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Autore: _J_HUN_    25/04/2020    0 recensioni
Dove Yoongi ha un figlio che conoscerà solo quindici anni dopo.
[IN REVISIONE]
[PRIMO LIBRO- FINITO SUL MIO ACCOUNT WATTPAD @JHUN_ART]
•febbraio 2017•
REVISIONE E RIPUBBLICAZIONE: 25 APRILE 2020
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Capitolo 1

 

☀︎____Attentato____☀︎

 

.

.

.

 

 

𝗠𝗶𝗻 𝗬𝗼𝗼𝗻𝗴𝗶, 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗦𝘂𝗴𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗕𝗧𝗦, 𝗲𝗿𝗮 𝗹'𝘂𝗻𝗶𝗰𝗼 𝘂𝗼𝗺𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗺𝗮𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼. 𝗡𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗻𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻𝗼 𝗲𝗿𝗮 𝗺𝗮𝗶 𝗿𝗶𝘂𝘀𝗰𝗶𝘁𝗼 𝗮 𝗿𝗶𝗱𝘂𝗿𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗯𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶, 𝗹𝘂𝗶 𝗿𝗶𝘂𝘀𝗰𝗶𝘃𝗮 𝗮 𝘃𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗻𝗼𝗻𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 𝗲 𝘀𝗲𝗴𝗿𝗲𝘁𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼. 𝗟𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁à 𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗲𝗿𝗿𝗼𝗿𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗲 𝗻𝗲 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘃𝗮 𝗽𝗶ù 𝗻𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗼𝘃𝗲𝘀𝘀𝗲 𝘀𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗹𝗮 𝗱𝗶 𝗴𝗶𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗹𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝗶𝗮, 𝗲𝗿𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗲𝗿𝗮  𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗼𝘀ì. 𝗠𝗮, 𝗰𝗼𝘀ì 𝗰𝗼𝗺𝗲? 𝗕𝗲𝗵, 𝘀𝗲 𝗰'𝗲𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗬𝗼𝗼𝗻𝗴𝗶, 𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗲𝗱𝗲𝘃𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘃𝗼𝗹𝗼𝗻𝘁à 𝗻𝗲𝗹 𝘃𝗼𝗹𝗲𝗿 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗶ò 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗺𝗮. 𝗘 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶𝗿𝗹𝗼? 𝗗𝗼𝗽𝗼 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗲 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗹ì, 𝗶𝗻 𝗰𝗶𝗺𝗮 𝗮𝗹 𝗽𝗶𝗲𝗱𝗶𝘀𝘁𝗮𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗰𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗱𝗮 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝘀𝗼𝗴𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲. 𝗟𝘂𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝗹ì, 𝗮𝗹 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼, 𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗮 𝘀é 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝘀𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗶. 𝗡𝗼𝗻 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁'𝗮𝗹𝘁𝗿𝗼 𝘀𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼, 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲 𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘀𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝗿𝘁𝗲. 𝗔𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗺𝘂𝘀𝗶𝗰𝗮.

 

𝗠𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗿𝗶𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗶𝗻𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝘁𝗶, 𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗱𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗼 𝗽𝗼𝗶 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗬𝗼𝗼𝗻𝗴𝗶 𝘂𝗻 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝘃𝗲𝗻𝗻𝗲 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗶𝗘 𝗳𝘂 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗱𝗮𝗻𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗽𝗶𝗹𝗮𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗰𝗲 si distrusse 𝗶𝗻 𝗺𝗶𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝘇𝘇𝗶 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗶 𝗽𝗶𝗲𝗱𝗶 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶𝗻𝗼- 𝘂𝗻 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝘀𝘁𝗲𝗻𝘁𝗮𝘃𝗮 𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲𝗿𝗻𝗲 𝗹'𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮.

 

Ma, come sono andate le cose? 

Quel giorno Jimin e Jungkook avevano qualcosa in comunque e no, non si parlava per nulla della loro parte gay repressa bensì di un'espressione turbata stampata in volto. Ma a Yoongi cosa poteva importare? D'altronde a lui, come ben specificato precedentemente, interessava solo vivere la sua vita esattamente come stava facendo, non gli interessava dare peso alle stupide espressioni facciali dei suoi compagni. Così, come previsto dai due, ignorò l'atmosfera interrogativa camminando con nonchalance lungo il corridoio alla ricerca della sala prove. La sensazione di essere tagliato fuori da qualcosa che lo stesse al tempo stesso integrando appieno crebbe maggiormente una volta aver raggiunto gli altri quattro compagni mancanti.

