Film > Pirati dei caraibi
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Autore: JennyPotter99    27/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "ON STRANGER TIDES"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mare aveva ormai un nuovo padrone a bordo della Queen Anne’s Revenge.
Hector Barbossa possedeva la flotta di navi, rubata  a Barbanera, con la quale saccheggiava qualsiasi cosa gli si trovasse davanti e otteneva oro e argento a volontà.
Perfino i suoi denti erano fatti di pietre preziose.
Era felice dopo tanto tempo, ma lo stesso non si poteva dire della sua figliastra.
Jack l’aveva abbandata, dopo aver saputo che aspettava un figlio.
Il pirata era terrorizzato all’idea di aver un piccolo pargolo che correva per la Perla Nera che, tuuttavia, era ancora intrappolata nella bottiglia.
Perciò, Alice aveva preso la prima scialuppa e con mille lacrime che le rigavano il viso, aveva scovato la nave di Barbossa e gli aveva chiesto disperatamente aiuto.
Senza pensarci due volte, il capitano l’aveva accolta sulla nave e non le aveva fatto mancare niente per tutti i 9 mesi della gravidanza.
Prima che la pancia crescesse troppo, si era allenata con la spada e il suo patrigno le aveva insegnato tutti i segreti per governare una nave.
Nei giorni di riposo, invece, si dondolava su una sedia a dondolo e si accarezzava la pancia, a ritmo della melodia del ciondolo che mai si era tolta.
In un pomeriggio particolare, Alice curiosava tra i tesori di suo padre e trovò un curioso piccolo quaderno con una pietra rossa scintillante incastrata nella copertina.
Si trattava del diario di Galileo Galileo, uno scienziato e astrologo italiano che, da come aveva letto Alice, per tutta la sua vita era andato a caccia de Tridente di Poseidone.
Il tridente era l’unica arma in grado di spezzare tutte le maledizioni e di comandare il mare.
Ma per trovarlo bisognava decifrare la mappa che nessuno sa leggere.
Fu mentre continuava a leggere che, improvvisamente, la pancia le diede delle forti fitte.
Il diario le cadde a terra e Alice iniziò ad avere paura: erano tutti uomini su quella nave e di certo nessuno sapeva come far nascere un bambino.
Venne trasportata al letto e le sue urla si fecero sentire per tutti i sette mari.
In alto brillava una luna rossa che illuminò la stanza, una luna che si mostra solo ogni 20 anni.
Alla fine, tra sangue e sudore, Barbossa arrotolò il bambino dentro una coperta e lo porse alla madre.
-Non c’è tesoro più bello.- commentò. –Peccato sia di Sparrow.-
Alice notò subito che era una femmina e le sorrise, ma dentro di se fece una promessa: sua figlia non avrebbe mai dovuto toccare l’acqua e sarebbe stata al sicuro da qualsiasi male.
Non voleva che anche lei soffrisse come aveva sofferto lei.
Così, prese la stessa decisione che molti anni prima, Bill Turner prese per lei.
-Portatela via.- disse poi a suo padre, porgendole la neonata e mise il quaderno di Galileo tra la sua copertina.- Mi fido di te. Fa che la crescano con amore.-
Barbossa prese la bambina con cura.- Ne sei sicura? Non le hai dato nemmeno un nome.-
Alice la guardò per un’ultima volta con una lacrima sul volto.- Lei è Horizon.-
 
20 anni dopo. San Martin-Caraibi.
 
