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Autore: Gatto1967    28/04/2020    2 recensioni
“Revenge” è una nota serie tv di qualche anno fa, in cui una giovane donna che da bambina aveva avuto la vita sconvolta a causa degli intrighi di una ricca e potente famiglia, torna ai suoi luoghi di origine (gli Hampton di NewYork) per mettere in atto una terribile vendetta.
Uhm… ma questo che c’entra con Candy?
Candy non è tipo da vendette, o forse sì?
In questa storia decisamente OOC, una Candy indurita da esperienze di vita che sono andate diversamente dalla serie originale, arriva alla villa dei Legan decisa a vendicarsi della ricca famiglia che le ha sconvolto l’esistenza.
Ci riuscirà? Sarà davvero capace di mettere in atto la sua vendetta?
p.s. ATTENZIONE!!! Questa NON è una storia sentimentale, bensì una storia che predilige il filone avventuroso/drammatico della saga Candyana.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: questa storia è una fan fiction che riprende l'opera originale di Kyoko Mizuki, i cui diritti d'autore sono detenuti da autrice e casa editrice. Non ho diritti sui personaggi ne tanto meno sulla storia originale che vado a modificare. Non c'è scopo di lucro in questa mia storia, per tanto non lede ai diritti d'autore.



La lussuosa automobile si fermò davanti all’ingresso della villa dei Legan, e ne scese una elegantissima e giovane donna che suscitò uno sguardo di muta ammirazione in quanti la videro.
Neal Legan, in piedi sotto il portico che immetteva all’ingresso della casa fischiettò di meraviglia, e sua sorella gli appioppò una gomitata.
-Controllati imbecille!- gli disse sottovoce -Se vuoi infinocchiarti questa ricca pollastra non ho niente in contrario, ma c’è modo e modo.-
Sara Legan fece un grugnito come a richiamare il figlio, e poi sfoderò un sorriso tanto radioso quanto ipocrita.
-Benvenuta nella nostra casa signorina Engalls. Molto lieta di fare la sua conoscenza.-
-La ringrazio signora Legan.- rispose la giovane donna bionda porgendo la mano alla padrona di casa. -Sono molto lieta anch’io di fare la sua conoscenza.-
-Le presento i miei figli, Neal e Iriza.-
-Onoratissima signorina.- le disse Iriza accennando addirittura un inchino che la bionda ospite ricambiò
-L’onore è mio signorina Iriza.-
-Lasci che le presenti mio fratello Neal.-
-O-o-onoratissimo…-
Neal era rimasto semplicemente in bambola davanti alla sventola bionda che aveva davanti.
Quei capelli biondi sciolti sulle spalle e quegli occhiali dalla montatura così elegante, le conferivano un aspetto che lasciò il giovane Legan senza fiato.
-Signor Legan…- disse lei porgendo la mano come se si aspettasse un baciamano.
Un po’ in ritardo Neal capì e si inchinò a baciare la mano dell’illustre ospite.
Che mano ruvida, pensò il giovane Legan, non sembrava la mano di una signorina dell’alta società.
-Prego signorina Engalls, vogliamo accomodarci in casa?-
-Grazie signora Legan.-

