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Autore: Athelye    24/04/2020    3 recensioni
“Oh, mi dispiace molto di aver arrecato tutto questo disturbo, allora!” Esclamò. “Tanto più se dobbiamo litigare su una ragazza che possiamo tranquillamente tenere d’occhio.”
“Beh, tu non ho dubbi, dato che non ti si schioda di dosso.” Commentò con acidità. “Per curiosità, hai intenzione anche di farla dormire con te? Così, giusto per averla sott’occhio.”
Genere: Fluff, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jin Ling/Jin Rulan, Lan Yuan/Lan Sizhui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Attenzione, sono presenti elementi che potrebbero ledere la vostra sensibilità. Lettore avvisato, mezzo salvato.






Mugolò contrariato nel cuscino, osservando l’elegante figura accanto a sé che scivolava via dalle lenzuola dorate per mettersi a sedere sulla sponda del letto.
“Dovresti alzarti anche tu, lo sai?”
Altro mugolio, che fece ridacchiare il giovane seduto. Quelle poche semplici note allegre risuonarono nelle sue orecchie come il suo campanellino della lucidità.
Allungò una mano verso quella schiena candida come la porcellana, accarezzando la linea armoniosa della sua spina dorsale con due dita. Quello girò appena il viso per guardarlo con un sorriso dolce sulle labbra.
Perché devi già andare via?” Mormorò, con ancora la voce graffiante del sonno.
“Perché non posso rimanere nelle tue stanze per sempre.” Ridacchiò, osservando la luce che filtrava timida attraverso le fini tende, creando un alone aureo nell’area circostante.
Con un fruscio morbido di seta, si sollevò il necessario e avvolse un braccio intorno alla sua vita, sfiorandogli con le labbra la spalla e i due segni di un rosso violaceo che spiccavano in quel candore.
“Ma non sei rimasto neanche due notti..” Protestò contrariato sulla sua pelle, lasciando dei baci leggeri come petali.
L’altro continuò a sistemarsi i capelli neri e raccoglierli con un nastro con calma, incurante dei gesti che gli venivano rivolti con così tanta dedizione. Inclinò leggermente la testa, scoprendo di più il collo, quando sentì la bocca avida salire con i baci e lo strofinare affettuoso del naso affilato del giovane.
“Sai che non posso fermarmi di più.. Ho dei doveri..”
Rimanda..”
“Non posso..”
Delega, allora..”
Quel sussurro solleticò un punto sotto il suo orecchio, facendolo sorridere di più. Si voltò leggermente, trovando il suo viso a un soffio di distanza.
Jin Ling..”
Gli occhi nocciola screziati da sottili pagliuzze dorate divennero incredibilmente felici a sentire quel nome bisbigliato, con quella nota di allegro rimprovero.
Mh..” Fece toccare le punte dei loro nasi in un gesto tanto infantile quanto dolce, senza riuscire a fermare la curva delle proprie labbra. “Dillo di nuovo..”
Quello le incontrò con un sorriso per un delicato bacio. “Jin Ling..”
Con questo tono mi piace di più..” Si appoggiò con il mento sulla sua spalla, continuando a guardarlo con occhi sognanti.
Il moro ridacchiò di nuovo, prima di lasciargli un altro bacio sulla fronte. “Devo vestirmi..”
“Mh... No.” Disse Jin Ling, dopo aver chiuso gli occhi per qualche secondo, come se avesse riflettuto su una decisione molto difficile da prendere.
“Come sarebbe ‘no’?” Rise, prima di lanciare un gridolino divertito, ritrovandosi semisdraiato e di nuovo imprigionato fra le braccia del giovane Jin. “No!!”
“Esatto, è quello che ho detto!”
Lan SiZhui si arrese all’idea di concedere ancora qualche attenzione a quel ragazzo viziato con cui ormai da qualche tempo condivideva le notti quando poteva. Il suo ragazzo viziato.
Finalmente, dopo diversi baci e carezze, sfruttò un momento in cui Jin Ling aveva allentato la presa del suo abbraccio, riuscendo a rimettersi seduto e poi alzarsi, provocando una serie di mormorii molto contrariati alle sue spalle.
Nel tempo che aveva impiegato a prepararsi, il giovane sovrano non si era mosso di un millimetro, rimanendo comodamente steso a godersi lo spettacolo. Lan SiZhui scosse la testa con un’espressione teneramente divertita, guardando l’altro che gli rivolgeva un sorriso furbo, senza curarsi di avere il torace e l’addome scoperti, con il lenzuolo di seta che dal fianco lasciava visibile una linea che il moro sapeva molto bene dove portava. Anzi, non era difficile per il maggiore immaginare che fosse un tentativo di ritardare ancora la sua uscita.
“Potevi aspettare ancora un poco..” Commentò il castano, inclinando un po’ di più la testa sui cuscini.
“Ti aspetto nella sala dei fiori, Signore di Lanling.” Gli rispose con un cenno della testa.
Quello fece schioccare la lingua nonostante l’involontario sorriso sulla propria faccia, passandosi una mano fra le ciocche castane mentre lo guardava uscire. Detestava sentirsi chiamare così da lui, e Lan SiZhui si divertiva a punzecchiarlo in quel modo.
Con un sospiro scocciato, si decise ad alzarsi.
 
Lan SiZhui era seduto compostamente in una delle tante, ricchissime, sale della Torre della Carpa Dorata, e non era neanche fra le più grandi. I complimenti si sarebbero sprecati a volerla descrivere minuziosamente.
C’erano riccioli d’oro ovunque, che formavano intricati ricami dalle forme naturali, come elegantissimi rami ricchi di foglie e fiori dai colori brillanti e ricercati. Diversi specchi adornavano le pareti dipinte in modo da voler dare l’illusione di stare in un giardino. La stessa ricchezza e classe si poteva trovare nei mobili che occupavano la sala, come il tavolo nero laccato con tarsie floreali di legni quasi bianchi, o i morbidissimi cuscini di velluto ricamati a filo d’oro su cui sedersi. Lo sfarzo era evidente in ogni dettaglio, ma senza mai risultare davvero eccessivo o affaticare lo sguardo, rimanendo piacevole agli occhi.
Fra tutte le stanze che aveva visto Lan SiZhui, quella non era la sua preferita, ma era la più bella al mattino. Data l’esposizione, la luce colpiva in modo particolare gli specchi e si rifletteva nell’aria dando l’impressione di essere circondati da una polvere dorata in un giardino vivo.
Stava sorseggiando in tranquillità il suo the, quando fece il suo ingresso anche Jin Ling, affiancato da un giovane di bell’aspetto, intento a raccogliere ordini e disposizioni.
Nelle sue vesti ufficiali sembrava tutta un’altra persona. Lan SiZhui rise dentro di sé al pensiero, mentre i due si avvicinavano.
Jin Ling aggrottò leggermente le sopracciglia prima di parlare, tradendo un certo nervosismo. “Radunate una piccola squadra. Ho intenzione di recarmi lì personalmente il prima possibile. Fa’ preparare i cavalli.”
Quello fece un lieve inchino, prima di defilarsi e andare a eseguire gli ordini.
Jin Ling si sedette accanto al giovane Lan con un sospiro.
“Qualcosa non va?”
Quello emise uno sbuffo divertito, mentre una ragazza apparsa poco prima gli riempiva rapidamente una tazza di the, dileguandosi altrettanto in fretta una volta esaurito il suo compito, lasciando nuovamente i due da soli.
“Cosa mi diresti se ti rispondessi ‘tutto’?” Prese con cautela la tazza, soffiando leggermente sulla superficie, prima di berne un sorso.
“Ti direi che stai di sicuro esagerando.” Allungò una mano, accarezzando dolcemente il dorso di quella che Jin Ling aveva lasciato sul tavolo. “E ti chiederei se posso fare qualcosa.”
Quello sorrise appena con quel gesto, prima di sospirare profondamente. “Hai anche tu i tuoi problemi, Lan SiZhui, e i tuoi discepoli da guidare e istruire ai Meandri delle Nuvole.”
“Di cosa si tratta?”
“Furti. È la sesta volta in un mese che qualcuno attacca una città non molto distante dal confine per razziare oggetti spirituali. Le scorse volte erano solo piccoli furti di talismani di protezione 1 o collane per la buona sorte dalle bancarelle, ma questa volta hanno assaltato una delle famiglie più illustri di quella zona.” Spiegò, mentre le sue dita si intrecciavano a quelle di Lan SiZhui, accarezzandosi con dolcezza e una punta di gioco. “Non era mia intenzione dover intervenire di persona, ma non posso mandare qualcuno in mia vece a Hefei, dato che hanno preso di mira una famiglia importante come gli Shen, che controlla lo snodo commerciale locale.”
Jin Ling raccontò l’accaduto, e il moro ascoltò attentamente in silenzio anche i dettagli dei primi furti.
“Pensavo che fosse solo qualche atto di invidia, magari un piccolo commerciante che non ha particolare simpatia per un collega, o magari un gesto di ripicca per dei prezzi troppo alti di qualche concorrente, ma a una prima occhiata sembra che questa volta non abbiano preso solo dei talismani ma anche delle rare gemme spirituali. Sembra quasi che rubino a caso.”
Posò la tazza, ora vuota, e si passò una mano fra i capelli, continuando a far giocare teneramente le loro dita.
“Non sai quanto preferirei dover dare la caccia a un qualche demone..” Disse con un tono che sembrava incredibilmente stanco.
Lan SiZhui gli sorrise, comprensivo. “Sono certo che te la caverai benissimo.”
Jin Ling gli diede una leggera stretta alla mano in risposta.
 
