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Autore: Dragon mother    28/04/2020    2 recensioni
Perchè ad un appuntamento al buio non sai mai cosa può capitare..
Dal capitolo..
-Vi prego ditemi che è uno scherzo perché se non è così io me ne vado.
Davanti ai miei occhi compare un uomo tarchiato, sulla cinquantina, stempiato e bassotto che mi fissa insistente.-
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Sera ragazze. Come state? La mia testolina si è intestardita a voler scrivere storie da un solo capitolo e quindi eccomi qui con un nuovo esperimento.
Vi aspetto comunque domani per il doppio aggiornamento delle altre storie. Fatemi sapere che ne pensate! A presto
 
 
 
Bella
 
E’ cominciato tutto per scherzo, in un pomeriggio di chiacchiere tra le ragazze e me.
Un pomeriggio in cui Alice, seguita da Rosalie, ha avuto questa brillante idea.
Ed ora mi ritrovo qui, a quasi trent’anni, a partecipare a questo appuntamento al buio, senza avere la minima idea di chi potrei trovarmi di fronte.
A volte vorrei avere l’intraprendenza di Alice ed essere spigliata almeno la metà di quanto lo è Rose, solo per sembrare un pò più sicura di me stessa.
Tamburello le dita di una mano sul tavolino, annoiata, sollevando con l’altra il mio bicchiere ancora pieno di gin-tonic e ci guardo attraverso come fosse una palla di cristallo.
Che diavolo credi di vederci dentro, Bella, se non la consapevolezza che il tuo appuntamento si sta facendo attendere oltre misura.
Già, l’appuntamento.
Sbuffo, un po’ contrariata da tutta questa situazione e per il fatto che stasera mi sono tirata a lucido per il tipo che non è ancora arrivato.
Butto l’occhio alcuni tavolini più in là e posso vedere Alice molto presa dal suo di appuntamento: un ragazzo piuttosto carino con una folta chioma bionda che proprio ora le sta accarezzando una mano.
Al tavolo appena dietro, Rosalie parla animatamente con un tipo dai bicipiti che sembra possano scoppiare da un momento all’altro.
Pensando alle mie amiche, posso dire che hanno proprio trovato chi fa al caso loro.
Accidenti, mi sono infilata in questa scocciatura a causa di quelle due pazze e adesso me ne pento.
Sbuffo nuovamente quando una voce alle mie spalle mi fa sussultare.
Spero con tutta me stessa che finalmente il mio appuntamento sia arrivato e impaziente mi volto per guardarlo e salutarlo.
Ma appena la sua figura entra nel mio campo visivo il mio cuore si ferma.
Vi prego ditemi che è uno scherzo perché se non è così io me ne vado.
Davanti ai miei occhi compare un uomo tarchiato, sulla cinquantina, stempiato e bassotto che mi fissa insistente.
Merda.
Vorrei che una immensa voragine m’inghiottisse proprio in questo preciso instante.
Deve essere per forza uno scherzo.
Sì, dai, è uno scherzo.
Guardo le mie amiche ma nessuna delle due mi sta minimamente calcolando.
Ok.
No niente è ok, non può finire così, accidenti, potrebbe essere mio padre e poi santo dio l’avete visto?
Potrebbe andare bene se fosse Richard o George ma non si avvicina minimamente a loro due se non forse per la fascia d’età.
Sto valutando se scappare, fingere un malore o correre in bagno e uscire dalla porta di servizio quando lui insistente richiama la mia attenzione.
Ma che vuole?
“Signorina, mi sente, le è caduta la sciarpa”
La sciarpa, la sciarpa.. quando realizzo cosa ha detto una risata liberatoria mi esce dalla bocca e prendendo la sciarpa che gentilmente mi sta porgendo lo ringrazio.
Oddio.
Mi passo una mano tra i capelli e quando mi volto un attimo dopo, lui non c’è più.
Mi affloscio sulla sedia per rilassarmi, grata dello scampato pericolo ma stasera le sorprese non sembrano davvero finire.
“Mi scuso per il ritardo ma sono stato trattenuto dal lavoro”
Di nuovo una voce alle mie spalle mi fa voltare ma lo spettacolo che mi trovo davanti questa volta mi fa pensare che lassù qualcuno mi voglia bene, molto bene.
Mi alzo cercando di non ribaltarmi su questi trampoli che Alice mi ha costretta a calzare ma ci si mette anche il vestito che mi fa camminare come fossi un pinguino.
Comunque ora che sono in posizione eretta, posso vedere che da qui il tipo è ancora più sconvolgentemente un figo da paura.
Sì, Dio esiste e mi vuole proprio bene.
Ok Bella, frena gli ormoni.
“Ciao, io sono Edward piacere” mi tende la sua mano affusolata, curata da una perfetta manicure
“Piacere mio, Isabella” l’afferro ed è così morbida e calda e.. ok basta.
Vi starete chiedendo come fa a sapere che sono proprio io il suo
appuntamento al buio?
Ebbene signori, il dress-code è la chiave di tutto.
Per le donne un vestito rigorosamente di colore rosso;
per gli uomini un completo nero con cravatta e camicia bianca.
 
