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Autore: MilesRedwing    27/04/2020    1 recensioni
"Si, ho scritto io la storia.
E si è in terza persona, preferivate altro?"
Genere: Avventura, Commedia, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knock Out, Megatron, Nuovo personaggio, Starscream
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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SoS

 

         "In-blubbering bumble-bee"


In origine una segregazione di quaranta giorni prescritta per malati affetti da malattie contagiose, in seguito, isolamento di persone o animali per motivi sanitari, indipendentemente dal numero dei giorni o dei joor, un Lockdown - dove non si intendeva il nome del notissimo cacciatore di teste e taglia del quadrante nord della costellazione di cui anche Tarn faceva parte - poteva sicuramente essere imposto anche alla galassia dei digit e dei cna, oltre che ai terrestri, nei casi rispettivi di ruggine cosmica ab peste cybonica per i primi e COVID-19 per i secondi.

In pochissimi, comunque, erano in grado davvero di non infrangere le norme prestabilite in taluni casi e rette funzionali non in asse.

Era d'affermare quasi in postulato che quasi assolutamente ogni Decepticon avrebbe ottemperato i disegni del processore per proprio conto a mano armata al di là della percentuale di chance di andare offline e che ogni Autobot avrebbe fatto lo stesso, solo in borghese - ma questo da ere accese e spente riguarda la sinistra e la destra di qualsiasi realtà, ergo appartiene a un'altra Storia.

Nella specifica del settore interessatissimo di Garrus-9, se in altre correnti di classe subatomica si consumava inesorabile la tragica pazzia di Tarn di Messatine ob alleanza condita con gli autobot, due arseniche ali color morte atterravano spietate lungo la costa ovest delle mura della roccaforte, in via di ricevere un ex avversario, oramai più che confidente ed alleato, fondamentale per portare in alto i loschi Inganni e la vendetta di un'accensione intera.

"Deathsarus." La sua scatola vocale gli parse in riverbero quella che suo padre aveva perduto, in un colpo a freddo inevitabilmente ingiusto, nella mafia peggio gestita di una interpersonale interfaccia ipertradita che imperturbava da ere spente sotto la scialla di Lord Megatron.

Dreadwing Guardeknight era stato suo socio, rifletté il drago meccanico portando nervoso gli artigli del meccanismo destro all'elsa della spada, di nuovo al suo fianco.

Dannazione a quella strega della Regina delle Nevi, l'ultima volta che aveva avuto il dispiacere di una parola con quella seeker si era trovato dinanzi una sparkling di un discutibile iridescente viola, non una cecchina prezzolata, ma di primissima scelta.

"Problemi a riconoscermi?" Ancheggiò l'avversaria più che la concorrente.

"Capisco quanto una risma intera in quel penitenziario sotto falso nome della corte sputata di Starscream e i suoi possa cambiare un mech. Figurarsi una femme, ah?" Inchiodò la punta acuminata della lancia a terra, chiuse l'apertura sgrullandosi le spalle e inclinò di lato il viso, comunque bello nella perfidia guadagnata, data l'età giovane.

"No, Louise. Dovrei essere impazzito più di quanto non osi ritenere a scordarmi della primogenita di Dreadwing Gardeknight." Rispose secco il cavaliere, sovrastandola con la sua tremenda statura.

"Mh." Sorrise l'assassina.

"Di questi tempi è raro che un traditore ritrovi la retta via o anche solo il garage di casa."

La scaraventò inesorabile di lato di uno spuntone di granito cybertroniano, puntandole astioso e crudele l'elsa sotto la gola, minacciando temporaneamente di strozzarla e sbarazzarsene prima di accordo alcuno, per non farsi infangare anche l'ultima goccia di putrida risma personale.

"Ahahah, Deathsarus, andiamo, adagio. Dopotutto sappiamo bene quanto Skyfire ti sia stato ben peggio di Ebenezer in tutti questi cicli stellari. Per quello che vale io dico sempre il vero" asserì ennesima la maledizione che dalla nascita la teneva vincolata come una dea pagana.

"Quindi entrambi siamo cronicamente, storicamente e politicamente dalla stessa parte. Sempre che tu non preferisca la vendetta di Tarn Breaker alla mia, come io non preferisco risparmiare all'Antispark Redwing Skyfire. Decidi tu. Il nemico di un mio nemico ... eh? Amico?".

Scandì quell'ultima parola con la medesima ipocrisia di chi aveva osato mettere in discussione gli ordini di un sistema corrotto che aveva ligio eseguito da programmazione, ma al contrario: dopotutto Louise non era né Ratchet né Pharma ed in ciò il fato era stato misericordioso con i suoi avversari futuri e non le aveva imposto di rianimare terzi per schiavizzarli.

Perché se in qualcosa quella femme era  efficiente erano gli spegnimenti senza bisogno di un motivo.

"A proposito. Ho saputo di tuo fratello e mi dispiace, certe cose possono ..."

"Rimanere dove sono o essere eseguite? Da una Divisione, magari, Cavaliere? Non osare con me, te ne prego, per la tua incolumità." Sfoderò gretta due lame sottili da sotto razzo laterale.

"La mia modalità alternativa necessita di aggiornarsi e sai che non ho mai visto il pianeta terra da vicino. Inoltre, certe cose un cazzo" alzò il tono spingendo la sua figura, stavolta, sull'orlo del burrone Overlord.

"Lo so che Reduvja ha la mia datazione e che quando la disgrazia è avvenuta aveva a malapena facoltà di spiccare il volo, buhh poverina." digrignò i denta sporchi di nero di Altheix per incutere ulteriore sgomento in chi cacciava.

"Ma è una seeker, Deathsarus. Io so cosa piace agli Skyfire, i più forti, più bravi, più tutto, ahinoi. Eh? "

"Ma tu adesso esageri, suo zio ... ha dato inizio a ..."

"Esatto!" Stridé gettandolo a terra e strusciando il tacco del razzo a stivale sinistro sul suo stesso peso.

"Suo zio ha ucciso mio padre. Dimmi, stavano forse esagerando quelli della DJD quando hanno raso al suolo la mia patria?" sibilò priva del benché minimo taglio di rancore o anche solo bene.

"Pensavano di tenermi buona a fare la governante o Sunstorm pensava di incarcerarmi. Saggia sovrana, rispetto ai superstiti." Gli porse la destra, fascinosa e mefistofelica, rinfoderò le armi e si mostrò alfine alla sua altezza tramite propulsione.

"Superstiti?"

"Io ho combattuto ai Cancelli di Granito quei Mostri, idiota. Ho conquistato Galassie, distrutto mondi per Megatron e li ho creati per Optimus Prime. Ho affrontato Tarn di Messatine e ho la mia vistosa cicatrice, a ricordo.

Potrei governare la Perfidissima a ottiche serrate. Sono una Guardeknight e non ho esitazione, ho ed ho avuto tutto quello che papà e Skyquake mi hanno lasciato." Ribadì fiera, dandogli le lunghe ed abnormi singole nere.

"E invece la piccola Josephina che cos'ha?"


"Un abnorme sovraccarico di processore, ho perso completamente il filo, per Primus e Mortilius e l'Unicron e gli antenati stupidi di mia mamma, 67, stai zitto!!!! Siamo ..."

"Messi male. Questo è peggio del capo quando dobbiamo andare in missione per conto diretto di Megatron" puntualizzava Tesarus nella stessa camera d'albergo dell'inizio di un finale inopportuno, costretta in quarantena forzata con gli organici parte della copertura, vista la pandemia scoppiata nella miserrima sfera d'argilla proprio in quel momento.

"Sai cosa? Il tuo amico buttafuori sotto anfetamine ha ragione, anche se tecnicamente io non dovrei conoscere il vostro Generale o come accidenti si chiami. A questo punto mio fratello permettendo torno nella mia storia, mi sveglio dal coma indotto e taglio qualche testa si, ma dalle mie parti. È stato un piacere, "robot" !" Approfittava Fallon Carrington per tirarsi definitivamente via da quella detonazione di assassini esauriti che presto si sarebbe verificata.

"Mah si, si, va pure, eclissati! Umani." Non mancò di sbruffare Starscream.

"Lo farei se fosse finita qui." Prese a risposta per tutti e alla faccia di Redwing una boccata di sigaretta elettronica l'ex seeker latreille che continuava imperterrito ad adornare la sfortuna sua e del team con officiosi e avversi particolari da tenere in gioco, i quali nessuno di loro voleva sapere.

"Io faccio parte di una sezione top secret della Divisione, tra virgolette, della Tfa che nel 2.008 rifondò il Cybertron di quel lato del cubo cartesiano, che si occupa di stanare qualsivoglia causa di rotture di coglioni a cna cpu e cybermateria che ti pare, in due parole."

Bumblebee avvolse in altre chiacchiere e fumo bianco l'alleanza sciolta prima di formarsi, Arcee Overlord rigirò un pugnale in mano, seduta posata e fine sulla poltrona di Ebenezer. Suo fratello osservava l'avversario, l'ignoto ed affine, da bravo scout, chiedendosi in effetti se ad averla avuta una scatola vocale a tempo debito sarebbe terminato anch'egli in un ego tale da portare una pistola scarica e sporca di energon alla cintura oltre che la faccia tosta sputata di fingersi un codardo ed un cretino, al crack o cocaina che fosse.

Non era neanche l'ombra di una droga, a parte colorante cheap, ma questo il tenente lo ignorò per principio.

Perché Knockout, splendente come suo solito, sorseggiava davanti a lui confuso e dolorante il suo calice di champagne delle 18, oscillando persino maggiormente rispetto alle bollicine dorate a riverbero delle ex ottiche nocciola. Se sua sorella fosse stata lì gli avrebbe intimato di posarlo.

Aveva sperato di concludere quella somma di megacicli su una bert, con tutte le metodiche, la sacrosanta voglia e la giusta dose di fortuna, privo di sorelle, sire, fratelli gemelli con la vendetta nella vernice, carrier, coccodrilli, famiglie e persino energon pur di stare con il suo grande amore.

Ignorava il tenente dietro di lui bramasse lo stesso ed aveva imparato a sue spese di non essere solo pedina del caso, ma che anzi quando lo era stato avrebbe dovuto esserne grato, invece di pretendere di fare l'agente segreto per suo conto, avrebbe dovuto evitare di lamentarsi poiché anche la più scontata delle sventure, ad un cieco, sordo e senza arti sarebbe parsa una benedizione.