Poco dopo, entrambi stavano uscendo dalla reggia, diretti ai propri cavalli, accompagnati da una figura canina e scodinzolante. Jin Ling notò con una punta di fastidio che nel gruppo che l’avrebbe accompagnato a Hefei c’era anche Jin Chan. Per quale dannatissimo motivo non riusciva a liberarsi di lui?!
L’aveva spedito ai confini della loro regione, a sbrigare le faccende più noiose e puntigliose che gli si presentavano, aveva persino cercato di farlo accasare, mandandolo come ambasciatore presso il Clan Meishan!
Ma niente! Quell’infame continuava a tornare, porca tr..
“Jin Ling?” Lo richiamò Lan SiZhui, accorgendosi dello sguardo seccato del ragazzo, diretto a un certo individuo nel gruppetto davanti a loro, immerso in un fitto chiacchiericcio.
“Mh? Sì, scusa, stavo..” Quello sembrò risvegliarsi da una piccola trance. Scosse la testa. “Non importa.”
Sorpassarono i giovani con tranquillità, dato che il cavallo bianco come la neve di Lan SiZhui era poco oltre.
Tuttavia, un brusio leggero non sfuggì alle orecchie dei due Cultori mentre camminavano. “Il Clan Lan è proprio peggiorato.. E dire che una volta accettava solo discepoli con una certa etica, ora invece..”
Non lo sai? Anche suo ‘padre’ è una mezza manica. Beh, tutti e due lo sono..”
Non saranno mica contagiosi? Insomma, voglio dire, il Giovane Maestro sembrava così normale in passato..”
Shh, shh!
 
Lan SiZhui era a conoscenza dei commenti che giravano su di loro da un po’, e ‘mezza manica’ era fra i più gentili che aveva sentito. Se vogliamo, aveva un che di ironico sentire lo stesso appellativo che Jin Ling rivolgeva con spregio verso Wei WuXian usato contro di lui.
Certo, era anche cosciente che per Jin Ling non fosse una situazione facile da gestire e che anzi, andasse ad aggravare l’umore del giovane Capo Clan e i problemi ad amministrare i suoi sottoposti. HanGuang-Jun poteva “permettersi” di avere le relazioni che voleva, per plurimi motivi (il suo rango sociale, le sue vittorie, il fatto che non fosse il diretto successore di Lan QiRen..), ma loro?
Jin Ling era giovanissimo per essere nella posizione che occupava, e non davvero perché l’aveva voluto in prima persona. Inoltre non era un segreto che, proprio per la sua giovane età, in molti fossero scettici sulla sua reale abilità, nonostante desse continuamente prova di meritare più di chiunque altro quel posto nella scala sociale.
Senza contare che anche prima circolavano delle voci, da quando poi avevano iniziato a farsi visita sempre più spesso (complice anche la ‘benedizione’ dei loro parenti), i pettegolezzi sulla loro relazione si erano infittiti, minando ulteriormente l’opinione generale sul Signore di LanlingJin, nonostante in pubblico mantenessero una dignitosa discrezione, evitando a volte anche di toccarsi per sbaglio.
A Lan SiZhui le parole scivolavano addosso come l’acqua, ma lui poteva permetterselo. Jin Ling, purtroppo, non aveva lo stesso lusso.
 
Lan SiZhui poteva sentire il sangue ribollire nelle vene del ragazzo accanto a sé, che teneva i denti serrati, mordendosi la lingua e controllandosi per non sfoderare Suihua, mentre anche Fata si lasciava sfuggire un lieve ringhio, sulla stessa linea d’onda del proprio padrone. Da quel punto di vista, Jin Ling era sicuramente migliorato molto nell’autocontrollo, un tempo non avrebbe esitato a ingaggiare uno scontro.
Il moro lo salutò con un gesto di congedo da etichetta, a cui l’altro rispose con un cenno del capo. “Fa’ buon viaggio.”
“Anche tu.” Gli sorrise, prima di afferrare le redini celesti del cavallo.
Jin Ling si diresse verso il proprio cavallo, mentre uno dei giovani vestiti d’oro sembrò realizzare in quel momento che sarebbe stato lui a guidarli.
“Signore, non penso ci sia bisogno per voi di venir..” Si affrettò a dire, ma venne bruscamente interrotto.
“Neanche io penso ci sia bisogno per voi di esprimere la vostra opinione, eppure non mi pare vi facciate problemi.” Jin Ling gli rivolse un sorriso gelido che non ammetteva repliche. “Montate sui vostri cavalli. Partiamo immediatamente.”
Saltò velocemente in sella, mentre alle sue spalle sentì il commento bisbigliato da Jin Chan. “Questa volta è senza la sua consorte..”
Lan SiZhui non poté fare a meno di lanciare uno sguardo di preoccupazione al gruppo, quando imboccarono strade diverse.
 
* * *
 
Erano passate tre settimane dall’inizio delle indagini di Jin Ling, e i piccoli furti continuavano, a spese sia della sua reputazione sia dei vari mercanti di Hefei, diventando più frequenti.
Il Capo Clan non riusciva a venirne a capo.
Non c’era un momento specifico in cui il ladro colpiva: non era sempre di notte, ma anche in pieno giorno. Non aveva un luogo prediletto, rubava indistintamente dalle bancarelle sparpagliate per tutta la città. Sembrava colpire senza seguire uno schema, ma inevitabilmente riusciva sempre a derubare il mercante ottimale al momento giusto.
In quei giorni non era riuscito a fare progressi, non aveva trovato alcun indizio. Nessuno vedeva niente, e quando un venditore si accorgeva della merce rubata, non riusciva a indicare da quanto era sparita.
Ma la cosa che sconcertava di più Jin Ling era che neanche Fata fosse in grado di scovare una traccia certa. O meglio, la scia portava sempre a un nulla di fatto: a volte conduceva in un vicolo cieco nella città, altre volte fuori ma finiva per svanire nel nulla nei pressi di una radura.
 
