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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    25/04/2020    0 recensioni
[Raileon]
"Per quanto amasse essere il Campione, a volte, avere tutti quei occhi puntati addosso era stressante. Amava le battaglie, l'adrenalina della competizione e la soddisfazione della vittoria, ispirare i più giovani, meno la responsabilità che aveva come Campione.
Leon si tolse il cappello e lo osservò con attenzione mentre con un dito tracciava le linee dorate che si univano formando una corona, quella stessa corona che adesso gli sembrava pesare troppo sulla sua testa. Si passò una mano tra i capelli, ora di fronte all'armadietto per poi appoggiare la fronte su di esso, stanco.
Chiuse gli occhi nel tentativo di distrarsi il più possibile, riprendendo fiato, e di togliersi dalla mente l'immagine di Bea quasi in lacrime quando un rumore di passi che si avvicinavano, riecheggiando in quella stanza vuota, attirò la sua attenzione.
Riaprì gli occhi, raddrizzandosi mentre si girava verso colui che era entrato, sorpreso nel vedere Raihan con lo sguardo fisso su di lui."
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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In quelle tue labbra morbide


* * *




Leon cercò di riprendere fiato, ancora con l'affanno post- match, continuando a tenere lo sguardo basso sul Rhydon privo di sensi di fronte a lui. Al centro dello stadio, non aveva ancora mosso un muscolo da quando aveva esclamato con veemenza la mossa che aveva messo fine alla lotta.

Il suo sguardo si spostò quando un rumore di passi, a gran velocità, attirò la sua attenzione per vedere Bea inginocchiarsi accanto al suo fedele pokémon.

Leon sentì una morsa fastidiosa all'altezza dello stomaco ma durò solo pochi secondi, sentendo il pubblico esultare ed urlare il nome del Campione mentre Charizard gli toccò un braccio con il muso, accortosi che qualcosa non andava.

Leon sorrise, alzando un pugno al cielo in segno di vittoria provocando un rumoroso tifo da parte del pubblico per poi girarsi ad accarezzare Charizard tranquillizzandolo.

Per un attimo, solo per un secondo, l'idea di tendere una mano a Bea per aiutarla ad alzarsi e congratularsi con lei gli sfiorò la mente ma quando tornò a guardarla si accorse che teneva la testa bassa, non volendo incrociare lo sguardo di nessuno.

Leon si morse il labbro inferiore rendendosi conto che era meglio lasciarla con i suoi pensieri, non volendo peggiorare le cose, e salutando il pubblico si diresse verso lo spogliatoio.

Quando lo raggiunse, non riuscì a fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Per quanto amasse essere il Campione, a volte, avere tutti quei occhi puntati addosso era stressante. Amava le battaglie, l'adrenalina della competizione e la soddisfazione della vittoria, ispirare i più giovani, meno la responsabilità che aveva come Campione.

Leon si tolse il cappello e lo osservò con attenzione mentre con un dito tracciava le linee dorate che si univano formando una corona, quella stessa corona che adesso gli sembrava pesare troppo sulla sua testa. Si passò una mano tra i capelli, ora di fronte all'armadietto per poi appoggiare la fronte su di esso, stanco.

Chiuse gli occhi nel tentativo di distrarsi il più possibile, riprendendo fiato, e di togliersi dalla mente l'immagine di Bea quasi in lacrime quando un rumore di passi che si avvicinavano, riecheggiando in quella stanza vuota, attirò la sua attenzione.

Riaprì gli occhi, raddrizzandosi mentre si girava verso colui che era entrato, sorpreso nel vedere Raihan con lo sguardo fisso su di lui. Lo osservava serio, come se cercasse di capire cosa stesse passando per la testa di Leon con le mani nelle tasche della larga felpa, fermatosi ancora vicino all'ingresso.

Leon era certo di averlo visto negli spalti dello stadio, un modo per studiare il suo rivale o almeno questo era ciò a cui aveva pensato Leon, ma non si sarebbe mai aspettato che lo seguisse nello spogliatoio dopo il match.

Leon si irrigidì, non riuscendo a capire quali fossero le intenzioni di Raihan. Cercò di sorridergli come meglio poté per sembrare allegro e positivo come suo solito non volendo che proprio lui lo vedesse in quello stato, ma tutto ciò che ne uscì fu un sorriso chiaramente forzato ottenendo da parte di Raihan una smorfia infastidita mentre iniziava ad avvicinarsi.

Leon strinse la presa sul cappello d'istinto, ancora tra le sue mani, quando Raihan si fermò a pochi centimetri da lui.

Raihan continuava ad osservarlo in silenzio, incatenando lo sguardo di Leon al proprio, ma non appena Leon cercò di aprir bocca per chiedere cosa stesse facendo, Raihan lo ammutolì chinandosi a posargli le labbra sulle sue in un casto bacio.

