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Autore: _stfu_    24/04/2020    2 recensioni
Parto subito con un pun brutto come titolo, cos'altro può andare storto?
POV di un Izumi che ci racconta una sua serata tipo a Firenze.
Buona lettura
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izumi Sena, Leo Tsukinaga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi, 21 aprile 2020, penso di aver scoperto una nuova forma di vita extraterrestre.
 
Piove, e il rumore della pioggia che picchietta contro il vetro della finestra mi sveglia.
 
La camera da letto è quasi completamente buia, fatta eccezione per qualche spiraglio di luce proveniente dai lampioni che illuminano la strada, ma ciò non mi permette di capire che ora possa essere, forse le 3 o le 4 del mattino.
 
Ancora intontito, nonché irritato, mi rigiro sotto le coperte, alla ricerca di una posizione più confortevole, cercando invano il calore di un corpo che ormai conosco fin troppo bene, che però non trovo al mio fianco.
 
Allora apro gli occhi, cercando di intravedere nella penombra quella sagoma a me famigliare, la cerco a tentoni, ma nulla da fare.
 
Dove è finito quell'idiota?
 
Mi domando, lanciando successivamente uno sguardo alla porta della camera da letto, che noto essere stranamente chiusa.
 
Che sia andato in bagno?
 
Strano, ma per il momento decido di non muovermi dal tepore confortevole delle lenzuola, aspettando il suo ritorno per un motivo neanche a me ben preciso. In quel momento mi sembrava una così buona idea.
 
Ma nessuno fa ritorno e l'incessante rumore della pioggia diventa sempre più fastidioso.
 
Irritato mi alzo scostando le coperte con un gesto brusco e maledicendolo mentalmente mi avvio alla ricerca di Leo Tsukinaga per quello che è il nostro appartamento a Firenze, che ormai condividiamo da fin troppo tempo; in realtà la cosa non mi dispiace, ma dubito lo ammetterò mai.
 
Comunque.
 
Bastano pochi passi lungo il corridoio perché la mia attenzione venga catturata da un rumore che non riesco a catalogare, complice ancora una volta il sonno sicuramente, proveniente da quello che dovrebbe essere il nostro soggiorno con angolo cottura.
 
Per un lungo momento non riesco a muovermi, come pietrificato dall'improvviso, sebbene tenue, bagliore che scorgo provenire da dietro l'angolo della parete, a poco meno di un metro davanti a me.
 
Ho sempre vantato con gli altri di essere un ragazzo coraggioso, non posso essere da meno neanche adesso, sebbene non ci sia nessuno con me e che mi possa vedere.
 
Proseguo in maniera cauta, muovendomi lentamente cercando di non fare il benché minimo rumore.
 
Mi rendo conto che sto trattenendo il fiato, ma ormai sono arrivato.
Con la schiena aderente al muro e il cuore in subbuglio mi sporgo appena con la testa per vedere di cosa potesse trattarsi.
 
E in quell'istante di rendo conto della raccapricciante scoperta appena fatta.
 
Penso di aver scoperto una nuova forma di vita extraterrestre, che se ne sta lì davanti al frigo aperto, illuminata solo dalla luce di quest'ultimo, rannicchiata e con la lingua completamente di fuori, intenta a scavare in quello che disgraziatamente temo essere un vasetto di omogeneizzato alla pera.
 
Non dico niente, assisto a quella scena in silenzio per almeno un paio di minuti, traumatizzato perché sembra proprio trovarci un qualche macabro piacere in quella pratica che non riesco e non riuscirò mai a concepire.
 
 
Pretendendo di non aver visto niente e con la consapevolezza che Leo Tsukinaga non si sia minimamente accorto della mia presenza, troppo concentrato come era, torno sui miei passi, accosto la porta della camera alle mie spalle, così come era prima che mi alzassi, e mi corico nuovamente a letto.
Tiro le lenzuola fin sopra la testa, come scudo a quella realtà che alla fine non posso fare altro che accettare.
 
Mi rendo conto che potevo aspettarmelo, ma ciò nonostante rimango turbato per il resto della nottata, perché non a tutti capita la (s)fortuna di assistere ad incontri simili con dei criptidi.
 
E di questo non ne sono troppo entusiasta, lo ammetto, ma sono anche costretto ad ammettere, a me stesso in primis, che sono felice che Leo stia bene
 
  
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