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Autore: cussolettapink    26/04/2020    5 recensioni
“Davvero? Il nuovo arrivato è una ragazza e non un ragazzo? Ma cosa le sarà saltato in mente?!?” Una voce la distrasse dal guardarsi intorno e la fece concentrare invece sul discorso appena iniziato nella stanza che ancora non aveva visitato.
“Sicuramente” si aggiunse una seconda voce “è una poco di buono! Chi mai verrebbe a stare in un dormitorio con soli maschi?!”.
La ragazza stava per abbassare la maniglia e manifestare la sua presenza quando una terza voce – che le sembrò leggermente familiare – si aggiunse alla conversazione.
“Louis, non essere come sempre così prevenuto, magari è una brava ragazza che è solo interessata a trovarsi vicina per frequentare le lezioni”.
Sorridendo nel trovare una persona disposta a trattarla con gentilezza, la ragazza entrò nella stanza proprio nel momento in cui quella famosa terza voce finì la frase.
“O forse, è semplicemente una t**** in cerca di divertimento”.
La sorpresa per la frase completamente assente di tatto o gentilezza non preoccuparono neanche lontanamente la ragazza perché, nel momento in cui individuò il ragazzo che aveva parlato, si sentì raggelare.
Il ragazzo che l’aveva appena offesa niente di meno era che Harry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 20 – Epilogue

“Tolkin? Vvuoi svegliarti?” un rumore insistente la fece sobbalzare dal suo letto, portando Paige ad alzarsi e ancora scalza e in pigiama ad andare ad aprire la porta. Il giorno precedente era stata dimessa dall’infermeria, in cui aveva passato solamente una notte, quella dell’aggressione. Era voluta tornare al suo dormitorio, nella sua stanza, con la speranza di lasciarsi tutto alle spalle al più presto.

“Che succede?” chiese, stropicciandosi un occhio tentando di svegliarsi.

Di fronte a lei, un Harry vestito con la tuta la guardava sorridente.

“Come cosa succede? Ti sei dimenticata che oggi iniziano i giochi? Per quanto hai rotto, mi stupisco che tu non abbia la data cerchiata sul calendario”.

Parlò sempre sorridendo il riccio.

“I giochi? Davvero? Sei riuscito a trovare dieci persone che volessero partecipare?” esclamò, facendo un sorriso e cominciando a svegliarsi del tutto.

“In realtà siamo undici, tranne Ryan e i suoi tre amichetti tutto il dormitorio ha aderito all’iniziativa, guarda tu stessa” finì, spostandosi un po’ dalla porta e permettendo alla castana di affacciarsi, vedendo come in cima alle scale la stessero aspettando già in tuta tutti i suoi compagni.

“Non ci credo! Parteciperemo quindi tutti insieme ai giochi?” con un sorriso sempre più grande, Paige saltò al collo di Harry per abbracciarlo contenta.

“No, se non ti muovi a prepararti!” Si sentì la voce di Louis, anche lui divertito.

“Mi sbrigo! Non cambiate idea nel frattempo!” urlò la castana facendo ridere tutti e chiudendo di nuovo la porta, andando di corsa in bagno per lavarsi e prepararsi.
 

 
 
I giochi furono un completo successo. Durarono una settimana e il dormitorio nord vinse in quasi tutte le competizioni.

La preside le si era avvicinata soddisfatta e entusiasta per i risultati raggiunti, complimentandosi con la ragazza per l’ottimo lavoro fatto con quei ragazzi.

“Non ho fatto niente io, sono loro a essere persone speciali” rispose solo Paige, sorridendo anche alla preside.

“Beh, se riuscirai a farli rigare dritto, non dovrai preoccuparti di perdere l’alloggio, nonostante ti ricordo sempre che l’offerta dei signori Rider è valida”.

Concluse la preside, ricordandole come i signori Rider si fossero offerti, in segno di scusa, di pagarle gli studi al campus per gli anni che le rimanevano.

Sicuramente, il fatto che alla fine avesse deciso di non sporgere denuncia li aveva ancora più rabboniti nei confronti della ragazza, non sapendo in quale modo potessero sdebitarsi.

