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Autore: hinata 92    01/05/2020    1 recensioni
Il piccolo Goten, a causa di un evento traumatico, ha deciso di smettere di allenarsi. Oggi, a sedici anni, tutti lo considerano un fallito buono a nulla, tranne il suo fratellone e il suo migliore amico, che hanno un piano per ridargli un po' di fiducia in se stesso...
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goten, Piccolo, Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Serenità

 

«Goten, c’è una visita per…»

Vendendolo già con la spazzola in mano, intento a risistemarsi i capelli, Dende ridacchiò: «Vedo che te ne sei già accorto.»

L’uomo sorrise: «Arrivo tra poco.»

Dende chiuse la porta. Non ricevevano molte visite lassù, ma quando capitava la cosa più difficile per lui era sempre sistemarsi i capelli. Non aiutava affatto che avesse smesso di tagliarli da tempo e che ormai fossero lunghi fino ai piedi, ma era rimasto troppo impressionato quando, circa una quindicina d’anni prima, le ciocche, una volta tagliate, erano diventate improvvisamente bianche fra le sue mani. Preferiva tenerli scuri e ben attaccati alla sua testa, visto il dono che gli era stato fatto di un invecchiamento rallentato.

Sistemata finalmente la chioma, Goten si guardò un momento allo specchio e sorrise. Il volto era indistinguibile da quello di suo padre, come sempre, e gli abiti che indossava erano, seppur cerimoniali, molto più comodi di quelli dei Supremi che lo avevano preceduto. Quando ritenne di essere a posto, prese il bastone e si avviò verso l’ingresso, travolto per un momento dalla nostalgia.

Quante cose erano cambiate in quegli anni!

La Terra viveva il suo più lungo periodo di pace, da quando gli alieni avevano smesso di tentare di invaderla. Oh, ci avevano provato a lungo, ma la barriera di Goten, ormai abbastanza grande e robusta da avvolgere tranquillamente il pianeta, li aveva fatti desistere tutti, uno dietro l’altro. Gli umani vivevano un momento di prosperità tecnologica, anche grazie alle scoperte di Gohan, che, ispirato dal suo fratellino, era riuscito effettivamente a sostituire i nuclei delle centrali nucleari con forme di energia pulita e quasi infinita, delle Energie Sferiche cristallizzate in barriere infinite. Se anche, a distanza di secoli, si fossero esaurite, sarebbe bastato alzare tutti le mani al cielo e ricrearle, con l’unico difetto che tutta la popolazione mondiale avrebbe avuto un gran sonno e sarebbe andata a dormire presto, per quel giorno.

Anche Crilin, Tensing e Videl si erano dati da fare finché avevano potuto, creando delle scuole modello per il controllo dell’aura aperte a tutti. In quel momento la quasi totalità degli umani sapeva controllare la propria aura per usi civili, come volare, creare una piccola forma di illuminazione o bruciare le foglie in giardino. Potevano persino donare un po’ della loro energia vitale alla natura, e infatti foreste e varie zone selvagge del pianeta erano tornate a prosperare. I tornei di arti marziali erano diffusi e Dende, che ormai aveva sostituito Mr. Popo andato meritatamente in pensione, presenziava ad ognuno di essi, selezionando a volte dei futuri guerrieri che venivano addestrati da lui e Goten lì al santuario come forze di difesa della Terra, in caso di emergenza. Poteva sentire i loro allenamenti anche passando semplicemente nel corridoio, e l’unica vera preoccupazione che gli davano era quella di distruggere le mura. Certo, si poteva sempre chiedere a Shenron di riparare tutto, ma odiava disturbarlo per queste sciocchezze. Le Sfere del Drago erano ancora create da Dende, ma non per molto, Goten era convinto di aver quasi affinato la tecnica per poterle creare lui stesso, e, soprattutto, per poterla insegnare a un suo successore. Aveva ancora un po’ di tempo, però, e aveva intenzione di prenderselo tutto.

Si risollevò dai suoi pensieri solo quando giunse nell’ingresso. Dende, d’aspetto ormai tremendamente simile a Junior, lo attendeva al fianco di una figura minuta, inginocchiata, con i capelli grigi e le rughe. Goten, vedendola, corse subito verso di lei preoccupato.

«Ma cosa fai? Alzati, dai!»

La signora alzò il volto sorridendo: «Volevo rendere omaggio al Supremo della Terra.»

Goten, lasciando per un attimo il bastone a Dende, subito sollevò la donna di peso: «Piantala, lo sai benissimo che per te sono sempre e solo lo zio Goten! E poi hai una certa età, la tua schiena non regge più questi sforzi.»

Pan ridacchiò mentre Goten la sollevava in aria come quando era bambina e le faceva fare mezzo giro, per poi riposarla a terra con estrema delicatezza.