Si lanciò sul letto con un ringhio, affondando la testa nel cuscino, sotto gli occhioni incuriositi di Fata, che si avvicinò per dargli qualche lappata sul palmo della mano. Lui la ritrasse velocemente, ridacchiando. “Fata! Buona!”
Quella guaì scodinzolando, facendogli le feste per giocare.
Jin Ling si sollevò un po’, osservandola, poi batté piano sulla sponda del letto e lei arrivò obbediente a farsi coccolare, attaccandosi con un colpo al materasso. “Qui, brava.”
Il giovane sospirò profondamente. Perlomeno non era solo in quella sventura. Il pensiero di avere il suo cane spirituale sempre al proprio fianco lo consolava, e farla giocare o comunque considerarla un po’ prima di dormire lo aiutava a riposare meglio.
La mattina dopo il gruppo riprese le ricerche. Ormai avevano battuto tutto il circondario, esaminato ogni strada e ispezionato ogni casa. Avevano controllato prezzi di vendita, debiti, crediti, eventuali antipatie fra mercanti e in generale fra cittadini.
L’unico progresso che aveva fatto Jin Ling era aver praticamente azzerato la criminalità in quei vicoli, cosa comprensibile, dato che c’erano sempre almeno tre discepoli di LanlingJin di ronda giorno e notte, con la sola eccezione di quei furti di talismani. Talismani che, per altro, venivano anche in parte riportati.
Di certo, a Hefei l’opinione riguardo Clan Jin e il suo giovane leader era decollata grazie a quel crollo di crimini. Ma non serve dire che Jin Ling era tutt’altro che rincuorato.
Le visite alla casa degli Shen, la famiglia che controllava gli scambi, erano molto frequenti, dato che anche i furti avevano iniziato a verificarsi anche lì con una certa regolarità, ogni due o tre giorni.
Jin Ling era sull’orlo di un crollo nervoso, e per disperazione stava addirittura pensando di chiedere aiuto a suo zio, quando lo raggiunse uno dei suoi sottoposti per annunciare l’arrivo di un gruppo di Cultori del Clan Lan.
Il suo cuore fece una capriola al solo sentire la notizia. Grazie, cielo, grazie!
Come aveva immaginato, a guidare il gruppo c’era la figura gentile di Lan SiZhui. Le sue labbra si incurvarono enormemente ancora prima di riuscire a rendersene conto, non appena i suoi occhi incrociarono quelli sorridenti e cinerei dell’altro.
Il gruppo salutò il Capo Clan con riverenza. Quello si avvicinò, ricambiando il saluto insieme ai due discepoli alle sue spalle.
“Cosa porta il Clan Lan a Hefei?”
“Sono state rubate delle merci dirette a GusuLan e MolingSu. Io e questi discepoli siamo stati mandati per indagare a riguardo.”
Jin Ling aggrottò le sopracciglia. “Quando?”
“Tre giorni fa. Una carrozza partita da qui è stata saccheggiata di tutti gli oggetti spirituali che trasportava. La maggior parte erano solo corde e talismani, ma questo non sminuisce il fatto.”
Jin Ling lanciò un’occhiata minacciosa ai due alle sue spalle. “Non mi è stato riferito niente a riguardo.”
“Signore, non ne eravamo a conoscenza..” Disse immediatamente uno, scuotendo la testa con aria preoccupata. L’altro si affrettò a confermare. Sentivano già una punizione pendere sulla propria testa.
“Giovane Maestro Jin, non è strano che non lo sappiano. La carrozza è stata attaccata nei pressi del fiume che scorre vicino a Nanjing. Erano già distanti da Hefei. I primi a saperlo sono stati i discepoli di Moling, che hanno subito allertato noi. Non è colpa dei discepoli di Lanling.”
Jin Ling annuì alle sue parole, ma lo sguardo di rimprovero ai due non cambiò. “Va bene. Allora spero che potremo unire le forze per trovare la fonte di questi furti.”
“Il Giovane Maestro Jin può contare sul nostro aiuto.” Disse ancora Lan SiZhui, facendo un altro inchino insieme ai ragazzi della sua Scuola.
Jin Ling si rivolse ai due discepoli. “Voi. Portateli alla migliore locanda e assicuratevi che ci sia tutto ciò di cui il Clan Lan possa aver bisogno.”
Quelli annuirono, parlottando un secondo fra loro per accordarsi su dove portarli, e anche le righe dei giovani vestiti di bianco sembrarono allentare la tensione. Terminato il momento ufficiale, sembrò quasi che anche l’aria avesse ricominciato a respirare.
Jin Ling avanzò con l’intenzione di oltrepassare il gruppo, avvicinandosi appena a Lan SiZhui ma senza neanche sfiorarlo.
Non sorridere così tanto.. Non riuscirei a controllarmi..” Gli sussurrò, senza farsi notare da nessuno, con l’unica conseguenza di farlo sorridere di più.
Fata si fermò per scroccare un paio di carezze dal giovane Lan, venendo subito richiamata all’ordine dal suo padrone.
 
Quella sera, si incontrarono a casa della famiglia Shen, che allestì una cena degna dei suoi ospiti, per discutere del caso.
Oltre a Jin Ling e Lan SiZhui, i commensali erano i due coniugi Shen, l’uno dall’aria ospitale ma rigida e l’altra pacifica e composta, affiancati dai due figli, Shen HaoNing, un giovane di appena vent’anni dai tratti decisi e lo sguardo determinato, e Shen BaiShu 2, una ragazza incredibilmente graziosa e composta. Sedevano insieme a loro poi altri due importanti responsabili del commercio locale: la Signora Diu 3, un’elegante signora dall’aspetto autoritario, e Qiao Zhaohui 4, capo degli artigiani di Hefei visibilmente segnato dal lavoro e dal tempo. Gli ultimi due erano stati recentemente vittime di quei piccoli furti.
Terminate le presentazioni fra Lan SiZhui e le persone che ormai Jin Ling sarebbe stato capace di disegnare a occhi chiusi, iniziarono le discussioni e la cena.
“Per aggiornare il Giovane Maestro Lan, il ladro colpisce in momenti casuali del giorno e della notte, ma ruba esclusivamente cose di poco conto, quasi mai oggetti spirituali di valore, e sembra non avere intenzione di nuocere alle persone.” Iniziò il Signor Shen.
“Non è mai stato avvistato?” Chiese Lan SiZhui, dopo aver ringraziato la domestica che gli aveva versato del the.
“No. L’unica volta in cui siamo arrivati vicini al vederlo, ha lasciato cadere un sacchettino con la refurtiva. È stato cinque giorni fa.” Rispose Jin Ling, passandogli alcune pietanze dal profumo dolce.
“Era certamente di quelli che fa mia nipote, quindi dev’essere uno degli abitanti di Hefei!” Esclamò Qiao Zhaohui, risoluto.
“Ruba soprattutto talismani, ma ne riporta anche un buon numero.” Aggiunse la Signora Diu.
Lan SiZhui sembrò confuso da quell’affermazione. “Quali riporta?”
“Quasi tutti i tipi. Solo quelli di protezione e erbe curative sembrano mancare all’inventario.” Disse lei.
“Per questo avevo ipotizzato potesse essere un mendicante, o comunque una persona molto povera. Ma abbiamo controllato chiunque rientrasse in quella descrizione, ma sono tutte persone anziane e nessuno di loro avrebbe avuto modo di fuggire abbastanza in fretta.” Spiegò Jin Ling.
Il giovane Lan annuì, riflettendo. “Non potrebbe essere qualcuno che ha rifugio nei dintorni?”
Shen HaoNing scosse la testa. “Il Clan Jin ha esaminato attentamente tutta la zona circostante, foresta compresa, ma non hanno trovato nulla. Neanche una traccia di un rifugio o di un accampamento.”
“Fata non ha trovato niente?” Chiese direttamente all’altro. Il cane spirituale, accucciato obbedientemente in un angolo, scodinzolò appena sentendo chiamare il suo nome da Lan SiZhui.
Jin Ling scosse la testa con un sospiro. “Quando trova una traccia, finisce sempre nel nulla, come se il ladro svanisse nell’aria.”
Lan SiZhui: “Perché mai una persona dovrebbe rubare per poi riportare la refurtiva? Mettersi in mostra forse?”
“Penso che riporti ciò che non gli serve.” Ipotizzò l’altro. “Ma ad ogni modo, non riusciamo a capire se segua un ordine. Sarebbe più facile anticiparlo se riuscissimo ad arrivare allo schema che usa.”
Proseguirono le ipotesi da tutti i presenti, ma più ne venivano formulate e più venivano smorzate da questo o quel dettaglio.
“La famiglia più colpita siamo noi. Sembra che non importi dove nascondiamo i talismani, il ladro li trova sempre, come se sapesse dove cercare.” Disse la Signora Shen.
“È vero. Una volta ne ho nascosti alcuni nuovi insieme alla mia biancheria, e la mattina dopo erano scomparsi, lasciando tutto in disordine.” Affermò con voce timida e un leggero rossore Shen BaiShu, guardando Lan SiZhui con timidezza, come se si vergognasse ad ammetterlo.
Beh, d’altronde tutti conoscevano la rigidità in fatto di pudore del Clan Lan.
Quello inarcò le sopracciglia, lievemente stupito. Non sapendo bene cosa dire, aggiunse solo: “Ehm.. Ne sono dispiaciuto.”
Jin Ling si affrettò a tornare sull’argomento con un colpo di tosse. “Per questo, avevamo pensato potesse trattarsi di qualcuno della servitù, ma ho fatto controllare tutti, e non è stato trovato nulla neanche in questo caso.”
Lan SiZhui percepì lo sconforto ben nascosto nel suo tono di voce. Per lui era evidente che quella fosse un’enorme sconfitta per Jin Ling.
Avrebbe voluto rassicurarlo, stringergli le mani fra le proprie, ma erano davanti agli occhi di troppe persone.
Ad un tratto, il Signor Shen cambiò argomento, stanco di vedere che non riuscivano a trovare un’idea solida, concentrandosi quindi su Lan SiZhui e chiedendogli informazioni sulla sua Scuola e su di lui. Tutti si lasciarono subito rapire dal modo cortese e limpido con cui parlava il giovane Lan, soprattutto Shen BaiShu, apparentemente molto incuriosita dalle regole dei Meandri delle Nuvole.
Ormai al termine della cena, il padrone di casa invitò i due giovani maestri a trascorrere la notte lì, ma quelli rifiutarono con garbo.
Vennero accompagnati alla porta da Shen BaiShu, che continuò con le domande a Lan SiZhui fino al momento del congedo.
“Giovane Maestro Lan, dovete essere stanco per il viaggio, perché non vi fermate?” Insisté con tono gentile lei, posando una mano sul suo braccio con grazia.
Jin Ling, che era qualche passo davanti a lui, inarcò le sopracciglia a quell’invito, che aveva un che di spudorato dietro quell’apparente gentilezza.
Non gli erano davvero sfuggite tutte le sfacciate occhiate che la ragazza aveva lanciato a Lan SiZhui, tutte le risatine e le parole dolci che gli aveva rivolto durante la serata, e un’idea se l’era fatta. Una che gli stringeva la bocca dello stomaco.
Si morse la lingua per non dire niente di spiacevole e complicare la situazione a tutti e tre, e incrociò le braccia, aspettando l’altro oltre la soglia.
Lan SiZhui intuì che qualcosa non andava in Jin Ling, probabilmente anche dalla tonalità velenosa e scura che avevano assunto le sue iridi castane, così si limitò a rivolgerle un sorriso gentile, appoggiando una mano su quella della ragazza. “Signorina Shen, la ringrazio. Ma il viaggio non è stato così lungo, inoltre i miei allievi sono alla locanda. Non sarebbe affatto opportuno un comportamento del genere da parte mia.”
“Certo. Capisco.” Disse lei, con tono lievemente afflitto. Annuì e lo salutò con un inchino.
 
