Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Am_I_a_Liar    09/08/2009    0 recensioni
E' questo che si pensa quando si viene feriti da qualcuno a cui si tiene come all'ossigeno?Non lo so, ma di certo è quello che ho provato io, un'accozzaglia di emozioni che spero di non provare mai più.. cronaca della mia prima, stupida ed inutile sofferenza amorosa!! Se ne avete voglia, leggete...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
fiducia

Ok, questa è la mia prima storia. Come si può notare, non è propriamente una storia. E' soltanto una specia di poesia/cronaca/sclero che ho scritto poco più che 3 mesi fa. Inizialmente, avrei dovuta pubblicarla esattamente il 18 maggio, per via di un mesiversario che, purtroppo, non ho potuto festeggiare. La caura è narrata nel mio componimento. Penso che il contenuto è intuibilissimo, quindi non c'è bisogno di dare spiegazioni per quello. E' molto semplice, perfino banale azzarderei, ma l'ho voluta pubblicare perchè narra una parte della mia vita, corrispondente a uno dei giorni più tristi per me. 

Ora, ripensando a quello che ho scritto e a quello che ho passato, mi viene solamente da ridere, perchè penso che sono stata proprio un'immatura. E dire che sono passati, come ho detto in precendenza, solamente tre mesi. Comunque, l'animo umano è labile e effimero, perciò...

Ma basta!Dopo tutte queste inutili elucubrazioni mentali, vi lascio a questa cosina indefinibile!Spero che possiate capire il mio stato animo del periodo e che le mie azioni non vengano giudicate.L'ho messo nella sezione "drammatico" perchè non sapevo proprio dove ficcarlo! Ringrazio in anticipo chi leggerà (se qualcuno leggerà!)!

Am_I_a_liar

DICEVI CHE MI POTEVO FIDARE…

 

Il mio braccio sanguina, così come il mio cuore.

Questo dolore arrendevole e netto non riesce, tuttavia, ad alleviare lo squarcio che si è aperto nel mio petto.

Il cuore mi fa male.

Tanto.

 

Il sangue,

che mi scorre lungo l’avambraccio e lungo il polso, che raggiunge il palmo della mano e le dita per poi schiantarsi a terra in un tacito rumore,

è ipnotizzante ed è la mia immagine interna, profonda.

Io sto sanguinando, dentro.

 

<>, mi avevi detto un giorno.

Non la ricordi questa frase? Non ne ricordi il contesto? Non ti dice proprio nulla?

Io non dovevo avere certezze; io, di te, mi potevo fidare, dicevi.

E ora?

A causa di una TUA incertezza tu mi hai distrutta.

 

Hai preso il mio cuore, lo stesso che ora piange, scalmana e invoca disperato il tuo nome, sperando che questo sia un incubo e non la cruda realtà,

lo hai coccolato, scaldato, vezzeggiato, reso tuo.

Non si era mai sentito così vivo.

Lui era vivo grazie a te.

 

Ed ora, sempre grazie a te, sta morendo lentamente,

spento da colui che lo aveva fatto sentire amato,

che mi aveva fatto sentire amata

per la prima volta.

Io mi sentivo stupenda, insieme a te.

 

Finalmente, avevo acquistato un po’ di quella fiducia in me stessa che mi mancava,

quel pizzico di autocompiacimento che mi rendeva sempre sorridente e soddisfatta.

Adesso, quel barlume che si era impiantato in me

 si è prosciugato totalmente.

E mi chiedo quando si riaccenderà.

 

Tuttavia, la mia vita non finisce con te.

Lo so.

Tu sei stato il regalo più grande che mi sia stato fatto finora.

Ma anche tu sei destinato ad essere piano piano dimenticato,

come un qualsiasi vecchio regalo.

 

Un’unica cosa mi chiedo:

quando succederà?

Lo ripeto da ore al mio cuore: dimentica, dimentica,

DIMENTICA!

Ma non mi vuole ascoltare e piange.

 

Piange per quello che ha perso inesorabilmente,

per i ricordi che detiene dentro sé

e che tu ti sei lasciato alle spalle,

insieme a me,

per quello che hai rappresentato.

 

Perché tu hai rappresentato l’Amore.