Avevano provveduto ad assumere anche il padre di Paige, che si occupava dello stesso settore della madre. Aveva deciso di non dire niente ai genitori della brutta avventura avuta con il figlio dei loro capi e niente a proposito dell’affetto che i suddetti ormai stavano cominciando a provare per lei.

La signora Rider, Milene come insisteva perché Paige la chiamasse, l’aveva chiamata tutti i giorni da quell’incontro in infermieria e ormai l’aveva presa così a cuore da trattarla come una figlia.

Tod, da quanto ne sapeva, era stato spedito in un college rieducativo in Germania e non sarebbe tornato –o ben accettato, a seconda dei punti di vista – per le vacanze di Natale o estive di quell’anno, quindi sarebbe tornato solamente tra più di un anno.
 

Dopo una settimana di competizioni e gare, come Paige aveva sognato fin dalla prima volta che aveva trovato i volantini, aveva legato con tutti i ragazzi del dormitorio, trovandosi a competere fianco a fianco con molti di loro.

Ogni pomeriggio, trovava un piccolo vasetto in vetro con sopra attaccato con lo scotch un foglietto con su scritto “Partecipazione per la cena della vittoria!” e i soldi che ogni abitante del dormitorio metteva, a offerta libera, nel vasetto per fare in modo che Paige potesse preparare la cena per tutti quanti e tutti potessero mangiare insieme, rivivendo i bei momenti della giornata.

“Alla fine, se invece che spenderli per la mensa li metto qui non mi cambia poi molto” aveva detto Liam, quando Paige lo aveva sorpreso a mettere i soldi nel barattolo.

 
“Sta forse andando a fare la spesa la mia eroina preferita?” chiese Niall scendendo le scale e prendendo in braccio Paige, sollevandola da terra e facendola girare.

“Niall! La pianterai mai di fare così ogni volta che mi vedi?” chiese scoppiando a ridere la ragazza, mentre il biondo provvedeva a riposarla a terra.

“Grazie alla tua testimonianza ho potuto dimostrare a mio padre il grande impegno che metto nel mio lavoro, ho scovato una talpa aziendale e quando l’azienda di Spencer si riuscirà a riprendere, saremo andati tutti in pensione da molti anni con tutti i capi di accusa e le multe salate che dovranno pagare alla mia azienda! Sai cosa mi ha detto mio padre quando è uscita fuori tutta questa situazione? Che era fiero di me e del buon giudizio dimostrato nello scegliermi le amicizie. Lui, fiero di me!” terminò il biondo, sorridendo con un sorriso a trentadue denti.

“Ne sono davvero felice, biondino”

“Adorabili” la voce di Harry fece sollevare lo sguardo a tutti, visto che il riccio si trovava in cima alle scale “Ma accompagno io Tolkin al supermercato per la spesa, rispetta le precedenze biondo, sono arrivato prima io” concluse, scendendo le scale e portando un braccio intorno al fianco di Paige, che di conseguenza arrossì.

“Alzo le mani capo!” scherzò allora, portando le mani in alto e ridendo, per poi allontanarsi verso la cucina.

“Andiamo Tolkin?” chiese allora il riccio, incamminandosi verso l’uscita del dormitorio.

“Arrivo!” lo raggiunse lei.

 
“Non ci credo!” esclamò Paige, prima di ritrovarsi la mano del riccio ad azzittire la sua esclamazione, fatta a voce troppo alta.

“A cosa non credi Tolkin? Si vedeva lontano un miglio” ridacchiò Harry, osservando come nel parco vicino al campus Louis e Meghan si stavano baciando, teneramente abbracciati sopra un telo steso per terra.

“La tua… temporanea distanza, li ha uniti moltissimo. Meghan quando eri a lavoro o con Ryder veniva sempre in dormitorio a parlare con Louis, penso che in tutto l’anno scolastico non l’ho mai sentita parlare così tanto come ha fatto quei due tre pomeriggi che insieme a Louis veniva a parlarmi di te”.