Invece era finito in una storia che non era esattamente la sua.

Ad una aston martin andavano al contrario e al triplo dei cavalli, lui era sempre stato ricco, magari per le divinità se lo meritava e basta.

Cassandra osservava Wheeljack, Bulkhead e i "nuovi arrivati" - una informe e cerebrolesa massa di predacon tirapiedi, noti Skylynx e Darksteel, insieme ad auto da corsa di nuova fattura e processore povero altresì riconducibili a Smokescreen e Remix - come un ghepardo teneva la gazzella sulle proprie prima di enunciare il verdetto, alla stregua di chi in eterno aveva bramato e vantato cibarsene e che in quell'istante optava per gli scarti di un update raccapezzato, su un balcone in qualche metro.

Se persino Slipstream e Kaon avevano trovato il coraggio di guardarsi di nuovo, prede di novemila anfibi, se Moonracer era ancora assente all'appello e Starscream Skyfire aveva risolto di fugare remore ed asti assaggiando nevrotico ogni tipologia di macarons presente sul vassoio gentilmente compreso nel servizio in camera che pure era rimasto loro, mentre Isabeau, Eiden e Predaking caricavano l'utilizzabile a livello di potenza di fuoco, Megatron sembrava il solo a cui del verdetto delirante dei fatti oramai compiuti, non importava grama fattura.

Tarn si era straniato da falsa normalità condizionata non appena quello scarto bucato d'un ragazzino sotto aggiornamento immeritato aveva aperto la bocca.

C'era un detto, sul pianeta dimenticato e siberiano, delle sue parti - ce n'erano diversi ma ad alcuni Ebenezer teneva con peculiare riguardo di letterato ed ex nobiluomo adulatore con svariati territori conquistati sulle falde acuminate della stirpe cui ancora poteva dirsi d'appartenere.

 

Non c'è cannone senza energia plasmatica d'efficienza

 

L'efficienza su Messatine era il motore portante, la munizione per qualunque cosa, visto che l'unica materia prima disponibile era il nucleon e la quasi totalità delle miniere sepolte sotto chilometri di lastre ghiacciate ed iceberg secolari era destinata all'offerente migliore, la sua Divisione, finché c'erano stati, la Black Block Consortia, i Mortiliani e in ultimo proprio D-16.

Lo Sterminatore di robot da quel pulpito contaminato da piattole non vedeva l'omonima patria da cicli stellari decaduti, figurarsi il locus amenus della sua scintilla, ma tale proverbio gli ricordava aspro come un prod sulla fusoliera delle ali di un seeker perché portava l'identità che gli calzava a pennello quasi quanto la propria maschera.

Non avrebbe permesso al caso di definirgli la camera spark marcia e orrenda.

Non avrebbe permesso agli Skyfire di giocare il cosmo ancora ed uscirne illesi.

E non avrebbe permesso a Nickel o ad alcuno del suo a quella risma putrefatto gruppo d'assassini spietati preferito di affermare a cose fatte che era stata sua la responsabilità.

All'interno dell'arsenale che dalla disgrazia della Perla aveva badato personalmente di salvare, l'oggetto ai suoi stivali era rimasto forse il solo a consolarlo in maree astiose e tali sfrontatamente riprovevoli: un triplo a fusione a plasma esponenziale da agganciare al lato nord est della lancia caduta in rovina per colpa di Stormrider, del peso specifico complessivo di 56 tonnellate e mezzo. Ora, al contrario di quanto un'unità ingenua avesse potuto considerare, neanche con Ebenezer Breaker il fato era stato gratuito e clemente in fatto di fisicità.

Certo a vederlo da prospettive recenti era altrettanto semplice immaginarlo, ma per il cingolato era molto più utile, nonché divertente sfogare l'ira e la voglia di disattivazione irrefrenabile, tirando colpi e blaster a cadaveri recenti appesi, quando ancora sull'amata nave e in mancanza di apostati, o utilizzando fianchi e gambe come matrici per fasi concentriche a intervalli regolari di deadlifts a peso morto con detta arma disattivata, quando sul balcone di un hotel in stile francese su panorama veneziano.

Lo aiutava a scollegarsi da ciò che quegli idioti dell'Accademia di Yoketron chiamavano realtà percepita attorno al proprio, indi concentrarsi sui loschi pensieri che, quandunque si recasse a eseguire rei della Lista o ad aiutare impiastre, costituivano il suo energon quotidiano.

"Insomma sia Overlord che Windblade che mia madre sono sui vostri segnali da mesi, io ho rotto anche l'ultima copertura rimastami e se non mi darete retta, visto che mister bisbetica conclamata qui è tecnicamente l'erede del cosmo, e anche Windblade ..."

"Bisbetica a m ... come osi, scarto d'un autobot di scorta, aspetta che finisco la merenda e ti apro in due!"

Bumblebee avrebbe anche terminato in maniera concisa - cosa assolutamente non nel suo stile - quel discorso che tanto virilmente e in modo maturo aveva imbastito e Starscream avrebbe tenuto fede alla sua parola di ex cavaliere, ex mecha d'onore e ex principe ereditario ed ex tutto, ma al solito trattandosi delle loro persone, uno tra gli usurati, al secolo Kaon, non era di simil doxa.

"Quello è il cannone del lato nord-est della Perla? A Mortilius la sciatica dei cavi!"

Puntualizzò stizzito ed esacerbato dall'immaturità del suo stesso Generale.

"Uhm. Niente di che. Io posso sollevarne due." Parlando di immaturità, Tesarus non ebbe alcun problema ad arrostire eufemisticamente chi gli stava di fronte.

"Cazzate." Si innestò amabile Helex come un giunto di un tank su una camaro, per restare in tema.

I presenti si voltarono di scatto in sua direzione.

"Che cavolo, Vos e Nickel insieme pesano molto di più e io li alzo regolarmente."

Nessuno ebbe modo di adottare reazioni ulteriori, due chiavi inglesi planarono in volo precisamente sulla testa della fonditrice a un quarto di centimetro dalla sua ottica sinistra - che pure esisteva a insaputa di ciascuno - sotto la famigerata X.

"Mi stai dando della befana chiatta, "caro"?" Emanò il verdetto la minicon, mentre Megatron si limava le unghie d'adamantio su simulacro umano per poi poggiare lo strumento discutibile e avviarsi, su taciturno consiglio di Arcee Overlord, alla finestra oggetto di discussione.

"Permetti una parola?"

"Ah quindi adesso necessiti e richiedi il mio permesso? Buona fortuna."

"Tarn. Posso capire come ti senti" D-16 mentì, considerò Starscream strozzando gola e sinapsi in un unico sorso di vodka grezza e gelata, avendo già in bocca due ennesimi pasticcini francesi.

 

"Non farò alcun commento sulla tua gramissima disistima della tua salute già crepitante, in compenso almeno, herr kommandant, tossisci in silenzio mentre soffro per amore spiando quei due!" Il puntuale ed estroverso commento di Knockout.

"Sono arcistufo di non sapere mai niente per tempo."

"Non te ne do neanche uno se è quel che volevi!" Fece l'argentato.

Riguardo i macarons o i suoi sentimenti superstiti?

 

"Come mi sento ... Non avrei mai considerato ci tenesse, sa? E comunque sono occupato." La giammai meritata risposta o considerazione che dir si volesse, da parte dell'ufficiale che intanto sembrava sbattere più  e più forte il carico racimolato a terra, ad ogni accosciata.

Quasi apposta.

"Neanche io, ma in circostanze quali le seguenti prettamente indesiderate dobbiamo accettare ulteriori ..."

"Cosa? Non ho sentito" Ennesimo e sordo sbattere crepitante di acciaio in rottura, quasi quanto quello che era stato suo e che Lui aveva scelto di fondere e riaggiornare.

"Ulteriori interfacce gratuite con il nemico peraltro concepite da un moccioso sbucato fuori come la pioggia aci ..."

In maniera familiare, a proposito di precipitazioni ferrose cybertroniane, non gli fu dato di terminare il verdetto o spegnere il suo Primo Ufficiale.

Mentre le miofibrille erano in tensione e ogni nervo bruciava impaziente e gretto di spezzargli il rivestimento organico delle gambe, un'indigesta intonazione roca e petulante raggiunse il dibattito da dietro la schiena avvizzita di Ebenezer, osando pure osceni apprezzamenti da osteria.

"Nefaste Meretrici!" Proclamò Kornelia, sorseggiando un cognac alquanto generoso in un calice a forma di alambicco serpeggiante alla celestiale visione del retro in déshabillé - fatta eccezione per la biancheria - dello Sterminatore.

"Quindi non era un miraggio? Dovete perdonarmi, il mio cpu ha smesso di funzionare cicli orsono. Gran bel telaio davvero." Smise poi di bere. "Mh. Mi si è alzata la pressione, avete della betulla?"

Redwing rise, impercettibile, ma di gusto.

Breaker si arrese, sbuffando quasi all'unisono con suo zio gettò l'arma, si voltò verso il mefistofele d'un pur sempre superiore e lo scansò in malo modo con una spallata. Risolse di rinfoderare la vestaglia di velluto nero pece e accendersi un sigaro, oltrepassando la vecchia fiamma e la sua squadra, nero ed inesorabile quanto il virus che gli umani temevano tanto.

"Comunque" si era ricomposto 67, appoggiandosi alla poltrona ancora occupata da Arcee. Finito di fumare si morse gli artigli, nervoso.

"Ho ragione di credere che mio fratello non sappia più che predacon cogliere e che invece Prime, il mio ex ufficiale nasconda segreti perlopiù ignoti. Ora a me per primo la cosa fa imbestialire, però dubito ci sarà un progresso da ambo le parti e intendo voi e io se continuiamo a combatterci invece di fermare il comune nemico."

"Oh fa imbestialire te?! Spero tu sia cosciente che in altre epoche, altri ... usi molte tue componenti sarebbero state già destinate a stabilimenti diffusivi."

"Ben detto."

"Silenzio, Starsmearc."

"Suvvia, tesoro, non mi sembra il caso."

"La ringrazio, milady."

"Non stai davvero ringraziando chi volevi incarcerare, eh Deveraux?"