Cerco di stemperare l’imbarazzo, quanto meno il mio perché lui mi sembra tranquillissimo, dicendogli di non preoccuparsi per il ritardo
perchè l’attesa è valsa la pena..
no questo è meglio tenerlo per me.
“Che stavi bevendo?” mi chiede dopo avermi squadrata per bene
“Umhh un gin-tonic. Facciamo un altro giro ti va?” propongo io
Ma si ubriachiamoci come se non ci fosse un domani tanto credo che, come si dice per Napoli, dopo aver visto lui posso anche morire.
“Volentieri” richiama l’attenzione di un cameriere che dopo poco ci porta l’ordinazione.
Poi si siede di fronte a me.
Lo imito anch’io accorgendomi che con davanti quel pezzo di ragazzo questa sedia non è mai stata così scomoda, fino ad ora.
Mi muovo irrequieta cercando di non dare troppo nell’occhio, ma duro poco perché lui inizia ad allentarsi la cravatta e un attimo più tardi si toglie la giacca e la appoggia alla sedia.
Pensando però che tutto ciò non sia abbastanza per stare comodi, slaccia i polsini della camicia e inizia ad avvolgerli piano piano fino all’avambraccio.
Cerco di contenermi neanche fossi un’assatanata e di nuovo mi pare di riuscirci se non fosse per qualcosa che spunta da sotto la camicia: un tatuaggio.
Ok, devo stare calma e per fortuna lui mi aiuta, mettendosi tranquillo sulla sua sedia.
“Allora, cosa ti ha portato qui stasera?” mi chiede allungando un braccio sul tavolino e scoprendo un po’ di più il tatuaggio.
Quel pezzetto di pelle decorato ha completamente catturato la mia attenzione e anche lui sembra accorgersene.
“Ti piace? L’ho fatto un anno fa. A me piace molto, è il mio preferito” mi chiede indicando il suo braccio.
“Sì, è molto bello. E’ il tuo preferito?” non mi accorgo di aver dato fiato ai pensieri con l’ultima frase quando lui soddisfatto risponde
“Oh sì certo, io li adoro” mi dice soddisfatto, iniziando ad elencarmeli tutti
“Ho un paio d’ali qui sulle scapole” si indica dietro le spalle, seguo i suoi movimenti come se non sapessi dove sono
un drago qui sul fianco destro” mi spiega sempre indicandosi il corpo  “e un serpente che scende qui” e in quel momento vorrei sotterrarmi, quando mi indica che il suo serpente va a finire proprio all’interno dei suoi pantaloni.
All’improvviso sento così caldo che ho il bisogno di farmi aria; afferro la lista dei cocktails agitandola energicamente davanti alla mia faccia.
Si vede proprio Isabella che non sei più abituata a stare in compagnia di un uomo.
Lui mi guarda tra lo stranito e il divertito, cercando di non ridermi in faccia, per riportare la conversazione sulla giusta via.
E per questo lo ringrazio mentalmente.
“Allora dicevamo.. come mai hai deciso di provare un appuntamento al buio?”
“Beh è una storia un po’ lunga”
“Io ho tanto tempo” mi dice strizzandomi un occhio e poi prosegue
“Intanto, potresti cominciare dall’inizio”
Già, infondo siamo qui per conoscerci.
Allora gli racconto di quelle due pazze, sedute qualche tavolino più in là, con le quali condivido una stupenda amicizia da quando siamo in fasce.
Non posso trattenere un risolino al pensiero di quante ne abbiamo combinate insieme noi tre.
Quando gli dico che questa idea è venuta a loro, solo per passare una serata differente, lui scoppia a ridere e interrompe il mio racconto.
“Scusami, Isabella” dice mettendosi una mano davanti alla bocca
“Questa storia ha un che di familiare: anche io sono qui su idea di un paio di amici, abbiamo già qualcosa in comune, vedi.
Io sono stato costretto a partecipare perchè i miei amici erano stanchi di vedermi solo, senza una donna.
Ma continua ti prego” mi invita con un gesto della mano.
Proseguo, aggiungendo aneddoti di quel giorno in cui Alice mi fece la proposta..
 
Era un lunedì pomeriggio di due settimane or sono, ero appena tornata dal lavoro ed era stata una giornata molto intensa. Alice si era presentata a casa mia dopo cena, in compagnia di Rose, con quest’idea; aveva trovato per caso, dice lei, un biglietto da visita di un’agenzia specializzata in appuntamenti al buio.
Rosalie era stata subito d’accordo, restavo io da convincere.
Alla fine ho ceduto, conscia che probabilmente me ne sarei pentita.
 
