Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: WitchAmbre    27/04/2020    1 recensioni
"Erano gli ultimi giorni del mese di Agosto e Severus si accingeva a preparare le sue cose per partire alla volta di Hogwarts. Mentre preparava il suo baule raccogliendo il necessario iniziava a realizzare che quello non sarebbe stato un anno come tutti gli altri.
Erano già un decennio che insegnava Pozioni nella Scuola di Magia e Stregoneria, ma quell'anno sarebbe stato del tutto diverso: il figlio di Lily avrebbe varcato la soglia della Sala Grande a breve e si sentiva terrorizzato."
Tutti noi conosciamo la storia di Harry Potter raccontata dal suo protagonista, e se adesso fosse raccontata da colui che ha protetto il bambino che è sopravvissuto fin dall'inizio?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1- L'arrivo a Hogwarts


Erano gli ultimi giorni del mese di Agosto e Severus si accingeva a preparare le sue cose per partire alla volta di  Hogwarts. Mentre preparava il suo baule raccogliendo il necessario iniziava a realizzare che quello non sarebbe stato un anno come tutti gli altri.
Erano già un decennio che insegnava Pozioni nella Scuola di Magia e Stregoneria, ma quell'anno sarebbe stato del tutto diverso: il figlio di Lily avrebbe varcato la soglia della Sala Grande a breve e si sentiva terrorizzato.
Da quando i genitori del ragazzo erano morti per mano del Signore Oscuro, che era scomparso quella stessa notte, solo poche volte era andato ad osservarlo di nascosto.
L'ultima volta era stato parecchio tempo fa, ma vedere quegli occhi era troppo doloroso, e comunque sapeva che lo avrebbe rivisto di lì a qualche anno a scuola.
Mentre rimuginava sul bambino sopravvissuto si accorse di aver già raccolto tutto il necessario per affrontare l'intero anno scolastico: qualche vestito scuro e un paio di mantelli neri, ma soprattutto il suo strumentario da pozionista.
Aveva già mandato a Silente la lista di ciò che serviva per l'anno scolastico e sapeva che avrebbe trovato le sue scorte in perfetto stato una volta tornato nel suo ufficio.
Ripassò mentalmente un ultima volta la lista e decise di prendere dei rotoli di pergamena e dell'inchiostro in più.
In ogni caso sarebbe potuto andare a Hogsmide se avesse avuto bisogno di qualcosa, ma non sarebbe tornato a casa fino alla fine dell'anno scolastico.
Non sopportava quel posto, era la casa dove era cresciuto ed era carica di brutti ricordi, ma allo stesso tempo non aveva avuto voglia di cercarsi un altro posto dove stare, perciò aveva fatto buon viso a cattivo gioco ed era rimasto.
Alla fine non era così rilevante: gran parte dell'anno lo passava a Hogwarts e nei brevi periodi in cui non viveva al castello era in giro a condurre ricerche per nuove pozioni, oppure troppo immerso nel lavoro per curarsi della propria abitazione.
Inoltre, nel profondo, sentiva di meritare la sofferenza legata a quella casa, così vicina a quella che era stata la casa di Lily. Era stata colpa sua se era morta. Non era riuscita a salvarla e meritava quel costante senso di colpa che lo portava  all'apatia verso qualunque cosa.
Cercò di spazzare quel pensiero dalla sua mente, aveva molto da fare e non poteva perdere tempo a rimuginare sui suoi sentimenti.
Chiuse il suo bagaglio e prese il mantello.
Silente gli aveva chiesto di recarsi al castello con qualche giorno di anticipo. Immaginava che fosse per il ragazzo perciò, senza fare troppe domande, aveva acconsentito.
Gettò un ultima occhiata alla vecchia casa e si smaterializzò per riapparire nei pressi della scuola.
 
Hogwarts era protetta da diversi incantesimi molto potenti e, per ragioni di sicurezza, non era possibile materializzarsi al suo interno.
Perciò percorse l'ultimo tratto del ponte a piedi e si diresse direttamente al suo alloggio nei sotterranei.
Era vicino all'aula di Pozioni, nella zona del dormitorio dei Serpeverde, di cui era il professore responsabile da quando aveva iniziato a insegnare.
Una volta entrato nella sua stanza si sentì subito più a suo agio.
Dopotutto era quella la sua vera casa.
Sistemò i suoi pochi abiti e i suoi strumenti con grande meticolosità e ordine, ma senza perdere tempo e si incamminò alla volta dello studio del preside.
 