Quello stesso sentimento che non avevo mai provato per nessuno

e che, prima di te, pensavo fosse soltanto uno slancio immaturo

e dettato dalla pazzia degli ormoni adolescenziali.

Ma non è così.

 

Se fosse così, ora dai miei occhi non sgorgherebbero lacrime,

dalla mia bocca non uscirebbero singhiozzi sommessi che devo nascondere ai miei genitori,

la mia anime smetterebbe di urlare

e questa lama non affonderebbe nel mio braccio.

E non mi sentirei nemmeno così…vuota e tradita.

 

Lo ribadisco, però: la mia vita, per quanto da me non molto amata sia, non termina con te.

Il tuo era solo uno dei tanti capitoli scritti da qualcuno nella mia biografia.

Continua e continuerà fino a che troverà qualcuno che la sosterrà.

Questa non è la fine della mia esistenza,

né del mio avvenire.

 

È solo la fine della favola più bella che abbia vissuto fino ad adesso.

Ed è la fine peggiore che mi aspettassi,

ma pur sempre la fine sconvolgente di una storia vissuta

con tutto il cuore.

Almeno, per quel che mi riguarda.

 

Forse, ho atteso troppo a dirti quelle parole che tu aspettavi ma che il mio orgoglio teneva prigioniere.

E questo mi fa ridere, perché proprio ora, proprio nel momento in cui ho trovato il coraggio di pronunciarle ad alta voce di fronte a te,

tu mi distruggi.

 

È incredibile…

E mentre scrivo questa stupidissima cronaca, il mio braccio continua a sanguinare

ed il mio cuore con lui.

Buffo, non trovi?

Mi sento patetica e sempre a causa tua.

 

Ora, non ne conosco il motivo, ma mi sta ronzando in testa un verso della forse più celebre e scontata poesia di Catullo: “Dammi mille baci, e ancora cento, poi altri mille, e altri cento ancora, e mille e cento e non fermarti mai…”. È dedicata a Lesbia, la sua amante amata che lo ha fatto dannare e che lo ha portato ad odiarla.

Un uomo malato d’amore per una donna che non amava lui, ma l’amore.

 

Pensa…

Avrei voluto pronunciarla al tuo orecchio, languidamente,

posando la mia bocca sulla tua,

prendendo per una volta quell’iniziativa che mi è sempre mancata

quando ero con te.

 

Ma ora continuerò solamente a sognare il momento in cui uscirà finalmente

dalle mie labbra,

pronunciata all’orecchio della persona che il destino ha in serbo per me.

Sia essa uomo o donna, non mi interessa.

L’importante sarà solamente il sentimento che proverò, uguale a quello che sentivo per te.

 

Basta.

Questo è quello che in faccia non avrò mai il coraggio di dirti,

non per codardia, ma per orgoglio.

Non voglio sembrare una debole ragazza distrutta dal dolore, come in realtà sono,

ma una ragazza forte che è in grado di risorgere.

 

È questo che il mio orgoglio mi sta imponendo, ma ancora non ci riesco.

È troppo presto.

E, credimi, è frustante sentire di dipendere così tanto da una persona,

anzi da un ricordo,

inoltre doloroso.

 

E resto in silenzio, immobile,

mentre la tua immagine diventa sempre più sfocata a causa delle lacrime e del dolore straziante che la mia anima sta sopportando,

che cerca di sopportare,

in ogni modo che conosce.

 

Lo so, ormai devo farmene una ragione, ma non ci riesco.

Perché tu sei ancora lì, rinchiuso dietro le sbarre del mio cuore

che è ancora aggrappato a quelle tue ultime parole.

Esse sono fumo, una scusa che hai pronunciato per non dire quell’addio così pesante.

E io mi ci aggrappo perché la speranza, per quanto labile ed astratta, è sempre l’ultima a morire.

 

Mi permetti di sperare?

O è meglio se zittisco ora il grido di strazio del mio cuore,

dicendogli una volta per tutte che non c’è più niente per cui aspettare?

Ormai, io so già cosa succederà…

Ma come il mio braccio, la mia anima e il mio cuore non possono smettere di sanguinare.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Am_I_a_Liar