Leon spalancò gli occhi, sentendo improvvisamente il proprio cuore battergli all'impazzata in petto, incapace di muoversi e reagire nonostante Raihan avesse ancora le mani in tasca sfiorandolo appena solo con le labbra. Il bacio durò solo pochi secondi, ma bastò a togliergli il fiato.

Quando Raihan si distaccò, Leon non riuscì a proferir parola guardando l'altro accennare un sorriso.

Sei stato bravo, là fuori.” Si congratulò con lui, Raihan, per poi girarsi e uscire in silenzio così come era arrivato.

Leon aveva allungato d'istinto una mano verso Raihan nel tentativo di afferrargli il braccio, lasciandola a mezz'aria quando restò di nuovo solo. Si portò la mano sulle labbra, incredulo sentendo ancora il calore dell'altro su di esse.




Leon tenne la testa bassa con lo sguardo fisso sulle proprie scarpe dopo l'ennesima intervista post- match.

Aveva sempre bisogno di un minuto con se stesso prima di uscire dallo spogliatoio ultimamente, cercando di creare nella sua testa delle risposte già pronte alle domande assurde che sapeva che gli avrebbero posto, consapevole di non conoscere abbastanza i suoi avversari per rispondere a tali domande.

L'avversario che aveva battuto, quel giorno, era solo un ragazzino forse della stessa età di suo fratello. Aveva rivisto un po' di se stesso nel suo sguardo, facendolo tornare un po' bambino.

Aveva ricordato come si era sentito quando a soli dieci anni aveva battuto il Campione, guadagnandosi quel titolo. Ricordò anche come alcuni insinuarono che si era trattato solo di pura fortuna, la fortuna di un ragazzino, e come questo lo aveva solo spronato a dare il meglio di sé negli anni successivi dimostrando di avere davvero del talento.

I giornalisti sapevano essere davvero crudeli con le parole quando volevano, ancora adesso non si risparmiavano nei suoi confronti. Una piccola minoranza, ma pur sempre presente. Leon non se ne preoccupava più di tanto, non aveva più molto tempo libero per leggere ogni articolo su di lui, ma qualche volta si era fermato a leggere quelli sui suoi avversari chiedendosi quali domande pungenti avevano riservato per loro.

Spesso si era chiesto cosa sarebbe successo se non avesse vinto, come si sarebbe sentito o cosa avrebbe fatto dopo. Ed era in quei momenti che ripensava, con un sorriso spontaneo sulle labbra, a Raihan e alla sua determinazione. Non aveva importanza quante volte vinceva contro di lui, sapeva che Raihan non si sarebbe tirato mai indietro da una sfida. Ogni anno si dimostrava degno di essere il solo rivale del Campione. Leon lo ammirava per questo.

Leon sentì le proprie guance scaldarsi al pensiero di Raihan, rendendosi conto che il loro ultimo incontro era stato proprio in quello spogliatoio con le sue labbra sulle proprie. Non ne avevano più parlato da allora. A Leon non era dispiaciuto quel bacio, anzi gli era piaciuto e parecchio ed era proprio quello a metterlo in difficoltà.

Un paio di scarpe, grandi e familiari, entrando nel suo campo visivo lo riportarono alla realtà ma ancor prima che potesse alzare la testa, sentì una leggera pressione sulla tempia.

Leon arrossì quando si rese conto che Raihan gli stesse baciando la fronte.

Quel giorno Raihan non disse nulla prima di andarsene, lasciando Leon ancora una volta confuso mentre scivolava sul pavimento, con la schiena appoggiata all'armadietto, sentendo improvvisamente le gambe molli.




La terza volta che accadde, Leon lo aveva aspettato per tutto il giorno tanto che temeva che ciò potesse deconcentrarlo durante la lotta. Ciononostante Leon vinse ancora una volta, tenendo in salvo il suo titolo di Campione mai battuto.

Dopo il match Leon aveva salutato il pubblico, come al solito, incrociando lo sguardo di Raihan. La gola di Leon era diventata improvvisamente secca mentre aveva sentito un'irrefrenabile desiderio di correre verso lo spogliatoio bruciare in lui, certo che avrebbe trovato Raihan lì già ad aspettarlo.

Una volta raggiunto Leon non si era mosso, ancora col fiatone, tenendo lo sguardo fisso su Raihan mentre si avvicinava.

Quando le labbra di Raihan si posarono sulla sua guancia, Leon chiuse gli occhi assaporando quel momento nel tentativo di memorizzarlo il più possibile come se una parte di lui sapesse che quella sarebbe stata l'ultima volta avendo la sensazione che questo durò più degli altri. Quando li riaprì mise una mano sul petto di Raihan trovando la forza di allontanarsi questa volta.