Durante il tragitto cercò di immaginarsi cosa volesse da lui Silente.
Sicuramente non poteva avere nulla a che fare con l'Oscuro Signore.
Aveva accettato di spiarlo per suon conto, ma era caduto la notte della morte di Lily quindi non poteva essere quella la ragione della sua convocazione.
Se fosse tornato lo avrebbe saputo.
Forse era per il ragazzo.
Mentre cercava di fare mente locale si ritrovò davanti all'ingresso dell'ufficio: una gigantesco gargoyle.
Pronunciò le parole "sorbetto al limone" e questa iniziò a muoversi rivelando le scale a chiocciola che lo avrebbero condotto dentro la stanza.
Che stupida parola d'ordine.
Non riusciva a capirlo Silente: una delle menti più brillanti nel mondo dei maghi da secoli, l'unico degno avversario di Lord Voldemort, e aveva scelto il nome di un dessert come parola d'ordine.
Alzando gli occhi al cielo salì gli ultimi gradini e si trovò nella stanza alla presenza non solo si Albus Silente, ma anche di diversi professori della scuola: l'immancabile Minerva, il professor Vitious, la professoressa Sprite e infine l'ultimo arrivato: il professor Raptor.
"Severus! Entra, avanti! Aspettavamo giusto te per cominciare!" disse Silente con fare allegro.
Tutti si voltarono verso di lui e si sentì a disagio.
Nonostante fossero passati dieci anni da quando era diventato professore, rimaneva il più giovane tra loro e non mancavano certo di farglielo presente con il loro sguardo carico di giudizi e interrogativi.
Era come essere ancora lo studente diverso, lasciato in un angolo.
 
Si avvicinarono tutti al preside per ascoltare cosa avesse di così importante da dire loro.
"Vi ho riuniti qui perché quest'anno ospiteremo qualcosa di estremamente prezioso e importante tra le mura di questo castello"
Ancora una volta Severus pensò al ragazzo.
"Io e il Signor Flamel abbiamo convenuto che sarà più sicuro spostare la pietra filosofale nel castello dove sarà protetta in modo adeguato".
Tutti i presenti trattennero il fiato e si guardarono sbalorditi.
"Desidero che ognuno di voi escogiti una protezione per la pietra in modo da rendere impenetrabile il suo nascondiglio per chiunque abbia l'ardire di tentare di rubarla"
La professoressa McGranitt fu la prima a parlare.
"Ma è già all'interno del castello?"
"Ho inviato Hagrid a prenderla dal luogo in cui era custodita. Confido che sarà qui tra pochi giorni."
Tutti si guardarono sbigottiti. Pochi giorni per elaborare una difesa efficace per un oggetto così prezioso. Era un'impresa davvero ardua.
I pensieri di tutti furono interrotti ancora una volta dalla voce del preside
"Abbiamo tutti molto a cui pensare, non vi trattengo oltre. Sarete avvisati quando la pietra arriverà a Hogwarts. Potete andare ora."
E dicendo questo si sedette dietro la sua elegante scrivania con aria pensierosa.
Prima di varcare la soglia della grande stanza per tornare ai suoi alloggi Severus si sentì osservato, una sensazione come di pizzicore dietro la nuca.
Si voltò un momento per guardare Silente che gli rivolse uno sguardo carico di compassione e preoccupazione.
"E' ora Severus. Il ragazzo arriverà tra poco".
"Lo so." rispose seccamente prima di uscire il più velocemente possibile.
Se avesse potuto scappare da quel castello lo avrebbe fatto, e senza guardarsi indietro.
Raggiunse i sotterranei mentre la sua mente vagava tra ricordi lontani e non uscì dalla sua stanza fino al giorno dopo.
 
