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Autore: Malene Moss    24/04/2020    0 recensioni
Il destino mescola le carte, ma è l'uomo che gioca la partita. Con questa storia rimescolerò le carte del destino della mia amata old generation, la storia è ambientata dopo una guerra magica la prima e l'ultima, dove la luce riesce però a vincere le tenebre. Ma a quale costo? Vedremo come sarà l'ultimo anno dei Malandrini e delle Grifondoro del loro anno, passioni proibite e il cammino di questi giovani per cercare di vincere le tenebre lasciate dalla guerra. Godetevi la lettura...
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Dal testo:
"Potter devi dirmi che cosa hai in bocca"
"La lingua"
"Quella l'hai anche troppo lunga, poi?"
"Sai quante cosa potrei fare con questa lingua, Evans?"
"Stai svicolando, cosa hai in bocca"
"Prima mi dai un bacio e io ti dirò che ho in bocca"
E fu così che Lily Evans e James Potter condivisero il loro primo bacio, con un retrogusto di alga branchia.
(storia anche pubblicata sul mio profilo Wattpad "LeneMoss")
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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CAP.1.1-ALLA FOTTUTA NORMALITÀ, CAZZO

Inspirare e espirare, contare lentamente fino a 10, placare ogni briciolo di risentimento, rabbia o rancore nei confronti di chiunque e qualunque cosa...

Lily Evans in tutto il suo particolare splendore era stata costretta in un vestito verde smeraldo che le si abbinava a perfezione con gli occhi e che le cadeva morbido sulle cosce, lasciate scoperte per metà.
Che non lo volessero o che lo volessero ammettere, Lily era l'attrazione principale della festa, seppur essa non fosse stata pensata per lei, ma per sua sorella Petunia e le sue imminenti nozze con quella sottospecie di uomo che quest'ultima soleva chiamare "fidanzato".

La Ragazza era stata donata da Dio, questo diceva la madre Charlotte, di una bellezza particolare e disarmante, non sembrava nemmeno lontanamente appartenere alla famiglia Evans, i cui tratti caratteristici erano una figura minuta e smunta, capelli biondi paglia e naso adunco nelle donne e occhi nocciola e carnagione perennemente abbronzata negli uomini.
La sua era una bellezza anormale rispetto agli appartenenti a quell'albero genealogico e forse questo lo si poteva ricollegare ad un'altra stranezza della ragazza, era una strega. Era inoltre una bellezza inconsapevole e genuina, i capelli rossi ramati per natura mossi in ondulate onde dai riflessi più chiari e acconciati in dolci boccoli danzavano nell'aria quando Lily camminava e avevano un profumo forte e deciso di lavanda così che la giovane lasciasse come una scia di inebriante fragranza per strada, era alta, slanciata e il corpo era plasmato in dolci e accentuate curve, che le davano seppur lei ne fosse inconsapevole, un'aria sensuale, la cosa particolare era la carnagione pallida che dava l'impressione che la ragazza fosse stata intagliata nel marmo.

Il fattore che faceva da protagonista nella figura mozzafiato di Lily era il volto, un volto porcellanato costellato soprattutto nella zona delle guance, zigomi e del naso alla francese, da lentiggini, la giovane era dotata da merlino di una bocca rossastra di natura che spiccava in quella tela bianca che era il viso, insieme agli occhi a cerbiatto che erano di una tonalità di verde chiara e cristallina, un distillato di verde della tonalità dell'erba bagnata dalla rugiada mattutina e di verde smeraldo splendente, che incantavano chiunque incrociasse il suo sguardo. Tutto questo la rendeva la pecora nera della casa e per anni aveva sospettato di essere stata adottata per questo insieme di motivi, ma un occhio attento avrebbe notato quanto in verità la giovane assomigliasse al padre nei modi di gesticolare e che avesse il sorriso luminoso della madre.

