Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Valerie    29/04/2020    5 recensioni
Susan Sanders ha undici anni, un padre molto impegnato, forse troppo, un affascinante fratello più grande alle prese con una cotta adolescenziale, le farfalle nello stomaco, la prospettiva di un inizio importante nella tanto famigerata Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e tutta una vita davanti.
_____________________________________________
Pronta per un nuovo viaggio, ho deciso di accompagnare Susan in questo percorso così importante per lei.
Sarà una strada lunga, a tratti faticosa, ma anche tanto emozionante e ricca di eventi, imprevisti piacevoli e non.
Spero che alcuni di voi vorranno intraprendere questo cammino insieme a noi.
_Valérie_
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I COWBOY NON MOLLANO


Non appena Susan rientrò in camera, Adia volle il resoconto preciso di tutto quello che era successo: cose dette, cose non dette, sguardi, gesti, segnali di fumo.
 
-…questo è tutto- concluse Sue buttandosi seduta sul letto, dopo aver fatto un racconto dettagliato all’amica.
-Perché sei qui? – le chiese la bionda con espressione sbigottita.
-Dove dovrei essere? – fece di rimando la castana.
-A pomiciare con lui sul divano, tanto per cominciare…- fece l’altra iniziando un lungo elenco di attività che lei apostrofava come ‘piacevoli e divertenti’.
-Santo cielo Adia! Smettila! Mi sento le guance andare a fuoco- disse Susan nascondendo il viso fra le mani.
-Cacchio Sue! Avresti dovuto almeno baciarlo- continuò la bionda in tono di rimprovero.
-Se avesse voluto, lo avrebbe fatto lui! – rispose l’altra alzandosi nervosamente dal letto -Ma non l’ha fatto! Quindi, non era nelle sue intenzioni- concluse prendendo a camminare su e giù per la stanza con le braccia incrociate davanti al petto.
-Susan, conosci Cedric, sai quanto possa essere rispettoso degli altri. Io credo che aspettasse un tuo segnale, un qualcosa che gli facesse capire che anche tu sei ben disposta nei suoi confronti. Non si azzarderebbe mai a risultare invadente…-
-Dio solo sa quanto vorrei che lo fosse! – sospirò Sue -E comunque io sto aspettando la stessa cosa da lui-
-Susan- Adia scandì bene il suo nome, come capitava spesso quando voleva attirare la sua attenzione su un determinato argomento o con l’intento di farla ragionare su qualcosa -Ti faccio notare che quel ragazzo ti ha praticamente confessato che ti guarda e con ‘guardare’ non intendo il semplice atto percettivo della vista, intendo guardare davvero, darti rilievo. Fra le tante persone che gli girano attorno lui ha notato che TU…- la bionda accompagnò quella parola con un gesto della mano, puntando l’indice verso l’amica -…porti un piccolo ritaglio di stoffa color rosa antico sempre con te. Un dettaglio, agli occhi di molti, insignificante, ma non per lui. Tanto che quando ha visto quel cardigan – ed indicò l’indumento che Susan aveva poggiato sul letto -Ha pensato che ti potesse piacere. Se non è interesse questo, io davvero non so come possiamo chiamare tutto ciò- concluse facendo un’alzata di spalle.
-E poi…- riprese alzando il dito indice con fare minaccioso -…il fatto stesso che conosca la differenza fra rosa maialino e rosa antico, la dice lunga sulla sua sensibilità! –
Susan sorrise di gusto a quell’ultima constatazione.
Lei era ossessionata dalla sensibilità maschile. Si ripeteva sempre che non avrebbe mai potuto accettare di avere accanto un uomo gretto e poco attento alle sue e altrui necessità.
Perché lei era fatta così, altamente accorta nei confronti delle persone che aveva intorno, e non per un’eccessiva moralità che sfociava nel buonismo, ma semplicemente perché le veniva naturale percepire i disagi o le difficoltà delle persone e cercare di limitarne i danni lì dove fosse possibile. Lo faceva perché lei stessa, in primis, sapeva quanto potesse essere fastidioso sentirsi a disagio e non avere appigli da nessuna parte per sentirsi meglio. Quindi perché non rendere le cose più semplici e agiate lì dove si poteva fare?
-Mi piacerebbe pensare che sia come dici tu- confessò in un sussurro ad Adia, sedendosi sul letto accanto a lei.
-Non dico che devi saltargli addosso, benché io lo avrei già fatto- prese a dire la bionda gesticolando ampiamente con le mani, indicando sé stessa -…ma fagli capire che sei interessata anche tu-
-Ma lo faccio già! – esclamò Sue esasperata.
-Come? – le chiese tempestivamente la bionda.
-Seguo i suoi allenamenti quasi tutti i fine settimana! –
-Di nascosto- precisò l’altra.
-Lo guardo in continuazione! –
-Senza che lui se ne accorga…- puntualizzò ancora Adia -Amica, Cedric non è nella tua testa- fece una pausa -Per lui, fino ad ora, tu non sei altro che la sorellina affettuosa del suo migliore amico. Non sa che in realtà vorresti volentieri infilargli la lingua in bocca! -
-Non gli chiederò mai una cosa del genere! – sentenziò la castana scattando di nuovo in piedi e riprendendo a camminare avanti e indietro.
Adia si strizzò gli occhi fra il pollice e l’indice della mano destra -Certo che no, genio…- sospirò -…meno male che il Cappello Parlante aveva detto che c’è dell’acume in te- disse più a sé che a Susan. L’amica la fulminò con lo sguardo.
-Sto solo dicendo che ogni tanto potresti essere tu a prendere l’iniziativa di andargli a parlare o, che ne so, chiedergli di aiutarti a studiare qualcosa…qualsiasi cosa. Non devi essere per forza la principessa da salvare rinchiusa nel castello, Sue. Puoi azzardare un passo verso il ragazzo che ti piace senza avere paura di comprometterti-
La castana si era fermata in piedi a pochi passi dall’amica.
-Ho il terrore di essere rifiutata- confessò Susan.
-Avremo inevitabilmente a soffrire per qualcuno, prima o poi- soffiò Adia prendendole la mano e invitandola a sedersi di nuovo accanto a sé -E se dovesse succedere non sarai sola. Ma prima di fasciarti la testa, dovresti cadere e, secondo il mio modestissimo parere, se cadi qui, cadi sul morbido- concluse strizzandole l’occhio in modo complice.
 
