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Autore: Nami93_Calypso    27/04/2020    2 recensioni
Un prompt al giorno per sette giorni.
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Day 1 - Essere pirati (Mugiwara)
Day 2 - Primo incontro (Ace, Sabo)
Day 3 - Quarantena (Un po' tutti)
Day 4 - In fondo al mar (Pirati Heart)
Day 5 - Competizione (Rufy, Law, Kidd) -- SPOILER CAPITOLO 976
Day 6 - Notte insonne (Bibi, Sabo)
Day 7 - Scoperte (Nami, Law)
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“Questa storia partecipa a #TheWritingWeek di Fanwriter.it”
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: ASL, Eustass Kidd, Mugiwara, Nefertari Bibi, Pirati Heart
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Questa storia partecipa a #TheWritingWeek di Fanwriter.it”
Lista: One Piece
Prompt: Day 1 – Pirati
 
Angolo di Calypso
Buona sera a tutti.
È da moltissimo tempo che non mi metto a scrivere come si deve, specialmente su One Piece. Ma non mi soffermerò sull’argomento.
Grazie alla quarantena e a fanwriter.it ho trovato il tempo, il modo e la voglia di provare a riscrivere qualche cosina. Sono parecchio arrugginita quindi chiedo scusa per le cose orribili che potreste leggere. Ma ho voluto cogliere l’occasione per rimettermi un po’ in gioco.
Ho pensato molto a cosa fare per questa challenge, se utilizzare i 7 prompt in modo collegato ad esempio in una long, dedicandomi alle OTP, alle BROTP, a una tematica o simili ma alla fine… è uscito un miscuglio di cose, ovviamente xD Perciò ho deciso di parlare di cose diverse, personaggi diversi, generei diversi per, appunto, rimettermi in gioco nel modo più ampio possibile.
Quindi sì, insomma, troverete un sacco di cose a caso e senza senso. Siate clementi.
Con questo primo capitolo ho voluto un po’ reimmergermi nel clima delle prime saghe in cui tutto era semplice, erano tutti uniti e spensierati
COME SEMPRE le note sono uscite più lunghe del capitolo quindi stop.
Buona lettura.

 

 

Essere pirati

Nonostante fosse cresciuta circondata da pirati, in realtà li detestava con tutta se stessa.
Erano persone malvagie, egoiste, meschine, non avevano scrupoli e non si erano fatti troppi problemi ad uccidere una madre davanti alle sue due figlie piccole.
Si era unita a loro, nonostante tutto il dolore che provava, solamente per poter salvare il suo villaggio. Loro le avevano portato via tutto: sua madre, la sua famiglia, la sua vita. Ma, anche se avesse dovuto impiegarci anni, lei avrebbe salvato il suo villaggio e tutte le persone che vi abitavano.
Ogni momento che passava con loro non faceva altro che alimentare il suo odio, le uniche persone che prendeva di mira per ottenere il suo bottino altri non erano che pirati.
Era convinta che li avrebbe odiati per sempre.
Ma, un giorno, un ragazzino moro con un cappello di paglia e un ampio sorriso era letteralmente piovuto dal cielo e le aveva sconvolto la vita.
Anche lui era un pirata, ma era diverso. Era buono, il suo intento non era quello di derubare, uccidere o assoggettare. Il suo unico desiderio era essere libero e ovunque andasse portava con sé quel suo forte senso di liberà.
Lui l’aveva accolta, l’aveva salvata, aveva liberato lei e il suo villaggio e poi l’aveva accolta di nuovo.
Inizialmente, era stata quasi incredula di essere diventata una piratessa (questa volta per davvero) ma navigando insieme, Rufy le aveva mostrato la vastità del mondo e come era possibile essere pirati e al contempo persone giuste.
Aveva giurato a se stessa che avrebbe messo le sue abilità a servizio del sogno del suo capitano, lo avrebbe condotto fino alla fine della Rotta Maggiore.
Erano quasi a metà del loro viaggio, stavano per raggiungere l’arcipelago Sabaody, l’ultima isola del Paradiso.
-Chopper, guarda!-
L’urlo di Usop la risvegliò dallo stato di quiete in cui era scivolata mentre prendeva il sole sulla prua della nave persa nei suoi pensieri. Guardò in direzione del cecchino e lo vide mentre, con fare concitato, indicava al medico un punto in mezzo al mare.
A qualche centinaio di metri dalla loro imbarcazione vi era un banco di mostri marini giganti che emergeva dall’acqua per poi scomparire nuovamente sotto la superficie. Da come si muovevano i grossi mostri sembrava quasi stessero giocando tra di loro.
Ma lei non era stata l’unica a udire il richiamo di Usop.
-Wow!- Rufy, che fino a pochi istanti prima era disteso sulla polena della nave a forma di testa di leone (o di sole, non era molto chiaro), atterrò con un salto accanto a lei e guardò ammirato in mare in direzione del banco.
-Potremmo andare a pescarne uno! Potremmo mangiarcelo o tenercelo come animale da compagnia!- disse il capitano con aria eccitata, poi si voltò verso la navigatrice con sguardo speranzoso -Nami, possiam…- ma non terminò mai la sua richiesta perché la navigatrice lo aveva zittito dandogli uno dei suoi poderosi pugni (che riservava quasi esclusivamente a lui) sulla nuca.
-Non pensarci nemmeno, Rufy!- si spazientì la rossa alzandosi dalla sdraio.
-Perché no?- piagnucolò quello massaggiandosi il bernoccolo che già gli stava crescendo sulla testa.
-Perché è pericoloso!- rispose subito quella -E perché non possiamo fare deviazioni, siamo quasi arrivati a Sabaody e dobbiamo essere pronti-
-Non ricordavo fossi diventata tu il capitano, mocciosa- si inserì Zoro, che si trovava poco distante da loro, mentre appoggiava a terra il manubrio carico di pesi che stava utilizzando per allenarsi.
-Marimo, vedi di abbassare i toni con le mie dee. Non hai alcun diritto di rivolgerti a Nami-swan in questo modo- fece Sanji passando davanti allo spadaccino fulminandolo con lo sguardo, sguardo che mutò immediatamente quando raggiunse Robin, che occupava un’altra delle sdraio, e le porse una limonata ghiacciata spargendo cuoricini rosa tutti intorno a loro.
-Grazie, Sanji-kun- rispose lei con tono gentile mentre appoggiava il libro che stava leggendo per afferrare il bicchiere umido per la condensa.
-Ehi, si vede qualcosa!-
La voce di Brook, che in quel momento era di vedetta, li raggiunse dall’alto e tutti quelli raccolti sulla prua alzarono lo sguardo verso di lui.
-Sembrano… dei giganteschi alberi-
La navigatrice si voltò alla ricerca di Franky, ma non fu nemmeno necessario chiamarlo in quanto quello stava già salendo la scaletta per raggiungere il timone.
Nami studiò il log pose che portava al polso mentre si avvicinava al carpentiere.
-Aggiustiamo la rotta, Franky. Quindici gradi verso est-
-Ricevuto- rispose quello, afferrando il timone ed eseguendo il suo ordine.
Rufy, ormai dimentico dei mostri marini, corse verso la polena per poter osservare la loro prossima meta che si faceva sempre più vicina.
-Forza uomini!- urlò, così che tutto l’equipaggio potesse sentirlo -Pronti per una nuova avventura!-
-Sì!-
   
 
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