«Lo so, ma non riesco a resistere all’idea di prenderti un po’ in giro.»

Il Supremo rise: «Sei sempre la solita burlona! Allora, parliamo di cose serie…»

Con il volto più entusiasta di un bimbo di fronte alle giostre, Goten aggiunse: «… quand’è che mi porti il mio nipotino?»

Pan ridacchiò: «Ehi, è il mio nipotino!»

«Prego, tu sei sua nonna! Io sarei il pro-pro-pro… quanti pro ci vogliono? Oh, insomma, sono lo zio e quindi è anche il mio nipotino!»

Sia Pan che Dende risero di gusto. Sempre preso dagli incarichi istituzionali era raro rivedere quel lato più infantile e giocoso di Goten, ma quando accadeva era sempre una gioia constatare che nonostante gli anni non era cambiato di una virgola.

«Presto, promesso. Sai, ha preso i capelli dal nonno!»

Goten alzò un sopracciglio: «Nonno Goku o nonno Satan

Pan rise: «Nonno Goku!»

L’uomo si portò la mano al petto, in un finto sospiro di sollievo: «Meno male! Avete idea della fatica di pettinare tutti quei riccioli?»

La donna gli prese una ciocca dei lunghi capelli: «Tu dovresti proprio prendere una parrucchiera, i capelli sono diventati una tua ossessione.»

«E dove la trovo una parrucchiera disposta a venire fin quassù, senza nemmeno la televisione? Oh, incredibile che dopo più di novant’anni non siamo ancora riusciti a risolvere questo problema, Dende

Il namecciano rise: «Dovremmo chiedere a Shenron, un anno o l’altro.»

Goten annuì: «Mettilo in agenda, sono almeno cinquant’anni che rimandiamo.»

Pan annuì con un gran sorriso: «Ora però devo tornare a casa.»

L’uomo la guardò un po’ deluso: «Di già? Non vuoi fermarti per pranzo?»

«Mi aspetta già mia figlia e non voglio farla preoccupare.»

Goten alzò le mani in segno di resa: «La famiglia prima di tutto. Vai, ti aspetto la prossima volta!»

Pan annuì, alzandosi in volo: «Alla prossima, zietto! Ciao, Dende

Goten e Dende si affacciarono al bordo del santuario e la guardarono allontanarsi. Poi, Goten, tornato serio, aggiunse: «Dovrò seriamente tenerlo d’occhio, il mio nipotino.»

Dende scosse la testa: «Immagino che fosse inutile nascondertelo, tu sei molto più bravo di me a sentire le aure.»

«Quel ragazzino non ha solo i capelli di papà, ma pure l’aura è tremendamente simile! Nel dubbio, le prime notti di luna piena io lo sorveglio, non si sa mai…»

Un’esplosione risollevò entrambi dai loro pensieri. Dende trasalì, ma Goten, imperturbabile, si limitò a sospirare.

«L’hanno fatto di nuovo.»

Il namecciano ridacchiò: «I nostri ultimi allievi sono un po’ turbolenti, a volte…»

«Ripassami il bastone, se hanno di nuovo distrutto la cucina a ora di pranzo è la volta buona che ritiro fuori un po’ del mio spirito Sayan

Dende glielo porse: «Prego, tutti tuoi.»

Goten, sorridendo e tirando fuori nuovamente quel suo lato da attore consumato, rientrò nell’edificio urlando: «ALLORA??? CHI È CHE DEVO MALMENARE STAVOLTA? L’HO GIÀ DETTO, LA CUCINA È SACRA!!! DIAMINE, QUESTO È UN SANTUARIO, È TUTTO SACRO QUA, MA LA CUCINA IN PARTICOLARE!!!»

Il namecciano rise di gusto. Sì, forse il santuario, dopotutto, era meno tranquillo della Terra, ma era certo che la serenità che regnava ovunque sarebbe durata ancora e ancora a lungo, almeno finché Goten avrebbe avuto la forza di prendersi cura del mondo che tanto amava.

 

Ed eccoci qua. Stavolta è finita davvero, con una citazione all’ultimo episodio speciale di GT. Non so se fosse il finale che vi aspettavate, ma a me questo Goten è piaciuto molto. Difficilmente con questo finale lo riprenderò, ma è stato divertente.

Ringrazio come sempre alla fine delle mie storie:

·         Chi ha messo la storia fra le preferite: bulmasanzo

·         Chi ha messo la storia fra le ricordate: Esmirildindina

·         Chi ha messo la storia fra le seguite: bulmasanzo e LadyTsuky

·         Chi ha commentato: bulmasanzo e Millo_Pippo_Jo

In attesa della prossima storia, vi saluto, alla prossima!

 

Hinata 92

  
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