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Autore: FlameWolf    27/04/2020    11 recensioni
La guerra è finita, ma Capitol esige vendetta. La gente ha la memoria corta, ha bisogno di promemoria...
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Riapro gli occhi lentamente, e vengo investito da una violenta luce.
Gli richiudo all'istante, maledicendo il mondo intero. Provo a muovere il braccio, ma lo sento costretto in una morsa poco piacevole. Il mio corpo è intorbidito, le mie membra sono pesanti come l'acciaio, mentre la schiena ulula dal dolore.

Solo allora ricordo: Jack urla, Meredith piange disperata a piani polmoni, tutto è rosso, la mia pelle brucia, le mie narici.... l'aria!
Annaspo cercando ossigeno, ma non lo trovo. Mi agito, provo a chiudere aiuto, ma dalla mia bocca non esce neanche un suono. Mi muovo ancora più ferocemente, mentre i miei polmoni urlano disperati.
No... non può finire così! Non voglio morire! Aiuto! Aiuto!

“Infermiera! Infermiera!” strilla una voce famigliare.

Sento qualcuno avvicinarsi a passo svelto, mentre qualcun altro mi strattona prendendomi per le spalle.
Riprovo a riaprire gli occhi, anche se mi costa una tremenda fatica. Due occhi color nocciola mi stanno fissando. Li ho già visti, ne sono certo, ma non ricordo dove, eppure mi sento già meglio. Mi volto alla mia sinistra, ed intravedo una figura vestita d'azzurro trafficare con il mio braccio. Mi sento di nuovo pesante, ad eccezione della mia testa che diventa leggera come l'aria. Il mio respiro riprende a rallentare, gli occhi si chiudono di nuovo.

“Ti prego, resisti!” mi supplica una voce. Sento che sta aggiungendo qualcos'altro, ma le mie orecchie non collaborano più. Precipito di nuovo in un mondo oscuro e freddo


 

Riapro nuovamente gli occhi, ma questa volta non provo nessun fastidio. Non c'è più nessuna luce violenta, nessun rumore, solamente una profonda pace. Che sensazione strana... ho l'impressione di non provare qualcosa del genere da troppo tempo.
Respiro lentamente, e mi volto a sinistra. Al mio braccio sono collegati diversi tubicini. Dove sono?

Combatto contro l'istinto di riaddormentarmi, e mi giro a destra.
C'è una testa appoggiata sul mio stesso ripiano, che solo ora riconosco essere un letto. La figura ha i capelli corvini e sta dormendo. Non credo per che stia facendo un bel sogno però, le sue guance sono rigate dalle lacrime. Sembra così triste, mi si spezza il cuore a vederlo così. Il cuore...
E' come se fossi colpito da un fulmine. Il respiro mi si blocca in mezzo alla gola, il mio cuore inizia a battere a mille. La pelle ricomincia a bruciare, io, io....

Due mani fredde si appoggiano sulle mie guance, e quegli occhi nocciola ricominciano i fissarmi. Tutto si ferma, mi ritrovo di nuovo nel mio letto.

“È finita” mi sussurra debolmente, come stesse facendo fatica ad affermarlo “È tutto finito” ripete con più forza trattenendo le lacrime “Siamo vivi” conclude infine scoppiando a piangere ad inchinandosi verso di me, appoggiando la testa sulla mia spalla sinistra.

Le mie narici si riempono del suo odore: polvere da sparo, carne grigliata, legna. Albert.
“Dove sono?” gli chiedo confuso, cercando con affanno quegli occhi che tanto amo.

“In un campo-feriti, una sorta di ospedale improvvisato” mi spiega, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
Il mio Albert... cosa gli è successo? Sembra invecchiato di mille anni! È dimagrito dall'ultima volta che l'ho visto, i suoi zigomi sono troppo in risalto, sembra davvero uno scheletro. Il suo volto è più pallido, ha delle occhiaie gigantesche, e... cos'è quel ciuffo bianco sulla tempia? Non l'ha mai avuto!

Mi guardo intorno, mi sento allucinato. Intorno a me ci sono un sacco di letti con sopra sconosciuti pieni di bende, di flebo, di tubi! Oddio!

Mi massaggio la fronte con entrambe le mani. Non capisco. Cosa ci faccio qui? Non ero qui, io... Scaccio con violenza l'immagine di quell'incendio e di quelle urla. Stavo combattendo, questo lo so bene. Il piccolo plotone in cui mi trovavo si era rifugiato nei quartieri ad Est, subito dopo aver perso il controllo della centrale idrica. Quel giorno avevano catturato una decina dei nostri, e massacrati altrettanti. Ormai eravamo rimasti quattro gatti. Cavolo!
“Quanto ho dormito?” chiedo agitato. Non posso crederci di aver abbandonato i miei compagni nel momento del bisogno “Dove sono tutti? Dov'è Meredith? E Jack? Il nostro quartiere...”

