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Autore: about_mydreams    01/05/2020    0 recensioni
Emma non potrà mai dimenticare quello che è successo al suo primo amore Zachary; quell'incidente l'ha segnata per sempre. Tuttavia, dopo un periodo buio in cui aveva perso se stessa, intraprende un percorso di rinascita seguendo le sue passioni, custodendo nel cuore il ricordo dell'amore della sua vita.
(Storia presente anche su Wattpad, scritta per il concorso wattpadiano San Valentino 2020).
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Sospiro profondamente, a pieni polmoni, trovando il coraggio che mi ha sempre contraddistinto. Mi avvicino al bellissimo pianoforte a coda che domina l'aula e mi siedo sullo sgabello imbottito; ho il cuore che batte all'impazzata. Sfioro delicatamente i tasti freddi e penso che, forse, quella felicità che sento scoppiarmi dentro non la merito fino in fondo.

Sento lo sguardo dei miei compagni di corso e dell'affascinante professore su di me incuriositi e ricchi di attesa. Ho passato gli esami di ammissione per l'Accademia delle Arti di Seattle con il massimo dei voti, dunque si aspettano grandi cose da me. Nonostante la mia innata sicurezza e l'alta autostima, non suono il pianoforte dal quel maledetto giorno. 
Negli anni che hanno preceduto il diploma, ho toccato il fondo, frequentando brutte compagnie e non rispettando me stessa. I miei genitori erano così disperati che non sapevano come comportarsi o cosa fare. Così me ne sono andata, ho cambiato aria sperando di poter ricominciare da zero. Alla fine è stata una scelta saggia: mia zia Natalie mi ha accolto nella sua casa di Portland a braccia aperte prendendosi cura di me come se fossi sua figlia. Sono molto grata a ognuno di loro per aver tenuto duro con me, per essere stati pazienti, e ora ho l'obbligo morale di rendere i miei parenti fieri; ho smesso di essere la pecora nera della famiglia dimostrando di essere una ragazza forte uscendo dal baratro oscuro in cui ero caduta da sola.

Espiro a fondo e chiudo gli occhi, immaginando che tutto sia come un tempo; che lui sia ancora qui accanto a me. Muovo delicatamente le dita sui tasti candidi, alternandoli a quelli neri, e una dolce e malinconica melodia riempie tutto l'ambiente. La canzone che ho scelto di suonare è "Thinking of you" di Avril Lavigne, un po' datata ma piena di significato. Il testo, nella parte centrale, recita: «Ho sempre avuto bisogno di tempo per me stessa, non avevo mai pensato di aver bisogno di te lì quando piangevo. Quando te ne sei andato, i pezzi del mio cuore sentivano la tua mancanza». Ogni singola parola mi procura brividi lungo il corpo e uno strano nodo alla gola si forma secondo dopo secondo. Avevo dato per scontato che lui ci sarebbe sempre stato per me, ma non è stato così: se n'è andato lasciandomi da sola e non posso fare a meno di sentirmi in colpa.

Nota dopo nota, quel fottuto momento ritorna alla mente, nitido come se fosse successo solamente ieri. Vedo i nostri sorrisi, sento le nostre risate riempire l'abitacolo dell'auto e la canzone dei Coldplay alla radio fare da sottofondo, ricordo ancora quando bello fosse il mio nome detto dalla sua voce profonda; poi i fari di un camion mi abbagliano, un forte rumore sovrasta qualsiasi cosa e il dolore fa la sua comparsa. La testa mi scoppia, le orecchie fischiano, il petto e la gamba bruciano; sono confusa, non capisco più niente. Accanto a me, il mio bellissimo fidanzato, l'amore della mia vita, non accenna nemmeno un movimento. Lo guardo frastornata, chiamo disperata il suo nome piangendo come una stupida mentre il cuore palpita veloce per la paura di perderlo. Vorrei urlare, ma non ci riesco; mi manca il fiato e non faccio altro che piangere e pregare, implorare che tutto vada bene, che lui riapra quei meravigliosi occhi azzurri in cui mi è sempre piaciuto perdermi, che lui ritorni a cantare con me perché è la nostra passione – com'era il nostro sogno entrare in questa scuola dopo il liceo.

Il tempo si è dilatato, nel presente e nel passato, e tutto scorre in maniera terribilmente lenta e dolorosa. Stille bollenti scendono lungo le guance lasciando scie rossastre sulla pelle, ma non me ne vergogno; quello che ho vissuto la notte dell'incidente mi ha reso la ragazza che sono adesso.
Da quando Zachary mi ha lasciato per sempre, non sono stata più la stessa, ho abbandonato tutto e tutti, lasciando che il dolore mi trascinasse con sé giù, nell'oscurità più profonda, ma alla fine sono riuscita a ricominciare da zero; lui avrebbe voluto così.