Raihan lo guardò, un po' dispiaciuto per l'improvviso distacco ma non sorpreso.

Perché lo stai facendo?”

Raihan si mise le mani in tasca, serio. “Non mi piace vederti in quel modo.”

Leon corrucciò la fronte, confuso dalla sua risposta. Non era quello che si aspettava.

Non è colpa tua se hai del talento.” Continuò Raihan, guardando l'espressione dell'altro mutare insieme alle sue emozioni lasciando che l'indignazione prendesse posto della confusione.

Lo so benissimo questo!” Rispose secco Leon, incrociando le braccia al petto. “Non che io abbia intenzione di perdere comunque.”

Oh, lo so.” Affermò Raihan sorridendo mentre si appoggiava con la schiena sull'armadietto lì accanto. “Ti piace troppo e in più non sopporteresti di vedere il tuo Charizard ferito. È il tuo migliore amico, dopotutto.”

Leon si ammutolì, sorpreso nel sentire quanto Raihan lo conoscesse realmente. Aveva capito tutto questo semplicemente osservandolo, Leon si chiese se non c'era qualcos'altro che gli stesse sfuggendo.

Non preoccuparti per loro, col tempo capiranno e miglioreranno anche grazie a te.”

Leon distolse lo sguardo. Non voleva parlare di loro, dei suoi avversari, non lo faceva quasi mai e non perché si sentisse superiore come molti volevano dipingerlo nei loro articoli, ma perché era l'unico argomento che lo disarmava. Forse questa era l'unica debolezza del Campione, questa e il ragazzo che aveva di fronte in quel momento non riuscendo ancora a capire perché stesse cercando di farlo sentire meglio.

Se lo dici tu.” Disse in un sussurro.

Fidati, inizieranno anche a stimarti... Come faccio io.”

Leon sbuffò. “Tu mi stimi?”

Certo, sono il tuo rivale o no?” Disse Raihan iniziando ad allontanarsi dall'armadietto, continuando a guardarlo come se stesse aspettando una risposta.

Leon aprì la bocca ma nessun suono uscì da essa mentre teneva lo sguardo fisso sulla schiena dell'altro che aveva ormai raggiunto l'uscio dello spogliatoio.

Non è comunque una giustificazione.” Urlò Leon per farsi sentire.

Raihan si girò a guardarlo con ancora il sorriso sulle labbra. “Hai ragione. Mi dispiace se le mie attenzioni ti hanno messo a disaggio, non ricapiterà.” Promise prima di sparire lungo il corridoio mentre Leon si mordeva il labbro, frustrato ed incapace di ribattere.




Il giorno dopo, Raihan non c'era ad accoglierlo nello spogliatoio.

Leon sentì un nodo stretto in gola, un boccone amaro da mandar giù ma dopo ciò che si erano detti il giorno prima, non si aspettava di vederlo. Eppure una parte di sé lo aveva sperato.

Non voleva che finisse, non voleva che Raihan smettesse di aspettarlo, di toccarlo, di baciarlo ma non era solo quello. La presenza di Raihan gli piaceva, riusciva persino a calmarlo.

Sebbene fossero rivali, Raihan, c'era sempre stato per lui. Lo aveva capito meglio di chiunque altro nonostante la maschera che spesso Leon era obbligato ad indossare, lo aveva fatto sentire anche amato in un modo del tutto nuovo. Non era l'amore del pubblico né un'amore fraterno, non l'amore per la vittoria o per la competizione. Era qualcosa di molto più forte della quale Leon non ne aveva avuto il minimo controllo.

Leon sentì i propri piedi muoversi da soli, allungando il passo sempre di più fino a correre fuori dallo spogliatoio e percorrere a gran velocità il corridoio alla ricerca di Raihan.

Lo trovò fuori, all'aperto, ancora vicino all'ingresso dello stadio.

Raihan!” Lo chiamò a gran voce, allegro senza fermare la sua corsa.

Raihan si girò sorpreso, riconoscendo la voce, per poi ritrovarsi ad indietreggiare con Leon tra le sue braccia intento a baciarlo incurante di chi li stesse guardando.

Hai visto il match.” Disse Leon una volta distaccatosi, rimanendo comunque a pochi centimetri dalle labbra dell'altro. Non era una domanda, ne conosceva già la risposta.

Come sempre.” Rispose Raihan sorridendogli.

Come sempre.” Ripeté in un sussurro Leon, imitando il sorriso a trentadue denti dell'altro.











NdA: Eccomi qui con un'altra Raileon!
In realtà con questa breve storia sto procrastinando, dato che mi aspetta un'altra storia lunga ma mi piaceva l'idea e quindi l'ho scritta di getto.
Grazie per averla letta ed essere giunti fin qui, spero vi sia piaciuta.
Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima!

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