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Autore: lmpaoli94    24/04/2020    1 recensioni
Trent’anni di pace prima della grande guerra.
Trent’anni dove l’egemonia e la voglia di vivere è più forte di qualsiasi altra cosa.
Ma in ogni periodo storico c’è sempre un inizio e una fine, soprattutto quando dopo il brusco risveglio la vita di tutti cambierà per sempre.
Tre punti fondamentali per descrivere due controversie (inventate e non) che porteranno allo scoppio della Prima guerra Mondiale
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
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Art. 4. Nel caso che una grande potenza non firmataria del presente trattato minacciasse la sicurezza degli Stati di una delle Alte Parti contraenti e la parte minacciata si vedesse perciò costretta a farle guerra, le due altre Parti si obbligano ad osservare verso la loro alleata una neutralità benevola. In questo caso ciascuna di esse si riserva la facoltà di prendere parte alla guerra, se lo giudichi opportuno, per fare causa comune con il suo alleato. (Fonte Wikipedia.)
 
 
< Qui non si fa altro che parlare senza susseguirsi con i fatti. >
Guglielmo Imperiali di Francavilla, ambasciatore italiano al momento della firma del patto di Londra, passeggiava nervosamente nella stanza nascosta insieme ai diplomatici della Triplice Intesa.
< Come da accordi, questo è quello che spetta all’Italia se gli imperi centrali verranno sconfitti > fece Aleksandr Benckendorff porgendo il trattato all’italiano.
< Spero che questo sia un modo più vantaggioso per il suo paese. >
< Ci può giurare, Signor Grey. >
< Ancora non capisco come mai voi italiani ve la caviate in ogni frangente > fece il diplomatico francese Pierre Paul Cambon < Non scordiamoci che fino a ieri eravate nella Triplice Alleanza, mentre ora… >
< Signor Cambon, dovrebbe scordarsi il passato. Adesso è giunta l’ora che anche l’Italia faccia la sua parte. >
< Quello che volevo dire è se potevamo fidarci di voi italiani. >
L’occhio attento dell’ambasciatore italiano scrutò in maniera impercettibile le parole altisonanti dell’ambasciatore francese.
< Noi combatteremo questa guerra con l’orgoglio di cui siamo famosi e vinceremo questa guerra. Gli imperi centrali nostri nemici cesseranno di esistere molto presto. >
< Un futuro davvero roseo, non c’è che dire > rispose Edward Grey.
< E cosa non di poco conto, l’Italia ce la farà a sostenere una guerra dopo l’invasione della Libia? >
< Certo. Riusciremo nelle nostre difficoltà perché l’Italia esce nei momenti difficili proprio quando accadono tali cose. >
< Italiani… tutti traditori… >
< Signor Cambon, non creda che io non l’abbia sentita. >
< Pensi pure quello che vuole. Non me ne frega niente… Tutto questo astio nei confronti di noi francesi solo perché abbiamo invaso la Tunisia. Meglio che prima risolviate i vostri problemi interni prima di mettere il naso fuori. >
< Questi non sono affari che la riguardano, ambasciatore. >
< Mi riguarda eccome. >
< Adesso basta di litigare > mormorò il diplomatico russo < Sembrate dei bambini. Comportiamoci da gente civile e vediamo di portare avanti questa guerra che sarà molto dispendiosa sul piano economico… Adesso stringetevi la mano come segno di pace. Dobbiamo continuare il nostro destino. Non possiamo perdere tempo ulteriormente. >
S’eppur restii, alla fine l’ambasciatore italiano e il diplomatico francese si strinsero la mano come segno di amicizia.
< Molto bene. Adesso possiamo andare. E che Dio benedica la guerra. >
   
 
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