Quella notte in ospedale è stato il momento più straziante della mia vita. Ho davvero sentito il cuore spezzarsi, la vita scivolare via dal corpo e il respiro mancarmi per qualche secondo; ho pianto tanto, ho urlato dilaniata dal dolore cosicché nemmeno i sedativi mi hanno aiutato. 
Una volta, da qualche parte, ho letto: "A volte le domande sono complicate e le risposte semplici", mai frase è stata più perfetta per descrivere quel momento tanto terribile della mia vita. Ho continuato a chiedermi il motivo di quella morte, perché proprio a lui, perché proprio a me. Me la sono presa con Dio, lanciandogli le peggiori accuse e parole che potessi conoscere, ma ho sempre saputo che quella rabbia sentita esplodere giorno dopo giorno non era altro che la sofferenza per aver assistito alla morte del ragazzo che amavo. Il mio psicologo me l'ha ripetuto in continuazione, ma io l'ho mandato a farsi fottere dopo le prime sedute. Successivamente ... la depressione mi ha inghiottito e solo in rapporti occasionali e feste scatenate ho trovato un po' di pace. Mi vergogno a ripensarci adesso.

Sorrido tra le lacrime mentre canto, con gli occhi ancora chiusi, cercando di trasmettere tutta la passione e la tristezza che questa bellissima melodia mi suscita. Devo ammettere che tornare a seguire il mio interesse è a dir poco appagante, ma una parte di me si sentirà sempre colpevole per ciò che sto facendo: sto vivendo quel sogno che Zachary ed io ci eravamo ripromessi di percorrere insieme. Tuttavia, non è solo questo a spaventarmi. Ciò di cui ho più paura è poter essere felice senza di lui; poter andare avanti con la mia vita e trovare qualcun altro da amare dimenticandomi, così, di quel ragazzo che mi ha rubato il cuore con solo un sorriso. Il solo pensiero m'innervosisce. La parte razionale, però, mi dice che mai e poi mai potrei dimenticare il volto dolce e gli occhi azzurri del primo ragazzo di cui mi sia davvero innamorata.

E vado avanti così fino alla fine della canzone, provando sentimenti contrastanti e continuando a piangere e a ricordare ogni singolo momento vissuto con Zac – come dei flash. A essere onesta, pensare a lui mi fa sentire bene e allevia quella colpa che mi logora dentro da troppo tempo, una sensazione che so non potrà mai abbandonarmi. Mi sento appagata; percepisco la sua presenza accanto a me e sorrido ancora tra le lacrime. La sua mancanza mi ha spezzato il cuore, ma, allo stesso tempo, il suo ricordo mi ha fatto rinascere.

Al termine della canzone, apro gli occhi percependoli arrossati – quasi bruciano. Mi guardo intorno, alternando lo sguardo tra la classe e il professore. Il silenzio scende nella stanza come fosse una presenza ingombrante. Senza modestia, so di essere stata brava, dunque non capisco perché quest'ostinato mutismo. Mi asciugo le lacrime, decisamente più calma e sollevata di minuti prima, e guardo il professore con fierezza aspettando un complimento che, però, non arriva. Brian Smith mi fissa incuriosito, anche un po' perplesso, ma resta in silenzio.
Sto per aprir bocca, ma mi accorgo che i grandi occhi celesti del mio nuovo professore sono lucidi. E' semplicemente rimasto a bocca aperta. Do un'occhiata anche al resto dei miei compagni e mi fissano tutti perplessi, come a non credere a ciò che hanno visto. Una parte di me è lusingata, ma l'altra sa benissimo quanto valgo e ne ghigna compiaciuta.

«Sei stata bravissima, Emma. Complimenti.» si congratula il professore, ritrovando la parola.

Gongolante, mi alzo dallo sgabello raggiungendo il banco occupato all'inizio della lezione e, solo in quel preciso momento, incontro gli occhi scuri del mio migliore amico. Robbie mi guarda fiero, immobile sulla soglia dell'aula, con un sorriso smagliante e le lacrime che minacciano di bagnargli il volto roseo. Quando si accorge di aver attirato la mia attenzione, mi manda un veloce bacio con la mano e alcune stille salate sfuggono al suo controllo. 
Robert è la mia roccia, la persona che mi è stata vicino nonostante tutti i guai in cui mi sono cacciata; mi ha compreso, mi ha rimproverato quando è servito, mi ha tenuto la mano nei momenti più bui e mi ha scosso cercando di farmi reagire. Se sono qui, adesso, lo devo anche a lui. Vedere l'orgoglio in quelle iridi brune mi fa sentire bene, mi fa capire di essere sulla strada giusta. Farò di tutto per ritornare a essere la Emma di un tempo, senza mai dimenticare quell'amore grande vissuto insieme a Zachary. I pezzi del mio cuore si stanno ricomponendo, a poco a poco. 

 

   
 
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