***
 
-Grazie di essere venuta- disse Cedric a Vivian, muovendosi nervosamente sulla sedia.
Erano circa tre giorni che il ragazzo cercava di parlare con l’amica, ma alla fine c’era sempre qualcosa o qualcuno ad interromperli sul più bello.
In definitiva si era deciso a mandarle un gufo per darle appuntamento in biblioteca verso le 18.30, quella sera.
-Che succede di così grave da volermi vedere da sola? – indagò subito la ragazza.
Cedric si passò una mano sul volto con fare esasperato, non sapendo da dove cominciare.
Aprì diverse volte la bocca cercando le parole giuste da dire, con fare buffo.
-Vediamo se posso aiutarti…- disse Vivian d’un tratto -C’entra una ragazza…- fece finta di tirare ad indovinare.
-Oh, al diavolo! – esclamò lui -Mi piace Susan- confessò quasi con dolore, battendosi un pugno sulla fronte.
Vivian non poté contenere il grande sorriso che premeva per uscire sulle sue labbra. Le facevano quasi male gli zigomi, tanto non riusciva a distendere le guance.
-Stai ridendo? – le chiese incredulo Cedric.
La ragazza negò scuotendo la testa, portando una mano davanti alla bocca e chinando il capo.
-Sì che stai ridendo! – constatò lui -Che cacchio ti ridi? – le chiese spazientito.
-Non rido. Sorrido! – puntualizzò Vivian guardando l’espressione affranta del ragazzo.
-Ok…mi viene anche un po’ da ridere. Scusa! – fece lasciandosi scappare una risata contenuta.
-Non mi sei di aiuto così- la rimbeccò.
 
