli,
seduto su uno dei due letti. Nasconde il viso tra le mani e si lascia
andare ad
un lungo sfogo.
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“Cosa
c’è?” – domanda Sandy,
guardando Iduna
e Agnarr entrare nella sua stanza.
“Papà
ci ha detto che lascia il castello. È vero?”
– chiede la bambina, senza esitazioni.
La
finta regina trema all’idea di dover
allontanare l’uomo di cui si è invaghita, ma non
ha altra scelta.
A
malincuore annuisce, avvicinandosi ai
gemelli che sono esterrefatti.
“Non
vi tratterrò qui, se volete seguirlo” –
precisa. Un discorso da brividi quello di una madre che è
pronta a separarsi
dalla prole. La vera Anna non avrebbe mai permesso tutto ciò.
Però
Sandy è abituata a tali gesti. Lei,
infatti, fu costretta a dire addio ai suoi figli per il loro bene e
adesso, nei
panni di regina, si comporta alla stessa maniera.
Restare
a palazzo significa rischiare di
dover sottostare a Black e a Hans Westergard e vuole evitare a quelle
creature
tanto strazio.
“Come
puoi cacciarci? Non ci vuoi bene?” –
singhiozza Agnarr.
“No,
non è come credete!”
“Invece
sì! Sai che ti dico
“mammina”…? Io
qui non rimarrò. Addio” – arrabbiata,
Iduna va via.
Sente
il cuore in mille pezzi e il suo essere
bambina le rende ancor più difficile la gestione di
quell’emozione così forte e
dura da metabolizzare.
Anche
il fratello gemello comprende di aver
perduto la felicità e la serenità di sempre.
Cammina
lento nei corridoi notando degli
specchi alle pareti, rabbrividendo guardando quanto strani fossero. Ha
la
sensazione di essere spiato in ogni movimento e ciò lo
spinge a decidere del
suo futuro.
“Veniamo
via con te” – mano nella mano, Iduna
e Agnarr comunicano a Kristoff la loro decisione.
L’ex
montanaro li ascolta mentre raccontano
le parole della regina e, perplesso e confuso
dall’atteggiamento della moglie,
decide di acconsentire alle richieste dei piccoli.
Prepara
le valigie e in un battibaleno, i tre
sono ai cancelli di palazzo.
“Non
abbiamo salutato Ineke e Aurora” –
singhiozza il maschietto.
“Non
erano da nessuna parte. Io ho lasciato
un mio disegno nella camera di Auri” – confessa
Iduna.
“Io
ho fatto lo stesso con Ineke” – aggiunge Agnarr.
“Vedrete
che appena sapranno, verranno a
salutarci. Adesso andiamo che ci attende un cammino lungo e
più faticoso che
mai”
Lasciano
il palazzo con un forte senso di
nostalgia e con impressa nella mente l’immagine della gioia
che, fino a giorni
prima, quel luogo rappresentava. Adesso ai loro occhi la fortezza
sembra
avvolta dall’oscurità.
Ed
è decisamente così!
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Sandy
fissa dalla finestra l’addio del re e
dei gemelli alla vita di corte.
Con
le lacrime agli occhi, cerca di
distrarsi.
“Nei
panni di regina ti sei troppo
ammorbidita, figliola” – prende parola lo specchio.
“Io
sono sempre stata così” – replica lei,
infastidita.
“Sii
fiera di te stessa perché stai regalando
a me, Hans e a te stessa una nuova vita”
“Si,
certo… una vita che ho rubato ad altri”
–
commenta, asciugandosi il viso.
“Metti
a tacere la coscienza. Quando Pitch
Black torna dal buio dove è stato relegato, dona a tutti la
giusta ricompensa. Tu
otterrai la tua, vedrai. Come stabilito”
“Nessuno
mi restituirà gli anni perduti senza
i miei bambini”
“Possibile
che tu ponga sempre resistenza a
tutto? Con tuo fratello le cose non sono così. Lui agisce
senza ricordargli la
missione”
“Jack esegue gli ordini per codardia” –
aggiunge lei.
“No!
Perché lui è mio degno figlio! Tu invece
sembri essere più come tua
madre…un’insignificante northuldra”
Tale provocazione fa insorgere Sandy, nei cui occhi si accende una
fiamma
ardente di rabbia.
“Non
osare nominarla” – cambia tono e
minaccia chi ha su di lei un controllo totale.
“COME
TI PERMETTI DI RIVOLGERTI A ME IN
QUESTA MANIERA?” – tuona la voce dello specchio,
sprigionando sul corpo della
donna un’energia tale da privare Sandy della propria.
Accasciata
a terra, la donna cerca di
riprendere fiato mentre percepisce dentro di sé la rabbia
del genitore.
“Hans
sta per arrivare. Domani darai
comunicazione al popolo della separazione da Bjorgman e da
lì a poco la corona
andrà a Westergard”
“Chiaro”
– risponde lei, alzandosi
faticosamente dal pavimento.
“Ora
dobbiamo attendere notizie da Jack. Lui
opera sull’altro fronte”
“In
che senso? Che missione gli hai affidato?
Sbaglio o doveva solo badare ai corpi addormentati di Anna e delle
figlie?”
“Beh
ho cambiato idea. La sua magia ci sarà
utile nel domare qualcun altro” – spiega,
ridacchiando beffardamente.
“Ti
riferisci a Elsa? Come puoi controllarla?
Lei è uno spirito. Se dovesse intuire il piano di Jack,
potrebbe fargli del
male. Non puoi mettere a rischi la vita di mio fratello”
“ZITTA!” – le ordina - “Lui sa
come comportarsi e sono certo che non mi
deluderà”