— Hanno terminato le audizioni... — iniziò NamJoon, il leader. Eppure Yoongi aveva capito che quello non sarebbe stato un giorno come un altro. L'aveva capito dallo sguardo degli altri ragazzi.

— ...E hanno preso un ragazzo, di quasi quindici anni —

Quindi? Cosa doveva trovarci di strano? Avevano preso un ragazzino alle audizioni, cosa doveva importargli?  A maggior ragione  se quel ragazzo dovesse compiere quindici anni era ancora abbastanza piccolo per essere modellato. 

Maya è tornata. 

Disse poi Jungkook.

Ecco, quella era stata la frase a svegliarlo da una meravigliosa favola. La frase che gli fece bloccare il respiro, come poteva Maya essere tornata? Pensava di non essere più costretto a sentire quel dannato nome- lo stesso nome che l'aveva ormai tormentato per anni e che lo avevano ridotto a essere un lascivo, psicopatico e apatico uomo. 

— Le abbiamo parlato. — continuò Jin rivolgendo lo sguardo al freddo e bianco pavimento trovandolo improvvisamente interessante. 

— Il ragazzino... mh — bofonchiò Namjoon—  Il ragazzino? — domandò Yoongi ormai ansioso di conoscere il seguito di quella dannata frase. Il ragazzo cosa? Chi era quel ragazzo? Dopo aver udito quel dannato nome era come se fosse tornato per un attimo adolescente. Come se ora il suo grande mondo pieno di pace e serenità stesse iniziando a sgretolarsi. 

— È suo figlio.

Ecco, lo sapeva. Non aveva più bisogno di sentire altro, conosceva perfettamente il seguito. Esatto, Yoongi conosceva il seguito di quel discorso, ma, non poteva assolutamente accettarlo- non ora, non adesso che era arrivato all'apice del suo successo, non ora che stava vivendo appieno la sua vita d'artista. 

È suo figlio e... anche tuo — che Namjoon stesse infierendo sempre più evidenziando l'ovvio della situazione rendendo più nitidi i ricordi sbiaditi di Yoongi era normale. D'altronde il rancore che tutti provavano nei riguardi del rapper- nonché compositore- era dovuto a quella storia passata. 

— Yoongi, cosa farai? 

Domandò poi Namjoon apprendendo un'espressione ancora più seria.

Che domanda idiota. Cosa avrebbe dovuto fare? Non c'era niente da fare. 

— C'è veramente qualcosa da fare? 

Rispose Jin guardando il rapper dritto negli occhi: quella forse era l'unica cosa gentile che gli fosse balenata in mente in quel momento. 

— Sappiamo che è un bravo ragazzo, sveglio e molto furbo. Può essere qui perché Maya potrebbe avergli parlato di te... —quella era la teoria filosofica di Kim Namjoon, sempre pronto a rassicurarlo e a rendergli le cose più semplici. 

— Non c'è niente che possa fare, e lo sai 

Controbatté Yoongi cercando di far presente a tutti che la discussione non doveva continuare a crescere in quel corridoio. 

— Dicevi così anche anni fa, quando era incinta — disse NamJoon riuscendo momentaneamente a pietrificarlo. Ecco, l'aveva colto in pieno, la verità era sempre stata letale a un tipo come lui. 

— Adesso però è più difficile di prima. Non ho idea di cosa fare, questa  situazione è tornata e ora mi sembra ancora più paurosa. Okay? 

Se la sua giornata non stesse sprofondando in quel modo, con quelle semplici frasi che lo stavano leggermente scalfendo, cosa avrebbe potuto farlo? Forse il peggio doveva ancora arrivare e quelle erano solo barzellette, semplici frasi che potevano tornargli utili per il domani.

Ma... da quel momento?

Cosa avrebbe dovuto fare?

Non lo sapeva, non ne aveva la minima idea. Era troppo difficile, perché doveva saperlo ora? Prima di entrare in sala prove? Ormai aveva un pensiero fisso in testa del quale non riusciva a liberarsi. un pensiero che riuscì solo a contrargli i muscoli del corpo facendolo allenare non solo in modo sbagliato, ma anche di malumore.