-Davvero, non riesco a capire quale sia il problema- sentenziò la ragazza dopo aver ascoltato un lungo monologo introspettivo da parte di Cedric su quello che ‘non era successo, ma lui avrebbe tanto voluto far succedere’ al rientro dal compleanno di Susan.
Al ragazzo sembrò di aver parlato a vuoto -Ma hai capito quello che ti ho detto? – le chiese.
-Benissimo: sei attratto da Susan come se foste due calamite- sintetizzò lei.
-In modo molto stringato…ma sì, se volessimo ridurre ai minimi termini il mio quarto d’ora di incessante parlare, potremmo farlo così- disse abbandonandosi contro lo schienale della sedia.
-Ti rifaccio la domanda- ricapitolò Vivian -Qual è il problema? –
-È Susan! – esclamò lui esasperato allargando le braccia -Sai, la piccola dolce sorellina del mio migliore amico- continuò -Oltre al fatto che conosco Susan da anni, le voglio bene e so che lei è affezionata a me. Se fosse una ragazza qualsiasi, estranea alla mia vita, non mi importerebbe nulla- disse in modo concitato -Se le cose non dovessero andare, prenderebbe la porta dalla quale è entrata e se ne tornerebbe da dove è venuta, senza il rischio di rovinare niente, ma è di Susan che parliamo. Il rischio mi sembra troppo alto- sospirò, stropicciandosi gli occhi con la mano e sbuffando sonoramente.
Quel ‘rischio mi sembra troppo alto’ risuonò nel cuore di Vivian come la cosa più dolce che Cedric potesse dire in quel contesto.
Forse riusciva ad intravedere il perché il ragazzo fosse così spaventato dall’idea che Susan gli piacesse.
Prima che attratto dalla ragazza, si sentiva legato a lei da un rapporto costruito nel tempo, mattoncino per mattoncino e che aveva paura di radere al suolo nel caso in cui si fosse mosso male.
Se l’avesse ferita, in qualche assurdo modo, non se lo sarebbe perdonato mai e poi sarebbe incappato nel pericolo di perderla.
Pochi ragazzi della sua stessa età avrebbero intavolato un’argomentazione come quella. I più non si sarebbero fatti il minimo problema e avrebbero agito d’impulso, ignorando le possibili conseguenze.
Cedric era fatto totalmente di un’altra pasta. Calmo, riflessivo, onesto e fedele, dimostrava una maturità a tratti stupefacente. A Vivian ricordava quei cavalieri senza macchia di cui si racconta spesso nei grandi romanzi.
-Perché non ti dai modo di dimostrarti che, invece, potrebbe andare bene? – gli chiese candidamente l’amica, ma lui non rispose.
-Ced sei il ragazzo più onesto e leale che io conosca, hai rispetto di tutti, in particolar modo delle persone a cui vuoi bene e Sue rientra fra queste. Hai per lei un’accortezza e una sensibilità rara, che denota un interesse più profondo della sola attrazione fisica-
-E se non dovessi piacergli? Non l’ho mai vista particolarmente presa da me-
Vivian dovette soffocare una serie di contestazioni che uscirono come una raffica di colpi di tosse incontrollati.
Voleva rimangiarsi quei ‘sensibile’ e ‘accorto’ che gli aveva detto solo due secondi prima.
Aveva ancora ben impresso la reazione della ragazzina quando, durante il loro primo viaggio tutti insieme sull’espresso per Hogwarts, l’undicenne Susan aveva incrociato gli occhi di Cedric appena entrato nel loro stesso scompartimento (1). Con quello, tanti altri episodi successivi avrebbero dato adito a pensare che Sue avesse un notevole interesse per il bel cercatore Tassorosso, ma forse Vivian aveva sopravvalutato la capacità recettiva del ragazzo.
-Prova a tirare il lazo, cowboy- gli disse infine, tornando a respirare.
-Come la metto con Eric? – chiese lui alzando un sopracciglio.
-Tu pensa a conquistare la ragazza- ammiccò l’amica -Al resto ci pensiamo dopo-
 
