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Autore: lmpaoli94    30/04/2020    0 recensioni
Sequel di Prigione di vetro.
Dopo aver scoperto che Peter Parker è in realtà Spider – man, la collera di Harry Osborn divenne incontrollabile.
Con l’aiuto di Gwen Stacy, cercheranno di unire le forze per toglierlo di mezzo una volta per tutte.
Ma non possono immaginare che l’eroe è molti più forte e furbo dei traditori che lo circondano…
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen Stacy, Harry Osborn, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mentre Mary Jane ancora visibilmente distrutta stava facendo di tutto per scoprire la verità e il reale assassino, si crogiolava nei suoi pensieri riguardo al suo amato che molto probabilmente non c’era più.
“Non finirà così, Peter. La faccenda non sarà chiusa finché non toglierò di mezzo Gwen Stacy e il suo complice.”
Rovistava tra le macerie polverizzate dall’esplosione a mani nude, con la rabbia che gli imperversava nelle vene.
< Signorina, rimanere qui non servirà a niente > gli suggerì il poliziotto con voce calma.
< Questo lo dice lei > rispose Mary Jane adirata < Il mio fidanzato si trova qua sotto e devo scovarlo a qualsiasi costo. >
< Perché vuole farsi del male da sola? >
< Perché se non lo troverò sotto queste macerie vuol dire che molto probabilmente è ancora vivo. >
< Allora si vuole dare false speranze? Non vuole capire che il suo corpo potrebbe essere stato polverizzato? >
< No! Non mi dica così! >
< Purtroppo la cruenta verità è questa, signorina. Mi dispiace. >
< Dispiacersi non serve a nulla. Mi deve aiutare. >
< E’ inutile! >
Ma Mary Jane non voleva arrendersi per nessun motivo, scavando fino a farsi venire il sangue alle mani.
< Così finirà in un vortice di autodistruzione > gli suggerì il poliziotto.
< Davvero? Io non credo che sia così. >
< Se l’aiuto riuscirà a ragionare lucidamente? >
< Non lo so… Forse sto impazzendo oppure stoi facendo la cosa giusta. In questo momento mi sento molto confusa. E non riesco a tenere a freno la mia rabbia. >
< Ha bisogno d’aiuto… Forse uno psicologo… >
< Niente psicologi! Devo ritrovare Peter da sola! >
Ma nel mentre Mary Jane continuava a scavare con le sue sole forze, un uomo dinanzi a lui completamente con il viso coperto si avvicinò a lei con far guardingo.
< Che cos’ha da guardare? > domandò la donna rabbiosa < E’ pregato di andarsene. Sta ostacolando il mio volere. >
< Addirittura? Che cosa vuole fare una giovane donna radiosa e solare come lei? >
< Ritrovare il mio ragazzo… Ma credo che queste cose non siano affari che le riguardano. Almeno che non sia lei colui che vuole aiutarmi. >
< Non ci sarà modo di aiutarla… >
< Che intende dire? Ascolti, smettetela di farmi perdere tempo. Tutti e due. >
< E tu smettila di rovinarti quelle mani, ok? >
Ad un certo punto, l’individuo misterioso si tolse la maschera e Mary Jane non riuscì a credere a chi si trovò di fronte.
< Non è possibile… Sei davvero tu, Peter? >
il giovane Spider – man aveva il viso sfigurato a causa di una caduta ed era ricoperto di stracci.
< Me la sono davvero vista brutta, Mary Jane > fece il ragazzo con tono flebile < Ma sono riuscito a fuggire dal bar appena in tempo… Non avrei mai creduto che quella donna… >
Senza farlo continuare, Mary Jane piombò addosso al suo amato abbracciandolo e baciandolo con passione.
< Credevo di averti perso per sempre > mormorò la ragazza con le lacrime agli occhi < Questo è un vero e proprio miracolo. >
< Io direi più un colpo di fortuna > precisò Peter < Se io fossi rimasto0 anche un solo secondo in più in quel locale, a quest’ora saresti sempre qua a rovistare tra le macerie inutilmente. >
< Ti avrei cercato fino alla fine dei miei giorni. Non potevo stare senza di te, Peter. >
< Ma adesso non ci pensiamo, ok? Dobbiamo guardare avanti e trovare la nostra pace. >
< Ragazzo, quindi è tutto apposto? È lei la signorina che stava cercando? >
< Sì. È tutto apposto agente > rispose Peter cercando di liquidare il poliziotto.
