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Autore: ElfaNike    25/04/2020    2 recensioni
Come zio Ben insegna, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E questa è una verità molto, molto antica...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merida, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Disney; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro



La foresta era cupa e folta, e Merida era perciò decisamente allegra. Seguirla sarebbe risultato complicato agli uomini di suo padre e questo le garantiva la pace dai suoi problemi che cercava ormai da un po'.
Intendiamoci: i problemi con sua madre erano finiti ormai da qualche tempo e a DunBroch regnava la più completa armonia. Riflettendoci, era arrivata alla conclusione che i problemi dovevano avere qualcosa a che fare col suo carattere. Non poteva che essere così.
Quando sua madre l'aveva obbligata a essere qualcuno che non era, non andava bene. Ma in quel caso era assolutamente logico che si ribellasse, no? Il matrimonio non è uno scherzo e poteva risultare il peggior errore della sua vita, no?
Ma adesso?
Adesso che i rapporti con i suoi genitori si erano sistemati, lei si era ritrovata coperta di responsabilità, poiché suo padre l'aveva presa con sé come erede al trono. E lei, dopo un periodo di entusiasmo, aveva cominciato a sentirsi esattamente come quando era stata nelle grinfie di sua madre, solo che questa volta non osava dire niente: il ruolo per cui la preparava suo padre (nonostante sua madre continuasse con il suo duro lavoro perché lei non rovinasse la sua immagine di principessa futura regina) le andava decisamente più a genio. Solo che... Solo che.
Nonostante fosse sempre più coinvolta nella vita del suo clan, il suo vagabondaggio in quel bosco non la faceva sentire più sola di quanto non fosse già in mezzo ai suoi uomini. Sua madre era una regina, era estremamente femminile e non si intendeva per niente di tutto quello che la appassionava. Suo padre faceva di tutto quello che la appassionava il suo mestiere, e non si poneva quindi il dubbio che sua figlia potesse sentirsi forzata in qualche modo nel suo ruolo. I tre ormai ex-pretendenti avevano tutto l'aria di aver bisogno di qualcuno che li guidasse, e quando non lo facevano i loro padri si affidavano a lei. In pratica, aveva bisogno di rimanere sola.
Aveva quindi approfittato di quando suo padre le aveva comunicato che si sarebbero dovuti recare al confine sud per incontrare il regnante appena incoronato dei loro vicini: aveva fatto le valigie, si era unita all'ambasciata e nella confusione della costruzione dell’accampamento si era dileguata in boschi che non aveva mai esplorato prima, nella speranza di perdersi abbastanza da liberarsi del peso che ormai la attanagliava da giorni.
Si immerse quindi nelle fronde verdi e contorte, si lasciò guidare dal passo lento e ritmato di Angus e si cullò nella vaghezza dei suoi pensieri.
Venne l'ora di pranzo, e decise che era il caso di procacciarsi del cibo. Individuò la sua preda: un gallo cedrone che bazzicava una ventina di metri più in là. Scese da cavallo, prese una freccia dalla faretra, incoccò, tese l'arco. L'animale non fece un verso quando fu abbattuto da un tiro preciso.
-Wow! Questo sì che è un bel colpo!-
Merida sollevò gli occhi: a cavalcioni su un ramo contorto poco più in alto di lei, appoggiato sulla pancia e sulle braccia incrociate, stava un ragazzo dal ciuffo biondo e dagli occhi spalancati d'ammirazione. Lei fece spallucce con noncuranza: -Niente di che.-
Lui saltò giù e spiccò una corsa da grillo: -Aspetta- disse -Vado a prendertelo!-
Lei lo guardò perplessa affannarsi, prese le redini di Angus e si avviò nella stessa direzione: -Sarà meglio per te che non cerchi di rubarmelo.- ma a vedere quel ragazzetto tutto pelle e ossa credeva poco lei stessa a quell'eventualità.
In effetti lui le venne incontro con la cacciagione in mano e con l'aria più innocente del mondo: -Avrai bisogno di fuoco per cuocerlo?-
-Sì. Ma penso non sarà difficile trovare il materiale per accenderlo in un bosco.-
-Se vuoi, io conosco un posto dove puoi mangiare tranquilla!-
Lei si lasciò guidare, e arrivarono ad una capanna abbandonata col tetto in paglia. All'interno non c'era niente, era completamente vuota. Merida non ebbe problemi ad accendersi il suo fuocherello e ad arrostirsi il pranzo.
Il ragazzo la guardò con gli occhioni spalancati per un po', poi si mise a gironzolare per la capanna, finché la ragazza non si mise a mangiare e non gli allungò una coscia.
-Sei di queste parti?- chiese con la bocca piena.
-Più o meno. Il mio padre adottivo ha un castello poco più a sud di qui.-
Merida degludì: -Come ti chiami?-
-Semola.- il ragazzo si pulì la bocca con il braccio: -E tu?-
-Merida.-
-Sei forestiera?- chiese Semola, adocchiando la foggia del suo abito verde e della faretra.
-Sono di passaggio. Tu cosa ci fai qui?-
Semola chinò lo sguardo, cercando come rispondere. Poi dichiarò: -Sono scappato.-
-E perché?-
-Oh be'... il mio padre adottivo, lui... ha tante aspettative per me, e così anche il mio tutore.-
-Posso capirti!- Merida rise -Ma scappare e cambiarsi le idee fa bene!-
-Sarà... ma io mi sento in colpa. C'è così tanto da fare...-
-Lo faranno per un po' senza di te.-
-Sembri così sicura.- sospirò Semola con pacatezza -Sei scappata anche tu?-
Merida rise di nuovo, un po' in colpa: -Sì, ma sono abituati. Dovevo partecipare a una riunione importante, ma non me la sentivo.-
Semola annuì e rimase in silenzio, il che autorizzò Merida a continuare a ruota libera: -Da un po' di tempo hanno deciso che sono cresciuta abbastanza da prendermi piene responsabilità. Mio padre e mia madre mi stanno preparando per questo.-
-Davvero?-
-Sì. Prima mia madre voleva fare di me una principessa da moglie. Poi... diciamo che ci siamo chiarite...- tentennò, non sapeva come continuare.
-Ma adesso ti aiutano, no?-
Lei annuì, poi si sporse verso di lui come per rivelargli un segreto: -Da quando ho avuto il primo problema con mia madre... tutte le volte che mi dicono che c'è una riunione con il reggente di qualche alleato ho sempre paura.-
Semola la guardò con gli occhioni spalancati: -Reggente...? Sei... sei la principessa scota di cui si parla tanto?-
Merida si morse la lingua e annuì: -Non dirai a nessuno che mi hai vista qui, vero?- allungò la mano verso il suo braccio -Ti prego!-
Semola annuì ancora senza parole, così lei cercò di cambiare discorso: -E perché il tuo tutore ha tante aspettative per te?-
Il ragazzo si riscosse: -Lui ha deciso di diventare il mio tutore perché prevede per me un grande destino, e quindi mi educa perché il cervello è più importante dei muscoli.-
-Quindi ti fa studiare un sacco di roba noiosa!-
-Non proprio...- Semola seguì con lo sguardo uno scoiattolo rosso comparire sul davanzale di legno, percorrerlo per lungo e sparire saltando su un ramo -Solo che io ho sempre lavorato nelle cucine del castello. Confesso che tutte le sue idee mi spaventano... Per di più, dato che ho un grande destino, vorrei potergli parlare di quanto questi mi preoccupi, ma non sono sicuro che possa capirmi. Per lui è tutto così semplice...-
-E nella famiglia del tuo padre adottivo non hai fratelli o sorelle? O qualche altro garzone della cucina?-
Semola la guardò scuotendo la testa, un po' perplesso.
-Non avere paura!- allora Merida gli tirò una pacca sulla spalla -Abbi fiducia nel tuo tutore. Sono sicura che sa quello che fa, e tu te la caverai benissimo!-
Il ragazzo sorrise incerto, così lei continuò: -E soprattutto, se hai bisogno di cambiare aria a nord di qui c'è il mio castello. Sarai sempre il benvenuto!-
Semola sorrise con più convinzione: -Grazie!
Merida addentò soddisfatta l'ultimo boccone di arrosto.