Era il fenomeno da baraccone, a detta sua, di quella festa anche perché seppur fosse la sorella della sposa, quest'ultima l'aveva invitata con riluttanza e sotto stretta preghiera dei genitori e non faceva nemmeno parte delle damigelle d'onore, cosa alquanto bizzarra per gli invitati del rinfresco della sposa.
Petunia si era categoricamente rifiutata di partecipare ad un addio al nubilato in stile Las Vegas, per rendere meglio l'idea, e quando la sua damigella d'onore lo aveva proposto era stata sollevata dall'incarico con effetto immediato, era una donna adulta ormai non si sarebbe abbassata ad una tale frivolezza diceva la neo sposina, Lily la pensava in tutt'altro modo, la sorella da quanto la conosceva era sempre stata ingessata nei modi, aveva 21 anni ma aveva l'animo giovanile di una vecchia allettata di 92, era una svampita, isterica e maniaca del controllo tanto che le poche volte che la rossa aveva sentito il fidanzato della sorella, Vernon, proferire parola, le frasi del povero malcapitato erano "Si certo amore, vado subito", "sono d'accordo con te", "i centrotavola come li vuoi?" e poi non meno importante "Certo che pago tutto io". Quel rinfresco era la cosa più da Petunia che avesse mai visto, nell'aria echeggiava un lieve sottofondo di musica swing che seppur a volume importante, sembrava una melodia lontana rispetto alla voce gracchiante della sorella che era contornata di gente, perlopiù parenti, a cui raccontava per l'ennesima volta di come il suo Vern le aveva chiesto la mano e mostrava a tutti l'anello che quest'ultimo le aveva calzato al dito.

In quel momento era seduta in modo composto e si stava maledicendo per non aver accettato l'invito della sua amica Marlene a passare l'estate dopo la colossale battaglia a Hogwarts a casa di quest'ultima. Aveva rifiutato non solo perché ci sarebbero tenute le nozze della sua amatissima e illustre sorella, ma perché aveva pensato che un po' di tempo in completa solitudine quell'estate le avrebbe giovato, non perché disdegnasse la compagnia delle sue compagne di dormitorio e migliori amiche, ma perché aveva l'impellente bisogno di fare un resoconto dettagliato per rendersi meglio conto di ciò che le era capitato, era così che lei affrontava le cose, aveva bisogno di razionalizzare, e aveva razionalizzato all'ennesima potenza per i suoi gusti, si era incupita e le urla di sua sorella svampita e inviperita con il fiorista, poi con il pasticcere, poi con il wedding planner, insomma un po' con tutte le persone che le erano capitate a tiro in quel periodo, non aiutavano certo la rossa e il suo morale a terra.
Aveva suo malgrado cominciato a fumare, vizio che in condizioni normali non avrebbe mai sfiorato la mente della Grifondoro, fumava non per dimenticare, fumava perché le sigarette erano l'unica cosa che la sfiorava e che non provasse ad analizzarla interiormente, come facevano i suoi genitori che da quando era tornata a casa non avevano fatto altro che cercare di tirarla su di morale o almeno di non farle pensare alla guerra raccontando di come Petunia stesse gestendo impeccabilmente e magistralmente tutto quell'organo di ingranaggi che sarebbe stato il suo matrimonio.

Con quei pensieri cercò di estraniarsi dalla voce di una delle damigelle che non faceva altro che elogiare l'organizzazione, il vestiario, la casa, il matrimonio, l'anello, insomma tutto ciò che avesse la firma di Petunia Evans, doveva essere Audrey, perché la voce portata tre decibel più alta del normale poteva appartenere solo a quel cranio inabitato da materia cerebrale della migliore amica di sua sorella ormai licenziata dal suo ruolo di damigella d'onore.

"Ma hai visto le rose sul tavolo sono così ben disposte, solo Petunia poteva pensare ad un'apparecchiatura così elegante, menomale che non sono più la sua damigella d'onore non avrei potuto raggiungere una tale perfezione, non credi Lilian?"

Ed eccolo lì che spuntava sovrano il suo odiato nome d'anagrafe, chi la conosceva veramente sapeva quanto urtava i nervi della Grifondoro essere chiamata in quel modo, nel castello di Hogwarts forse il basilisco ormai deceduto nella camera dei segreti non era a conoscenza di quel fatto, ma non si stupiva che l'amica forse più superficiale della sorella, non lo sapesse. D'altra parte la rossa si era meravigliata del fatto che, a differenza degli altri invitati che la conoscevano come la "squinternata della sorella Evans", le damigelle della sposa volessero rivolgerle parola, poi si era ricreduta e in quel momento aveva sognato che quel giorno di maggio di quell'anno un Mangiamorte l'avesse fatta in brandelli, così che adesso non si sarebbe dovuta sorbire il sermone d'elogio alla sorella

"Mh si, incantevole" "Sono d'accordo" "Mai vista in vita mia una cosa così"

erano le uniche frasi che le erano uscite dalla bocca carnosa, alternate da sorrisi di cortesia e occhiate di fuoco alla madre quando le rivolgeva un sorriso rassicurante, l'unica cosa che la tradiva era il volto e il tono sarcastico che lasciavano presagire la noia sul volto della rossa

"Oddio ma poi hai visto i fiori della navata centrale come saranno, semplicemente stupendi, anche se sono la damigella d'onore Tuny ha preferito sceglierli di persona"

questa era l'altra idiota di Lindsay, vicina di casa e in precedenza amica di Lily, fino a quando Petunia non le aveva detto di starle alla larga perché era stata mandata in una scuola per bambini "speciali", una mediazione linguistica che sapeva di tutto fuorché di normalità.