***
 
‘Tu pensa a conquistare la ragazza’ quelle parole girarono per la testa di Cedric per giorni. Ricordava benissimo l’episodio del temporale nel tendone degli spogliatoi di Quidditch, in quell’occasione Susan gli aveva raccontato quanto lei credesse fermamente al fatto che dovessero essere i ragazzi a dover fare la prima mossa.
‘Alle ragazze piace essere conquistate’ aveva detto.
Non che lui non avesse il coraggio di provarci. Ok, forse un po’ sì.
Finì di sciacquarsi via di dosso il sapone sotto la doccia. Aveva appena terminato uno dei pesanti allenamenti con la sua squadra e non vedeva l’ora di sprofondare sul divano davanti al camino della sua Sala Comune.
Si asciugò e rivestì in fretta, mettendo la divisa da Quidditch alla rinfusa nel borsone.
Durante il tragitto che lo separava dai Sotterranei, un pensiero martellante non smetteva di lampargli nella testa: ‘O ti sbrighi o perdi la ragazza’.
Non poteva evitare di pensare che George Weasley era stato uno dei tanti che avrebbe potuto notare le belle gambe di Susan. Una sorta di punta di un iceberg. Solo per un caso fortuito aveva evitato che il rosso decidesse di provarci con lei.
Non avrebbe di certo potuto pretendere di tenerla nascosta ai più, mentre cresceva e diventava più bella, nel frattempo che lui si decideva a fare qualcosa.
Superato il passaggio segreto che lo conduceva nella Sala Comune, Cedric diede un’occhiata all’orologio appeso sopra al camino, notando che fosse ormai ora di cena.
Ancora lontano, lanciò il borsone sul divano, mentre la spalliera gli ostruiva la visuale.
-Ahi! – sentì esclamare.
Qualcuno doveva essere sdraiato sulla piazza del divano e lui doveva averlo colto in pieno con la sua borsa da Quidditch.
-Scusami! – si affrettò ad esclamare affacciandosi dalla spalliera del sofà.
Una Susan al quanto infastidita era intenta a togliersi il borsone di dosso, gettandolo a terra. Prima di essere colpita dalla sua borsa, Sue stava probabilmente leggendo un libro, il ragazzo lo dedusse dal fatto che il pesante tomo fosse caduto ai piedi del divano.
Cedric fece velocemente il giro del sofà per andare a raccogliere quello che poi si rivelò essere il manuale di Pozioni.
-Scusami, non ho minimamente pensato che potesse esserci qualcuno. È ora di cena, ero convinto fossero tutti in Sala Grande- spiegò poi giustificandosi.
-Non preoccuparti, non fa niente- rispose lei tirandosi a sedere -Solo che…ma cosa ci metti in quel borsone? I cadaveri? Pesa tantissimo! – disse massaggiandosi le parti su cui era stata colpita.
Cedric rise a quell’affermazione e poi approfittò per chiederle il perché non fosse a cena.
-Ho sgraffignato un paio di tramezzini e poi mi sono rintanata qui per continuare a studiare- spiegò lei -Fra quattro giorni devo consegnare un tema di Pozioni- concluse indicando esasperata il manuale che il ragazzo teneva ancora in mano.
Il cercatore si sedette accanto a lei -Posso darti una mano, se vuoi-
Glielo chiese con dolcezza, sorridendo in modo obliquo, ostentando tutta la ferma decisione a cui ormai era arrivato: avrebbe tirato il lazo.
 