Era tornata all'accampamento. Semola l'aveva accompagnata fino in vista delle prime tende, poi si era dileguato in direzione di casa sua.
"Accidenti" pensò allora lei "Non ho pensato di chiedergli se qualche personaggio importante non fosse in arrivo da queste parti..."
Suo padre le corse incontro, la fece preparare, perché, scoprì, era quasi l'ora dell'incontro.
Si misero a cavallo e arrivarono ad un castello tutto blindato di soldati di Londinium, perché il loro re appena incoronato era giunto per conoscere i suoi vicini settentrionali.
Furono introdotti in sale che avevano visto tempi migliori e che erano state restaurate in tutta fretta per l'occasione.
Merida era dietro suo padre e poté vedere il nuovo re solo quando questi si scostò per presentarla.
-Questa è Merida, principessa erede del clan DunBroch.-
Allora fu lei a strabuzzare gli occhi, e di colpo capì, e quasi si mise a ridere per l'occhiata che scambiò con gli occhioni sempre incerti del mingherlino biondo davanti a lei, seduto su uno scranno troppo grande, con un mantello troppo ampio e sotto una corona troppo larga.
Il mago accanto a lui, in tunica e cappello celesti, lo presentò: -E questi è re Artù, colui che estrasse la spada dalla roccia.-


 




Angolino dell'autrice
I'm back! Con una one shot un po' scialba forse, ma nel clima un po' anestestico del periodo avevo voglia di ricominciare in qualche modo.
Qualche tempo fa mi sono rivista La spada nella roccia e da lì mi è partita una ship fortissima per la principessa che non si voleva sposare e il re che non sa minimamente come sia arrivato al trono (trono che nelle leggende arturiane si trova a Camelot. Nel film Disney è a Londra, per cui tengo fede e lo situo anch'io a Londinium). Trovo che la sua buona educazione, la sua pacatezza e la sua serietà contrastino bene con la ribellione unica che rappresenta la nostra Merida. ...Con buona pace per i fan della Mericcup. Anche se, secondo me, la malleabilità del nostro Semola avrebbe potuto fare di lui un buon amico per Hiccup, e Hiccup avrebbe potuto condividere con lui i suoi progetti strambi. Mh. Intravedo degli intrecci.
Procedendo, non ho molte curiosità da aggiungere alla one shot, salvo che le vicende di Merida sembrano ambientate nel V secolo d.C. e quelle di Semola nel V-VI secolo d.C., e confesso che trovare una corrispondenza storica reale fra i film inseriti nel crossover mi ha elettrizzata una sacco! Eh, le gioie, quelle vere...
Nike

  
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