Fata trotterellava intorno a loro mentre camminavano chiacchierando nella notte, fra le viuzze dall’aspetto ospitale di Hefei. Prima di entrare nella locanda dove alloggiavano sia i discepoli Jin che i Lan, Jin Ling afferrò l’altro per un polso. Quello si girò a guardarlo, leggermente perplesso.
“Dormirai con me, stanotte?”
Lan SiZhui sembrò stupito da quella domanda. Si morse leggermente il labbro soppesando seriamente la cosa. Quegli occhi nocciola brillavano di speranza per la sua risposta.
I due non avevano ancora avuto modo di rimanere da soli da quando Lan SiZhui era arrivato.
Deglutì prima di annuire, e Jin Ling sembrò rilassarsi abbastanza da lasciar scivolare il suo polso dalla sua presa.
Quando entrarono nella sua stanza, Jin Ling non si preoccupò neanche di aver finito di chiudere la porta, inchiodandoci con un colpo Lan SiZhui con un bacio quasi disperato. L’altro, dopo l’iniziale sorpresa, ricambiò, portando istintivamente le mani al suo viso.
Stavo impazzendo prima...” Mormorò Jin Ling sulle sue labbra, facendo incontrare con dolcezza le loro fronti.
Lan SiZhui gli sorrise. “Anche io...”
 
Cercò di muoversi nel modo più delicato possibile, osservando Fata che gli sbatteva la coda silenziosamente vedendolo sveglio.
Fra sé e sé, dichiarò il tentativo miseramente fallito quando sentì un braccio rinforzare la presa intorno al proprio corpo.
Mh... Dove credi di andare?” Mormorò quello, affondando di più il viso fra i capelli corvini dell’altro.
Lan SiZhui sorrise, girandosi leggermente nell’abbraccio. “Dormi, A-Ling, è ancora presto...”
Non se non sarai qui quando mi sveglierò...” Gli occhi di Jin Ling sembravano due spicchi d’oro, socchiusi e brillanti com’erano in quel momento nel guardare l’altro giovane.
Cosa diranno quando ci vedranno uscire dalla stessa stanza?” Il moro scostò con un gesto premuroso due ciocche castane dal suo viso, accarezzandolo dolcemente, e le portò dietro il suo orecchio.
Quello gli sorrise con aria furba. “Mh.. E vuoi sapere cosa gli dirò io?
Lan SiZhui rise piano, prima di baciarlo dolcemente sulle labbra.
Davvero, dovresti smetterla di fuggire dal mio letto... È snervante.”
Quindi stavolta mi lascerai andare?
Jin Ling fece roteare gli occhi con uno sbuffo. L’altro gli schioccò un leggero colpetto sul petto con la mano.
Ehi..! Cos’è quella faccia?” Gli fece, ridendo.
Fastidio.” Quello tirò scherzosamente fuori la lingua, ma allentò la presa intorno a Lan SiZhui, che poté alzarsi, scuotendo leggermente la testa con aria divertita.
Fata colse l’occasione per andargli incontro e farsi fare delle coccole prima che il ragazzo iniziasse a vestirsi.
“Non ho visto Jin Chan ieri.” Disse, ripensando a quanto era stata tranquilla la giornata, mentre raccoglieva le proprie cose, dopo aver soddisfatto la voglia di attenzioni dell’animale. Tale padrone, tale cane.
“Mh... L’ho mandato di nuovo a Lanling per un incarico stupido. Dovrebbe tornare fra un paio di giorni.”
Lan SiZhui si sentì un po’ dispiaciuto per lui, ma non riuscì a trattenere una risata.
 
* * *
 
I giorni successivi si susseguirono veloci, fra indagini approfondite e controlli continui. Jin Chan era tornato, e con lui l’ombra di spiacevoli commenti e frecciatine che oscurava l’umore di Jin Ling. Ma, incredibilmente, il giovane vestito d’oro scoprì che non era lui la persona che odiava di più in quella città.
Infatti, con la scusa di accompagnare il fratello maggiore e assisterlo, Shen BaiShu non perdeva occasione di presentarsi tutti i giorni, non lasciando praticamente mai Lan SiZhui da solo.
E quello sì che era un pettegolezzo interessante per quelle comari di Lanling.
Dopo una settimana persino Jin Chan, che non perdeva occasione di provare a stuzzicarlo con le sue frecciatine, gli si era avvicinato, commentando la cosa con tono perplesso. “Guarda che quella sta cercando di portarti via il fidanzato.”
Jin Ling in quel momento avrebbe voluto sfondargli la faccia a pugni, ma c’era poco da dire. Shen BaiShu le stava palesemente provando tutte per fare colpo su Lan SiZhui.
Insomma, non la biasimava. Lan SiZhui era un giovane Cultore con un bellissimo aspetto e dai modi incredibilmente cortesi ed eleganti, non perdeva quasi mai pazienza ed era anche molto abile con la spada. Aveva anche dei difetti, ma erano granelli di polvere in confronto a tutto il resto, e Jin Ling era comunque l’unico a conoscerli (oltre a Lan JingYi, per ovvi motivi).
Cosa poteva dire invece di se stesso?
Oh beh, di cose da dire ne avrebbe avute, ma ben poche sarebbero state positive in quel quadro.
Dopo quelle parole, Jin Ling si era limitato a increspare leggermente le sopracciglia, rimanendo in silenzio con le braccia conserte, osservando il modo gentile in cui Lan SiZhui stava sorridendo alla ragazza. La sensazione della prima sera, quella che gli serrava lo stomaco, aveva iniziato a crescere già da qualche giorno, e ora gli creava anche una tremenda nausea e tensione.
Jin Chan capì che qualcosa non andava da quell’assenza di risposta, ma non fece domande.
Qualche giorno dopo, la sensazione che Jin Ling stava incamerando esplose.
 
Finalmente avevano avuto un’intuizione su dove potesse trovarsi il ladro, grazie ad altri due assalti a dei venditori ambulanti che si stavano spostando verso o da Hefei.
Sarebbero stati fuori dalla città almeno una notte, e Shen BaiShu aveva capricciosamente piantato i piedi per terra, insistendo sul voler accompagnare i cultori nella ricerca.
Lan SiZhui non aveva trovato motivi per impedirglielo, a patto che seguisse gli ordini che le venivano dati, mentre Jin Ling si era mostrato profondamente contrario, definendola senza mezzi termini ‘un peso inutile’.
Il gruppo era raccolto poco fuori dalle mura, di ritorno da un altro giro di controllo, mentre il cielo iniziava a scurirsi. I due stavano discutendo, distanti dagli altri.
 