***
 
-Posso darti una mano, se vuoi –
‘Se voglio?’, ‘SE VOGLIO?’ nella testa di Susan quella domanda esplose coma una bomba, risuonando un’eco continua.
Erano giorni che architettava un modo per avvicinarlo. Aveva elaborato diciassette scuse diverse per cercare di chiedergli di passare del tempo insieme, le se era chiuso lo stomaco per l’agitazione, non era riuscita a chiudere occhio per delle notti e lui le chiedeva: ‘se vuoi’.
-Magari…mi faresti un grande favore- riuscì solo a dire in modo rigido.
-Gli altri sono a cena? – chiese lui, smorzando un attimo la tensione.
Susan notò che aveva ancora i capelli inumiditi dalla doccia che, probabilmente, aveva appena fatto, la camicia era stata richiusa alla bell’e meglio lasciando aperto qualche bottone. Lo vide allentarsi la cravatta.
-Sì, so che poi Adia sarebbe rimasta un po’ con Fred, mentre Eric con Vivian- gli rispose.
-Ah! – esclamò Cedric al sentire i nomi della bionda e del rosso accostati, alzando un sopracciglio, incuriosito.
Susan captò il tacito interrogativo del ragazzo -Eh già, sembra che Fred Weasley abbia tutta l’intenzione di farsi avanti- disse con una punta di stizza nella voce, prendendo il manuale di Pozioni dalle mani di Cedric.
-Su cosa è il tema? – le chiese il giovane Tassorosso accennando con gli occhi al grosso libro e cercando di non ridere a quella che, forse involontariamente, Sue aveva pronunciato quasi fosse una frecciatina.
-Pozione Mordacita Plus: come prepararla, effetti e su chi usarla- rispose la ragazza.
-Pozione pepata superiore- constatò lui, -Forse ricordo ancora qualche cosa-
Si accostò a lei per vedere meglio la pagina del libro su cui si era soffermata.
Susan notò che aveva allungato il braccio sulla spalliera sfiorandole la schiena e si era sporto in avanti, quasi circondandole le spalle, per leggere le indicazioni sulla pozione.
Era impensabile che riuscisse a comprendere anche solo una parola di quelle scritte sul manuale.
Il fiato di Cedric le sfiorava la guancia ogni volta che respirava. Chiuse per un attimo gli occhi, tesa come una corda di violino.
-Prendo una pergamena e una piuma- disse alzandosi di scatto dal divano e allontanandosi di mezzo metro per prendere il materiale dalla sua borsa.
‘Maledetta me!’ si sarebbe picchiata la fronte se solo non avesse dato troppo nell’occhio.
Non aveva mai provato un’agitazione come quella. Panico, tremore, respiro corto, stretta allo stomaco, formicolio alle mani, caldo in ogni minima parte del corpo.
‘Forse sto morendo’ si disse ancora, voltandosi a guardare il ragazzo a cui aveva lasciato il tomo in mano.
Si diede mentalmente dell’idiota, appurando il fatto che avesse interrotto il contatto fra loro, tanto agognato e atteso.
Quella sua insopportabile ansia stava rovinando tutto, di nuovo.
Passarono diverso tempo ad appuntare i concetti principali su cui verteva la spiegazione della realizzazione della Pozione Pepata Superiore. Di tanto in tanto, Cedric le prendeva la penna d’oca dalle mani per sottolineare un passaggio importante scritto in qualche riga, mentre lei gliela rubava malamente poco dopo, quasi a volersi giocosamente vendicare.
-Sei una specie di bertuccia dispettosa! – la rimproverò sorridendo il ragazzo, scostando il pugno chiuso in cui teneva la piuma, la decima volta che Sue tentò di riprendersela.
-In realtà sei tu la bertuccia- fece lei di rimando, tentando di allungarsi verso la sua mano -La penna è mia! –
-Sì, ma serve a me, per aiutare te- constatò lui.
-Ridammela- gli ordinò la castana.
-Non se ne parla- disse Cedric, sorridendo in modo sghembo -Forse, se dovessi chiedermi ‘per favore’, potrei pensarci-
-Non devo chiederti nulla! – esclamò lei con espressione stupita -La piuma è mia! – spiegò ancora una volta, calcando sull’ultima parola e tentando di riprenderla da sé.
A nulla valse il suo timido tentativo, il ragazzo era decisamente più alto e più agile.
Arricciando le labbra in una smorfia indignata, la ragazza si alzò leggermente per poter raggiungere la mano dell’aitante cercatore, sbilanciandosi in avanti.
I loro corpi aderirono quel tanto che bastava, Cedric si fece più indietro per evitare a Susan di raggiungere il suo obiettivo, finendo per arretrare fino al bracciolo del divano.
Sue era praticamente sdraiata sul corpo del ragazzo.
 
