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Autore: Sara_JBNH    28/04/2020    0 recensioni
"Guardavo la vena della sua fronte pulsare dalla rabbia, la sua cicatrice che sembrava trafiggere quel suo occhio dorato, e percepii qualcosa che mai avevo provato in sua presenza: elettricità."
Nota: Storia ambientata nel mondo di FF XV, ma alcuni dettagli sono immaginari.
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Noctis Lucis Caelum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Il Mattino dopo la sveglia non suonò, quel giorno si celebrava la memoria del centesimo Re di Lucis, che aveva dato la vita per non permettere all'antico impero di mettere le mani sul Cristallo reale, cimelio che noi della stirpe dei Lucis Caelum dovevamo proteggere una volta diventati Re. Un giorno quel compito sarebbe toccato a me, ma non volevo pensarci, almeno fino a tempo debito.
Alle 7 del mattino, sentendomi un peso sul petto, confuso aprii gli occhi, e in quel momento, riconoscendo a chi appartenesse il braccio che poggiava sul mio corpo, ricordai tutto quello che successe la sera prima. Io e Gladio eravamo ormai diventati qualcosa che ancora non riuscivo a definire per quanto mi sentissi legato a lui, e avevo capito, ma non ancora realizzato, che anche lui sentisse quel legame.
Gladio era prono, con il viso rivolto verso di me, sentivo il suo respiro profondo, il che significava quanto fosse ancora immerso nel suo sonno. Aveva un'espressione serena, i muscoli così rilassati, e pensai che non lo avevo mai visto così inerme e vulnerabile. Pensare di essere l'unico a cui fosse concesso di vederlo in questo modo, mi fece stampare in faccia un sorriso veramente compiaciuto. Non potevo vedermi, ma ne avvertii gli effetti.
Di rischiare di svegliarlo non se ne parlava, non avevo il coraggio di muovermi, per quanto ne avessi la piena possibilità, grazie al miracoloso unguento degli Amicitia che la sera prima mi aveva spalmato sulla schiena. Sobbalzai come se quel ricordo mi avesse di nuovo fatto sentire la sua mano possente sulla mia schiena nuda. In quel momento realizzai che Gladio mi aveva alzato la maglietta, e sentii il volto andarmi in fiamme. "Sono ridicolo" pensai, non potevo sentirmi in imbarazzo per una cosa così normale, dopotutto era stato un gesto amorevole o comunque qualcosa che tra compagni di allenamento di sicuro gli era capitato di fare. Ma non a me, io di solito preferivo soffrire lontano dagli sguardi indiscreti, non mi piaceva essere vulnerabile di fronte agli altri, e tantomeno senza vestiti. Eppure con lui per quanto all'inizio fosse stato strano, poi avevo provato delle emozioni nuove e devo ammettere, anche appaganti.

Gladio:" Però, che strano vederti così concentrato di mattina. O di pomeriggio. O di sera. C'è qualcosa di interessante sul soffitto?" Il mio cuore esplose al suono di quella voce. Mi sentivo un idiota, ma non riuscivo a controllare quelle vampate che per fortuna non mi facevano fumare la pelle. Ma dovevo ritornare lucido e rispondergli, per quanto fossi intontito non mi erano sfuggite le sue frecciatine, che in parte mi avevano tranquillizzato, voleva dire che era il solito Gladio, e io il solito Noctis sempre pronto a tenergli testa:"Probabilmente ideare un piano per sfuggire al peso di un bisonte richiede molto impegno mentale, e il soffitto è l'unica cosa che vedo da quaggiù". Speravo che dalla mia voce non trapelasse l'agitazione che stavo provando.
Gladio:" Ed è la sua vista che ti fa venire la tachicardia?" Disse con un suono profondo e un po' strozzato visto che si stava stiracchiando, ma non sembrava intenzionato a togliere quel braccio dal mio petto.
Noct: " Piuttosto, come mai sei già sveglio a quest'ora? Devi addestrarti anche oggi?" Volevo ribaltare l'attenzione su di lui, mi imbarazzava essere il centro di quella conversazione.
Gladio: "No" disse, e portando la mano sul mio cuore aggiunse: "Ecco perché sono sveglio" intanto sogghignava e teneva gli occhi chiusi come se stesse parlando nel sonno.
Rimasi in silenzio nella paura di aver intuito a cosa volesse arrivare, e cominciai a trattenere il respiro.
Gladio: "É per questo frastuono" disse picchiettando la mano nello stesso punto su cui l'aveva appoggiata, subito dopo alzò lievemente la testa dal cuscino socchiudendo gli occhi, pensai che mi guardò per un attimo, poi si rimise come prima e aggiunse" E no, il tuo cuore non rallenta neanche adesso che provi a trattenere il respiro".
Accidenti! Lo sapevo, non gli sfuggiva mai niente, specialmente se una cosa mi riguardava. Infatti era sempre così abile nel pungermi sul vivo quando ci scontravamo.
Gli risposi semplicemente:" Non ti sopporto". La sua reazione fu issarsi su un braccio e sporgersi su di me, molto vicino al mio volto. Aveva l'aria ancora un po' assonnata ma severa. Rimase così per qualche secondo, ma lo percepii come un tempo indefinibile, mi ero perso di nuovo nei suoi occhi...e credevo che avrei potuto farci l'abitudine. Poi tutto ad un tratto rilassò la sua espressione, come se avesse finito di esaminare la mia, fece un lieve sorriso e si chinò su di me, dando un bacio sull'angolo delle mia labbra, e disse:" Nemmeno io".
  
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