< Molto bene, sono davvero felice per voi… Ma non potete rimanere qui. Noi della squadra mobile dobbiamo fare ancora delle ricerche e state inquinando la scena distruttiva. >
< Ci dispiace. Togliamo subito il disturbo. >
< Perfetto… Ragazzo, credo che sarebbe meglio che lei si facesse vedere da un medico. Ha dei brutti graffi sul viso. >
< Non è importante. Sto bene. >
< Come crede lei… Arrivederci. >
una volta che il poliziotto si fu allontanato, Peter fissò con sguardo coraggioso e determinato la sua amata Mary Jane.
< Gwen ha avuto l’aiuto di qualcuno, non è vero? >
< Hai dei sospetti, Peter? >
< Certo che ce l’ho. Ma dobbiamo essere molto cauti. È un uomo molto pericoloso e molto vicino a noi. >
< A chi ti stai riferendo? >
< Ad Harry Osborn. >
< Che cosa? perché ti avrebbe voluto morto? >
< Perché lui insieme a quella dannata biondina hanno scoperto la mia vera identità… Purtroppo non sono più al sicuro, Mary Jane. E non lo sei nemmeno tu. >
< Quindi che hai intenzione di fare? >
< Mi dispiace… So che Spider – man non ucciderebbe mai per vendetta, ma se devo proteggere una persona molto vicina a me, non ho altra scelta. >
< Ed io ti aiuterò come posso, Peter. >
< No, Mary Jane. Tu non devi entrare assolutamente in questa faccenda. È una questione tra me e loro. >
< Come scusa? non se ne parla nemmeno. >
< E’ troppo pericoloso! Ed io non posso pensare che tu rischi la tua vita inutilmente. Mi renderesti vulnerabile. Lo capisci? >
< Peter, perché? >
< Ascoltami bene: recati da mia zia May e aspetta il mio ritorno, d’accordo? Sbrigherò la faccenda molto velocemente. >
< E se tu avessi bisogno d’aiuto? Come farò se non sono lì con te? >
< Me la caverò con le mie sole forze. Stai tranquilla. >
Convintosi delle parole di Peter, alla fine Mary Jane si dovette mettere da parte.
< Che cosa dirò a tua zia? >
< Digli che sei venuta a trovarla dopo tanto tempo… >
< Va bene, farò come dici tu > rispose la donna con sguardo serio e contrariato.
< Lo so che vuoi starmi vicino, ma in questo momento non è possibile… Prega per me che vada tutto bene. >
< D’accordo. Però vedi di fare presto > rispose Mary Jane mentre stava ricominciando a piangere.
< Che fai? Non voglio vederti in questo stato, capito? Voglio vederti sorridere. >
< Così va meglio? > replicò la donna ubbidendo alla sua richiesta.
< Bene. Adesso posso combattere tranquillo. >
< Stai molto attento, ok? >
< Certamente > disse infine Peter salutando la sua amata prima di concentrarsi sulla sua battaglia finale.
 
 
L’odio e ‘orgoglio di Peter Parker erano talmente funeste che niente e nessuno lo avrebbe fermato.
Non sapeva dove trovare le sue prede per ucciderle, ma era sicuro che non avrebbero avuto vita molto lunga.
“Ecco che stanno parlando in maniera amichevole come due fidanzatini” pensò il ragazzo fissandoli da fuori il locale.
“Non posso fare una strage davanti a tutte queste persone. Devo trovare un vicolo…”
Attendendo con impazienza che potessero uscire dal locale, Peter non notò che fu proprio visto da Gwen.
< Che cosa ti prende? > gli domandò Harry vedendo la ragazza bionda distratta.
< Mi è sembrato di vedere Peter che ci stava guardando > rispose Gwen terrorizzata.
< Peter? Ma ne sei sicura? >
< Io… non lo so. >
< Secondo me stavi sognando. Ormai Peter Parker non è più un nostro problema. >
< Sarà, ma io non mi fido. >
< I tuoi sensi di colpa stanno prendendo il sopravvento? Vedrai che col tempo ci farai l’abitudine. >
< Tu come fai a rimanere così tranquillo? >
< Perché so di aver fatto la cosa giusta. Tutto qui. >
Ma Gwen non riusciva minimamente a stare tranqu8illa, uscendo dal locale mentre l’ansia e il nervosismo invadevano la sua mente.