***
 
Poteva chiaramente sentire il cuore di Susan martellarle nel petto. Non aveva fatto alcun tipo di sforzo, non era di certo dovuto ad un affanno il suo respiro corto.
Sorrise in modo malizioso, nel vederla arrossire e scostare lo sguardo dal suo.
Sue puntellò le mani sul divano, ai lati dei suoi fianchi, per cercare di tirarsi su, ma con il braccio destro la intrappolò per la vita, impedendole di muoversi.
Il viso della ragazza saettò dal suo braccio ai suoi occhi, verdi e divertiti. La sentiva tremare impercettibilmente.
Si beò qualche secondo di quegli occhi scuri che lo guardavano con aria implicitamente interrogativa.
Aveva detto a Vivian di non sapere se Susan ricambiasse o meno il suo interesse, ma non era completamente vero.
Ammetterlo a sé stesso avrebbe voluto dire eliminare una giustificazione in più, che gli evitava di buttarsi in quella situazione da cui, fino a una decina di giorni prima, era convinto di voler fuggire, per tutte le motivazioni che razionalmente si era elencato più e più volte.
Era stato un crescendo di sensazioni e consapevolezze. Si era affezionato alla piccola Sue in men che non si dica, complici anche gli innumerevoli racconti di Eric che lui aveva ascoltato nei due anni precedenti all’arrivo della sorella dell’amico ad Hogwarts. Questo aveva contribuito a creare in lui il profilo di quella bambina che, ormai, si diceva di conoscere, ancora prima di incontrarla.
Poi l’aveva vista, piccola, timida ed impacciata. Si era sorbito le mille paranoie di Eric, eccessivamente preoccupato per lei, mentre lui, fiducioso, aveva spronato l’amico a lasciare che Susan prendesse la strada verso l’autonomia.
L’aveva sempre ammirata, in quegli anni, per la sua mite fierezza, perché sapeva accogliere gli eventi nefasti della vita senza però soccombere sotto i suoi colpi, a volte durissimi. Avrebbe avuto di che recriminare al destino, dopo la morte della madre, ma non lo aveva mai fatto. Perdonava continuamente un padre in fuga dai suoi sensi di colpa, riservandogli sempre rispetto e affetto.
Susan, capii Cedric, aveva imparato a far decantare le proprie sofferenze, senza far pagare lo scotto a nessuno. Cadeva, a volte, e non si vergognava di chiedere un aiuto composto a chi le voleva davvero bene, senza arrivare mai ad umiliarsi.
Si era ritrovato inconsapevolmente attento agli spostamenti della ragazza, ai suoi umori, a ridere dei suoi pasticci.
Quando riconobbe, quel giorno negli spogliatoi (2), che anche lei stava crescendo, intravedendo le dolci forme del suo corpo sotto il tessuto bagnato della camicia, per lui fu come un lampo a ciel sereno. Come se si rendesse conto, per la prima volta, che Susan fosse a tutti gli effetti una ragazza desiderabile.
Si era poi riscoperto geloso, benché non lo avesse minimamente ammesso, neanche a sé stesso, quando a Capodanno il suo migliore amico si era lasciato scappare l’episodio che riguardava il bacio fra Sue e il tipo del campeggio.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, però, era stata la sera del suo compleanno. Ricordava bene la morsa fastidiosa allo stomaco nel notare lo sguardo di uno dei gemelli Weasley sulle cosce scoperte di Susan, come aveva ben presente il languore che aveva provato nel soffermarsi a guardare quel corpo non più da bambina, mentre lei provava il cardigan che le aveva appena regalato (3).
Alla fine, la frittata era fatta.
-Se mi rispondi di sì, ti libero e ti ridò la piuma- le disse senza mai scostare lo sguardo dal suo viso.
-…sì a cosa? – chiese lei deglutendo appena.
-Ti va di andare ai Tre Manici Di Scopa domani pomeriggio? – sparò un colpo secco.
La vide chiaramente sgranare gli occhi dalla sorpresa.
-Solo…io e te? – la ragazza deglutì di nuovo.
-Sì, giuro che non ti mangio – Cedric rise di quella domanda imbarazzata.
-Immagino di non avere altra scelta…- sussurrò Susan, sciogliendosi in un sorriso che faceva fatica a contenere.
-Beh, puoi sempre decidere di rimanere reclusa fra le mie braccia per il resto della tua vita- ammiccò lui, portando anche l’altro braccio intorno ai suoi fianchi, tenendo ancora ben stretta la piuma d’oca fra le dita.
Ced la sentì cedere appena a causa delle braccia indolenzite, ancora puntate sul divano. Ne approfittò per stringerla leggermente, facendola capitolare del tutto sul suo corpo.
Istintivamente Sue portò le mani sul petto del ragazzo, cercando di non abbandonarvisi totalmente.
-Allora? – incalzò lui per ricevere una risposta.
-Credo di poter accettare…- rispose lei, tentando di sbottonarsi il meno possibile.
Il ragazzo capì che la stava torturando nel peggiore dei modi e che, nonostante fosse evidente che anche a lei facesse piacere tutta quella situazione, Susan volesse conservare fierezza e orgoglio.
-Bene…- rispose in un sussurro, avvicinandosi inesorabilmente al viso della ragazza.
Il petto di Susan aveva preso ad alzarsi e abbassarsi più velocemente, premendo maggiormente sul suo, ampio e muscoloso.
Gli venne naturale stringerla, traendola più a sé.
A quella misera distanza i loro visi potevano percepire i rispettivi respiri sfiorarsi le guance. La punta dei nasi si toccava appena.
Nel tirarla su, Cedric aveva spostato parte della camicia che Susan teneva nella gonna della divisa, lasciandole scoperta la zona più bassa della schiena. Se ne accorse posando la propria mano sulla sua pelle.
Un sospiro le uscì a tradimento dalle labbra.
 