 
Mancava un giorno all'arrivo degli studenti e Severus cercò di tenersi più impegnato che potè.
Mangiava poco, non che avesse mai avuto troppo appetito, ma dormiva anche meno.
Gli incubi lo tormentavano.
In quel periodo più che in altri riviveva la notte del 31 luglio di undici anni prima nei suoi sogni.
Avendo preparato con largo anticipo i programma dei corsi di Pozioni, decise di buttarsi a capofitto sulla difesa della Pietra Filosofale.
Aveva elaborato un indovinello per cui solo una delle pozioni messe a disposizione avrebbe permesso di andare verso la pietra, e solo una avrebbe permesso di tornare indietro.
Ci aveva lavorato molto e Silente ne sembrava soddisfatto.
Doveva solo rifinire alcuni dettagli.
Presto sarebbe arrivata la Pietra e sarebbe stato chiamato a disporre la sua protezione come i suoi colleghi.
 
Durante quei giorni di permanenza al castello aveva cercato di evitare gli altri professori. Non era mai stato un uomo a cui piace la compagnia, figurarsi le chiacchiere inutili e i convenevoli tra colleghi.
Gli piaceva la pace dei sotterranei.
Presto sarebbe stato tutto rovinato da quei marmocchi viziati e rumorosi.
Non gli piaceva gran che insegnare.
Era un bravo pozionista ma avrebbe preferito insegnare Difesa contro le Arti Oscure, cosa non gli era mai stata concessa.
Sospettava che il motivo fosse legato al suo passato, ma nonostante le numerose prove di fiducia che aveva dovuto affrontare Silente non gli aveva ancora concesso quell'incarico.
Come per ogni altra cosa, accettava la situazione con la passività di chi va avanti per inerzia, aspettando un qualche cambiamento, ma senza fare nulla per modificarli.
 