"Beh tecnicamente.."

"Dopo 23 25 vorn che ne sospetti ci metti al corrente adesso?"

Tuonò asfissianti nugoli di arsenico verde smeraldo di Tairania, alleggerito appena dai miscugli di Kaon con indicibili sostanze terrestri di cui mai avrebbe auspicato conoscere l'eziologia.

Fondamentalmente per Tarn erano alla stregua di malattie terminali quegli esseri, e *quel* Benjamin prima di tutto.

"È ovvio che neanche io lo sapevo! Se no lo avrei detto. Signore." Sprezzò il seeker aggiornato.

Ritenne di dovergli riconoscere una milza notevole.

"Generale Messatine, io e mia sorella" non mancò peraltro il tenente Target, oltre il corrispondere allo stesso odioso mech, di tirare l'alta Unità in gioco "Garantiremo per lui."

"Scusami?" Chiese la bluastra, seccata, tentennando gli artigli sui braccioli duri e arcuati.

"Pensavo ne avessimo discusso, Bee. Non sia mai che debba rinnegarti."

Starscream ebbe alla movenza della strega una percezione internamente sensoriale che non gli piacque per niente, gli parse che gli assassini che aveva dinanzi stessero fondendo a vivo le sue adorate ali maggiori dopo avergliele strappate dalla fusoliera e avergli reciso gli arti inferiori dalle anche. La ragazzina gli aveva giocato una vita di onesti spegnimenti, ricerche illegali, batoste cosmiche - in senso letterale, naturalmente - dal suo ex e rughe e solchi di studi su veleni di creature inesistenti solo per tentarlo in un vigliacco gioco di illusa attrazione prettamente meccanica a quei nanocicli?!

Altro che squartamento, l'avrebbe terminata anche peggio di Breaker!

Degna puttana figlia di cotale padre di un Target di Garrus-9.

C'era poi la questione di 67 della Tfa.

Il marmocchio che aveva portato Kornelia nuovamente nel suo grazioso futuro mettendo naturalmente a rischio anche Cattivella e facendolo planare supersonico sul palinsesto della DjD. Eccolo a scoprirlo semivosniano.

Quale altro scandalo attendeva la storia della sua cara Perfidissima?

Bulkhead con le ali?!

Knockout etero?!

Megatron con le ruote?!

Miko?!

La parola con la S?!?

Varian rifiutò categorico di rispondere ai quesiti del suo processore folle. Piuttosto s'avvicinò al temutissimo e ne scansò la portanza cruciale per agguantare l'ultimo macaron lilla dal vassoio.

Una mano identica aveva provveduto un nano prima.

"Zio, non ne ho assaggiato neanche uno." Pigolò l'eroina slavata, sfinita, mentre Stormrider raggiante le porgeva un doppio shot glass di whiskey e gin con un fiore racimolato dalle rose decorative, pur di farle mangiare qualcosa.

Tarn fece finta di non aver visto nulla e porgendo cavaliere a lei il braccio e alla marmocchia un goccio di baileys con disciolto del cacao, chiese a Kornelia una parola in privato, ma chiaramente lei si guardò bene dall'accettare.

"Non credo sia cortese nei confronti di Lord Megatron, Ebenezer. Lo scusi, eh! Allenarsi con i giunti deve alzare la pressione dell'energon anche a lui. Dopo quella ferita, sa non siamo più i primi scelti di un tempo, può immaginare..."

"Grrrr Kordelia ...?" Sentì Nickel, che ci era abituata e anche Kaon. Fu sottovoce il giusto da causare un flebile terremoto.

"Non preoccuparti." Echeggiò il Signore Oscuro.

L'accanito livore per il tutto faceva ormai bramare a Tarn di trafiggerli e poi cuocerli assieme, come tanto sembrava stare loro a cuore.

S'accostò alla cristalleria affianco alla scrivania al centro della stanza e prese ossessivo a sollevarla, per evitare di affacciarsi troppe volte e destare sospetti presso le blatte necrofaghe delle quali ancora erano costretti ad assumere le sembianze.

Skyfire ebbe l'accortezza deliziosa di sgranocchiare dal buffet un bombolone fritto ripieno di crema, spalmandoci sopra risme abnormi della decorazione nefasta e diabolica che sulla terra chiamavano Nutella - una sorta di equivalenza oleosa e organica della loro salsa Altheix - proprio mentre il suo braccio sinistro era in tensione eccentrica.

Il tutto poggiato alla sua dannata schiena!

Sia Nickel che Slipstream, insieme a Cassandra e Predaking che rincasavano dalla sauna dell'albergo allora, con Wheeljack e gli "ex" autobot mancanti, Kaon, Tess, Vos, Helex, Isabeau e Eiden, Arcee finanche e soprattutto Redwing tremarono in simultanea comprensione per una fusoliera che stava nella migliore delle ipotesi per essere scaraventata nel canale più vicino.

Il Comandante dell'air force 1 di D-16 si beccò un gancio in ex ottica sinistra, meritato, senza dubbio, e una dislocazione temporanea di qualche costola - temporanea perché presto sarebbe tornato di cybermateria, ma ebbe lo stesso la faccia tosta di lamentarsi con Mirage, in sincero pensiero per Greta, pressoché unica scordata dalla moltitudine di ormai decepticon sulla Jack Hammer.

"Però potevi badare di non farglielo ner ..." Azzardò Stormrider.

"Milady." Scoccò posato il nerbo il pluricavaliere, staccando una medaglia qualsiasi da una tasca e sbattendogliela in mano.

"Le sue prede non mi tangono, abbia la decenza da signora quale crede di reputarsi di non discutere le mie."

La questione si risolse in uno schiaffo preciso, ferreo e addirittura calmante sullo zigomo di Ebenezer Breaker, che aveva svuotato gli stivali anche di ghiaia, quando arrivò l'adamantio Corrotto a ferirglielo.

"Uh, avremo dei nipotini o delle piccole cingolatine sgambettanti. Magari le chiameranno Karnilla e Tarnelia." sbraitò sottovoce la sedia elettrica a Nickel.

"Sempre che non lo abbiano già fatto e manco io ne sia al corrente." Aggiunse poi.

Questa farfugliò incomprensibili turpiloqui contro Kaon e contro il suo capo e sistemò due fiale affianco a enerstud vuote che teneva tra le attrezzature, sventolandogliene una contro il muso.

"Chiudi quella fogna o te la cauterizzo. Avrebbe dovuto farsela somministrare un'ora fa. Ma chi sono io? Un medico? Una badante? Una madre?! Pf! Se c'erano le fiale di quella, a quest'ora faceva overdose! Esattamente come a casa con il nucleon!"

"Nickel, ma che sei gelosa del capo?"

"Assolutamente si."

"Iperprotettiva non bastava, eh?"

"Io non sono iperprotettiva. E adesso cambiati quel giunto usurato invece di parlare!"

"Mhmm, si, mammina."

Intanto la rubia megera se ne andò come era arrivata e Megatronus colse l'occasione per accerchiare avvoltoio ed astuto le giovani assi dell'impresa.

Non che per lui fosse la prima volta o che Tarn non se ne fosse accorto, era differente a dire il vero, era come affermare non avesse voluto accorgersene.

67 se lo meritava e Reduvja - la sua Reduvja a quel punto - aveva le carte per affrontarlo.

E poi soprattutto, il suo nome non era Orion, né lui era suo padre o peggio suo zio.

"Non sembro disporre di risorse comicamente promettenti?" sussurrò malvagio il Gladiatore.

"Non c'era la regola della trasparenza comune, "sire"?" Strepitò la prima.

"In un'altra vita ho quasi spento una sua monade, sa. Dovrei essere io a minacciare?" Osò il secondo in un'ultima sbuffata di fumo.

"Comunque." Li gelò il Gladiatore "Vi converrebbe scegliere l'offerente migliore. Fossi in voi ne avrei in mente un paio."

"Dipende" ripose 67 l'aggeggio acceso in un subspazio.

"Dipende da cosa, autobot?!" Si torse la treccia, velenosa. Odiava oltre se stessa chiunque la interrompesse.

E odiava i cecchini.

"Da chi è quest'offerente e che interessi abbiamo in comune."

"Abbiamo?" Gli riaccese Megatron l'aggeggino.

"Sa, Signore, lei mi piace, ma normalmente nei miei incarichi opto per una parte concreta e sicura nei patti, visto cosa capita altrimenti, semper fidelis, no?"

"Ah, vuoi sapere in anticipo come mai noi vogliamo tua madre morta e le Nefaste per noi ai Cancelli, è così, moccioso? Sei sveglio. Non l'avrei detto."

"Sono in molti a pensarlo. Quando dico la verità sono sempre sorpresi."

"Ammetto non avrei problemi con le tue condizioni. Al massimo ti chiederei di smetterla con i fumi di scarico, ma temo da decepticon non sarei nella posizione di negarti una boccata. "

"Beh, Megatron, lei è intelligente più del triplo dei presenti, il piacere è mio."

"E tu sei un patetico leccapiedi, oltre che ricercato, peggio di tua ..." Sputò la  violetta, esacerbata, mentre Ebenezer badava di spiarla ancora.

Stranamente non le disse nulla nessuno.

"Ferisce più una star saber diretta. Allora. Ci stai?"

"Redwing?"

Redwing.

Si era girato inaspettatamente verso di lei. Suo zio era nella stessa suite, Cassandra, Tarn, Kornelia, validissime unità cui chiederlo.

Eppure quel fatidico e sorteggiante parere il Signore e Lord lo aveva posto a lei.

"Allora?"

"Ehm io ... io non ... penso ... quello che penso adesso riguardo ah ... abbiamo avuto due alleanze che ... poi per mia ... Cass ... la Mercenaria se la Mercenaria volesse ..."

"Se mia figlia volesse che cosa, Josephina? Continua." Si girò distratto e concentrato, fiducioso e malriposto.

"Sono tutto orecchi anch'io."

Era arduo non perdere il filo del discorso su affari e ricatti quando gli unici introiti che avevano il tuo interesse erano Kalisi e avevano circuiti viola a punta sulle falde larghe.

Balbettava, i seeker lo facevano sempre se terrorizzati.

Mah, era forse attonita? Lo trovava esagerato come aggettivo.

