“Siate felici. Non dimenticatemi.”
Le mie ultime parole a voi, fratelli adorati, prima di sparire per sempre, prima che il mio corpo torturato e profanato diventi polvere, prima che la mia anima dannata si ricongiunga, finalmente, a mamma e papà.
Non sapevate nulla di mamma. Ve l’ho scritto, è giusto che sappiate. Solo parole buone per Georgie, nei suoi ultimi istanti di vita. Le ha chiesto perdono, prima di spirare tra le mie braccia. Ho pianto, insieme a zio Kevin, seppellendo il suo corpo da solo, senza di voi.
Dio, quanto avrei desiderato avervi vicini! Ma tu, Georgie, eri fuggita, alla ricerca di te stessa, delle tue origini, del tuo amore lontano. E tu, fratello adorato, l’hai seguita, perché Georgie è il tuo sole, sei ombra senza di lei.
Ed io, solo e svuotato, ho pianto tutte le mie lacrime, prima di lasciare, come voi, la nostra amata terra, per ricongiungermi a voi, per rivedervi un’ultima volta, per abbracciarti, fratello, per farti sentire come batte furioso questo cuore per te, Georgie.
Per dirvi, infine, che mamma ci ha lasciati, ma vivrà per sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori.
Orsù, non piangete. Asciugate le vostre lacrime.
Non ci rivedremo più, ma io sarò sempre con voi.
Amala, Abel, amala come solo tu puoi fare.
Rendila felice, se puoi.
Dalle un po’ del mio amore, insieme al tuo, perché questo siamo sempre stati, due pazzi innamorati, folli, incapaci di guardare altrove. Lei, sempre e solo lei, davanti agli occhi, nella mente, nel cuore.
Un solo nome, marchiato a fuoco sui nostri petti.
Georgie.
Suono melodioso, musica celestiale.
Quanto soffro nel sapere che non potrò abbracciarvi un’ultima volta!
Come potrei? Non riesco nemmeno ad alzarmi.
Sono un fantasma, l’ombra di me stesso.
Dimenticate Arthur Buttman. Non esiste più.
In catene, torturato, oltraggiato, profanato.
Braccia doloranti, la pelle è sottile sotto questi marchi terribili.
Pazzo, pazzo furioso colui che li ha provocati.
Deviato, traviato.
Ma nessuno sa, nemmeno Maria, così buona e dolce con me.
Lei, unico spiraglio di luce in questa grotta oscura e soffocante.
Non ho respiro, non ho vita.
A che serve che questo cuore continui a battere?
Meglio spegnerlo, una volta per tutte, e porre fine a questa vita maledetta.
Sono il nulla, come potrei cadere più in basso di così?
Come?
Sono sceso agli Inferi, non posso risalire.
La mia stessa mano sarà il mio aguzzino e, al contempo, il mio salvatore.
Compirò il misfatto e libererò me stesso.
Quale gioia inaudita!
Sarò libero, il dolore abbandonerà questa carne putrida.
Presto, lo farò presto!
Ma non prima di avervi donato il mio ultimo bacio di addio.
Ora sapete.
Ora non dimenticherete.
Ora vivremo per sempre uniti, per sempre insieme.
Correremo di nuovo liberi, scalzi, sui terreni d’Australia, la terra libera.
Non piangete per me, vi prego, perché laddove sto andando sarà solo felicità, luce, tepore, calore.
Vi attenderò, miei amati.
Ma, nel frattempo, gioite, vivete, godete e, sopra ogni altra cosa, amatevi, è ciò che più conta.
Per sempre vostro.
Arthur