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Autore: Mitsuki no Kaze    30/04/2020    0 recensioni
[InnTale]
[InnTale][Anime Selvagge]
Pronostico (?) 6° episodio della campagna - Partecipa alla challenge "The Writing Week - Hurt & Comfort" indetta da Fanwriter.it (Day 4 - Amputazione)
"Fu in quel momento che se ne accorse.
Non c’era.
La sua gamba destra non c’era.
Sotto il lenzuolo ruvido che gli copriva il corpo, c’era solo il vuoto accanto alla sagoma della sua gamba sinistra."
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sans doute et sans remords
 
 
Un ronzio gli penetrò nelle orecchie, espandendosi per tutta la testa. Sentì fisicamente quella vibrazione, come se il suo cranio tremasse impercettibilmente.
Strinse le palpebre come per scacciare via l’emicrania che lo stava costringendo a svegliarsi, a riprendere i contatti con il mondo.
I suoi occhi faticarono ad aprirsi, incrostati di pagliuzze e lacrime. Non appena ci riuscì, la luce del neon sul soffitto gli ferì le pupille.
Era la lampada a produrre il suono che gli faceva pulsare le tempie. A esso si aggiunse anche un bip bip e voltando – dolorosamente – la testa a destra vide alcuni macchinari monitorare le sue funzioni vitali.
Vincent prese un profondo respiro, combattendo contro la sonnolenza che ancora gli avvolgeva le membra, e tentò di riprendere il controllo di tutti i suoi sensi.
A poco a poco gli occhi si abituarono alla luce artificiale e i suoni smisero di rimbombargli nelle orecchie.
Sentì sul viso la consistenza plastica del tubicino dell’ossigeno e nelle braccia gli aghi delle flebo. Non accennò alcun movimento, temendo di far casino con le medicazioni – i punti di sutura gli formicolavano nel petto.
Pur di non cedere al sonno, provò a ripercorrere con la mente quello che era successo – quanto tempo era passato? – ma ricordava solo sprazzi degli avvenimenti di quella notte.
Il cadavere. Il mostro. I bambini. Il suo tentativo di fare da esca.
Poi i ricordi diventavano ancora più confusi.
La palude, gli alberi, il cielo stellato, la luna.
Il dolore alla gamba.
La testa che si faceva sempre più leggera, fino a scivolare nell’incoscienza.
Tentò di mettersi un po’ più dritto con la schiena contro i cuscini del lettino ma una fitta gli attraversò tutto il corpo. Digrignò i denti e serrò le palpebre nel tentativo di resistere al dolore, mentre i suoi lunghi capelli scivolavano davanti al viso.
Non appena le fitte scemarono, azzardò ad aprire gli occhi.
Fu in quel momento che se ne accorse.
Non c’era.
La sua gamba destra non c’era.
Sotto il lenzuolo ruvido che gli copriva il corpo, c’era solo il vuoto accanto alla sagoma della sua gamba sinistra.
Le lacrime cominciarono a rotolare sulle guance, mentre i denti mordevano a sangue il labbro inferiore.
Vincent pianse silenziosamente, crollando sui cuscini, senza neanche le forze per emettere un gemito o un singhiozzo.
Non seppe quanto tempo rimase lì, a fissare il soffitto, la testa ormai svuotata.
Le lacrime si erano asciugate sul suo viso, lasciando scie salate, quando la porta della camera si aprì.
Non la degnò d’attenzione. Chiuse gli occhi, intenzionato a non guardare chi stesse entrando. Sentì solo un mormorio, una voce femminile stava raccomandando al suo visitatore di non stancarlo.
Lo scalpiccio di passi che udì gli fece intuire che erano troppi per appartenere a una sola persona. A quel punto sollevò le palpebre e vide i cinque ragazzini di quella notte.
Altre lacrime gli inondarono gli occhi. Erano vivi, stavano bene.
La nipote della signora Adelaide lo guardò con sguardo colpevole e gli occhi lucidi. Provò ad articolare qualcosa ma le parole le morirono in gola. Si lanciò sul lettino, abbracciandolo e piangendo contro il suo petto.
Aubery, l’altra bambina, era rimasta impietrita, osservava con gli occhi sgranati il vuoto sul materasso.
- Non ti ricrescerà, vero? – gli chiese con voce tremante, forse sperando che lui la contraddicesse.
Quelle parole lo fecero sorridere e negò con un cenno del capo.
- Non importa – le disse con voce strascicata e allungò il braccio per abbracciare pure lei. La ragazzina non si fece pregare.
I tre maschietti erano rimasti in disparte, con una certa ritrosia negli occhi. Vincent lesse il tentativo infantile di sentirsi forti ai sentimenti, propria dei ragazzini di quell’età, accompagnato da un senso di colpevolezza e responsabilità per ciò che gli era accaduto.
Allungò il braccio sinistro invitandoli in quell’abbraccio e, anche se con un certo imbarazzo, anche loro si avvicinarono.
Li strinse a sè, percependo il loro calore, i loro capelli arruffati e le loro unghie mangiucchiate che stringevano la camicia ospedaliera che aveva addosso.
Era valsa la pena perdere una gamba per salvare quei bambini? Eccome. E lo avrebbe fatto, fatto e rifatto un’infinità di volte, anche a costo di rimetterci tutti gli arti.
 
Madre Terra,
grazie a te sono riuscito a proteggerli.
Grande Padre,
grazie a te sono riuscito a sopravvivere
.”

 
Angolo Autrice: Per una serie di circostanze sto postando tantissimo in questo periodo, wow.
Comunque ho poco da dire se non PRAY FOR VINCENT. Questo png ha conquistato i cuori di tutti e speriamo che Matt non ce lo ammazzi :')
Scrivere questa cosa è stato un po' come un allineamento planetario (?) Voglio scrivere una fanfic su Anime Selvagge, mi piace Vincent, la challenge di Fanwriter, perciò eccoci qua.
Basta non altro da dire, se non grazie a tutti i corvetti che mi hanno fatto da beta readers (Imp, Anja, Rita e Asterisco), più Hide and Seek che è la mia vittima preferita. 
Grazie sempre a tutto il TeamTale che ci regale sempre storie meravigliose 
Un bacione e a presto!
Sel ♡
P.S.: Il tipolo vorrebbe essere "
Senza dubbio e senza rimorso" (GRZ Imp) in francese, chissà se è giusto :'D

 
   
 
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