Nervosa, furiosa, in procinto di uccidere, la paura ...

 

Anche i più spietati cacciatori sanno cosa sia

 

La regola della trasparenza comune.

Vendicarsi.

Odiare a parole per riuscire quel tanto che fosse sufficiente a sparare un razzo, con un Sire che non aveva scelto di dirle la verità su sua sorella e sul suo cna per poter rubare il suo dono assieme alla sua amante e avrebbe perseverato a occasione ricevuta, non lo avesse fermato il fato, le risultò inauditamente inattuabile.

Fece mente locale, girandole la testa, pur in proiezione d'essere umano e anzi a maggior ragione, avvertì un conato di vomito, l'esigenza di straniarsi, svenire ancora, tirarsi fuori dai giochi, evitare persino, indegno di una Skyfire.

Non aveva sofferto molti vorn di quella mostruosa tenia interna al processore e alle nevrosi personali che le impediva di approvvigionarsi e di nutrirsi come chiunque del suo bell'agire e della sua costituzione avrebbe necessitato a prescindere.

Tornava a visitarla quando per mancato amore soffriva, nelle notti come quella in cui Kornelia le aveva fatto rivivere i ricordi dannati della scintilla di una rinnegata, le sussurrava dolci e capziose convinzioni malriposte, la spingeva ogni volta a redimersi lasciando gli avanzi, poi metà, poi tutto,  finché la sua scintilla non avesse dichiarato forfait per qualche battito e avesse ripreso soltanto per mera fortuna a tirarla a forza, aiutata dalle cure di suo zio, dalle veglie di Isabeau, Eiden, lo spazio siderale percepito dalle schermate finestre della fiera croce, perché per Redwing essere veramente sola era quasi impossibile.

Aveva intuito il gioco di Bumblebee dall'inizio, ne prese coscienza osservando quella cicca di serbatoio scarica della sigaretta elettronica abbandonata a terra, di forma cilindrica, esagonale ai vertici opposti, un po' come l'oggetto che lei e Kornelia avevano trovato a bordo della Nemesis. Aveva in qualche maniera, sbuffò impercettibile fissando il vuoto dinanzi a sé, nel riflesso di Tarn e suo zio in uno specchio da camera minuscolo, su un budoir di fortuna, intuito da ere spente a quella parte che Starscream le stesse tenendo nascoste ancora parecchie cose, che la Fantina fosse inaccessibilmente inaffidabile come Ebenezer sosteneva, che Ebenezer stesso fosse un assassino e un ladro, la cui Divisione stava cadendo a rotoli, che Knockout avesse segreti che persino sua sorella "autobot" ignorava, che il nemico non fosse da meno, essendo alleata con suo figlio e fingendosi dalla loro parte, che Windblade e Overlord fossero sulle loro tracce ed in un certo senso, quando la doppia lancia le sfiorava i sensori delle natiche o la stringeva tanto forte da farla asfissiare, nelle poche notti che erano state loro concesse dagli antichi dei, aveva intuito pure quanto il loro amore fosse inviso alla maggior parte dei mecha, proibito dalla moltitudine dei forti poteri per genetica di fatto e nonostante ciò persistesse ogni qualvolta si era ricordata di sbattere le palpebre.

Aveva scelto lei di seguirli e non metterli in discussione.

La Strega l'aveva accusata di essere una Nefasta in nuce, una predestinata,una lettrice dell'avvenire che della Corruzione ancora non sapeva disporre; nell'antro difatti, una Reduvja c'era - la cosiddetta sorella gemella di "zia" Manteëa - così come un soldato Red-Wing sull'elsa di quella spada recuperata per mero caso, o caos nell'armeria del passaggio segreto.

Al termine dei conti, decise sbattendo un'ultima volta i lunghi artigli sul comodino pece che Phine Sinclaire  fosse l'unica vera identità e approccio cui avrebbe potuto riservare la sua fiducia di ex Secondina.

E se non serviva promuoverla ufficialmente Air Commander a quell'acapo della sua storia, lo avrebbe fatto lei stessa, avrebbe preso la decisione per una volta nella sua vita miserabile, confermando esattamente quanto quell'aggettivo, indecisa o peggio ancora pavida, debole, non le fosse mai appartenuto: sbilenca - aveva risolto anche l'indizio di Fallon Carrington.

"Lord Megatron" scandì alzandosi elegante e disponendo due grinfie scaltre ed esecutrici sulla spalle scarne e ormai un po' ingobbite di 67.

"Non vorrei mai inficiare la portata della decisione che sta per prendere, dell'offerta che sta per accettare, che tuttavia condivido. In parte." strinse la presa, a Deveraux sfuggì un rantolo soffocato, lasciò cadere il bicchiere e l'aggeggio per fumare e fece per scattare alla giugulare della seeker, mentre canini prepotenti si facevano breccia sopra le rinnovate bugia e pizzetto sul suo volto, a riporto dell'aggiornamento, a questo punto certamente rubato a gente Perfida, le iridi quasi bianche più che cerulee conferma di un accordo stilato a monte tra Elita e Vos-Trypticon, quindi tra Elita e Valerius.

Oppure tramite qualcun altro.

"Lasciami subito, brutta ... brutta Ahhh! Cazzo! Dio, adesso mi ucciderà, ok ... ahh, lasciami!!" Si lamentò Bumblebee cercando in tutte le maniere rimastegli di slacciarsi elettricità dalle pistole e spararle. Se lo sarebbe solo meritato quella piccola stronza di cotanta nipote di Skyfire!

"Và a farti fottere, strega!"

"Dici bene, difatti noi "streghe" siamo da secola seculorum più preparate di voi automobili. Per i poveri comuni mortali che ancora non ne sono al corrente, applicando pressione dietro la giugulare di un seeker se svenuto si ottiene una rianimazione, se online si ottiene molto, molto dolore. È completamente in frame, signori, un update più o meno del 2.009 dei Guardeknight, una casta della nostra stirpe che ci vuole offline entrambi, però a questi dati vi posso garantire dai miei file personali, avevano accesso principalmente Windblade e ..."

"Overlord."

"Esatto."

" Figlio di puttana." Sputò Ebenezer.

" Dreadwing! Ci mancà quella feccia bucata sui nostri sensori adesso!"  Esclamò suo zio, mangiandosi l'imprecazione.

Doveva e voleva mantenere un contegno, per sofferente che fosse.

"A livello militare è saggio, sono i frame più efficienti, però Benjamin, tu resti un cretino." Raccolse il serbatoio, caricò la sigaretta, prese una boccata e svaporizzò fumo bianco direttamente sul suo viso, facendolo tossire.

"Mhmm, caramella mou. Non ci credo!"

"Goditela adesso. Perché non appena abbasserai la guardia Reduvja ... dahhhh!! Fermatela!"

L'azzardo naturale e posato cercò di fronteggiarla, ma non risolse altro che un ferreo cosciale a punta di acciaio vosniano al centro dello stomaco.

"Quindi ha ..." si inserì appena Knockout, accorgendosi d'essere quasi del tutto ubriaco. "Aha. Notevole!"

"Coff ah ... grazie!" sferzò l'agente, ancora in ostaggio e sul pavimento.

"No, no, scusa, caro, dicevo a lei. Ahm, il whiskey c'è rimasto?"

"Come le stavo dicendo" si rivolse poi Redwing di nuovo a Megatron, mentre suo zio la raggiungeva e confermava:

"Brutto idiota! Pensava sul serio di fregarci così? Che non lo avremmo notato?!"

"Beh sinceramente non è che tu sia stato il primo a farci caso." Pronta e servita pure la reazione di Breaker.

"Ma in sostanza, sarebbe a dire ch ..." tentò Kaon nonostante le persuasioni a gesti di Slipstream di farlo star zitto.

"Tacete." Impose Megatron.

Phine Sinclaire sorrise, legò i capelli in una coda di cavallo alta, cosa rarissima, Cassandra se ne accorse, oltrepassando Predaking che sonnecchiava ignaro affianco alle balde unità di recupero del plotone di Arcee.

Non era arrabbiata con Lei, in tutta la storia era stata Red a raccontarle meno frottole e ad aprire maggiormente la scintilla, da un lato neanche riusciva a biasimare il *loro* sire, suo padre come avrebbe invece dovuto, a "sua sorella" in primis, ma non avrebbero mai potuto chiederle realmente di tacere, accettando tutto come datapad riscritto, che anche lei fosse stata concepita in una provetta solo per una idiotissima guerra da vincere che da prima era diventata un oltre giammai, affatto poi.

"Che cosa sai, bimba? Diccelo, ti prego." Si limitò a guardarla, come succedeva da relativmente poco, le sue labbra non dissero né si mossero, ci pensò il suo energon oscuro a far tribolare la Corruzione che la falchetta teneva a bada. E provvide la Porpora Rossa a percepire il tutto.

"A questo punto Blackarachnia vuole spodestare le Creatrici prima di me ... di noi. Perciò sia le Nefaste che Valerius perseverano inspiegabili gli attacchi nello stesso preciso momento." Gelò gli occhi vitrei su quelli di Megatronus.

"E se tua madre anch'ella è sulle tracce dell'antimateria, Overlord e linea ferrea compresa ..." fece per concludere questi

"Da vantaggio iniziale siamo diventati l'ultima difesa a essere brecciata da cingoli estranei." Diede Tarn il verdetto, alzando un sopracciglio e tenendo faticosamente le fauci serrate.

"E tu volevi ancora stringere accordi con i Decepticon?" Si voltò il Signor D-16, a suo piano terminato e andato in porto, di riconciliare due tre plotoni mai appartenutigli con un mero schiocco di ex iridi durante il the delle 5:30.

Forse perciò Damus sotto sotto lo ammirava e invidiava ancora.

"Mpf! Ahi!" Si lamentò Bumblebee contro la sghignazzante Reduvja che intanto si ritoccava il rossetto nero in uno specchietto portatile.

"Ops. Deve fare male su quella vernice così piccolina!"

"Grrrrr ... Io neanche spento stringerei mai un accordo con voi feccia cosmica immane!" Puntualizzò scattando in piedi su velocitroniane origini.

"Mh, allo spegnimento si può sempre provvedere" avvertì lo Sterminatore e Megatron lo incenerì un'altra volta, tuttavia concedendogli mano libera in futuro con uno strizzare di occhiate.

