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Autore: Freya_Melyor    27/04/2020    7 recensioni
Lei.
Una donna.
Una donna affascinante, intrigante, misteriosa. Una donna bramata, desiderata.
Una donna diversa tuttavia come le altre.
Una donna da amare, una donna che vuole amare.
Eppure...
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Lei


 
Lei era intrigo, mistero, fascino.
Al suo passaggio non si poteva fare a meno di alzare lo sguardo per ammirarla, per guardarla ancheggiare sui quei tacchi alti di cui non aveva bisogno ma che la rendevano ancora più attraente.
E ci si incantava nell'osservarla avanzare, con la bocca rossa e le ciglia nere, chiedendosi come fosse la sua vera indole sotto la chioma selvaggia e il chiodo di pelle.
Sembrava distaccata, quasi non appartenesse a questo mondo ma provenisse da uno tutto suo.
Dava l'idea che, al di là di ciò che le interessava, il resto fosse invisibile ai suoi occhi.
Nessuno pareva essere alla sua altezza e tutti rimanevano in silenzio, continuando ad ammirarla nell'ombra, timorosi di essere scoperti.
Perché lei era troppo, era troppo per tutti.
Nessuno si sentiva abbastanza.
Nessuno era degno.
E intanto le stagioni passavano, e in ognuna di esse lei era.
Era inverno quando con affascinanti movenze congelava all'istante.
Era autunno quando i primi venti le scompigliavano le ciocche, impregnandosi del suo profumo.
Era primavera quando un sorriso nasceva spontaneo sul suo volto, scoppiando in una risata.
Infine era estate, quando con occhi felini incendiava in un battito di ciglia.
Lei era tutto questo, gelida e bollente al contempo.
Leggiadra ma imponente.
Ammaliava tuttavia allontanava.
Incuriosiva, poi intimoriva.
Era il sogno che tutti avrebbero voluto vivere ma che nessuno aveva il coraggio di concretizzare.
Era un desiderio proibito, forse troppo. Talmente proibito da apparire irrealizzabile.
Era quella che tutti bramavano, eppure non era contesa da nessuno.
Perché lei era così. Bella, dannata, ignara.
Dannatamente ignara.
E si domandava perché.
Perché nessuno la notasse.
Perché nessuno le parlasse.
Perché lei non lo sapeva, non se ne accorgeva.
Perché era tutto fuorché quello che gli altri credevano lei fosse.
E intanto le stagioni passavano, e in ognuna di esse lei viveva.
Viveva nell'inverno del proprio cuore, freddo poiché nessuno era giunto a riscaldarlo.
Viveva nell'autunno, quando i primi venti le portavano via sospiri malinconici.
Viveva nella primavera, quando il calore cominciava a sciogliere il ghiaccio facendola sorridere.
E viveva nell'estate, quando con occhi carichi di desiderio si guardava intorno alla ricerca di qualcuno da amare.
E intanto il tempo passava, ma nulla cambiava.
Nessuno che affrontasse il suo sguardo, che lo sostenesse.
Nessuno capace di rivolgerle la parola.
Nessuno che riuscisse a udire il disperato grido che strepitava dentro di lei.
Nessuno che scorgesse il suo dolore.
Tutti la guardavano, ma nessuno la vedeva realmente per quello che era.
Una donna.
Una donna come le altre.
Una donna che non aveva particolari pretese, che non voleva nulla di più di ciò che meritava.
Una donna vittima di se stessa, del proprio fascino, della propria inconsapevolezza.
E intanto le stagioni passavano, e lei...
 

 

   
 
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