“Non verrà.” Affermò il giovane vestito d’oro, per l’ennesima volta, serrando i denti. “Sarebbe completamente inutile, e non si sa difendere.”
“Finché resterà con qualcuno in grado di usare la spada, non vedo dove sia il problema.” Cercò di spiegare con calma. Era la figlia della più importante famiglia lì, e il giovane era certo che anche l’altro capisse che era anche una questione diplomatica assecondarla. “Potrei farlo io se non vuoi affidarla a qualcun altro.”
Ecco, quello era esattamente ciò che Jin Ling non voleva sentire.
“Ah beh, allora sì che sarei tranquillo!” Disse con sarcasmo.
“Cosa vorresti dire?” Lan SiZhui aggrottò le sopracciglia. “Pensi forse che non sia in grado di difendere una ragazzina?”
“Al contrario, sei sicuramente il più affidabile. Ma non verrà, punto. Smetti di insistere.”
“Non ricordo quando abbiamo stabilito che avresti preso tu tutte le decisioni.”
Sbuffò con falso divertimento, per poi ribattere. “Scusa? Ti ricordo che sei sulla mia terra. Sei qua perché io te lo concedo.”
“Oh, mi dispiace molto di aver arrecato tutto questo disturbo, allora!” Esclamò. “Tanto più se dobbiamo litigare su una ragazza che possiamo tranquillamente tenere d’occhio.”
“Beh, tu non ho dubbi, dato che non ti si schioda di dosso.” Commentò con acidità. “Per curiosità, hai intenzione anche di farla dormire con te? Così, giusto per averla sott’occhio.”
“Jin Ling, so che sei nervoso...”
“Puoi giurarci che sono nervoso...” Mormorò fra sé e sé.
L’altro continuò, ignorando quel commento. “E lo capisco, ma...”
“Ah, lo capisci? Davvero?!” Scattò quello,
Lan SiZhui sussultò, preso in contropiede.
“Capisci tutte le aspettative che devo rispettare? Con la gente che non aspetta altro che un mio passo falso, perché ‘buon sangue non mente’? La posizione critica in cui mi trovo, costantemente sotto gli occhi di tutti?”
E quello avrebbe voluto rispondere, ma l’espressione furiosa di Jin Ling glielo impedì.
“Per non parlare di Shen BaiShu. Lo vedo come ti guarda, come ti parla, chiunque lo vede. Non fa altro che seguirti ovunque tu vada e chiedere dove sei quando non ti trova.” Fece una piccola pausa, riprendendo fiato e calmando il tono. “E mi ha dato da pensare.”
Il moro sembrò rilassarsi leggermente. “Se sei geloso, perché non me l’hai detto? Lei non mi interessa, dovresti saperlo. Meglio di tutti.”
“Non è quello.” Si morse il labbro. “Lei... Lei ti sta accanto, ti sfiora le mani quando può, ti guarda e ti sorride come se non ci fosse nessun altro nella stanza.”
Lan SiZhui sentì sprofondare il cuore. Il tono che sentiva non era affatto quello bruciante della gelosia, piuttosto era triste, come affranto. Temette di sapere dove l’altro sarebbe andato a parare, e pregò con tutto se stesso di sbagliarsi.
“Le persone parlano, lo sai anche tu. Noi lo sappiamo meglio di altri. Ora io non posso commettere errori, non posso fare passi falsi.” Deglutì, sostenendo il suo sguardo. “E anche tu hai gli occhi di Gusu puntati addosso.”
“E cosa vorresti fare? Evitare di stare vicini? Di farci vedere insieme? O forse preferisci rompere qualsiasi legame?” Chiese con un’espressione increspata da un sorriso incredulo.
Jin Ling distolse lo sguardo. Non rispose.
In quell’improvviso silenzio, Lan SiZhui aprì la bocca con stupore, senza riuscire a parlare per qualche secondo.
“È così quindi? Vuoi farla finire così?” Le emozioni gli scuotevano il respiro e gli alzavano la voce. “Valgo così poco per te?!”
“Non è questione di valore!” Soffiò fra i denti con rabbia. “Ma sii oggettivo! Noi quando potremo stare così? O meglio, potremo mai stare così?”
Il giovane Lan non sapeva rispondere a quella domanda. Con dolore, si rese conto che non aveva una risposta. Avrebbe voluto trovare un’obiezione, un motivo per rifiutarsi.
“Dovremmo prendere strade diverse dopo questa missione.” Continuò Jin Ling, serio, ma con un velo di tristezza negli occhi. “È meglio per entrambi.”
Lan SiZhui serrò le labbra. Le sentiva tremare, non sapeva se per la rabbia o il dolore, mentre un senso di vuoto iniziava a vorticargli nel petto. “Molto bene, allora. Come vuoi.”
Senza aggiungere altro, girò le spalle allontanandosi da lui con il leggero fruscio appena percettibile delle sue vesti candide. Jin Ling sapeva che se ci fosse stata una porta l’altro l’avrebbe appena sbattuta più che sonoramente.
I discepoli, fermi alle porte della città in attesa dei loro capi, si videro oltrepassare in silenzio da Lan SiZhui che aveva una maschera di indifferenza sul viso. Poco dopo anche Jin Ling li raggiunse, dando loro delle brevi indicazioni sul giorno seguente con tono fermo. Uno chiese incautamente riguardo alla questione su cui i due si erano “ufficialmente” appartati per discutere. “Signore, e la signorina Shen BaiShu?”
Lui le scagliò un’occhiata gelida, squadrandola, poi proseguì in direzione della locanda, lasciando tutti atterriti.
“Faccia quello che vuole, a suo rischio e pericolo. Se sarà di ostacolo, non mi prenderò la briga di salvarle la pelle.”
 
Il giorno seguente, il gruppo si diresse verso una precisa zona fra Hefei e Nanjing, che tutti sentirono come particolarmente carica di energia risentita. Per sfortuna del gruppo, quella faceva da richiamo a una frotta di anime risentite, con cui i Cultori si dovettero scontrare, perdendo così un sacco di tempo e di energie.
Lungo il tragitto, Shen BaiShu non fece altro che trotterellare intorno a Lan SiZhui con atteggiamento incredibilmente frivolo, riparandosi dietro di lui ogni qualvolta si sentissero dei ruggiti in lontananza o aggrappandosi al suo braccio quando si sentiva spaventata.
Un Jin Ling dall’aria stanca non mancava di lanciare occhiate indecifrabili e fugaci nella loro direzione, distogliendo sempre gli occhi un attimo prima di incrociare quelli del giovane Lan, che sentiva una fitta al cuore ad ogni sguardo mancato. Sei tu che l’hai voluto.
I due interagirono il meno possibile, e tutto il gruppo si accorse del clima teso che li circondava, eccetto palesemente la ragazza, che forse addirittura ne gioiva.
La sera arrivò prima del previsto, trovandoli ancora a mani vuote.
Quando piantarono le tende e accesero un paio di falò, l’atmosfera si fece più leggera. Un leggero chiacchiericcio unì le persone, che si lasciarono trasportare da racconti e aneddoti non appena calò il buio.
Lan SiZhui lasciò prima quel clima allegro, ritirandosi per meditare con un’espressione provata e, finalmente per la prima volta nella giornata, Shen BaiShu non osò seguirlo.
Anche Jin Ling, dal canto suo, era stanco, probabilmente a causa di una delle notti peggiori della sua vita. La notte precedente le fitte allo stomaco non l’avevano lasciato in pace neanche un istante, divorandolo dall’interno insieme a un dolore lancinante al petto. Gli occhi non avevano smesso di bruciare e le lacrime di scorrere, e da quanto aveva potuto vedere durante la giornata, anche quelli di Lan SiZhui erano rossi, come se avesse pianto tutta la notte. Inoltre, quando si era svegliato, aveva provato incredibilmente freddo.
Senza quei capelli color inchiostro a macchiare il suo risveglio, senza quella pelle chiara su cui posare i suoi baci, senza quegli spicchi color cenere che gli sorridevano nonostante i suoi capricci.
Senza nessuno accanto a sé.
Aveva stretto il cuscino vuoto nella speranza di riempire quel vuoto, ma ci aveva trovato solo un profumo dolce di mandorla che conosceva troppo bene, e aveva finito solo per bagnarlo ancora con le sue lacrime.
Persino Fata non si era azzardata ad avvicinarsi a loro in cerca di coccole per tutto il giorno. Anche in quel momento, era accucciata in silenzio accanto al suo padrone, mentre quello guardava allontanarsi con occhi malinconici l’elegante figura bianca.
Più tardi, un’altra notte insonne stava tormentando Jin Ling, che non poté far altro che alzarsi e andare in cerca di quella dannatissima fonte di energia risentita. Prima di allontanarsi, ordinò a Fata di rimanere a guardia di quel piccolo accampamento.
 
Si mosse nel silenzio della notte, accompagnato solo dai gorgoglii dei corpi ambulanti che trovava lungo il suo percorso e che decimava con la stessa facilità con cui si coglie un fiore. Ah!, un vero toccasana per sfogare il suo umore nero. Fra sé e sé pensò di aver preso molto più da suo zio di quanto pensasse.
Seguì l’opprimente sensazione di angoscia finché non giunse presso una piccolissima area spoglia, una sorta di ‘anticamera’ libera da arbusti o cespugli di sorta da cui partiva un sottile percorso. Poteva facilmente passare inosservato, dato che sembrava un sentiero scavato più dai passi che non dall’intenzione. Lì stante, una figura che brillava nell’oscurità sembrava essersi appena fermata dal proseguire, dopo aver sentito il suo arrivo.
“Ovviamente.” Si limitò a dire Jin Ling.
Lui lo guardò con inespressività, concedendogli appena uno sguardo con la coda dell’occhio.
Jin Ling lo affiancò. “Quindi i corpi che ho trovato già sistemati erano i tuoi.”
Quello si limitò ad annuire.
“Perché non sei rimasto a meditare?” Chiese, mentre imboccava quella specie di via scavata fra gli alberi, certo che l’avrebbe seguito.
“Potrei farti la stessa domanda.” Disse Lan SiZhui con tono freddo alle sue spalle, circa a due passi di distanza.
Non dovreste non poter parlare alle spalle delle persone?, il castano schioccò la lingua contro i denti. “Perché io non medito. Pensavo lo sapessi.”
Pur non guardandolo, Jin Ling sapeva che l’altro aveva fatto saltellare le sopracciglia con stizza a quella risposta.
Continuarono a camminare in silenzio per un po’. All’improvviso Jin Ling si fermò. Stava per dire qualcosa, quando Lan SiZhui attirò la sua attenzione. “È più forte qua. Dev’essere vicino.”
Entrambi portarono la mano sull’elsa della propria spada, pronti a reagire in caso di attacco. Tuttavia non successe proprio nulla. Riuscivano solo a sentire dei grugniti e qualche fruscio.
Avanzarono ancora qualche passo oltrepassando un lieve rialzamento del terreno, guardinghi, poi si bloccarono entrambi, senza parole.
 