Si inserì nuovamente il tenente Target, che per datazione maggiore come in una funziona matematica, di supplizi a quella maniera ne aveva subiti di insondabili e mal sopportava la vista di un commilitone, seppur discutibile, con le spalle al muro e specie uno contro mille.

"E anche in questo caso alla difesa non è riservata una puntualizzazione? Ci tenete a mostrarvi miseri e meschini fino al termine?"

Tutti i presenti si voltarono in sua vece.

Mirage poggiò l'alcool, distolse lo sguardo, come dalla vetrina della teca di un trofeo che un individuo avrebbe potuto ottenere performando eccellente chirurgico agire, in sua vece, finita ovviamente sotto corte marziale.

Allora Bumblebee si rivolse alla sorella e aggiunse un imbarazzante "Per favore!"

"Ah. D'accordo." Chiuse gli occhi Arcee, esacerbatissima. "Accontentate mio fratello e avrete il mio plotone e la sua potenza di fuoco da voi." Indicò poi Wheeljack e Bulkhead, comunque contrariati e in disaccordo, ma impotenti visto che tecnicamente la femme ora era un Generale di corpo d'armata.

"Ringrazio gentilmente i colleghi. Il mio fato è stato abbondantemente sacrificato, nonché deciso da terzi i passati cicli e megacicli. Non sono la prima scelta, non lo ero, avete ragione e a dirla tutta non sono neanche un autobot o un Generale, un Comandante.  Il figlio o il nipote di qualcuno. Una predestinata, una Fantina o tantomeno un Drago, che ... accidenti è, siamo a Jurassic Park versione transformer?!" Tirò prepotentemente giù qualsiasi velo il giovinastro e decise amaro d'optare per l'unica spada che aveva veramente a portata: il vero.

Oppure le chiacchiere.

"Sono un Capitano, al quale dopo che aveva fatto la sua meritata fortuna è stato chiesto di fare una cosa che nessuno dovrebbe mai fare." Si voltò verso le due scoperte sorelle di scintilla, verso il suo doppio in ogni cosa e il dottore, verso Agatha e Julian e appena, finanche verso Nelia ed Damus - dei quali conosceva più Black Shadow di quanto altri potessero immaginare.

Abbassò le ex ottiche, girò lo sguardo, sbatté ripetutamente uno stivale a terra, nervoso, gettò le pistole e ritirò l'adamantio quel pochissimo che era opportunamente necessario.

"Terminare un legame non vuoto. Almeno per Lui."

Solo allora Redwing riuscì a intuire cosa fosse successo al fallimento cosmico maggiore del loro universo per accettare che la sua matrigna lo aggiornasse in quel modo.

Evidentemente Lui lo aveva tradito e non sapendo cosa fare, Deveraux si era risolto mina vagante, come la sua storia personale suggeriva.

Lì capì come aggiornare se stessa.

Stormrider scelse di chiarire ad alta voce.

"Ci sono dicerie sul tuo conto, Benjamin. La maggiore delle quali molti decepticon" prese Stormrider crudele ed astuta.

"Utilizzano per uccidere ancora più aspramente e fomentare il loro odio, tanto grave sia."

"Esatto. Diglielo, 33666. Dopotutto sono io dall'altra parte stavolta, no? Datti della codarda o procedi. Sappi che io farei lo stesso con te." Saltò all'indietro quando la seeker gli puntò la spada alla gola.

"Una proposta allettante." Girò l'elsa, la porse al Generale, prese posto accanto a Red e sorrise a mezza bocca.

"Ma resta il fatto che odi infangare la reputazione degli altri. Per me se tu convinci Tarn convinci noi." Fece l'occhiolino a Lord Megatron.

Caduto persino l'ultimo inganno, Deveraux alzò il capo al soffitto, porse i polsi alla DJD al completo, sperando, anzi pregando un armistizio di buon senso e confessò, amareggiato, all'incubo viola che lo sovrastava e brutale oltremodo gli girava attorno, come uno squalo.

"Io ahm ... M-Milord Inquisitore, ehm, il c-comandante Blitzwing Keller è stato il mio sparkmate per tutta la durata del Secondo Conflitto della mia realtà. Avevamo dei nomi in codice e quando ... lo stratagemma iniziò a farsi seriale io scelsi ... "

Inorridito oltre ogni logica criminale rispettabile e scandalizzato più da una simile situazione che da tutte le morti e torture immani che aveva inflitto nel suo indegno lavoro, Kaon 113 storse la bocca in una smorfia vistosa come chiunque avrebbe fatto a inghiottire del sapone.

"Ashley?!?! T-Tu eri Ashley?!?!?"

67 sorrise, sotto i baffi più evidenti che in altri luoghi, visto che ancora erano tutti umani e che forse pochi attimi gli erano concessi per fare ancora lo stronzo. Mise una mano su un fianco, lo girò all'infuori provocante e poi procurò di aggiungere, alzando un po' la voce:

"Modesti a parte, stava a chi sapeva che Ashley stava con Blitzy capire quanto non dovesse necessariamente trattarsi di una femme."

Nel frattempo, l'avvenire aveva in serbo per ognuno nella stanza problemi  maggiori, inclusa la navicella che Valerius e Windblade avevano rubato e i piani di Messatine per la sua testa, ormai in procinto di essere divelta dal resto della modalità f-16.

"Avevate deferenze oppure ordini riguardo una missione interna di sovversione mediante copertura, discutibile certo, a giustificazione di abomini di questo tipo?" Prese Tarn, confidando con occhio famelico e bramoso di energon fresco di potersi sfogare, malsopportando il caldo rosso che pulsava nei suoi attuali tubi di conduzione.

"N-No, signore, noi ... noi ci siamo innamorati eh ... durante un naufragio su una sponda del pianeta."

"Vi siete innamorati ... durante un naufragio ..." Ripeté avido e gelido.

"M-Ma non che desiderassim ..."

"SILENZIO. Potrei decidere" cominciò il verdetto, con Helex e Tess dietro che si fregavano le mani, mentre il ragazzo sudava freddo e certamente Kornelia rideva giocherellando con le ciocche di Reduvja a far trecce e fronzoli come niente fosse.

"Tu non li porti mai tirati indietro dall'alto? A scoprire bene la fronte?"

La violetta di percepì inorridita e sconcertata dal comportamento di entrambi.

"Ti voglio bene, zia Nelia, ma i capelli no. Fidati, non ti conviene. E comunque non mi piace!" Si alzò brusca e gelida, accostandosi a Cassandra fintamente per caso.

"Bentornata, vipera." Sussurrò questa.

"Grazie!" Allargò l'altra la vocale e bastò alla doppia lancia quasi quanto un'effusione.

"Tarn." Riprese così la falchetta con tono altissimo e sorridendo come suo zio faceva troppo spesso, più per l'amata che per adulare.

"Lascia andare l'infiltra ..."

"NO."

"Eh certo, pareva!"

L'avvoltoio ormai girovagava famelico sulla carcassa di Bee.

"Potrei decidere" fece un altro passo, inchiodando dietro al velocista e sussurrandogli all'orecchio "si, l'olio bollente ... la pece, una fusione lenta preceduta da un parziale distacco dei giunti maggiori, sebbene nelle tue dimensioni ... c'è pure si, da considerare ... la noia?"

"No! No la noia no! La scongiuro!"

"Mh, così tante maniere di farti pagare il tuo misero" un altro stivale scalpitò a terra e l'imputato gettò l'ultima pistola, quella che comunque serbava nascosta nella tasca interna del gilet, iniziando a supplicare, cingolare e saltellare quasi dallo sgomento.

"Disperatissimo, più che mai eretico, Tesarus!" Ordinò proseguendo al gigante di ammanettarlo "atto." Scandì, in mancanza di un frame, dell'Emperyan Suite, di un organo e di una pipa a canna lunga.

Sfortunatamente, se in altre pagine la corrispondenza di Deveraux era già che andata, nelle nostre le divinità portanti erano contrarie a una tale perdita e così al suono roboante e corposo di quella sintetizzata e famigerata nota, non accadde altro che una cosa.

"Quelli sono ... p-polli?!" Considerò Starscream Skyfire mentre Knockout gli riparava i danni subiti dalla missione bombolone, ovviamente fallita.

E aveva ragione l'ex tutto, la stanza seconda, o meglio il bagno della suite in cui gli affari si stavano disputando, si era riempita di quei pennuti a due zampe sollazzanti e si diceva dal poco intelletto che i terrestri, blatte misere per Ebenezer, chiamavano galline, esattamente dopo che egli aveva proferito parola.

"Grrrr questa poi ... questa no ... non è possibile!" Ringhiò accorato e disperato finanche, l'uomo, Helex, Kaon, Tess, Vos e persino la belva trasformata dalla reliquia in cane a scompisciarsi con 67 stesso al proliferarsi delle nuove arrivate.

Ci pensò o annaspò Nickel, raggiante, sorridente e maleficamente dispettosa quale minicon si rispettasse, a recuperare la saluta mentale e l'esaurimento incombente del point one percenter: "Mi sa che BA vedendo la prole in pericolo ti ha modificato appena appena il superpotere, caro."

"APPENA APPENA?!" Tuonò la povera vittima.

"Non alzare la voce con me."

Per essere prontamente strigliato.

"Hmm ehm." Si schiarì la voce il *piccoletto* rinfoderando la giacca solo per la spina dorsale ibernata che a quel punto si ritrovava.

"Posso parlare?"

"NO." Ringhiò Colui, carro armato - solo di nome, però.

"Parlo io, dannazione a voi miserabili teste vuote!" Si alzò lo zio della vipera dalla sedia, gattonando più che zoppicando.

"Starscream" scandì Megatron, al solito.

"Non ne hai ancora abbastanza per un solo giorno nero dei tuoi?"

"Per quello che vale, signore, thze!Glielo dico subito che oramai mi sembra tutta una becerissima idiozia."

"Che cosa hai detto?!"

Ed allora i presenti capirono che Skyfire senior stava per mettere in pratica il solo scopo in cui ancora riusciva veramente ad essere il migliore di tutti, oltre che ineccepibile, che Phine Sinclaire infatti elargì gesticolando:

"Adesso ci strilla."