“Meghan è sempre stata un’amica splendida, mi ha straziato il cuore doverle mentire e tenerla lontana”.

“A tal proposito Tolkin… ti ricordi che noi abbiamo un discorso in sospeso?” la fermò lui, circondando i suoi fianchi con le braccia per tenerla vicino a lui e impedirle di poter sfuggire all’argomento “qualcuno qui ti ha aperto il cuore tipo più di una settimana fa e non ha ancora ricevuto risposta”.

La ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata, prima di alzarlo nuovamente e posare le sue labbra su quelle del riccio.

“E questo, cosa significa?” chiese lui, staccandosi a malincuore da quel bacio da lui tanto agognato.

“Significa che non so neanche quando è iniziata, è semplicemente successo. Tutte le volte che cercavi di infastidirmi con quegli stupidi scherzi, quella volta che mi sei venuto a prendere dopo che Ryan mi aveva lasciato per strada, la stessa prima volta che mi hai difeso da Rider durante l’ora di ginnastica” La ragazza parlava, guardandolo fisso negli occhi e usando una specie di stesso schema, per riprendere la dichiarazione fatta dal riccio nei giorni passati “quando hai fatto il geloso pensando che ci fosse qualcosa tra me e Louis, quando mi hai aiutato la prima sera che ho deciso di cucinare per tutti, quando mi hai visto in lacrime e ti sei preoccupato, quando non hai mai creduto a quello che Ryan ti aveva detto di me. Probabilmente, tutto è iniziato quando mi hai portato quella fetta di torta, il primo giorno che ho messo piede in questa città e mi hai destabilizzato con questi tuoi occhi”.

“Tutta colpa di quella fetta di torta quindi… e pensare che volevo tenermela per quando avessi finito il turno… che bel pasticcio che ho creato” terminò sorridendo, prima di abbassare nuovamente il viso e catturare la ragazza in un bacio molto più intenso e profondo.

“Tolkin… anzi, Paige, non voglio più starti lontano. Mi piaci, mi piaci dannatamente e d’ora in avanti non permetterò a nessuno di farti del male, lo giuro”.

“Mi piaci dannatamente anche tu Harry, tantissimo!” Rispose lei, prima di buttarsi di nuovo tra le sue braccia.
 

 
“Paige ti sei superata questa sera! La carne è eccezionale!” urlò Niall, raccogliendo consensi da parte di quasi tutti i ragazzi presenti a cena.

Con un sorriso, la mora prese il frigorifero la torta che avevano comprato lei e il riccio.

“Insomma, dobbiamo festeggiare questa vittoria schiacciante del dormitorio Nord giusto? Il nostro capo dormitorio ha pensato bene di offrirci la torta!” urlò contenta la ragazza, lasciando che Harry si prendesse le grida e gli applausi dei compagni mentre lei sporzionava la torta.

“Posso offrirle un pezzo di torta?” la richiamò il riccio, facendola tornare al loro primo incontro.

“Un caffè, grazie tante”.

“Posso portarti qualcosa da mangiare? Sembri arrivare da un lungo viaggio – tesi confermata anche dalle valigie – e sembri un pulcino bagnato. Posso offrirti una fetta di torta? Giusto per mettere qualcosa nello stomaco e riprendere un po' di forze prima di riprendere il viaggio” disse, adocchiando il grande borsone ormai zuppo che la castana aveva appoggiato accanto a lei sul divanetto del bar.
“Sei davvero gentile…” si fermò, non avendo la minima idea del nome del ragazzo.
“Harry, mi chiamo Harry. Tu invece sei?”.
“Mi chiamo Paige”.
 
 

 
Tutto comincia in un attimo, in un giorno qualunque della vita, quando meno te lo aspetti.
- Romano Battaglia
 
 

 
The End
 
 
____________________________________________
 
Angolo Autrice:
Ebbene si, siamo arrivati alla fine di questa storia.
Mi fa sempre uno strano effetto mettere la parola "fine" alle mi storie, è un pò dura separarmi dai personaggi creati e a cui inevitabilmente mi sono affezionata.
Saluti,
Liz
   
 
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