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Autore: kaze no kokyuu    24/04/2020    0 recensioni
[Bungou to Alchemist]
[Ango Sakaguchi x Nakahara Chuuya] Bungou to Alchemist
“Quindi è questo il ‘bentornato’ che merito?” Domanda con un ghigno sulle labbra Ango, guardando con la coda nell’occhio Chuuya; non era sua intenzione inferire ulteriormente, ma il suo modo di fare provocatorio quando si rivolgeva a Chuuya non era mai cambiato e contraddistingueva il loro rapporto.
Il poeta sembrava deciso a non volerla dare per vinta ad Ango, ma in realtà stava chiaramente tergiversando perché si conosceva abbastanza bene da sapere di aver già aperto troppo il suo cuore ad Ango in passato… E da allora non era più stato in grado di tornare indietro.
“Non voglio più provare quella sensazione orribile di perdere una persona amata… E’ già accaduto in passato e non vorrei si ripetesse di nuovo.”
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non c’è niente di male nel sentirsi malinconici a volte, Chuuya finalmente se ne rendeva conto. O per meglio dire, non sapeva dare una forma concreta ai propri sentimenti, se associarli a tristezza, rabbia o smarrimento, perciò aveva deciso di optare per “malinconia” come sentimento corretto per descrivere il suo attuale stato d’animo.
L’alcool perlomeno alleggeriva la testa, ma quando alcuni pensieri erano così persistenti sembrava una battaglia combattuta inutilmente, esattamente come quelle preoccupazioni che lo perseguitavano da giorni, privandolo persino del sonno.