In un piccolo spiazzo, si trovarono a pochi passi da due piccoli corpi dagli occhi bianchi e la pelle leggermente bluastra, oltre che ingrinzita dalla morte. Ringhiavano e emettevano dei lamenti gutturali, come cani che difendono una casa, ma l’unica cosa alle loro spalle era una pietra malmessa e ricoperta da muschio e erbacce. Sopra quella erano stati messi i talismani, apparentemente inattivi, e le collanine scomparse, appoggiate sulla pietra come delle offerte. Molti erano già accartocciati dall’umido della vegetazione o coperti di foglie e erbacce fin troppo invadenti.
Lan SiZhui fece il gesto di avvicinarsi, ma uno dei due scoprì i denti ingialliti e lanciò un grido stridulo, mettendosi in una posizione di difesa. Jin Ling gli si parò davanti, come per proteggerlo.
“Jin Ling..?” Aprì leggermente gli occhi, con una punta di stupore.
“Riesci a leggere da qui la lapide?” Disse, rimanendo in una posa salda.
“No, ma penso di sapere di chi sia.”
L’altro annuì, concordando.
“Poveri piccoli... Forse non se ne sono nemmeno accorti...” Lan SiZhui sopirò, guardando le due creature che gli ringhiavano contro. “Non attaccheranno se restiamo qui.”
Jin Ling si rilassò appena, sentendo la mano del moro posarsi sulla sua spalla. Si voltò leggermente verso di lui, trovando l’ombra di un sorriso sulle sue labbra.
“Suonerò Inquisizione da qui.”
Il giovane Jin lanciò un’occhiata dubbiosa alle due piccole figure, simili a cuccioli rabbiosi.
Lan SiZhui si inginocchiò con estrema grazia davanti al proprio guqin e iniziò a pizzicare dolcemente le corde. Ma i due ringhiarono solo confusamente, senza rispondere davvero attraverso la melodia che stava creando il moro. Lui aggrottò le sopracciglia.
“Lan SiZhui.. Penso che non capiscano. Che siano.. Troppo piccoli?”
Quello si fermò, guardando prima Jin Ling, poi le due creature che una volta dovevano essere stati dei bambini di non più di tre o quattro anni e, a giudicare dalle vesti, maschio e femmina. Ringhiavano contro di lui e sembravano voler piangere. I loro occhi vuoti sembravano distrutti dal dolore. Quella sola visione aveva qualcosa di estremamente tragico e doloroso.
Jin Ling ebbe un’idea. “Suonagli una ninna nanna.”
“Una ninna nanna?” Lan SiZhui lo guardò con incertezza.
“Sì, prova!” Insisté quello, rimandandogli uno sguardo determinato, prima di concentrarsi di nuovo sulle due bestioline davanti a loro.
Lan SiZhui guardò il guqin, prima di posare le dita sulle corde, senza muoverle.
Dopo qualche istante di silenzio, Jin Ling si voltò di nuovo verso di lui, perplesso. “Cosa stai aspettando..?”
Quello stava fissando lo strumento in silenzio, mordendosi il labbro come se fosse seriamente in difficoltà. Intanto le due creature sembravano iniziare ad agitarsi, come se stessero cominciando a non tollerare più la loro presenza lì. A Jin Ling sarebbe bastato un solo colpo di spada, e Suihua li avrebbe polverizzati, ma dentro di sé non riusciva a pensare di fare una cosa simile. Tantomeno pensava che Lan SiZhui gliel’avrebbe lasciato fare o avrebbe agito al posto suo. Quella sarebbe stata la loro ultima spiaggia. Erano solo dei bambini! Ormai senza vita, ma pur sempre bambini!
Jin Ling osservò l’altro, totalmente immobile, come paralizzato, e stava per spronarlo ancora, quando improvvisamente capì. Aprì di più gli occhi alla realizzazione, dandosi mentalmente dell’idiota per non averci pensato o non averlo capito prima.
Un attimo dopo, si inginocchiò affianco a lui, quasi alle sue spalle, che fece per girarsi a guardarlo, un po’ stupito.
“Suona questo.” Disse, prima di sporgersi verso di lui, avvicinandosi al suo orecchio destro chiudendo gli occhi.
Iniziò a mormorare un motivo lento e dolce con le labbra chiuse, e Lan SiZhui sembrò impiegare un paio di secondi prima di seguire quella semplice melodia, preso alla sprovvista. 5 (per ascoltare, link here)
Dopo poco, la voce bassa di Jin Ling intonò con lentezza alcune parole, seguendo le note che l’altro pizzicava sul guqin. Cantò quella sequenza con voce calma e delicata, appena sopra la spalla di Lan SiZhui, che continuava ad accompagnarlo.
Il testo e il motivo erano semplici, eppure i due bambini iniziarono a dondolare la testa, come se cercassero di rimanere svegli. Lei si accasciò più o meno aggraziatamente, trovando una posizione comoda, mentre lui prima si sedette, proprio come un cucciolo, strofinandosi un occhio prima di appoggiarsi al corpicino ora innocuo della bambina.
Jin Ling continuò un altro paio di minuti con quelle uniche due strofe, mormorando le parole con un tono abbastanza alto perché potesse fondersi alla musica del guqin e abbastanza basso da non infastidire Lan SiZhui. Lasciò affievolire la voce lentamente, prima di fermarsi del tutto.
Quando aprì gli occhi, le due creature sembravano essersi profondamente assopite. Sorrise, voltandosi istintivamente verso l’altro, che aveva agito nello stesso modo nello stesso istante.
Si ritrovarono quindi con le labbra a un soffio le une dalle altre, non sapendo bene cosa fare.
Lan SiZhui girò di nuovo il viso, però dalla parte opposta, arrossendo timidamente. Un gesto che Jin Ling ritenne più che naturale, ma ugualmente doloroso.
“Scusami per prima. Non ho pensato che..” Il giovane lasciò morire la frase, incerto su come proseguire.
Il moro gli rivolse un sorriso cordiale, guardandolo con la coda dell’occhio. “Tranquillo. Non potevi sapere che non ne ricordo.. Al posto tuo, neanche io ci avrei pensato.”
In realtà un ricordo sfocato lo aveva, di qualcuno vestito di scuro che lo addormentava dolcemente, ma le immagini erano talmente sbiadite che poteva anche essere un sogno 6. E comunque, il suono non riusciva a ricordarlo.
“Mh..” Jin Ling abbozzò un sorriso di rimando, abbassando lo sguardo con malinconia. “Mio zio me la cantava sempre, anche se non è tipica di Yunmeng. Ho scoperto solo di recente che è di Lanling.”
Lan SiZhui posò una mano sul suo ginocchio, in una tiepida carezza che fece divampare il cuore dell’altro. I loro occhi si incrociarono di nuovo, stavolta sostenendosi più a lungo.
Uno dei due stava per dire qualcosa, quando un improvviso mormorio li fece tornare alla situazione reale.
“Devo usare Inquisizione sulla persona che è lì sotto prima che si sveglino.” Disse Lan SiZhui, e l’altro annuì. Iniziò a suonare, riferendo ciò che chiedeva e ciò che gli arrivava in risposta.
Quando la storia fu chiara, i due poterono spiegarsi anche i piccoli furti. Lan SiZhui guardò con una stretta al cuore i due corpicini addormentati. Non era importante quanto il loro aspetto potesse apparire sgradevole, la loro sorte era stata davvero triste, ma nonostante quello erano rimasti corretti quanto bastava per loro.
Suonò un’ultima melodia, per placare le loro piccole anime tormentate e dargli finalmente pace. Dopodiché, i due si fecero forza e li seppellirono lì, accanto alla lapide.
Jin Ling si accovacciò per pulire, per quanto possibile, la superficie di pietra, rivelando tre nomi.
“È stata davvero una sfortunata tragedia..”
Lan SiZhui annuì in silenzio, salutando con un gesto solenne la tomba, ora legittima, prima di allontanarsi con Jin Ling.
Mentre camminavano fianco a fianco, Jin Ling sfiorò casualmente un paio di volte la mano di Lan SiZhui, che non la ritrasse né rispose al tocco. Quando il giovane sovrano riconobbe di essere vicino a dove si erano fermati con i discepoli, si bloccò. L’altro lo imitò, guardandolo con un velo di preoccupazione.
“Lan SiZhui... Cosa pensa la tua Scuola di chi fa un errore di valutazione?”
Quello sembrò pensarci qualche secondo, prima di parlare. “Siamo tutti fallibili. Sbagliare serve anche a migliorare se stessi.”
Jin Ling lo guardò intensamente. “E se io avessi bisogno di te per migliorare me stesso?”
Lan SiZhui aprì di più gli occhi. “Jin Ling...”
“Avevi ragione a essere arrabbiato. Sono stato... Sono uno stupido. Ho pensato solo a quello che io ritenevo importante, credendo che potesse riguardare e fare il bene di entrambi.”
“Io però non ti ho fermato.” Affermò Lan SiZhui, sorridendogli debolmente. “Non darti tutta la colpa, soprattutto se pensavi a entrambi.”
Jin Ling stava per ribattere, ma l’altro lo anticipò. “Non ti ho mai chiesto di fare quelle cose. Non ti ho mai chiesto tenermi per mano o aggrapparti al mio braccio. Non ti ho mai chiesto di seguirmi ovunque andassi, o diventare la mia ombra.”
“Quello che vorrei è poterti stare accanto quando hai bisogno che io ci sia, e averti al mio fianco quando sarò io ad averne bisogno. Per quanto riguarda come ci guardiamo, beh.” Il moro fece una pausa, lasciandosi scappare uno sbuffo divertito. “Devi essere cieco per non esserti accorto che ci guardiamo già come se non ci fosse nessun altro intorno a noi.”
Jin Ling arrossì ma ridacchiò, avvicinandosi a lui e prendendogli le mani con dolcezza. “Scusami se a volte sono così... Ottuso.”
“Non sei ottuso...” Gli rispose lui, intrecciando le dita con le sue, mentre i loro visi si avvicinavano sorridendo. “Però a volte sei un po’ irragionevole. Questo sì.”
“Mh... E ti vado bene anche se ho un carattere del cazzo?”
Lan SiZhui rise dolcemente. “Mh-mh...”
Lasciò che l’altro gli desse dei baci leggeri sulle labbra, mentre qualche cinguettio iniziava a farsi strada con l’aurora che avvolgeva il cielo con il suo palmo rosa 7.
 