 

☀︎____ Dopo le prove pomeridiane ____☀︎

 

Cercava e ricercava, nonostante fosse esausto per via delle dure prove. Cercava, stava disperatamente cercando quel dannato numero che aveva accuratamente e gelosamente conservato per quel fatidico giorno.  Doveva per forza averlo e doveva per forza essere ancora quello, cercava quel numero, il numero di telefono di Maya che non poteva aver perso. Lo doveva ammettere però, sentire quel nome non l'aveva scombussolato poi così tanto, l'unica cosa che lo preoccupava era ciò che potesse uscire dalla bocca di quella donna. Se solo avesse voluto, avrebbe raccontato tutto alla Big Hit e la notizia di avere avuto un figlio un paio di anni prima non lo avrebbe messo sicuramente in buona luce. Era così. 

Nella foga di ritrovare quel numero- aprendo agenda dopo agenda- sentì una tasca del suo pantalone vibrare: era arrivato un messaggio. Tirò fuori il telefono inserendo il codice di sblocco. 

 

"Yoongi, oggi abbiamo incontrato il ragazzino." 

 

Era il gruppo con i ragazzi. 

 

"È bellissimo." 

 

Commentò Jin, suscitando in Yoongi una sensazione simile alla nausea. Non poteva che fargli un effetto come quello, era come un incubo. 

 

"Non gettate benzina sul fuoco..." 

 

Scrisse come semplice risposta. Ma d'altronde comprendeva bene il loro punto di vista, ciò che aveva fatto non era stato carino, ma loro non sapevano. Esatto, loro non sapevano tutta la verità ed essere trattato in quel modo- come se quasi meritasse di sentirsi male- non era affatto giusto secondo lui. 

La sua vita stava precipitando oppure stava semplicemente cambiando? Non riusciva a trovare risposta. Tutto era successo in così poco tempo- quello era un passato che non immaginava di ritrovarsi avanti. E alla fine, vinto dalla paura, dall'ansia, dalla nausea e dalla stanchezza, si rassegnò ad aver perso il numero. Quel numero che aveva custodito con rimpianto e con dolore. 

 

Il giorno dopo, durante un'esibizione, Yoongi ebbe modo di vedere per la prima volta il ragazzino di cui tanto gli avevano parlato.  Alto, magro, con capelli lisci e occhi grandi  e a taglio. I suoi compagni avevano avuto sicuramente ragione: era davvero un bel ragazzo. Ma d'altronde, con un padre come lui, cosa sarebbe dovuto uscire fuori?

Occhieggiò gelosamente il viso del ragazzino fino a scrutare fra la folla una figura femminile esile, ancora bella e giovane, ferma vicino al palco a osservare il ragazzino che le sorrideva.

Era lei, era Maya

Era la ragazza per la quale avesse gettato l'anima fra le grinfie del diavolo. Quello che fece in quel momento fu alternare indirettamente lo sguardo sul ragazzo e lei; era rimasto un po' sgomentato nel vedere che dalla madre avesse preso anche fin troppo- tratti che si fondevano con i suoi e che confondevano tutto. Chissà cosa avrebbe pensato di lui una volta incontrato, chissà cosa avrebbe provato una volta dopo averlo visto. Pensieri pesanti, troppo pesanti da reggere in pubblico. 

Notò che il ragazzino era abbastanza pratico come ballerino, stava superando ogni sua aspettativa. Leggeva nei suoi occhi la determinazione, l'amore e il desiderio di volerlo fare bene.

Non c'era nulla da dire, il suo aspetto valeva tanto quanto il suo talento. Fu un'esibizione sensazionale, forse una tra le migliori mai viste tra i trainer della bighit. 

 

Una volta finito l'evento Yoongi provò in ogni modo a raggiungere Maya che stava frettolosamente seguendo il figlio dietro la mandria di fotografi e svariati tirocinanti idol.

— Fermati! —  pronunciò d'istinto Yoongi lasciando che il rumore dei tacchi -che picchiettavano allegri sul pavimento- cessasse di fare eco. La donna smise di dargli le spalle mostrando il suo bel faccino- ancora giovane e pulito- al grande artista.

— Dimmi — aveva detto piano. Era passato tanto tempo, forse anche troppo, e rivederlo dopo tutto quello che aveva passato non la rendeva sicuramente felice. 