“Ma ora non sono più così dispiaciuta di aver accettato, sai, sono stata fortunata, è piacevole la tua compagnia” dico in tono gentile.
“Ne sono onorato e posso dire di contraccambiare le tue parole. Ma dimmi, cambiando argomento, che lavoro fai?” mi chiede curioso, accavallando le gambe
“Io lavoro in un centro estetico, sono un’estetista ma nel nostro centro siamo specializzati anche nei massaggi” rispondo molto soddisfatta del mio impiego.
“Interessante, magari un giorno potrei passare da te a farmi fare qualche massaggio, con il mio lavoro sono sempre così teso e sotto pressione”
Ok, allora lo fa apposta a provocarmi.
La mia faccia infatti la dice lunga e ben presto lui scoppia a ridere.
“Isabella ti sto prendendo in giro, oddio veramente no, me lo farei fare volentieri un massaggio da queste mani” si allunga per afferrarle e stringerle nelle sue..
Ohh.. tu non sai quanto piacere farebbe a me.
“però sei troppo carina quando arrossisci per l’imbarazzo”
Guarda te, questo ragazzo sfrontato cosa mi dice.. ma non riesco a trattenermi e scoppio a ridere anche io.
Mi sento proprio rilassata con Edward, perfino pronunciare il suo nome è rilassante
 
Edward  Edward  Edward
 
Impieghiamo il tempo seguente per parlare un po’ di tutto.
Gli racconto che, da quando mi sono trasferita per lavoro, abito da sola in una casetta con un piccolo giardino, poco lontano dal centro; parliamo di cosa ci piace fare nel tempo libero e mentre io gli dico di amare la lettura e che mi piace ascoltare musica, lui si dedica al tennis e a suonare il piano.
Lui mi descrive il suo lavoro, in uno studio notarile, immerso in scartoffie ogni giorno.
Ci raccontiamo dei nostri gusti musicali fino a quelli gastronomici;
parliamo anche delle nostre storie passate, con mio evidente imbarazzo, data la mia scarsità in materia e qui scopriamo di essere coetanei: anche lui compirà trent’anni e proprio fra qualche mese.
Lui è molto a suo agio e me lo fa capire più volte, ad esempio quando si mette comodo sulla sedia o quando si comporta come se ci conoscessimo da una vita e non da un paio d’ore; devo dire che anche io dopo il primo impaccio mi sono sciolta.
Pensavo sarebbe stato un disastro e invece questo incontro mi ha fatta stare bene e spero che anche per lui sia così perché vorrei rivederlo ancora.
Ci facciamo una partita a biliardo dove sorprendentemente riesco a non fare una pessima figura anche se
perdo comunque contro Edward, alla lunga più esperto di me.
Un’occhiata all’orologio che indica mezzanotte in punto, mi riporta alla favola di Cenerentola e proprio come lei mi rendo conto che il nostro tempo insieme è finito.
Segue il mio sguardo rivolto all’orologio e sbuffa infastidito.
“The time is over” mi sussurra passandomi accanto per raggiungere il nostro tavolo.
Da gentiluomo mi aiuta ad indossare la giacca e mi porge la borsa abbandonata su di una sedia lì vicino.
“Sei con la tua auto?” mi chiede mentre gentilmente si offre di pagare il conto per entrambi.
“No sono venuta in taxi” borbotto, maledicendomi per quella scelta che all’inizio sembrava perfetta: avrei potuto bere senza poi preoccuparmi di dover guidare.
“Beh se vuoi posso accompagnarti io” mi propone ammiccante.
Che gentiluomo, al giorno d’oggi non se ne vedono più tanti in giro.
Accetto di buon grado e mentre usciamo saluto le mie amiche che proprio in quel momento hanno posato lo sguardo su Edward e me.
L’aria della sera è frizzante ma non dobbiamo fare tanta strada per arrivare alla sua auto che è parcheggiata non lontano dal locale.
E’ un’auto lussuosa, molto curata.
Mi apre lo sportello e un profumo di vaniglia invade subito le mie narici.
Dopo essermi allacciata la cintura e aver atteso che anche lui si sistemi, gli indico la strada per casa mia.
Il viaggio mi sembra durare così poco, perché infondo non vorrei ancora separarmi da lui.
Ho cercato di sfruttare fino all’ultimo istante la sua compagnia, senza averne mai abbastanza.
E quando parcheggia di fronte casa mia, capisco che è davvero giunta l’ora dei saluti.
Scende e fa il giro dell’auto per aprirmi la portiera e gentilmente mi accompagna fino alla porta.
Sembra una di quelle scene dei film, tra innamorati ma purtroppo non è il nostro caso.
“Grazie Edward, per la piacevole serata, sono stata in ottima compagnia.
Chissà magari potremo rincontrarci, se sarà destino”
Già, il destino, io sono così fortunata che per me il destino non intercede di sicuro.
“Anche io Isabella sono stato bene.
Sei stata una piacevole scoperta stasera, ho conosciuto un tipo interessante di ragazza che non credevo potesse esistere”
Addirittura, penso mentre allunga una mano sul mio braccio.
Poi con molta naturalezza, si sporge verso di me e mi lascia un delicato bacio sulla guancia.
Gesto che mi spiazza inizialmente ma che mi fa sorridere, poi.
“A presto, Edward” dico, infilando le chiavi nella toppa della porta.
“Lo spero, Isabella, lo spero” sospira lui, allontanandosi.
Sto per entrare in casa quando lo sento chiamarmi
“Isabella?”
“Sì” gli rispondo voltandomi
“Ti andrebbe di vedere tutti i miei tatuaggi?”
   
 
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