Il giorno seguente, il gruppo ripulì l’intera area da tutte le anime risentite che si erano avvicinate a quel luogo. Verso sera, dopo essere rientrati e aver ordinato a un paio dei suoi di tornare a Lanling a fare rapporto di quanto successo, Jin Ling si recò insieme a Lan SiZhui e alcuni discepoli alla residenza della famiglia Shen. Lì erano radunati i personaggi ormai familiari di quella vicenda.
Jin Ling iniziò con il dire che il problema furti era stato risolto, poi si focalizzò sul figlio degli Shen con uno sguardo triste. “Mi dispiace molto.”
Shen HaoNing aggrottò le sopracciglia. Stava per chiedere ulteriori spiegazioni, quando il Capo Clan di LanlingJin rispose alle domande degli altri, cominciando il racconto.
 
Fra le ragazze che accompagnavano Shen BaiShu, una in particolare spiccava per bellezza e buone qualità, Lien Mingyu 8. Con questa in particolare, un giorno sbocciò l’amore con Shen HaoNing. I due giovani, con la complicità della sorella, coltivarono così il loro giovane e incauto sentimento.
Con il tempo, però, il padre scoprì la tresca fra Shen HaoNing e la serva, così decise di cacciarla.
Lei lasciò la città per la vergogna, rifugiandosi a Nanjing. Scoprì di essere incinta, ma quando nacquero due gemelli, rifiutandosi di dire chi fosse il padre per paura di gettare vergogna sul giovane, venne cacciata anche da lì. Una notte si recò di nascosto alla residenza degli Shen e, con la complicità della sua vecchia assistita, Shen BaiShu, poté incontrare il suo amato.
Lui, per paura che il padre potesse vederla e farle qualcosa di male, le promise di starle vicino il più possibile, ma facendola allontanare da Hefei: iniziò a darle quanto chiedeva, che era in realtà il minimo indispensabile per vivere ‘in esilio’ ma non lontana dal suo amore, quindi talismani di protezione, erbe curative per eventuali ferite magiche da usare nella foresta, e cibo più sufficiente a sfamare se stessa e i due piccoli.
Con la scusa di andare a caccia, Shen HaoNing andava spesso a far loro visita, per portare loro rifornimenti e assicurarsi che non corressero alcun pericolo.
Quello che non poteva sapere era che Lien Mingyu non sarebbe morta per un qualche attacco di creature magiche, ma per una malattia che la colse più velocemente di come un bambino strappa dal prato un bel fiore.
Era quasi inverno quando la donna si spense. Fu Shen HaoNing a trovarla, quando ormai era troppo tardi. Ma non solo la sua amata era morta, anche i suoi figli erano spariti. Li cercò incessantemente per tre giorni e tre notti, ma senza riuscire a trovarli.
Devastato dalle perdite, dedicò a tutti e tre una tomba, incidendo con la propria spada i loro nomi. Quando tornò a casa, per quasi un mese non riuscì ad alzarsi, colto da un febbre violenta causata dal dolore. Non poté quindi neanche recarsi in quel luogo, a cui però continuò a fare visita nei mesi successivi a quello di degenza, o almeno finché l’energia risentita non iniziò a ‘infettare’ l’ambiente. Non essendo un cultore, non era più riuscito ad avvicinarsi da solo, rischiando di venire ucciso da uno dei tanti fantasmi che si aggiravano lì.
Quando era riuscito a tornare dopo la malattia, la neve gli arrivava al ginocchio e copriva come una spessa coperta la lapide.
Quello che non poteva sapere era che i suoi bambini erano ancora vivi quando lui aveva sepolto la donna. Erano ancora vivi, ma si erano nascosti, troppo spaventati per uscire. Quando avevano visto il padre in lacrime seppellire la madre, si erano accoccolati lì, vicino a lei, aspettando che la loro mamma si svegliasse e che il loro papà tornasse. Sfortunatamente, arrivò prima il freddo inverno. La fame e gli stenti giocarono una parte importante nella poca resistenza, e i due piccoli morirono nel sonno gelido della prima neve. Rimasero poi sepolti lì, incastonati come due gemme che non sarebbero mai fiorite, fra la pietra e la neve.
Con lo sciogliersi della neve, anche loro risvegliarono il loro sonno, e da lì il resto era quasi ovvio. Avevano continuato a rubare le stesse cose che la loro mamma usava e nient’altro, riportando ciò che era inutile, nella speranza di aiutarla e proteggerla.
 
Shen HaoNing cadde in ginocchio, sconvolto. Un conato di dolore gli costrinse il corpo, quasi bloccandogli il respiro. La consapevolezza di aver perso i propri figli non una, ma due volte era lacerante.
Si maledisse fra le lacrime, sotto gli occhi di tutti. Sua madre si inginocchiò accanto a lui, cercando invano di consolarlo. Il capofamiglia Shen era senza parole, la sua espressione solitamente severa era attraversata da una crepa di triste stupore per le conseguenze disastrose che la sua azione aveva avuto. Shen BaiShu abbassò lo sguardo sul fratello, condividendo con lui il dolore di quella seconda perdita, nonostante lo sapesse già da quella mattina, quando i due Cultori spiegarono l’accaduto ai propri discepoli.
“Ora le loro anime riposano in pace. Potrete andare a visitarli senza temere di essere attaccati da altre creature.” Concluse Jin Ling.
Il signor Shen fece un inchino accompagnato da un gesto di profonda gratitudine. “Grazie per tutto ciò che avete fatto. Provvederò a dar loro una sepoltura degna dei figli di mio figlio.”
Poco dopo, il gruppo era radunato fuori dalla residenza. “Ripartiremo domattina, per stasera riposate.” Comunicò Jin Ling ai cultori di Lanling, che si dispersero sollevati.
Lan SiZhui si voltò verso l’altro dopo aver osservato i suoi ragazzi che tornavano diligentemente alla locanda. “Beh, ora cosa...”
La sua domanda rimase sospesa, perché un paio di labbra si posarono sulle sue con dolcezza, insieme a una carezza sul suo viso.
“Jin Ling..!” Il moro sorrise, posandogli una mano sul petto. “E tutta la questione degli occhi puntati su di noi?”
Fece un cenno al portone alle loro spalle, che sembrava essersi appena chiuso. “Penso proprio che Shen BaiShu ci abbia visti. Che dirà la gente?”
“Mi dispiace per lei.” Jin Ling fece spallucce, rimanendo a pochi centimetri dal suo viso. “E ho deciso che me ne infischio. Se non ho paura di mio zio, sarebbe stupido temere chiunque altro. Ti pare?”
Lan SiZhui rise, e Jin Ling pensò che la notte si fosse appena accesa con mille colori. “Ha senso.”
Il giovane vestito d’oro si chinò di nuovo a baciarlo teneramente sulle labbra più e più volte.
 