"Tu." Prese l'SS in borghese contro Knockout e il tenente Target. "Anzi voi. In camera vostra."

"Ma noi veramen ..."

"Subito! Tu" si voltò verso Stormrider che sempre rideva e grugniva ubriaca.

"Ahahah hhhhhh eh?"

"Porta quello" indicò quindi Breaker. "Fuori. E interfacciate, ammazzatevi, fate quello che volete, non mi interessa, ma lasciateci soli!"

"Scusami?" Rimbombò lo Sterminatore per conto della Fantina.

"Hihahahahha oink!" Grugnì ancora la rossa. "Vieni, vieni, tesoro, lasciamolo sbollire."

"Ma ma ma è la seconda volta che ... tesoro?!" tentò Tarn di balbettare.

Perché a quel punto anche uno come lui poteva arrivare a farlo, dato il livello incombente d'assurdo e demenziale.

"Vieni, ci prendiamo qualcosa, il bar è aperto, anzi penso che Fallon sia ancora lì."

"Tu!" Fu poi il turno di Cattivella.

"Io stavo cercando di ..."

"METTITI SEDUTA!!"

E ahilei, dovette eseguire.

Per farla breve Deveraux, Agatha, Eiden, Isabeau e Predaking, stavano valutando davvero l'idea di uscire e scamparsela, visto che ora Starscream, pur non possedendo le stesse abilità di Ebenezer, ne stava sfoggiando altre ugualmente dannose.

"Voi altri prendete una cazzo di decisione prima che i nostri nemici ci chiedano se ne abbiamo ancora per le lunghe invece di coalizzarsi e finirci e TUUUU!" Gentile ed educato prese una parola con la governante.

"No, io mi licenzio prima, sir."

"Non ti azzardare. Porta Eiden e quella suppellettile" indicò Predaking che all'istante si destò, sbadigliando a fauci aperte "in un ripostiglio e rifletti sulle tue mancanze."

"Vieni Eiden, ti porto a ... ops!" Reduvja salvò il fratellino, passando per l'occasione davanti a Remix e Smokescreen e scontrandocisi pure.

"Sono mortificato, signorina." La informò cavaliere l'ex Veritas.

"Colpa del mio collega" e tirò alla ex McLaren una gomitata nel fianco.

"Ehi!!" Questi osservò meglio la bionda e poi sbuffò oltre. "Eh si eh come no! Con lei!"

"Remix Velocitron." Ridacchiò baldo e prestante porgendole il braccio.

"Ti ho già vista dalle mie parti? Il tuo viso mi è familiare."

"Dalle tue parti" lo incenerì la violacea con uno sbattere di canini e uno schioccare di lingua.

"Io sono la principessa di Vos, autobot. Non è che proprio ci vada dalle tue parti." Lo spinse su una poltrona lì di fianco, prese l'ex falchetto e si accostò ancora a Nightwing.

"Tu hai voglia di una sigaretta?" Chiese Smokescreen a costei.

"E tu fumi energon oscuro?" Chiese buia e tremenda la Mercenaria.

"Si. Io fumo tutto." Affermò il ragazzo compiaciuto.

"Terzo ripiano a sinistra" lo scortò lei.

"In ... ehm si, tutto ciò, ecco, deh io mi rendo conto che la mia posizione non sia delle migliori, tuttavia " tentava 67 ciondolando a cavalli spiegati in direzione della porta aperta, mentre una certa sedia elettrica badava di impedirgli l'uscita, tenergli le turbine che da umano non possedeva più comunque puntate e sboccare in un rapidissimo ed esasperato: "Si?! Ashley Simpson?!?"

"Ah. Si ... lusingatissimo, figliolo, ma il mio primo e unico amore è Cybertron."

Knockout riprese lì a strozzarsi con il superalcolico.

"Seh seh e sparati!" Gli puntò Kaon una delle pistole che aveva gettato a terra alla cintola.

"Io pensavo che tra noi due si fosse stabilita una tregua, che fossimo d'accordo per" balbettò l'ape.

"Oh che tesoro, deve essere stato quel discorso sui constructed cold, mh, lo è stato?"

"Beh ..."

"Ma aspetta, posso provvedere!" Rise il vice della DJD, isterico.

"E intendo subitoh!"

"JULIAN ..." Ruggì intanto qualche altra carica e anche dalla ex scatola vocale del capitano il falsetto non poté fare a meno di fuoriuscire.

"Si?! Ehm! Si" riabbassò la voce "Tarn?"

"Porta qui quel cataplasm ..."

Dovette interrompersi Ebenezer.

Ulteriore. Una certa femmeseeker rubia sotto organiche spoglie, risoltasi in un cambio di costosissimo costine avorio a sirena firmato armani, abbinato a una mantella dello stesso colore a maniche russe a partire dalle spalline e a un paio di louboutin argento ed un cappello panna a falde larghe, gli parlò sopra come da toncicli e inficiati stellasecondi usava, portandolo sull'orlo di qualsiasi aberrazione con la quale terminarle il frame da capo a piedi.

"Gli accordi non dipendono da te, Tarnuccio, tesoro, e assolutamente da voi mecha. L'unica cosa che la testa meretrice ed infingarda della nostra fazione non carpirà mai è quanto questa accensione, no questa ... vita possa essere crudele. Gli accordi sono stati presi molto, molto tempo fa" ancheggiò Stormrider mentre imboccava il corridoio dell'hotel per dirigersi nel salone.

"Ma dopotutto questo è solo il futuro e che ne posso sapere io?" Guardò Redwing, dicendo quell'ultima frase, una sferzata che un'anima affine alla fanciulla, pur a miglia di anniluce di distanza, percepì a freddo mentre si destava, comprendendo bene assieme alla vera *strega* cosa fosse appena stato fatto.

"Io vado con Lei." Disse la ragazzina.

"Giusto! E io vado con lei lei ... loro!" Balbettò suo zio.

"Megatron." Concluse il Lord Sterminatore, arrabbiato.

"Ci riuniamo a consiglio totale con gli autobot, allora?"

"Persisterebbe un problema se ancora provassi a pensare di scappare, Ebenezer." Gli si rivolse col suo nominativo, quello che ambedue tendevano categoricamente a rifiutare da vorn, non foss'altro per fuggire l'accusa di ipocrisia con cui  trucidavano rei colpevoli.

"Restando ultimi si perde da combattenti il proprio fato. Un'origine" gli girò attorno e con il sangue dell'Unicron comunque a portata di scintilla fece comparire una star saber oscura per dimensioni umane al proprio fianco destro, ed una al suo sinistro, senza Corruzione, senza Perfidia.

Senza il solito sorriso.

"Uno scopo, sicurezza, fede ... di individui che ti portino a credere che quel che stai adempiendo sia realmente giusto in qualche vago apparire."

"Mi sta dicendo che a rimanere ultimi non si rimane affatto. È una sentenza vecchia e scontata per uomini come noi, non crede?"

"Si, lo è. Ed è ugualmente logico affermare che se anche io e te lo siamo l'universo fosse ere spente un posto più grande."

Tarn guardò l'unica bussola che il destino aveva optato di lasciargli comunque a disposizione, che non mutava aspetto con la reliquia di uno scienziato scaduto, che non dipendeva dalle decisioni errate di una madre, che non rivelava patti amorosi d'incesto con creature nefaste e che non tradiva filosofia o precetto alcuno all'interno di una teca o codice genetico, eccetto a prezzo d'accettare l'estinzione: le stelle.

"È che non ha interessi, signore. L'universo è sempre uguale. È il resto che è più piccolo."



 

"Dah!" Tossì Loki reggendosi a una colonna di marmo che da divinità distruttrice in altre concessioni avrebbe eradicato a concepire di ritenerne la possibilità.

"È tanto che devo sopportare per colpa tua, Elsa?! Adesso anche quasi senza poteri! Avessi ubbidito al mio piano da principio a quest'ora sarei su Asgard ad annegare nell'idromele! Invece no. Strega. Frigida. Nefasta. Lombric ..."

"Non azzardarti a dare del verme a me, razza di idiota!" Lo schiaffeggiò la regina. "Asgard è distrutta, dai supremi, dal Fato e dagli avvenimenti occorsi quindi non potresti rincasarvi lo stesso."

"Oh certo, certo, figurati, blah, bli, bleah. Come era occorsa la mia di dipartita, non riesco a ricordare! Chi ha revocato quella roba lì?"

"Loki ... "

"Chi l'ha revocata?!? Elsa?! Chi è che è più potente?!"

"BASTA! Dobbiamo aspettare Redwing e la decisione che gli Ingannatori prenderanno. La mia scelta di non interferire lasciando completamente manbassa a Deathsarus per non inficiare ulteriormente non l'avrò presa a casaccio, tu che ritieni?"

"Cosa ritengo?! Vuoi sapere cosa ritengo, piccola sgualdrina lamentosa e viziata che non s ..."

In tutta la sua carriera da scienziato prima delle guerre, da spia scelta durante esse, da maestro d'arti bianche e d'arti oscure, Prowl 67 Deveraux non aveva e non avrebbe mai lontanamente immaginato di scorgere due unità si potenti, si rilevanti all'interno dei disegni ultimi della cosmogonia portante, bisticciare e suonarsele di santa come due mocciosi.

"Adesso ti sdoppio in cinque e tiro fuori una famiglia di rane surgelate da te!"

"Oh ti piacerebbe? Dopo che le maree e il vento avranno finito di strapparti la parrucca!!"

"Di quale parrucca insinui, femmina!?"

Si scagliarono le due titaniche opponenti fino a generare quasi un doppio collasso del soffitto del palazzo di Vos, ormai conquistato dalla Perfidissima Elita.

"Le vedute! Ci crolleranno addosso!" Stridé Bitstream Skyfire, volantino di 24 vorn compiuti gemello di Reduvja, dai circuiti albini e le ottiche rosso avorio, colore contradditorio esistente solo nella capitale dei sicari, preoccupato per quel che ormai restava della sua umile casa, in spark suo proprio dominio da definirsi.

Nel reale ben altri erano i segni per il principe cadetto.

E dei due presenti non solo per lui.

"Blackarachnia!" Intimò Prime della Tfa, anch'egli legato con gli avventori in tenzone, nella stessa larga gabbia per uccelli riesumata dalle segrete.