Erano quasi 10 anni che Alice andava alla ricerca di Jack Sparrow: era stata messa un’alta taglia sulla sua testa e almeno con quei soldi, la donna sperava di rifarsi una vita.
Così era sbarcata a San Martin con la sua scialuppa, sapendo che quella città aveva appena costruito un bunker per conservare le tasse dei cittadini: Jack non si sarebbe fatto scappare quell’occasione.
Nella grande piazza si stava svolgendo la presentazione di questo nuovo bunker e Alice assistette.
Improvvisamente si udirono delle urla: -Non fatela scappare! E’ una strega!-
Sembrava che dei soldati britannici inseguissero una ragazza accusata di stregoneria.
Alice non poteva credere che quell’indifesa adolescente fosse una strega e oltretutto le Giubbe Rosse le erano sempre andate antipatiche dopo l’episodio di Lord Buckett.
Quindi, decise di aiutare la ragazza e fece inciampare, con uno sgambetto, una delle guardie creando così un effetto domino con tutti gli altri soldati.
La ragazza si voltò e scoppiò a ridere.- Grazie!- esclamò, per poi correre via nel suo vestito azzurro.
Fu in quel momento che si aprì la cassaforte della banca fatta di duro ferro, ma sembrava esserci qualcuno all’interno: Jack Sparrow stava beatamente dormendo con una bottiglia quasi vuota di rum in mano.
Per Alice non era una novità, mentre tutti i cittadini erano scioccati perché Jack non era solo: accanto a se vi era una donna che si svegliò subito.
-Pirata!- gridò il direttore della banca, un vecchio uomo con una parrucca in testa. –E quella accanto a lui sarà sicuramente una sgualdrina!-
-In realtà, signore, quella è vostra moglie..- gli disse uno dei suoi uomini.
Alice sperò che rivedere Jack non le avrebbe fatto nessun effetto, ma purtroppo non fu così.
Le vennero brividi per tutto il corpo e un formicolio alle dita, ma poi salì la rabbia e si scrollò il resto di dosso.
A quel punto, Jack si alzò e si guardò intorno spaesato. –Dove sono? Come sono arrivato qui?- si domandò. –Ora ci arrivo.. Giusto un momento per schiarirmi le idee.- balbettò, ricominciando a bere.
Intanto, non molto lontano da lì, Gibbs e altri componenti della nuova ciurma di Jack, avevano legato un gruppo di cavalli alla costruzione in legno che racchiudeva il bunker, così da portarselo via.
Alice si fece spazio tra i cittadini, allungando la testa verso il bunker e notando che il retro era legato a delle corde.
Allora intuì tutto.
Una fila di soldati britannici puntarono i fucili verso Jack, che, voltandosi verso il denaro, ricordò cosa fosse successo la sera prima. –Ah! Ora ricordo! Sto rapinando la banca con il vecchio metodo-
-Cavalli al galoppo.- pronunciarono insieme lui ed Alice.
-Sparategli!- ordinò il proprietario della banca.
Jack si sdraiò a terra per evitare i proiettili, mentre Gibbs iniziò a far cavalcare i cavalli verso la spiaggia.
La casetta di legno iniziò a sgretolarsi ed ad alzarsi dal suolo, strisciando via insieme ai pirati.
-Questo non faceva parte del piano.- commentò Jack, mettendosi il suo cappello.
Bruscamente, una delle tante corde legati ai destrieri, si infilò al piede di Jack e lo trascinò via.
Alice non poteva permettersi di lasciarlo fuggire e nemmeno l’esercito britannico.
L’ex capitano riuscì a salire sul tetto dell’edificio e notò che tutto il denaro scivolava via per la troppa velocità.
Alice lo inseguì e si arrampicò per raggiungerlo.
Non appena Jack la vide lanciò un urlo dal tratto femminile.
-Anche io sono contenta di vederti, Jack.- esclamò lei, sarcasticamente.
-Oh andiamo, non ce l’avrai mica con me per quella nostra piccola discussione!- In risposta, Alice gli diede un forte schiaffo. -Okay, forse questo me lo meritavo…-
Fu in quel momento che Alice notò quella ragazza scappare ancora dai soldati: così prese la bottiglia vuota di rum e la lanciò sulla testa di uno dei tanti.
Poi si chinò per farla salire insieme a loro.
-Lei fa parte del piano?- domandò Jack.
-Non sono in cerca di guai!- esclamò la ragazza.
-Che esistenza inutile.- commentò l’altro, per poi spingerla via, facendola cadere  su una balla di fieno.
-Sudicio pirata!- gridò ella.
-Non c’è bisogno di offendere!- disse Jack che, voltandosi verso la strada, vide un ponte troppo basso per far passare l’intero edificio in legno. -Ehm…Ponte..-
-Salta!- esclamò Alice e insieme a Jack balzarono oltre il ponte mentre la casetta si distruggeva, facendo rimanere solo il bunker di ferro sopra cui caddero entrambi per poi giungere finalmente alla spiaggia.
   
 
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