Poco dopo i tre Legan e la loro illustre ospite, sedevano in un saloncino interno della villa dove una giovanissima cameriera servì loro il tè.
-Emily! È pronta la stanza degli ospiti?-
Il tono della signora Legan appariva inutilmente sgradevole.
-Sì signora, ho appena finito di sistemarla insieme a Nellie. Manca solo di portare su i bagagli della signorina.-
-Cosa aspetti allora? Valli subito a prendere e portali nella stanza degli ospiti!-
-Non si preoccupi signora Legan.- intervenne la signorina Engalls, -Ci penserò io subito dopo aver preso il tè. Sono abituata a fare da sola io. Sapete, non sempre nei miei viaggi trovo servitori e camerieri.-
-Capisco perfettamente signorina Engalls. Allora lascia stare Emily.-
Mentre prendevano il tè, la conversazione cadde sul motivo della visita della signorina Engalls a casa Legan.
-Mi levi una curiosità signorina.- chiese Iriza -Perché vuole vendere le sue fattorie in Messico, e perché ha pensato proprio a noi Legan! Noi fino a qualche tempo fa non sapevamo niente di lei.-
La giovane ospite sembrò soppesare la sua risposta per qualche secondo. Poi prima di rispondere accavallò le ginocchia con una mossa che sembrava studiata ad arte, scoprendo così ulteriormente le sue lunghe gambe e provocando un imbarazzo che i padroni di casa riuscirono a malapena a nascondere, soprattutto Neal.
-Vede signorina, gestire un piccolo impero economico è un impegno notevole per una ragazza sola come me.
Quando i miei poveri genitori sono morti qualche mese fa, mi hanno sì lasciato la loro immensa fortuna, ma anche un notevole carico di problemi. 
Il Messico poi è un paese molto particolare rispetto agli Stati Uniti, molto più selvaggio se vogliamo dirla tutta, ed essendo la mia famiglia originaria degli States, ho deciso di vendere tutto e tornare qui.
La vostra famiglia è molto nota in Messico per gli investimenti che vi ha fatto. Le vostre fattorie sono conosciute anche a Mexico City, dove abitavo io, e sicuramente voi siete molto più organizzati di quanto possa esserlo io per mandare avanti anche le mie fattorie.
Mi ci vede signor Legan a girare il Messico per curare i miei interessi? Molto meglio sbarazzarsene e vivere di rendita non trova?-
Neal fu colto di sorpresa e non riusciva a spiccicare parola. Si ritrovò a sudare freddo davanti a quella affascinante ereditiera.

Poco dopo la bionda ospite dei Legan si ritirò nella sua stanza con la scusa di controllare i documenti che doveva consegnare al signor Legan quando fosse tornato a casa tre giorni dopo.
La piccola Emily la accompagnò alla stanza degli ospiti.
-Ecco signorina, questa è la sua stanza. Da quella parte…-
-C’è il bagno, lo so.-
-Come fa a saperlo signorina?- chiese la bambina sinceramente sorpresa.
-Cioè… suppongo che quello sia il bagno… sai piccola, io viaggio molto e così…- 
-Capisco signorina.- disse poi mentre si accingeva ad andarsene.
-Aspetto un momento Emily!-
-Cosa… cosa posso fare ancora per lei?-
-È da molto che lavori in questa casa?-
-Da tre anni signorina.-
-Lavori per aiutare i tuoi genitori?-
-No signorina, io sono un’orfana. Fino a tre anni fa vivevo in un orfanotrofio di Chicago, e poi i signori Legan mi hanno offerto di lavorare per loro.-
Amanda Engalls rimase interdetta per un po’, sembrava quasi non riuscire a spiccicare parola.
-Come… come ti trattano qui?-
-Beh non posso lamentarmi. La signora Legan è severa ma tutto sommato è una buona padrona. Non mi pagano granché ma almeno ho un tetto sulla testa e qualcosa da mangiare tutti i giorni.-
-E i figli?-
-La signorina Iriza mi ignora completamente. In tre anni mi avrà rivolto la parola tre o quattro volte. Il signor Neal è un po’ più gentile, a volte mi regala anche una moneta.-
-E il padre? Il signor Raymond?-
-Oh, quello non c’è mai in casa, e quando c’è si rinchiude nel suo studio.-
La giovane donna prese una moneta dalla sua borsetta e la diede alla piccola Emily.
-Grazie signorina!- trillò lei prima di rivolgere un inchino all’importante ospite e uscire dalla stanza.

Uscita la piccola cameriera, la giovane donna si avvicinò alla finestra. Davanti a lei si stendeva il viale d’ingresso alla proprietà dei Legan, in fondo era ben visibile il grande cancello, e un po’ spostate sulla destra c’erano le stalle.

-Dove stanno portando il mio letto?-
-Tu non dormirai più in questa casa.-
-E… dove dormirò?-
-Nelle stalle Candy!-

Candy appoggiò le mani sul vetro della finestra, e nonostante i suoi sforzi, non riuscì a impedirsi di piangere. 
Ormai pensava di non avere più lacrime, ma evidentemente si sbagliava.

 

   
 
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