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Autore: PathosforaBeast    25/04/2020    1 recensioni
Martín Berrote e la sua notte più buia.
[ TW: accenno al suicidio]
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Berlino, Palermo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Boom, Boom, Ciao.
 
 
 


Te ne stai all’angolo con la fronte appoggiata al muro.
Le mani ti tremano tanto da non riuscire nemmeno a sbottonare il collo della camicia che non ti fa respirare. Solo, sconfitto, senza nulla a cui poter far più riferimento. Senza senso.
Del sangue continua a pulsare nelle tue orecchie ma non sai a quale cuore appartenga.
Il tuo è morto.
La televisione, da ore riversa sul pavimento, continua a illuminare vacuamente le piastrelle, tra i documenti, i piani, le pagine che avete stilato insieme. Con progetti che nessuno al mondo poteva osare immaginare. Nemmeno le sue mogli o suo fratello.
Era solo vostro.
Tuo e di Andrés.
Era la vostra vita, il vostro progetto, la vostra sfida. Eravate voi contro tutti.
Ti trascini verso la scrivania, afferrando la valigetta di pelle nera e portandotela al petto, uno dei pochi oggetti rimasti nascosti e intatti in tutto questo tempo. L’abbracci e sospiri. È solo la tua carne contro un oggetto freddo.
Se potesse, sarebbe scappata anche lei.
Fa male.
Non può essere successo davvero. Non può essere davvero terminata in questo modo. Non con te, seduto qui durante il cuore della notte a controllare il tuo respiro mentre le gambe hanno completamente ceduto.
Continui a consolarti dicendo che sta accadendo tutto qui, nessuno può vederti e sei rinchiuso nella stessa stanza che ti ha visto sorridere insieme a lui.
Felicità e dolore per te non sono diventati altro che due facce di una stessa medaglia.
Diverse per altri, maledettamente uguali per te.
L’unica unione perenne che ti è stata concessa di conoscere.
La realtà dei fatti è questa ed è inutili continuare a negare: avresti dovuto accettarla già da tempo. Era normale che sarebbe andata così. Non dopo una gioia simile, non dopo aver aspettato anni ed essere scaraventato in cinque minuti dal punto più alto del Paradiso a quello più basso dell’Inferno.
Te ne sei stato lì, usato e frastornato contro una parete senza sapere più che cosa provare. Amore, odio o rabbia. Impotente, hai iniziato a piangere mentre sentivi le sue mani sul tuo corpo, le tue labbra bruciare e il calore dei vostri respiri unirsi.
Ti ha detto che tempo e distanza ti avrebbero aiutato a star meglio, a dimenticare. E mai come in quel momento avresti voluto urlargli contro. È da dieci anni che sei innamorato di lui e sei tu il primo che non vuole cancellare quello che provi. Perché sai quanto sia stato giusto e naturale, sai che cosa significa guardarlo negli occhi e sentirti così maledettamente perso quando pronuncia il tuo nome. Sai che né il tempo, né la distanza potranno aiutarti a farti soffrire di meno: avrebbero già potuto aiutarti anni fa facendoti disinnamorare ma non è successo.
Ma ora cosa ti resta attorno?Ti volti, senza ricevere risposta. C’è solo silenzio.
Nessun respiro da ascoltare, nessuno che voglia esserci per te anche nella forma meno interessata possibile. Sei stato derubato della parte più bella della tua vita, del raggio di sole che illuminava le tue giornate.
A fatica ti porti sulla sedia scorrendo le dita più volte sulla chiusura della valigetta. Non riesci ad aprirla.
Pensi sarcasticamente che a questo mondo solo un oggetto forse ti stia pregando di non fare stronzate.
Se avessi ancora la forza, sorrideresti.
La apri comunque.
La pistola è lì davanti a te. Argentea, lucida, intoccata ma invitante. Che senso ha continuare a soffrire? Non sarebbe meglio partire e salutare tutti? Ma, soprattutto, chi salutare?
 
 
Boom, boom ciao.
 

Alzi gli occhi verso la finestra mentre l’alba inizia timidamente a sorgere. Il cielo si tinge di carminio- il colore preferito di Andrés.
Un’unica lacrima ti percorre la guancia.




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