 
***
 
Avrebbe voluto urlare per quanta tensione avvertiva in ogni più piccola fibra che componeva i suoi muscoli.
Erano spaventosamente vicini. Aveva sognato quel momento un’infinità di volte, eppure mai lo avrebbe potuto credere così carico di adrenalina.
La mano calda del ragazzo le sfiorava in quel momento la pelle della schiena. Provò un improvviso moto di vergogna nel percepire una scarica elettrica avvolgerle il ventre. Sarebbe voluta sprofondare, benché consapevole che lui non potesse accorgersene.
Non aveva mai dato un bacio prima di allora. Sarebbe stata capace? Cedric, l’abile baciatore che l’aveva canzonata la notte di Capodanno per quel bacio a stampo dato a Tom Caddinton, l’avrebbe apprezzata?
Tormentata da tutti questi pensieri, che non facevano altro che pietrificarla, vide il ragazzo portare una mano davanti al suo viso per spostarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio. La stessa mano, poco dopo, andò a posarsi dietro la sua nuca, spingendola leggermente verso di sé.
Il respiro caldo di lui soffiava caldo sulle labbra di Susan leggermente schiuse.
-Oh Eric, sono la ragazza più felice del mondo! – le alte esclamazioni di Adia giunsero alle loro orecchie, prima che la bionda e il ragazzo dai capelli scuri entrassero nella Sala Comune.
In un tempo riconducibile al millesimo di secondo, Cedric e Susan erano tornati compostamente seduti sul divano, l’uno con il manuale di Pozioni in mano e l’altra fintamente intenta a prendere appunti sulla pergamena che, fino a poco prima era stata miseramente abbandonata sul tappeto.
-Lo vedo bene- sentirono dire ad Eric ridendo sonoramente.
-Cos’è che ti rende così felice? – le chiese Cedric voltandosi verso di loro, vedendoli finalmente entrare.
-Susan! – la bionda si fiondò in braccio all’amica, ancora seduta sul divano.
-A giudicare dalla tua euforia, l’uscita con Fred deve essere andata bene- constatò ancora il cercatore Tassorosso, non trovando risposta alla sua domanda.
Sue, dal canto suo, faceva fatica anche solo a respirare.
-Se vuoi posso raccontarti ogni dettaglio- fece il suo migliore amico -Dal settimo piano fino a qui, mi avrà fatto un resoconto minuziosissimo di tutto quello che è successo con il battitore Grifondoro, durante l’intera serata-
-Che ci facevate entrambi al settimo piano? – chiese ancora Cedric.
-Io scendevo dalla Torre Ovest, avevo appena accompagnato Vivian alla sua Sala Comune, quando ho visto i due piccioncini sbaciucchiarsi amabilmente contro il muro-
-Fammi indovinare, hai visto bene di interromperli- fece il ragazzo dai capelli chiari con una nota di rammarico nella voce.
Susan non poté non cogliere quella frecciatina.
-Oh, ci ho provato, ma non mi hanno minimamente calcolato- rispose l’altro facendo spallucce, prendendo le scale per andare nel suo dormitorio -In ogni caso, io la storia l’ho già sentita e non ci tengo affatto ad ascoltarla di nuovo, quindi…buonanotte! – concluse salutando con la mano le ragazze e sparendo dietro la porta.
-Adia…pesi – disse Susan in modo sofferente, con ancora la ragazza addosso.
La bionda si accorse solo in quel momento che la sua migliore amica si trovasse, fino ad una manciata di minuti prima, sola con il ragazzo che le piaceva da ormai tre anni.
-Oh, cazzo…-sussurrò all’orecchio di Susan prima di staccarsi -…abbiamo interrotto qualcosa? –
La castana non rispose, ma si limitò a sospirare puntando lo sguardo a terra.
-Bene! Io vado a letto- disse, capendo che non fosse proprio aria di rimanere lì ancora a lungo.
-Tu finisci pure il tema di Pozioni…avrai sicuramente ancora molto su cui lavorare- continuò a dire, iniziando ad indietreggiare verso la porta del loro dormitorio.
Nell’avanzare di spalle quasi non inciampò in uno dei tanti vasi accostati al muro.
Susan si coprì gli occhi con una mano, come se non fosse tutto già abbastanza imbarazzante.
-Buonanotte- esclamò la bionda, esibendo un sorriso tirato, rima di sparire anche lei dietro la porta della loro camera.
Cedric non poté evitare di ridere scuotendo la testa, mentre Sue metteva le mani sulle ginocchia e faceva dondolare le gambe.
-Forse è il caso che andiamo anche noi- disse lei d’un tratto. Aveva fatto il pieno di emozioni per quella sera, si sentiva stremata.
-Sì…- rispose lui ed un secondo dopo le era addosso, stampandole un dolce bacio sulle labbra.
Era la seconda volta che un ragazzo la coglieva impreparata, benché solo dieci minuti prima si trovassero in una situazione decisamente più compromettente di quella in cui si trovavano in quel momento.
In quell’occasione, però, non resistette all’insistenza delle labbra che sentiva premute contro le sue.
Accolse quel bacio che sognava da tempo, con tutta l’incertezza che la prima volta comportava.
La bocca umida di lei si aprì, lasciando spazio alla lingua del ragazzo che, dolce, sondava quel terreno ancora non esplorato da nessuno. Timidamente rispondeva, con tutta la delicatezza che Cedric apprezzava di lei.
-Devo respirare…- disse ad un certo punto Susan, staccandosi da lui e riprendendo fiato.
Il ragazzo sorrise contro la sua bocca, poggiando la propria fronte contro quella di Sue.
-Posso considerare pagato il mio debito, o devo comunque assolvere all’appuntamento di domani? – chiese la castana, mantenendo le loro posizioni, sorridendo di rimando.
-Cosa? – fece lui con tono stupito -Pensi di essertela cavata così? – le chiese, guardandola negli occhi.
Cedric poté notare quale luce particolare ci fosse nel suo sguardo in quel momento. Le labbra erano arrossate, così come le sue guance.
-Vuol dire che farò questo sacrificio- disse lei in un sospiro sommesso.
Il ragazzo le sorrise ancora, carezzandole la guancia e posando un ulteriore piccolo bacio sulla sua bocca.