E così continuarono per un'altra ora le 5 svampite che contornavano una Lily Evans alquanto irritata e stufa, fino a che la madre non la chiamò in cucina con la scusa dei pasticcini, aveva notato che la figlia era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, la rossa si tirò su quasi come se si fosse seduta sul fuoco e corse in cucina

"So che non approvi tutto questo Lily, ma oggi è il giorno di Petunia" la rimproverò la madre guardandola con il suo cipiglio severo, prese uno straccio e una teiera e li porse alla figlia, che cominciò a preparare il thé

"A nessuno in questa casa è mai fregato un accidente di quello che approvo o non approvo io ci sono abituata- guardò la madre negli occhi e poi continuò a stringere con tenacia e rabbia la teiera come se fosse lei la causa di tutti i suoi problemi-e poi non so se te ne sei accorta ma ultimamente è sempre il giorno di Petunia" con quella frase tentò di far morire la conversazione e congedare la madre, ma lei per la prima volta vide dentro lo sguardo che le aveva regalato sua figlia quella che era:
una ragazza che dopo aver vissuto un'esperienza orribile come una guerra non aveva tutta questa gran voglia di presenziare ad un rinfresco della sposa ed oltretutto se la sposa in questione era la sorella che la disprezzava e che aveva fatto di tutto per non volerla lì

"Mamma, la sorella di Vern si sta spazientendo, vuole il suo thé, ti chiedo di darti una mossa di grazia" fece la sua entrata nella cucina di casa Evans la figura scarna di Petunia Evans, i capelli biondi e ispidi appuntati in una arzigogolata pettinatura, il collo secco e lungo era impreziosito da tutte le collane di perle che aveva trovato per casa e Lily pensò che si dovesse sentir soffocare visto quanti giri aveva fatto fare a quelle collane, indossava un vestito color porpora che le faceva risaltare le poche forme che aveva, o almeno quello era ciò che la giovane sperava

"Sia mai che Marge, la sorella di Vern, aspetti tre minuti" sbuffò Lily in una mezza risata, avrebbe scatenato una lite, ma sinceramente poco le importava che il ricevimento perfetto per un centro anziani di sua sorella fosse rovinato

"A differenza tua loro sono normali, quindi vedi di non rovinare tutto come tuo solito, ora verranno in cucina le damigelle tu non fiatare, non guardare e non fare espressioni capito? O te lo farò pagare per il resto dei tuoi giorni" le puntò il suo dito rinsecchito e nodoso contro tentando di spaventare la Rossa, che le sorrise in modo più falso possibile

"Penso che se ci fosse una lista della cose più interessanti di questo mondo per me, non comparirebbe né questo fenomeno da baraccone del tuo matrimonio né la discussione su quale colori sfinisca un po' la palla di tua cognata" le sibilò in risposta Lily, Petunia non fece in tempo a ribattere che le damigelle arrivarono in cucina

"Se per te va bene Tuny avevamo optato per l'indaco"

"è un matrimonio non un baby shower"

"allora il rosso corallo"

"no"

Dopo un accurato e preciso esame cromatico di tutti i colori presenti nel catalogo di Vogue, decisero per un rosa Salmone, colore meno indicato a parere di Lily alla figura di Marge che era la rappresentazione femminile di suo fratello Vernon, versò il thé a tutte le presenti fino a che non arrivò a Marge che la squadrò con tutto il disprezzo e la presunzione possibile e proferì

"Tu devi essere quella spostata della sorella di Petunia" Lily le rivolse un sorrisetto tirato e sotto lo sguardo di fuoco della madre e della sorella rispose

"Si piacere sono Lily" le tese la mano, ma lei la rifiutò con una faccia schifata