 
Infine, il primo di Settembre arrivò, e con lui tutti gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Ricordava bene il suo primo giorno, l'emozione del viaggio in treno, la delusione quando lui e Lily erano stati separati dal cappello parlante.
Erano comunque riusciti a rimanere amici per un po'.
Almeno finche era riuscito a rovinare ogni cosa.
Scacciò ancora una volta il pensiero di lei e si diresse al nascondiglio della pietra.
Sarebbe stato il primo a mettere la sua difesa, in quanto sarebbe stata la più interna dopo quella di Silente, dopo di lui si sarebbero succeduti gli altri professori ma non rimase a guardare i colleghi all'opera, perciò andò a prepararsi per il banchetto.
In quei giorni non aveva indossato la sua personale divisa del "Professor Piton" fatta di abiti unicamente neri e da un lungo mantello che gli conferivano un'aria severa e austera.
Gli piaceva essere additato come il professore più severo della scuola. Era l'unico modo di ottenere il rispetto che meritava.
Forse somigliava a suo padre più di quanto avrebbe voluto. Questo pensiero gli provocò una nota di disgusto.
Odiava suo padre.
Decise di sbrigarsi a cambiare la camicia e il pantalone nero con i suoi soliti abiti scuri e andare verso la Sala Grande.
Lui e gli altri professori si sarebbero fatti trovare all'interno, mentre la professoressa McGranitt avrebbe accompagnato i nuovi studenti alla cerimonia dello smistamento.
Un momento particolarmente noioso, in alcuni anni c'erano così tanti allievi che gli era sembrato quasi eterno.
Poi, a dirla tutta ultimamente di studenti brillanti nella sua casa ne erano giunti ben pochi, e di quelli nemmeno l'ombra di un futuro pozionista.
Che delusione.
I Serpeverde erano più che altro figli viziati di maghi che una volta erano al servizio del Signore Oscuro, oppure ragazzi altezzosi e sempre pronti ad creare caos e risse.
Sempre meglio dei Grifondoro dopotutto.
Non li poteva davvero soffrire. Presuntuosi so-tutto-io con un'aria di superiorità che riusciva solo a dargli una gran nausea.
Mentre era assorto nei suoi pensieri sulle quattro Case di Hogwarts, gli studenti più anziani iniziarono a entrare alla spicciolata chiacchierando e prendendo posto nei tavoli assegnati  ciascuna Casa.
Quando tutti ebbero preso posto e i tavoli furono quasi del tutto pieni fece il suo tradizionale ingresso la McGranitt con un piccolo drappello di ragazzini impauriti ma allo stesso modo meravigliati.
Molti di loro, sapeva per esperienza, non avevano mai visto nulla del mondo magico, perciò non c'era da stupirsi dei loro occhi così sgranati da riempire quasi tutto il viso mentre osservavano il soffitto della stanza.
Quel soffitto piaceva particolarmente anche a lui, pensò.
Inizialmente non ci fece caso. Come ogni anno pensava ad altro durante lo smistamento, quindi non sentì nemmeno una parola di quello che venne detto.
Si limitò a battere svogliatamente le mani ogni volta che un marmocchio veniva assegnato a una delle case.
Che poi, non aveva mai capito l'entusiasmo dell'assegnamento. Nemmeno avessero scoperto la luna.
Poi fu come se una lama gli trapassò da parte a parte quel che restava del suo cuore.
……"Harry potter?" la voce di Minerva di colpo si fece più forte.
Il silenzio calò nella Sala Grande e tutti quanti, studenti e professori, perfino i fantasmi, si sporsero impercettibilmente in avanti per sentire meglio il verdetto del Cappello Parlante.
In molti credevano che da quell'assegnamento potesse dipendere il futuro del mondo magico: Grifondoro o Serpeverde?
Buono o cattivo?
Riuscì a sentire chiaramente i pensieri del ragazzo "non Serpeverde, non Serpeverde" e allo stesso modo riusciva a percepire il conflitto del Cappello.
Era una scelta molto importante e doveva ponderare bene la sua decisione.
"Bene, disdegna la Casa Serpeverde, è proprio degno figlio di suo padre".
Mentre questo pensiero scorreva nella sua mente sentì un'ondata di rabbia montare dentro di lui.
Non l'aveva mai sopportato suo padre.
Poi il Cappello Parlante finalmente emise la sua sentenza. "Grifondoro!!"
La Sala scoppiò in un boato immenso e con la coda dell'occhio riuscì a vedere lo stesso Silente esultare leggermente per la sua assegnazione.
Il ragazzo corse al tavolo dei Grifondoro raggiungendo i suoi compagni contento e soddisfatto per la scelta del Cappello.
Non lo aveva ancora visto in volto, si era accorto di lui solo quando si era già sistemato sullo sgabello traballante dandogli le spalle, ma era curioso di vederlo.
Quando finalmente si voltò e riuscì a scorgerne il viso fu attraversato da un moltitudine di emozioni.
Silente aveva ragione, aveva davvero gli occhi di Lily.
Vedere di nuovo quegli occhi però lo fece che star male, perché per tutto il resto, compresa la montatura degli occhiali, era identico al padre.
La fitta di dolore nel vederlo fu talmente forte che per mascherare l'espressione di disperazione fece una smorfia di disgusto.
Dopotutto stava guardando verso il tavolo dei Grifondoro, come capo della casa Serpeverde la rivalità era quasi un obbligo.
Poi nessuno sapeva davvero come stavano le cose a parte Silente, che però era impegnato a tenere il suo discorso di benvenuto.
La verità era che avrebbe voluto scappare via correndo come un ragazzino.
Sentiva che non avrebbe potuto farcela.
Non poteva vivere con quel ragazzino sotto lo stesso suo tetto. Per un momento ringraziò il Capello per non averlo messo nella sua Casa.
Quello sarebbe stato davvero troppo.
Sentiva quegli occhi verdi addosso ma fece del suo meglio per ignorarli.
Ecco.
Ignorarlo e rendergli la vita impossibile sarebbe stata la strategia giusta per tenerlo alla larga.
Almeno non lo avrebbe avuto intorno, non che avesse mai avuto fila di studenti adoranti nella sua classe.
Cercò di finire la sua cena in fretta e rivolgendo il meno possibile la parola agli altri professori.
Le loro chiacchiere inutili gli davano la nausea, in quel momento anche più del solito.
Dovette compiere uno sforzo per non scomparire quando il preside decretò la fine del banchetto di benvenuto.
Con passi veloci si diresse verso la sua stanza e si barricò dentro, cercando di chiudere fuori, oltre che le persone, anche i pensieri.
>
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: WitchAmbre