Albert mi posa un dito sulle labbra zittendomi. Ha un sorriso amaro sul volto. Ha ripreso a piangere, sebbene in maniera silenziosa. “Abbiamo perso” mi spiega evitando di guardami in faccia.

Scuoto la testa incredulo. No, non è possibile. È vero che stavamo messi male, ma il distretto 13 ci aveva promesso dei grossi rinforzi, avevamo dalla nostra ancora la minaccia nucleare! Come è potuto accadere?

“Il 13 non esiste più” mi spiega Albert notando la mia confusione “Distrutto, raso al suolo, annientato” aggiunge con tono grave.

Fa male. Incredibilmente male, come una pallottola nel petto. Non posso crederci che sia davvero successo. Per cosa abbiamo lottato fino adesso? È davvero tutto finito? Tutti quei morti... per cosa! La nostra libertà, no! Non può essere!
Sento di nuovo quel blocco alla gola, e Albert prova consolarmi accarezzandomi la guancia, ma lo scaccio via in malo modo. Io... non sono triste! Sono arrabbiato! Vorrei poter esplodere, ma il mio corpo è ancora ancorato al letto, i miei sensi rispondono in ritardo agli stimoli. La mia mente è confusa come se si trovasse in una coltre di nebbia. Sono gli effetti dei farmaci? Ho tanto sonno....

“Mi dispiace” sussurra Albert affranto.

Rimaniamo in un imbarazzante silenzio per un po', e nel frattempo continuo a combattere contro il sonno. Non voglio dormire... Ho tanto da fare... Hanno bisogno di me.

“Jack, Meredith...” sussurro dolorante, guardandomi in torno, come se sperassi di vedere quei piccoli volti accanto a me.
Albert abbassa lo sguardo e rimane in silenzio. Allora capisco.

Dalla mia bocca esce un suono che ricorda più il latrato di un animale che un pianto umano. Albert prova ad abbracciarmi, ma lo scanso. Questo fa male più di qualsiasi altra cosa. Più della sconfitta, più della schiena. Più di tutto. Dovevo difenderli, contavano su di me. Si fidavano di me! Gli ho traditi, non gli ho difesi, glielo avevo promesso!

“Daniel! Daniel!” mi richiama Albert, ma non l'ascolto, non voglio. Rivoglio i miei bambini, erano come una famiglia per me! Avevano bisogno di me e io gli ho traditi...

“Si calmi, signore. Adesso le somministro un altro sedativo” afferma una voce femminile.
Mi volto, accanto a me è spuntata una figura vestita d'azzurro. Da dove viene questa?

Provo a ribellarmi, non voglio dormire, voglio vivere il mio dolore in santa pace, ma Albert mi blocca le braccia e non ho abbastanza forza per ribellarmi.

“Bastardo, bastardo!” gli urlo addosso, mentre i miei occhi si chiudono di nuovo. Non voglio dormire....

“Ha saputo di quei due orfanelli?” gli chiede l'infermiera, credendo forse che io stia già dormendo, ma ci sono ancora, e lotto ancora.

“Sì” risponde Albert con voce spenta.

“Sono stati fortunati in fondo” replica l'infermiera. Cosa? Che intende? Che razza di mostruosità! “Se solo sapesse cosa faranno ai bambini” conclude.

Vorrei parlare, vorrei sapere, vorrei urlare! Che cosa sta succedendo? Il mio corpo è sempre più pesante, ho sempre più sonno. Io non voglio, non voglio! Ma precipito lo stesso in quell'assurdo, freddo e vuoto mondo. Al mio risveglio, non avrò più i miei bambini.

 

 

 

Rieccomi. Già, mi annoio. Non aspettatevi aggiornamenti regolarissimi, ma voglio andare fino in fondo questo è sicuro. Questi sono i primi giochi signori!

Mi accontento di 18 tributi per continuare, se no non ha neanche senso. Due a testa al massimo.

 

Distretto 1: occupato

Distretto 2: occupato

Distretto 3: occupato

Distretto 4: occupato

Distretto 5: occupato

Distretto 6: occupato

Distretto 7:occupato

Distretto 8: occupato

Distretto 9: occupato

Distretto 10: occupato

Distretto 11: libero il ragazzo

Distretto 12: occupato

 

Voglio sapere: Nome,Cognome ,Distretto,età aspetto fisico, carattere, storia personale, abilità apprese durante la guerra, famiglia ed amici, cosa ama e cosa odia e qualunque altra cosa vogliate dirmi.
  
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