"Come si vede che non somigli a tua sorella, sai io lo sento da metri quando qualcuno ha qualche problema, c'è chi prevede il futuro, chi legge le carte e io ecco sono stata dotata dal signore di questo dono, e in te ho subito notato qualcosa che non andava, poi Petunia mi ha raccontato la tua storia e beh non poteva che confermare le mie supposizioni" Lily le sorrise amara e se ne uscì con un

"Pensi un po', Petunia è davvero fortunata ad essere accerchiata da persone con così tanti talenti di origine divina come lei"

In quel momento qualcosa ruppe il silenzio carico di disagio che si era creato, il suono del campanello quasi come un miraggio di un'oasi con acqua nel Sahara giunse alle orecchie della rossa. Era il suono della libertà, pensò lei e congedò l'assatanata combriccola per precipitarsi alla porta, quello che vide le fece fare i salti di gioia, le fece dire che la normalità non era svanita nel mondo e che si sarebbe forse potuta salvare da quella tortura. Difronte a lei in jeans, maglietta dei Pink Floyd e converse nere, la figura di Marlene Mckinnon le stava sorridendo e un minuto dopo la stritolava in un abbraccio spacca ossa

"Ma allora esiste ancora la normalità" dopo quella frase scoppiò a ridere sguaiatamente insieme alla sua migliore amica, dalle scale si affacciò la madre che le fece sennò di fare silenzio

"è così che rimugini sulla vita Evans oppure questo è un tentativo di suicidio dopo la razionalizzazione dei tuoi problemi esistenziali?" ghignò Marlene, in risposta la rossa simulò la scena in cui si legava la testa ad un cappio e moriva agonizzante, stava ringraziando Merlino per averle mandato il messo celeste di nome "Marlene Mckinnon" a salvare lei ma soprattutto Marge dall'essere assassinata

"Oh no stai tranquilla in verità ciò che vedi è solo il mio fantasma, la fase "suicidio" l'ho passata da almeno un'ora"

detto questo salì facendo strada alla bionda parlando di come avevano passato quel mese d'estate per le scale che l'avrebbero portata in camera sua, non avrebbe potuto andare in sala ad avvertire i suoi genitore dell'arrivo di Marlene o sicuramente la sorella avrebbe dato di matto, la ragazza in questione ondeggiava i fianchi quasi come a tempo di musica in modo sensuale, era alta e abbronzata grazie alla vacanza che aveva fatto sulla costa quell'estate, tutte le curve necessarie perché insieme alle sue compagne di dormitorio tra cui Lily Evans portasse la fama di "Dea", a differenza della rossa Marlene era a coscienza del suo essere sensualmente bella e non mancava di metterlo in mostra e di ricordarlo, ma non era vanitosa e comunque non era sicuramente una di quelle Corvonero svampite di cui era popolata Hogwarts che lanciavano urletti striduli ogni qualvolta un ragazzo le rivolgeva anche per puro errore lo sguardo, era sportiva e ciò aveva contribuito al fattore del bel fisico, ma ciò che più faceva girare la testa al popolo maschile era la sua folta chioma di riccioli biondi, raccolti saltuariamente in una coda bassa e i suoi occhi azzurro ghiaccio, in cui ti saresti potuto specchiare, o almeno così la pensava Legolas Hookum nella canzone che le aveva dedicato al quinto anno. Il viso era abbronzato e sempre sorridente e non mancavano mai commenti sarcastici che uscissero dalla bocca perennemente bloccata in un ghigno.

Quando le due giovani arrivarono in camera di Lily, quest'ultima serrò la porta con la magia e tiro un " Muffliato" alla stanza al centro della quale regnava un letto matrimoniale soffocato quasi interamente da cuscini di ogni tipo, colore, materiale e forma, alla rossa piaceva particolarmente collezionare e questo lo si poteva capire anche dall'enorme parete a cui erano state incollate con un incantesimo di adesione tutte le foto stregate che la Grifondoro possedeva, la noia giocava brutti scherzi si disse Marlene mentre un sorrisetto le spuntò sul viso

"Allora dolce amata Lene, qual buon vento ti porta qua?" si buttò stancamente sul letto levandosi le scarpe col tacco che sua madre le aveva infilato con la forza

"Il vento della noia da solitudine a causa tua, rossa"

lei strabuzzò gli occhi "Pensavo che qualcuno delle ragazze ti facesse compagnia, sennò ti avrei detto subito sì se avessi saputo che fossi sola" perché non le aveva scritto subito? Forse perché la conosceva troppo bene e sapeva che cosa aveva il bisogno di fare, così si tranquillizzò