— Cavolo, da quanto tempo... — disse Yoongi cancellando improvvisamente dalla sua testa ciò che aveva da dire. 

Maya annuì guardandolo nuovamente. Era vero, era stato davvero "tanto" tempo.

— Cosa ti serve? — chiese lei guardandolo di rimando. Questa volta aveva utilizzato un tono diverso da quello precedente- voleva sottolineare il disprezzo che stesse provando in quel momento.  

— Perché sei qua? —Sto realizzando i sogni di mio figlio.

Yoongi rabbrividì. E come darle contro? Quella donna se l'era cavata da sola, aveva cresciuto quello che ora si ritrovava nel camerino più avanti da dove si trovavano loro e aveva patito i mali peggiori. Tutto da sola.

— F-Figlio? — pronunciò lui iniziando a balbettare. Cavolo, Yoongi! Cerca di addurre argomenti più persuasivi per giustificare il tuo comportamento avuto alquanto scorretto. Non puoi uscirtene così, come un deficiente. 

— Sì, Yoongi. — Lui lo sa... di me?

La donna sospirò nervosamente. Era come se volesse sapere solo di quello, come se si stesse preoccupando che qualcuno lo scopra. Era questa la cosa che stava facendo arrabbiare molto Maya.

— No, non sa nulla di te. — e quella frase che doveva essere salutare per Yoongi si rivelò totalmente il contrario- corrosiva come una dose di acido. Lei non aveva mai parlato di lui a suo figlio. Non gli aveva mai detto nulla e non aveva la minima idea di chi fosse. 

— Capisco — pronunciò stretto tra i denti con un nodo alla gola. 

— No, non capisci. Prima o poi lo saprà, ti consiglio di darti da fare. — e quasi quella frase risuonò nella testa di Yoongi come una minaccia. Lui spalancò gli occhi un po' scombussolato da ciò che aveva detto. 

— D-Darmi da fare? —Min Yoongi, sarò schietta con te come non lo sono mai stata: ho sentito il peso di un'intera vita sulle spalle per colpa tua, per  amare lui e me stessa, senza provare a non cadere nel profondo e oscuro abisso della solitudine. Prima o poi, per quanto io non voglia che tu abbia a che fare con lui, saprà sicuramente chi sei, e quel giorno io non potrò fare nulla per cambiare le cose.

Quasi i suoi occhi divennero lucidi. Quelle parole, pronunciate strette tra i denti, stavano lacerando lo stomaco Yoongi. Era così tragico sentirsi dire quelle cose dopo tutti gli anni passati a cercare di dimenticare. 

— Sa che suo padre lavora nel mondo dello spettacolo, capisci? Su ciò non ho potuto mentirgli. Il fato ha voluto che proprio questa dannata casa discografica lo prendesse... quanto ci metterà a capire prima o poi chi tu sia? Ho avuto modo di riparlare con i ragazzi ieri, che mi hanno accolta esattamente come quindici anni fa. Forse non è salutare per me e né tantomeno per te, ma questa è la vita. — Maya si voltò un attimo, non voleva farsi vedere debole. Tutte quelle cose, aveva atteso anni desiderosa di vomitargliele addosso. 

— io non volevo questo — disse frettolosamente subito dopo, tornando poi a camminare avanti a sé lasciando Yoongi lì immobile ad osservarla. Era stato un impatto doloroso, ma ciò sarebbe accaduto prima o poi- forse.

Il suo istinto gli stava severamente suggerendo di tornare dai ragazzi in silenzio fingendo in ogni modo che tutto ciò non fosse successo, ma, le sue gambe, come sempre, stavano facendo altro, portandolo più velocemente possibile verso il suo studio al piano superiore. Era stato pesante e sofferente, avrebbe dovuto riprendersi per bene. 

Certo- avrebbe dovuto. I ragazzi, eccitati e ansiosi, una volta averlo visto stordito in corridoio, si diressero verso di lui. Namjoon e Jin lo afferrarono per un braccio ciascuno e iniziarono a trascinarlo verso il camerino del nuovo membro della BigHit.

— Che diamine fate?! — si lamentò Yoongi iniziando ad agitarsi il più possibile.  