Lasciò un bacio leggero sulla sua clavicola scoperta, prima di strofinare il naso nell’incavo del suo collo, facendolo ridere piano.
“Mi fai il solletico così..” Disse, accarezzando con cura i suoi capelli castani.
Quello, prima comodamente appoggiato alla sua spalla, si tirò leggermente su per poi riaffondare nel suo collo, soffiando con le labbra strette.
“Smetti!!” L’altro si dimenò un paio di volte sotto quell’attacco infantile, ridendo. “Jin Ling!!”
Jin Ling si fermò, guardando il giovane accanto a sé. “Non scapperai domattina, vero?”
Quello gli sorrise. “Perché? Abbiamo fretta?”
Il castano, dopo averlo baciato, puntò il gomito sul cuscino, guardandolo con occhi affettuosi. “Assolutamente no.”
Lan SiZhui non fece in tempo ad avvolgerlo di nuovo in un abbraccio che, con un rumorosissimo guaito, Fata si alzò dal suo angolino scodinzolando e si lanciò con le due zampe anteriori sul materasso dal lato di Lan SiZhui. Appena si era resa conto che i due non avrebbero ancora dormito dopo la loro recente ‘attività ludica’, aveva deciso di pretendere delle coccole.
Con slancio, salì senza aspettare alcun permesso, andando dritta dai due, e si spalmò sul letto, occupando tutto lo spazio libero disponibile con le caratteristiche proprie di un liquido.
“Fata... Fata..! FATA! NO!!”
Jin Ling tentò di richiamare il cane spirituale, fra le risate di Lan SiZhui, che intanto si era messo a sedere (come l’altro, d’altronde), lasciando ancora più spazio da occupare all’animale.
“Lasciala, dai.. Ahahahah!” Disse il moro, allungando una mano per affondarla nel pelo folto e morbido di Fata.
“Lasciala un accidente, guardala! Che cane senza ritegno.” Replicò, mentre le grattava affettuosamente la testa, fra le orecchie, appoggiata a una sua coscia. Sospirò aggrottando un sopracciglio e un sorriso divertito sulle labbra. “E noi ora come dovremmo dormire, eh?”
Quella brontolò in risposta, spanciandosi per avere più coccole.
“Cane svergognato e prepotente.” Commentò Jin Ling, ridacchiando.
“Vi somigliate.” Disse Lan SiZhui, facendogli una linguaccia.
“Ah, è così?” Con un’aria giocosa, Jin Ling si lanciò su di lui, attaccandolo come poco prima, riempiendo la stanza con la loro allegria e i loro giochi affettuosi.
 








 
1 Ufficialmente, o perlomeno io non sono riuscita a trovare informazioni in merito, non esistono dei talismani di protezione. Perciò vi informo solo che l’ho inventata come categoria lol
2 “Shen BaiShu”: “Bai” = chiara, “Shu” = giusta
“Shen HaoNing”: “Hao” = perfetto, “Ning” = spirito
3 “Diu” = pragmatico
4 “Qiao” = abile, “Zhaohui” = dalla profonda saggezza
5 https://www.youtube.com/watch?v=NnsqlJhJgY0
https://en.wikipedia.org/wiki/Northeastern_Cradle_Song
È una ninna nanna tradizionale del nord est della Cina (più o meno proprio della zona di Lanling). Qua ho fatto uno dei miei soliti voli pindarici, eh beh.. Onestamente mi spezza (in positivo, I guess?) il cuore pensare che Jiang Cheng possa aver imparato la ninna nanna di Lanling che A-Li cantava a Jin Ling per fargli sentire un po’ meno la mancanza della sua mamma. Ma che tipo questa sola idea mi fa piangere, ok? Sono scema, sì.
6 Paper Butterflies.
7 Mai sentito parlare di “rododaktylos eos” (ροδοδάκτυλος ἕως , per i più audaci), ovvero “aurora dalle rosee dita”?
8 “Lien Mingyu”: “Lien” = loto, “Mingyu” = giada lucente









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Note dell’Autrice
Massssalve!
Spero che la quarantena (forse ormai quasi finita) vi stia andando bene, io sono qui che beh, faccio l’agglomerato di cellule che deambula dal letto al pc. Piuttosto inutile, I know, ma perlomeno mi sento molto produttiva lol.
Ma passando alla storia. Sì, questa è la famosa ff prima della rossa (click meee!!) u.u
Inizialmente Jin Ling doveva avere un attacco di gelosia, facendo quindi una scenata, o meglio, una scenata a più riprese. In realtà poi ho ripiegato per una specie di consapevolezza della difficoltà della loro relazione, dove Jin Ling preferisce prendere le distanze e continuare a rodersi lo stomaco da ‘lontano’.
Sì, c’è un accenno di litigio e Lan SiZhui non “combatte” per tenersi Jin Ling, perché è una persona matura che rispetta le scelte della persona che ama, anche se fa male e se non è d’accordo. Soffre in silenzio, insomma.
MA IO LI AMO, QUINDI ALLA FINE COL CAVOLO CHE PRENDONO STRADE DIVERSE. :D
Poi per la ninna nanna.. Piango da sola come un’idiota, perché sì. Jiang Cheng versione padre mi ha sempre stretto il cuore ma tipo un casino, Lan SiZhui che non ha alcun ricordo d’infanzia e non sa come fare è una piccola stellina che protetta, infine Jin Ling che gli canta nell’orecchio la ninna nanna vabbè. Mi è esploso il cuore a scrivere questa scena lol.
Ho abbondato di fluff perché io AMO IL FLUFF, NON C’E’ ABBASTANZA FLUFF IN QUESTO MONDO!
Ho voluto piazzarci anche l’ultima scena con Fata perché, chi ha un cane capirà, sono terribilmente invadenti queste simpatiche bestiole, e non poteva mancare una situazione così XD
                                                                                                          
Per quanto riguarda la “side story”, beh.
Rileggendo, mi è venuto in mente che forse avrei dovuto mettere un disclaimer all’inizio perché.. Beh, personalmente, io non ho il minimo problema a leggere di cose del genere (per farvi un esempio, avete presente l’arco di Yi?, ecco io stavo tranquillamente pranzando quando parlava di cadaveri e robe muffite e marce lol), però è più che comprensibile che non per tutti sia così.
Mi fa molto più effetto leggere di qualcuno che sbatte contro l’angolo di un comodino con il mignolo del piede, per assurdo, che di gente sventrata, morti di vario tipo, cadaveri in putrefazione e quant’altro.
Riconosco però che non è comunque stato facile scriverne. Insomma, pensare che quelle due povere, piccole creature abbiano continuato ad aspettare e cercare di aiutare la loro mamma anche dopo la morte mi ha stretto il cuore. E immaginare di trovarmi davanti due corpicini ambulanti così è sinceramente doloroso. Quindi ringrazio che non abbiano deciso di attaccarli per difendere la loro mamma, perché non so davvero come avrei gestito la situazione..
 
Tracciando delle considerazioni finali, devo dire che mi ha dato soddisfazione scriverla. Ci ho messo un po’ meno drama di quanto pensassi, mentre ho abbondato di fluff e ho cercato di rendere anche la trama interessante, per quando triste.
È stato complesso soprattutto tirarla giù e cercare di fare in modo che non ci fossero dei buchi, perché avere dei buchi di trama in quindici pagine sarebbe stato imbarazzante. Quindi spero effettivamente che non ce ne sia lol.
Btw, questa è fra le OS più lunghe che io abbia mai scritto, ergo, le maledizioni che mi sono arrivate dalla mia beta sono irripetibili <3
 
A tal proposito, la ringrazio infinitamente per la pazienza e per la pedata che mi ha dato qualche tempo fa, perché ne avevo davvero bisogno.
Grazie alle mie carissime colleghe DiscepolinE, lontane sulla carta, ma vicine con il cuore. Grazie anche a Twin Jades e Aduial_Figlia_di_Aegnor che hanno commentato le scorse ff <3
Infine, grazie a chi ha letto fino a qui, a chi commenterà (mi fareste un immenso piacere!), a chi aggiungerà alle raccolte e a chi leggerà in silenzio.
 
Nella prossima storia non so cosa scriverò, ma lo farò!
E con questa semicit, vi saluto con un abbraccissimo, ci si legge!

Athelyè ~ 
   
 
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