"Intervieni e liberaci. Non chiederò un processo nei tuoi confronti quando torneremo su Cybertron, stavolta. Finirai ad empurada!"

"Madre." Aggiunse la moto, riluttante.

"Sii ragionevole, credi questa farsa ti porti oltre le Creatrici? Sono più potenti di noi, sono state loro a controllarci da principio, se speri di ... "

"IO." E finalmente il ragno parlò, finita la sua inebriante e chilometrica tela.

"Una parola difficile eppure esaustiva e schioccante nel suo tanto semplice ed immediato agire, trovate?"

Si alzò dal trono marmoreo, planò da fili d'argento facendo oscillare le lunghe quattro zampe di riporto, le braccia e le gambe esili ancheggiando in voglioso ritorno.

"Tuo fratello è stato sin da piccolo la mia grande delusione, Prowl. Un perfetto cretino! Tutti quei poteri, quei meccanismi, upgrade supportabilissimi pure da remoto. Pure quelli da seeker. Così tanta fiducia una madre possa riporre in un figlio. Sprecata." Girò la decepticon le quattro ottiche rosse, annoiata.

"A volte dubito che sia davvero mio."

Ed allora anche Optimus si fece coraggio, poiché dopo tanti anni, tanti vorn e cicli spenti, mentire non era da codardi, ma da imbecilli e basta.

Fu tardi e fu interessante ascoltare le sue ultime rimostranze quando la predacon lo avvelenò alle spalle, facendolo cadere.

"Tu lo sapevi. Avresti potuto farlo e invece hai scelto di non dirgli niente."

"Oh, non sono arrivata per prima a quanto pare" rise quasi isterica.

In altri momenti, Prowl avrebbe notato Loki ed Elsa assorti, quieti, remoti pur dopo essersi distrutti da soli ad assistere al tutto.

In quello, la sua mente era altrove, da Benjamin, dalla loro famiglia acquisita e sgangherata di tagliagole interstellari, da Shotbite, la sorellastra rinnegata.

Su pezzi di un pazzle che neanche la casta dei Mirage di Velocitron o la DJD avrebbero mai saputo ricomporre.

"Di che parla, io ... non capisco, no, il sire di Bumblebee è Blackbird Prime. Ne sono certo, oppure saremmo ... no"

"Oh ne sei certo, caro?" Oscillò materna, strusciando falsamente una grinfia sotto la sua mandibola.

"Tanta crudeltà" si rivolse perciò agli estranei, fingendo di sollazzarsi ad impressionarli.

In realtà stava ingannando il tempo, nell'attesa febbrile della mossa sciocca e falsa di un certo seeker a Venezia.

"Per i figli rinnegati" rise avvolgendo Loki Laufeyson con del fumo color dell'oro ed Elsa di Arendelle con dei cristalli di lava accesi.

"C'è chi ha perso una madre, un fratello, chi ha una sorella lontana, intrappolata quasi da una maledizione, ohu, come siete ridicoli e grezzi voi mortali. Lo sono io stessa. Ma non avrò un termine ancora per molto." Sferzò le s nella bocca carnosa incorniciata da vistose fauci.

"Che cosa vuoi da Redwing?" Minacciò fiera la Regina delle Nevi.

"Che cosa ti hanno promesso in cambio, cosa avete tutti contro la gente con la magia per nascita?" Arrivò a gridare.

"Giusto. Però visto il contesto e la situazione con la suddetta, io opterei per ..." si inserì Loki per essere zittito immantinente.

"Quello che chiunque ritiene in questi casi" diede loro le spalle, l'asprissima esecutrice.

"Cheetor?"

"Si, mi signora!" Strisciò il vile, cigolando con in mano le catene di gemma viola.

"Lega gli elementi distanti. Ghiaccio e Bugie tendono pesantemente a frenare gli animi, io non voglio che accada" batté le mani e il predacon balzò sui prigionieri, eseguendo.

Al suo turno naturalmente, il mago tentò di scegliere la sua parte della bilancia.

"Io speravo saremmo potuti giungere ad un pacifico accordo tra esperti antagonisti e traditor ..." ma per quel destino famoso che tutto comandava, il dio norreno quel circolo di comete aveva già ottenuto troppi favori e buone riuscite, conquistando il favore del suo popolo,di suo fratello, dei vendicatori, imbrogliando Thanos e Thanatos, letteralmente con lo stesso incantesimo, sposando Sigyn, rinnegandola, prendendo regni suoi come caramelle un moccioso.

Non era la sua storia e neanche quella di Elita, ma per quanto potesse valere in quel frangente a lei spettava e riuscì di trasformarlo in un rospo,gracile, inerme, al quale rimase solo un piccolo elmo con corna ricurve e dorate, che Bitstream Skyfire soltanto procurò di raccogliere da terra.

"Vostra altezza, no!" disse il giovane f-16, poi fece per chiamare Elsa ma al suo posto trovò solo una scarpetta di cristallo come in una vecchia fiaba organica che Redwing gli leggeva sempre prima di dormire.

"Reddie ... che cosa ho fatto?! Mi dispiace... mi dispiace è-è colpa mia."

"Oh, miserabile" rimarcò la Perfida legando più stretto il lucchetto sulle sbarre.

"Tu proprio non hai idea di chi sia la colpa! Cheetor. Porta mio figlio da me."

"Si, mia signora" sibilò il ghepardo, avvinghiando Prowl e trascinandolo al cospetto dell'alto trono.

"Se è quel che vuoi sapere" sferzò la moto con la voce arcigna e calma con cui aveva sempre fronteggiato chiunque in tutte le sue imprese.

"Preferirei mille volte ingannarti e morire una seconda piuttosto che essere dalla tua parte, madre."

"Beh, per quanto riguarda la richiesta in sé potrei accontentarti, si, tuttavia sarebbe uno stress inutile conoscendoti cercare di ucciderti oltre che inconveniente per me. Vedi mi servi vivo, Prowl, se non altro così il tuo caro, caro fratellino con i suoi propulsori adorati correrà a salvarti prima possibile e cadrà nella mia tagliola. Quello mi rilasserà invece, visto il suo processore."

"No! Non puoi farlo, eri d'accordo con lui e con le Creatrici. Se sei vincolata non puoi ingannare gli arcani due volte ..."

"Non posso? Beh se Kornelia ne è uscita indenne con Messatine, posso eccome, sciocco. E non mi importa se Benjamin soffrirà. Non mi importa niente di tutti voi. "

Schioccò le dita e fece cadere il prigioniero centosessanta metri sotto il livello del pavimento, nelle segrete.

 

"Il dado è tratto, è il momento ormai."



 

"È il momento"

Starscream, sospirando, poggiato a quella balaustra, da solo, quella notte, non riusciva a credere alle proprie sinapsi quasi quanto non aveva creduto alla sua Cattivella quel giorno ai cancelli quando la Nemesis era caduta ed erano stati arpionati dalla Mercenaria.

Un simulacro umano non riusciva a contenere se stesso, a far fronte a una banalissima infezione, figurarsi appellarsi corretto ad una maledizione antica, un contatto con una creatura demoniaca, un'evocazione, proibita in svariate culture, inclusa la loro, Iacon, Kalis, Kaon, Tarn, Altheix, Vos, tutte unite, Autobot e Decepticon, cadeva anche la guerra dove il mortale non arrivava ergo poneva dei limiti, delle leggi, delle religioni.

Fedi.

Fu dura e dolente la sua ala famosa, quella che finiva sempre colpita, che era impossibile riparare completamente perché a suo tempo era stata lei a romperla. Gli bruciò la camera spark e gli bruciò il cuore che non aveva mai avuto e che per un attimo, un impercettibile momento Varian sentì pulsante e codardo come quello del padre che lo aveva lasciato indifeso e solitario con un regno sulle spalle e quattro fratelli da mantenere, per una battaglia a cui aveva voluto partecipare per forza, l'idiota.

Non aveva mai perdonato Skyfire, non aveva mai avuto altro che tradire, volare nell'ombra, dietro le nuvole più nere e ancora nessuno, neanche lo Sterminatore, neanche Megatron, neanche la sua Redwing, sua figlia, volava come lui.

Perché nessuno ingannava come a non potersi mai fidare, nessuno volava come muore una stella.

"Dallo stesso giogo ti ho salvata e incatenata, noi non siamo moribondi, per sia presenti che futuri, con questa ti libero, e prendo la tua fine ad agire proprio. È adesso, ora - mai."

 

Si era lasciato scappare un sospiro.

La Corruzione l'aveva persa, la potenza di fuoco pure, magari non avrebbe preso in giro più manco se stesso, non avrebbe funzionato quella magia e avrebbe dovuto accettare in ogni senso possibile e doloroso un'altra batosta da Tarn, da Megatron, da sua nipote.

 

"Mio Signore"

Quando un infuriare di tempesta, voluttà e scaltra persuasione alitò sull'ultima stella invisibile, Starscream, dalla gola rovente di amarissimo sentire, si girò e stupito, disse:

"M-Manteëa ... Steph? Sei ... tornata davvero?"

Forse era sciocco e da illusi riporre ancora l'ultima chance e ogni problema in una donna, una strega.

Ma che altro poteva concepire la sua mente criminale e diabolica, se non invocare una creatura delle tenebre e stringervi ulteriori patti, se anche Ebenezer Breaker aveva fatto la stessa cosa?

"È tutto così magico." Sussurrò la straniera nello stretto soprabito, il cappello da uomo sui boccoli corti e neri, le labbra rosse, una pelle diafana e occhi verdi, rotti vetre di promesse malfidate, fondi di bottiglia di scarto, giammai pietre preziose.

"Come la prima volta che ci siamo visti qui sul pianeta terra."

"Si beh, da lì sono cambiate tante cose. Reduvja è ... tu non penserai ti abbia chiamata per ... insomma!" Inciampò sulla lingua da serpente, le porse il braccio galante, le cedé il capotto, accendendo la sigaretta sul bocchino scostò un ciuffo e rubò il suo viso, da umana, da mortale, un'ultima volta.

Sapevano che doveva essere l'ultima.

"Lo so perché mi hai chiamata. Hai fatto bene, è una situazione critica." Si girò lei dando le spalle al balcone.

"Questi miserabili credono davvero che il pericolo sia uno stupido virus."

"Thz. Non citavo gli esseri umani, figurarsi!"