— Andiamo a conoscere tuo figlio! — Namjoon sorprese Yoongi con quella frase- pronunciata con una nonchalance degna di dona. Certo che ce la stavano mettendo tutti per infierire in quella situazione così- di per sé- dolorosa. E lui, che era da sempre stato impassibile a tutto e a tutti, stava quasi per scoppiare in lacrime. Ma il danno era stato già fatto, come poteva tornare indietro? Non poteva. E se avesse saputo, quei sei impiccioni non glielo avrebbero permesso.

 

Fu così che si ritrovò avanti la porta del camerino con Jin intento a bussare. Una volta ottenuto il permesso tutti fecero irruzione nella stanza trascinando il corpo di Yoongi-ormai schiavo della loro volontà. Tutti e sette erano entrati e avanti a loro avevano Maya e il ragazzino seduti su due sedie. 

NamJoon si fece avanti non avendo alcun timore della situazione: 

— Salve! Io sono NamJoon, piacere di conoscerti! — il leader allungò la mano verso il ragazzo mostrando un grande sorriso dipinto in volto.

— Piacere — aveva risposto il più piccolo di rimando stringendo la mano di Namjoon con forza. La sua voce era così docile e delicata, simile a quella della madre.

— Loro sono: Jin, Jimin, Jungkook, J-Hope e Suga. Insieme noi formiamo i BTS 

La donna sorrise.

— Sono gli amici di cui ti ho parlato! 

Il ragazzo annuì.

— Io sono Jung Su — rispose il ragazzino osservando successivamente con cura il volto di ognuno di loro — Ti andrebbe qualche volta di passare del tempo con noi? — NamJoon si stava dimostrando molto gentile nei suoi confronti.

— Dipende, delle volte sono impegnato con la scuola —  rispose Jung Su.

— E voglio passare del tempo anche con mia madre.

 Yoongi ebbe una stretta al petto. "Mia madre". Quella voce, la voce di quel ragazzo, quello era davvero suo figlio? Non sapeva nemmeno lui com'era possibile che non fosse ancora svenuto lì avanti a tutti. 

 

Fu una liberazione ritrovarsi attimi dopo fuori da quella minuscola stanza. Yoongi si discostò dal gruppo e ben presto riuscì a sgusciare lontano da lì tornandosene in camera sua, mentre tutti andare in sala prove, tutti tranne Namjoon e Jin.

 

— Jung Su — bofonchiò Namjoon pensieroso.

— Certo, è davvero un bel ragazzo — rispose Jin come per rispondere al leader.

— Certo che sarà stato difficile... si è anche appena trasferito dal'Italia. Chissà con la scuola come farà... però sembra davvero un ragazzo sveglio — Forse sarebbe meglio farli riavvicinare. — suggerì Jin pensando di dire il giusto.

— Chi? Yoongi e Maya? — domandò NamJoon.

— Per Jung Su non sarebbe meglio se si abituasse a noi? Insomma... non dico che debba per forza, ma sai? Mi dispiacerebbe vederlo solo, almeno i primi giorni. E poi questa potrebbe essere un'occasione per far vedere a Yoongi con i suoi stessi occhi ciò che si è perso! Nonostante le motivazioni per le quali lo ha fatto... intendo... lasciarli soli—  la teoria di Jin non era esattamente sbagliata.

— Hai ragione... tanto, domani dovremmo andare a casa loro... verso sera, dovremo solo trascinare Yoongi con noi — aveva detto Namjoon iniziando ad elaborare uno dei suoi piani malefici. 

— Ma il ragazzo cosa sa precisamente? —  Non l'ho ancora capito, ma di una cosa ne sono certo... non sa chi sia Yoongi.

 

 

☀︎____Your best nightmare___☀︎

 

Yoongi si ritrovava disteso sul suo letto, perso a fissare lo schermo del suo cellulare a guardare le foto di quello che doveva essere suo figlio. Non riusciva a far altro che guardare quelle foto.  Aveva paura, non aveva idea di come prendere in mano la situazione, ciò era accaduto in un solo giorno. Non aveva idea di come gestire tutte quelle emozioni così soffocanti.  

Maya cosa aveva precisamente in mente?

Perché dover fare una cosa del genere solo ora?

Non lo sapeva. 

L'unica cosa che sapeva era che tutto ciò non lo stava aspettando e che quasi sicuramente, per la paura, non lo volesse.

 

 

Lui voleva solo proteggerli...

   
 
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