La porta del locale scricchiola, rumore di passi, segue quello di uno sgabello che viene spostato; Chuuya guarda con la coda nell’occhio il nuovo arrivato, si tratta di Ango ovviamente, in fondo chi altro poteva osare stargli accanto in simili momenti?
“Posso?”
“Non ti sei fatto molti problemi da cosa vedo, un po’ come per tutto ciò che fai.” La replica sembra avere un tono aspro, impossibile distinguere se si tratta di un’affermazione sincera oppure dall’influenza dell’alcool, o magari entrambe.
Chuuya sa che tenere il broncio non sarebbe servito a nulla, mentre Ango come suo solito si stava comportando come se nulla fosse successo, ma del resto per lui è un comportamento perfettamente normale.
La verità è che si era sentito impotente al pensiero di non poter essere di nessun aiuto per salvare Ango da quel destino da lui stesso scritto, in tutti i modi aveva cercato di nascondere quel senso di amarezza che l’aveva pervaso durante quella lunghissima attesa. Non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, tantomeno ad Ango, ma non era riuscito a trattenere lacrime di frustrazione.
Poteva sentire la spalla di Ango sfiorare la propria, con la coda dell’occhio intravede il suo sorriso apprensivo, espressione che rivolgeva a Chuuya nei momenti di intimità. Ango aveva già individuato il problema e Chuuya odiava la sua perspicacia, allo stesso tempo gli scaldava il cuore perché veramente in pochi riuscivano a capirlo così a fondo.
“Chuuya è preoccupato per me, incredibile...” Non era un tono sarcastico, tantomeno una provocazione; Ango soppesa il proprio corpo a lato, spingendo dolcemente Chuuya che non fa una piega a quel gesto, fingendo un verso irritato riservato a chi solitamente lo fa arrabbiare. Poteva trattarsi di una recita ma sotto sotto Ango l’aveva fatto arrabbiare sul serio, quindi in realtà la sua reazione non era del tutto fittizia.
“Idiota, non sfidare la tua fortuna.”
Ango si lascia sfuggire una risata cristallina, poggiando il mento sulla spalla di Chuuya, sentendolo irrigidirsi a sua volta comprende l’importanza dei propri gesti in quel momento così delicato e sospira.
Lo conosceva abbastanza bene da sapere che non era veramente arrabbiato, Chuuya manifestava in quel modo le proprie preoccupazioni: sapeva che si sentiva in colpa per non essere stato in grado di entrare nel libro e salvarlo, l’aveva sentito da Dazai e non aveva potuto fare a meno di sentirsi a sua volta in colpa – e onorato, perché sapeva quanto difficilmente Chuuya manifestava i suoi sentimenti ad alta voce.
“Quindi è questo il ‘bentornato’ che merito?” Domanda con un ghigno sulle labbra Ango, guardando con la coda nell’occhio Chuuya; non era sua intenzione inferire ulteriormente, ma il suo modo di fare provocatorio quando si rivolgeva a Chuuya non era mai cambiato e contraddistingueva il loro rapporto.
Il poeta sembrava deciso a non volerla dare per vinta ad Ango, ma in realtà stava chiaramente tergiversando perché si conosceva abbastanza bene da sapere di aver già aperto troppo il suo cuore ad Ango in passato… E da allora non era più stato in grado di tornare indietro.
“Non voglio più provare quella sensazione orribile di perdere una persona amata… E’ già accaduto in passato e non vorrei si ripetesse di nuovo.”
Temeva di suonare patetico con quelle parole, ma il calore del respiro di Ango sul collo permetteva di accantonare quel pensiero sciocco; a differenza sua, Ango era una persona molto fisica e quel gesto era l’ennesima dimostrazione.
“Sai bene che questo discorso vale anche per me, vero?”
La realizzazione l’aveva investito con la forza di un treno, rendendosi conto che era così preso dai propri sentimenti da non aver preso in considerazione quelli di Ango. Mettere da parte l’orgoglio era sempre stato un piano B per lui, ma in quella situazione sembrava essere la scelta migliore, sebbene dovesse farlo a modo proprio.
Per la prima volta da quando Ango aveva messo piede nel locale, Chuuya si volta per incontrare direttamente il suo sguardo. Ango sembra palesemente divertito, ma il suo divertimento sfuma velocemente in stupore quando Chuuya inizia a colpirlo con dei piccoli pugni sul petto, per poi attirarlo con violenza verso di sé, premendo le labbra sulle sue. In quel gesto Ango riconosce il gusto dell’alcool, ma allo stesso tempo il sapore famigliare di Chuuya che nonostante tutto il tempo trascorso era rimasto lo stesso; la situazione precipita pericolosamente quando Chuuya lo guarda direttamente negli occhi, mordendosi le labbra nervosamente. Quello sguardo è sufficiente da fargli intuire che non è necessario domandare conferme, così si avventa su quella bocca, riuscendo a bloccare in tempo un gesto violento da parte di Chuuya – probabilmente un pugno – afferrando entrambi i polsi dell’altro ragazzo con prontezza di riflessi.
Chuuya geme, piano, socchiudendo leggermente gli occhi abbassando ogni resistenza; schiude le labbra trasformando quel contatto in qualcosa di più intimo di quanto non lo fosse già, istintivamente Chuuya cerca di liberarsi dalla presa di Ango, ma con il solo intento di circondare e sue spalle con entrambe le braccia e annullare la distanza ormai inesistente che li separa.
Lo scrittore sorride a contatto con le labbra del poeta, portando entrambe le mani al viso di Chuuya, giocando con i suoi capelli per spostarne una ciocca dietro l’orecchio; Chuuya mormora il nome di Ango, sentendolo soffocare un gemito quando schiude le labbra per lasciare libero accesso alla sua lingua -

“Forse prendervi una stanza sarebbe un’idea migliore, cosa ne pensate?”

I due si separano improvvisamente, quasi come se avessero ricevuto una forte scossa elettrica, ma Chuuya non abbandona la posizione ottenuta con così tanta fatica, lanciando un’occhiata ai due nuovi arrivati, ovviamente Dazai e Odasaku.

“Dazai, Odasaku, voglio bene a entrambi, ma quando si tratta di tempistiche sbagliate siete imbattibili!” Ango li riprende in maniera scherzosa, sebbene avrebbe preferito di gran lunga riprendere da dove era rimasto con Chuuya. Quest’ultimo però, nonostante l’apparente irritazione iniziale, non sembra contrariato dalla nuova compagnia; il poeta osserva l’espressione serena sul volto di Ango mentre scherza con i due amici di una vita e sorride a sua volta, sembra veramente di essere tornati indietro nel tempo. Ango scorge il sorriso di Chuuya e da sotto il bancone del bar stringe forte la mano del poeta.
Per tutto il resto c’era tempo, anzi tutta l’eternità.

   
 
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