"Ma lo sai che adesso siete umani anche voi, no?"

"La reliquia funziona. Ancora. E lo farà?" Si toccò i polsi, nervoso, lo faceva sempre.

Lei sorrise, inclinò il collo emaciato, girò lo sguardo scocciata, gettò la cicca, la calpestò e gli avvolse i guanti di velluto sulle spalle, in corrispondenza di innesti da cui da altre sembianze sarebbero iniziate delle ali.

"Sei uno sciocco." Pose un piccolo bacio, una concessione sulla sua guancia sinistra, fece slittare una pecetta nella tasca del suo gilet e poi si discostò ancora.

"Ed è per questo che mi sono innamorata di te. Mi dispiace per l'antro, Varian, tesoro. E mi dispiace per le mie sorelle. Loro sono fatte così, ricordi?"

"Già. È stato un punto critico" si accese da fumare e la guardò distratto come gettava le ex ottiche al cielo per vedere se pioveva.

"Per la nostra relazione quando hanno iniziato a insistere perché tu tornassi, no? Insomma, è vero che c'è stato tutto il casino con Megatron e la Guerra e la tua esecuzione, però tuttavia ..."

"Statscream. Le famiglie sono fatte così." Sorrise, falsa, ma in fondo sapeva che non avrebbe mai anelato a più che qualcosa del genere. Se era vero che ci si potesse completare in qualche modo anche da cybermateria lui da ex mech di scienza aveva appena dimostrato per il suo quello era l'ultimo stadio.

L'ultima reazione, salificazione o maledetta sciagiura che avrebbe comunque commesso.

In ogni era spenta.

"Nostra nipote eh ... Redwing non ne uscirà mai viva se non si conciliano i due innesti, le due parti perfettamente. Non so da che parte tu stia e l'ho capito tardi purtroppo ma è questo, è solamente, deve essere per forza questo oppure devo pensare che Kornelia e Breaker abbiano veramente chiarito gli accordi?! Io io non ne posso più! Basta!"

Manteëa rise, al furore nelle sue iridi, all'esaurire di tutta quell'energia racchiusa in un esile ricurvo individuo, della stessa forma delle sue mani e del suo perenne, perfido gesticolare.

"Ne dubito. Per Josephina, hai ragione, rischia di morire, come siete stati bravi a vanificare in prima battuta."

"Io non voglio che accada, mia diletta. Non più. È una decisione recente, presa d'istinto, impulsiva, quasi quanto quella di tenerla quando era in fasce, però ... io davvero non vorrei mai che le succedesse qualcosa. Non mi sono affezionato eh, giammai, lei è di mia sorella, però ... figurativamente"

"Ho appreso. Si, la tua Corruzione è ancora presente in minore risma, ma non sai mentire come un tempo, devo dirtelo questo. Ed è tua, Astrum."

"Mia? Che intendi, non capisco."

"Reduvja, mia sorella, ha verificato la tua maledizione, quella su Redwing Skyfire da parte tua su di me, abbiamo la certezza inequivocabile che non è mia figlia, né di Sunstorm in realtà. Si, la madre fisica è riconducibile a lei, il sire a Blackout di Kalis, ma lo spark è iridescente come quello di una Nefasta, di una Guardiana." Fece apparire un'illusione, un nugolo di energia, davanti a sé.

"Glicine. Lilla screziato."

"Ma non ha senso ... non ha un normalissimo allspark?! Pure point one percenter oltre che constructed cold adesso?!? La Rossa non bastava?!"

"Ahahhah no, no. Non verde, stolto, lilla. È più unico che raro. Non ne vedevo uno come il suo forse dal primo lampeggiare di Primus nel nero della notte oscura."

"E quindi ora torniamo indietro fino lì per fermare Quintessa e le tue sorelle?"

"Non occorre." Si sporse oltre la balaustra e qualcosa, il seeker lo comprese bene quando sbatté ripetutamente le palpebre incredulo, sfrigolò attorno alla sua figura che pian piano si stava come dissolvendo in tanti luccichii verdastri.

"Stephanie, no! Aspetta! Aspetta, non puoi lasciarmi così, io ho ancora bisogno del tuo aiuto. Che vuol dire, parla! Ti prego!" Si sporse, ancora umano, avvinghiato alla ringhiera, mentre il cappotto rovinava spoglio nel canale.

"Il mio tempo in questa singola forma è esaurito, noi ci rivedremo in altri lidi, il tempo è prossimo e tu e tua *figlia* ce la farete. Di più non posso dirti, amore mio. Ora o mai è il momento.

Addio."

"No, n-no, Manteëa, aspetta!"

Ci aveva sperato, l'aveva usata, l'ultima vera goccia, quella che gli era rimasta.

Ricoprì l'adamantio col guanto nero, torse le cuciture, nervoso, sfilandolo e rinfoderandolo, sbuffando alle stelle e a quelle gocce che ancora si rifiutavano di precipitare all'aria che frettolosa raffreddava.

Non avrebbero neanche potuto volare nello scontro l'indomani.

"Quando ti decidi a stare dalla mia parte?!" Gridò più al cielo che a se stesso, da povero, meccanico ateo.

"Zio." Pigolò qualcuno dalla portafinestra.

"Phine?" La chiamò istintivamente con il nome della copertura.

"Ancora in piedi anche tu?"

"Provavano i travestimenti e il mio non cade molto bene."

Redwing si avvicinò senza esitare, poggiò distratta i gomiti al davanzale e prese a sospirare nel vuoto.

"Ah. Davvero?"

La guardò dopo joor che pensavano solo a streghe, accordi, Divisioni, decepticon e quant'altro. I lunghi ricci erano sbiaditi, le gambe affusolate rinsecchite e mai ferme, i polsi stanchi, le giunture  sfiorate dalla velatura del bianco della pelle del simulacro. Era dimagrita parecchio da prima del cambiastadio, figurarsi da quella prospettiva.

"Magari dovresti adottare la medesima manovra che usammo in Nuova Guinea e poi riallacciarli. Acciughina!"

"Mh" rise, nonostante tutto.

"Tu e i tuoi dolci!"

"Ribadisco che in una situazione di vita o di morte tuo zio sceglierebbe comunque la gola, è un ragionamento pressappoco scontato, ecco. E poi noi difficilmente cambiamo frame, thz."

"Dovresti sapere che non è più per quello."

"I tuoi ... nuovi superiori che ne dicono, sembrano andarti a genio?"

"Tarn e Stormrider non sono superiori. Siamo alla pari"

"Ah capisco. Come con Megatron, eh" Ticchettò gli artigli sul metallo e poi afferrò i suoi mentre stava per mangiucchiarli.

"Non rovinarteli!"

"La smetti di comportarti come se fossi mia madre?! È snervante, è maleducato, è opprimente. Accetta di non essere il solo a volermi dalla tua larte e lasciami, zio Star."

"Scusa."

"Ah ecco. Funzionava meglio quando mi trattavi da recluta. Me ne dovresti di scuse dopo quello che hai fatto!"

"Ero giovane ed inesperto."

"Tre mesi fa"

La guardò ancora e giocò la sua carta migliore.

"Guarda tu come sei cambiata in tre mesi."

Ogni volta quella frase le faceva effetto.

Si chiese sospirando ancora se valesse la pena essere così chiari, risolvere ogni malposta questione in un modo tanto banalae, inatteso e fugace, come l'epidemia risultava nel frangente per quelle formiche di organici.

Loro, titani, tecnologia superiore, abituati per forza a tempi lunghi.

"Zio ... per ... perché non mi hai detto del cilindro? Se ... lo avessi trovato nel momento sbagliato, se non fosse andata secondo i piani."

"Redwing, io davvero non ..."

"No. Ascoltami. Sul serio, stavolta. Se non fosse andata come immaginavi per sempre, se Vos fosse stata distrutta prima di me o io avessi trovato quel cilindro a bordo mentre tu mi allenavi. Che avresti fatto? Avresti mentito ancora?"

"Cattivella, io ... io ..."

"Avresti giocato tutto per uno stupido accordo con una Nefasta beota che ha fatto da principio molto più i suoi interessi che i tuoi?!"

"Ah beh Manteëa non ... ehi, non parlare di lei così, ma poi scusa, tu come fai a saperlo?"

Girò la treccia da un lato, spense la sigaretta e lo compatì con un'occhiataccia.

"Sul serio? Parlavi a voce alta su un balcone con l'aria. Da solo, alle due di notte. Con un fantasma! Come lo so? Ero dietro la tenda. Tranquillo, gli altri dormono o ci provano." Gettò il mozzicone nel canale e poi fece per rientrare.

"Quella miserabile. Me lo sentivo!" Avrebbe concluso sbuffando Starscream, il vecchio ed unico sé al suo posto.

La verità era che se un posto mai lo aveva ritenuto non era più quello che non possedeva più in assenza di Josephina.

Nessuna apprendista, nessun esperimento e nessuna bugia sarebbe mai stata più vera di quella e comprese le parole della sua adorata quando la vide incedere principesca e certa verso un fato che non era tale, persino senza di lui.

Stava volando anche senza modalità, frame, ali, senza tutto, stava volando proprio come lui.

"Redwing Skyfire, aspetta. Devo dirti una cosa."

"Una cosa?" Si girò la piccola furia.

"Una cosa?! Ancora?! Devi dirmela?! Dopo tutte quelle altre?!"

"Ok, tecnicamente già lo sai se hai letto quel cilindro, m-ma ... tu e tua sorella Cass"

"Non parlare. Non lo devi manco sfiorare per sbaglio quel tasto, miserabile, non voglio sap ..."

"Io sono tuo padre!" Le disse scuotendole le spalle, mentre il suo guanto cadde a terra gli artigli la ferirono su una spalla scoperta e mentre si ritrasse, toccando quello che avrebbe dovuto essere sangue a quel punto, la violetta scorse una sostanza lilla, iridescente e screziata, che tutto sembrava essere eccetto comune energon.

"Io davvero voglio porre fine alla tua vita."

"Non è quello che vuole farti sembrare."

 

"STARSCREAM!"Disse invece la comunicazione di una microspia.

 

"Reduvja!" Sbraitò una seconda, ben occultata sotto una sottoveste da donna.

 

"L'operazione può avere inizio."






 

 

  
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