 
  1. Riferimento al capitolo 2, intitolato “L’inizio”
  2. Riferimento al capitolo 4, intitolato “Questione d’interessi”
  3. Riferimento al capitolo 6, intitolato “Happy Birthday to You”


Note dell'autrice:
Salve a tutti miei carissimi lettori!
Sono felice di sfornare questo nuovo capitolo!
Non nascondo che mi è costato un po' di fatica. Cercare di rendere la scena di un primo bacio il meno banale possibile non è poi così semplice.
Non credo di essre riuscita totalmente nell'impresa. Però da Cedric non mi aspetto una cosa troppo originale, come me l'aspetterei, ad esempio, dai gemelli Weasley, sempre così alternativi!
Che dire?
Finalmente questi due ce l'hanno fatta a scambiarsi un po' di saliva XD (Valérie e il romanticismo perduto).
L'intervento inopportuno di Eric e Adia mi sembrava doveroso. Ero quasi tentata di rimandere tutto al prossimo capitolo, poi ho pensato a me, nel leggere una storia recentemente (Wall_Hellsong, tu ne sai qualcosa!) e al fatto che avrei depennato tutti i personaggi dei libri della Rowling che, puntualmente, intervenivano nel momento sbagliato, impedendo ai protagonisti di scambiarsi quel tanto atteso bacio XD Quindi alla fine ho deistito...ed eccoci qui!
Comunque...voglio un Cedric anche io. Trovare un uomo che sappia riconoscere un rosa antico da un rosa maialino non è proprio da tutti!
Spero, come sempre, che abbiate gradito ancque questo pezzo di storia.
Se qualcosa non vi torna, chiedete pure.
Si accettano critiche costruttive e anche qualche commento positivo, nel caso ne aveste uno <3
Vi ringrazio di essere passati di qua e di continuare a seguire questa FF.
Vi abbraccio forte!
Buona notte popoli di lettori.
_Val_
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Valerie