“No. Non può essere vivo” pensò la ragazza “L’ho visto in quel locale fino ad un attimo prima dell’esplosione. Non può essere sopravvissuto. È impossibile!”
< Gwen, tu sei paranoica > fece Harry ritrovandosi fuori dal locale insieme a lei < Rientriamo e festeggiamo. >
< No, Harry… Non c’è niente da festeggiare. >
Con lo sguardo persone nel vuoto, la ragazza fissò la figura di Peter Parker dinanzi a lei.
< Peter… sei davvero tu? >
< In carne ed ossa… Avrei preferito attendervi in un altro posto lontano da tutti, ma la mia vendetta non può aspettare oltre. >
< Osi tu parlare di vendetta? > domandò Harry con tono rabbioso < Hai ucciso mio padre a sangue freddo, Spider – man. Non puoi parlare di me di vendetta. >
< Tuo padre era un feroce criminale, Harry > gli spiegò Peter < Volva far fuori quegli uomini facendo saltare tutto il palazzo di New York. >
< E con ciò? Lui è stato tradito e aveva tutte le ragioni. >
< Perché parli così? Questo mi fa capire che tu sei uguale a lui. >
< Sei molto sfortunato che per precauzione ho portato il mio arsenale con me > fece Harry facendogli vedere sotto la giacca la sua enorme quantità di bombe < E non è tutto, amico mio: dietro di te c’è l’aliante di mio padre pronto ad infilzarti una volta per tutte. >
< Come hai potuto prevedere tutto questo? >
< Sono solo più furbo di te, Peter. >
< Questo staremo a vederlo. >
Mentre Peter corse verso di lui, Harry gli intimò una seconda volta di non muoversi.
Ma il giovane Spider – man non sarebbe mai rimasto sotto ricatto, evitando di ascoltare i suoi ordini.
< Addio, Peter Parker… Salutami mio padre dall’inferno. >
Mentre l’aliante si stava dirigendo a grande velocità contro Peter, quest’ultimo riuscì a schivarlo con un pelo andando ad uccidere proprio Harry Osborn.
Terrorizzata, Gwen non credeva a quello che aveva visto.
Senza riuscire a resistere al colpo subito, Harry fu ucciso in pochi secondi dalla stessa arma di suo padre.
Peter al contrario, non aveva nessun rimorso per il suo amico.
Era consapevole che una forte minaccia si sarebbe abbattuta sulla città di New York e non aveva avuto altra scelta che distruggere due vite molto legate a lui.
< Gwen, non ti ucciderò se è questo che pensi > fece Peter con tono flebile < Ma ti avverto di una cosa: stai lontano da me e da Mary Jane. >
Senza riuscire a dire una parola, Gwen Syacy fuggì nel buio della notte acconsentendo alla richiesta di Peter.
Infatti, da quella notte, la bionda scomparve per sempre da New York, facendo perdere le sue tracce a tutti coloro che la conoscevano.
 
 
Tornando dalla sua amata, Mary Jane lo intravide dalla finestra della cucina della casa di Zia May mentre stava aiutando la donna a cucinare.
< Tesoro, chi hai visto? >
< Tuo nipote è qui, zia May. >
Con il cuore colmo di gioia, Mary Jane uscì di casa per abbracciare e baciare Peter come non aveva mai fatto prima d’ora.
< Allora ce l’hai fatta > fece Mary Jane commossa.
< Sì, Mary Jane. È finita. >
< Peter, allora ci sei anche tu! ti fermi a cena insieme a Mary Jane? >
< Con grande piacere, Zia May. >
< Allora sbrigati. Il pollo è quasi pronto. >
< Arrivo subito > rispose Peter prima che sua zia tornasse dentro.
< Allora? Com’è andata? >
< Adesso non ha più importanza, Mary Jane… Possiamo vivere la nostra vita in tranquillità. >
< E’ questo quello che ti volevo sentire dire > disse infine la ragazza fiera del suo amato.
   
 
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