"Oh non ti struggere per me, sono fortunatamente stata scortata dai miei alla casa sulla costa dei Potter, loro hanno troppi casini per andare là quest'anno così ci hanno lasciato la casa e ho avuto la compagnia di molta altra gente" ghignò lei e Lily si poteva immaginare che tipo di compagnia la sua cara amica aveva potuto apprezzare quell'estate e così non chiese

"La casa al mare dei Potter? Non gli basta quell'enorme castello che loro chiamano casa che anche se si vede in lontananza da casa tua è sempre più grande di tre case come la mia messe una sopra l'altra?" scherzò lei e la bionda le fu caritatevolmente riconoscente per non averle chiesto quanti avevano lascito il segno sulle lenzuola di lino della camera di Marlene quel mese, aveva trovato la sua valvola di sfogo temporanea e adesso era rinata

"Oh Lillina cara come si vede che è da un po' che non vieni nella mia incantevole dimora, i Potter sono dannatamente ricchi tanto da fare invidia anche ai Malfoy e ai Black, non hai una vaga concezione di come sia la loro camera blindata alla Gringott, James mi ci ha portato una volta perché doveva prendere una collana di smeraldi di sua madre che era lì dentro, ci abbiamo perso si e no un'ora a cercare in mezzo a tutto quel ben di Merlino lì dentro" Lily però era rimasta bloccata a collana di smeraldi,

"benedetta chi si sposa James Potter" pensò tra se e sè, ma subito scacciò quel pensiero e si disse che la povera malcapitata si sarebbe accorta di quale cretino aveva davanti e lui sarebbe rimasto il dongiovanni tanto conosciuto come ad Hogwarts, quindi il suo pensiero era dettato solo dal fatto che era dannatamente bello e ricco, poi non c'era nient'altro che facesse pensare alla futura signora Potter come una "benedetta"

"Mutismo da istantaneo innamoramento?" si girò lentamente e con grazia su un fianco Marlene per osservare l'alternarsi di espressioni sul volto della sua migliore amica

"oh ma stai zitta, a proposito di Potter, come è che hai preferito la mia umile compagnia alla sua visto che siete sempre attaccati e anche vicini di casa, se le vostre si possono definire case ecco"

la rossa si alzò dal letto e andò all'armadio e ne prese un paio di jeans a zampa d'elefante e una maglia verde e se l'infilo con eleganza, come ogni azione che svolgeva

"Ah ecco perché quel muso lungo, sei gelosa di Jay! Oh oh oh va bene rispondo, ma tu posa quella bacchetta, dopo che hai polverizzato Avery con un Reducto mi fai leggermente paura... sto svicolando vero? Va bene, Jay è occupato a fare da balia a Black che si sta annientando con l'alcol, non me lo vuole dire per salvare il culo a quel cretino del suo amico, ma io lo so perché li vedo sempre da casa mia" detto questo un'espressione cupa si fece spazio sul suo volto e così Lily decise di parlare d'altro

"Cambio argomento?"

"Decisamente! Cosa sarebbe quella specie di riunione del Wizengamot che si sta tenendo nel tuo salotto?" a quelle parole Lily si abbandonò ad una risata sguaiata e solo quando si fu ripresa si sedette sul letto di nuovo e guardò Marlene dicendo

"Dovrebbe essere un'alternativa ad un addio al nubilato dove l'elemento con grado più alcolico a mia disgrazia sono i dolcetti allo champagne e la media dell'età è 50 anni, elettrizzante non credi?" prese la bacchetta e ne fece uscire degli uccellini dorati per ingannare il tempo o comunque per fare qualsiasi tipo di incantesimo dopo che aveva avuto 7 ore di astinenza a causa dei preparativi, alle pulizie e all'invasione di membri di un catering dei tanti tra quelli chiamati da sua sorella quella mattina

"Facciamo un giuramento, se mai ci dovessimo sposare, e naturalmente tu sarai la mia damigella d'onore e io la tua, non verranno mai organizzate false riunioni del Wizengamot, ma un sano addio al nubilato in un bar malfamato di Londra strabordante di gente e con alcolici di gradazione maggiore al 14" detto questo si sputarono nelle mani secche e nodose e le strinsero in una salda stretta, dopo si accesero una sigaretta e "brindarono"

"Alla sorella vecchia e barbuta di Lily Evans"

"Alla collana di smeraldi di Potter"

"Al Wizengamot"

"Alla fottuta normalità, cazzo"

"Alla fottuta normalità, cazzo" 

   
 
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