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Autore: principessa oscura 30    01/05/2020    2 recensioni
Dalla storia: "Mi accarezzava il viso e mi fissava con intensità come se volesse immortalare la mia immagine in quel momento.Si avvicinò molto di più a me e mi circondò la vita con il braccio libero continuando a caricarmi di attenzioni.
Il mio cuore non poteva reggere tutto ciò, tutti quei contatti mi erano mancati."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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                                                                                   Odette's Story





Mi chiamo Odette Degas e sono una vampira. Si lo so che può sembrare strano, eppure lo sono. Ma partiamo dal principio, da come ci sono arrivata ad essere una tale creatura.

Sono nata a Torino, dove vivo tutt'ora, da genitori francesi ciò spiega il mio nome straniero, ho i capelli neri e gli occhi azzurri. Il mio nome è ispirato alla protagonista di un balletto classico, Il lago dei cigni, mia madre era una ballerina e mio padre un musicista. Insomma classica storia in cui due artisti si innamorano e sono costretti ad abbandonare le scene non appena la donna rimane incinta.
No non di me, io sono la più piccola della famiglia, prima di me i miei genitori ebbero il mio amato fratello Niccolò, nome ispirato al celebre violinista, Niccolò Paganini, con capelli castani e occhi anch'egli azzurri. Un' ottima fantasia insomma.
Predestinati entrambi a seguire le orme dei nostri genitori, mio fratello un musicista e io una ballerina.
Non sto dicendo che ci abbiano obbligato, abbiamo entrambi scelto di percorrere quelle strade, insomma cercavamo solo di compiacere i nostri genitori che dovettero abbandonare le loro passioni.
Io e mio fratello ci passavamo tre anni di differenza, siamo stati insieme per tutto il periodo dell'infanzia, non ci separavamo mai.
Ma con l'arrivo dell'adolescenza, le strade iniziarono a dividersi. Lui passava il suo tempo o con gli amici o a esercitarsi, oppure fuori casa o a studiare, non aveva più tempo per me.
Ero dannatamente invidiosa di tutte quelle persone che potevano stare con lui, mentre io che teoricamente sarei dovuta essere la persona a lui più vicina lo vedevo a malapena.
Certo normale per ragazzi della nostra età svolgere questo stile di vita, ma io almeno i tempo per la famiglia lo trovavo, organizzavo le mie giornate per poter fare tutto. Amici, studio, allenamenti e famiglia.

Non sapevo proprio come fare a far capire a mio fratello che bramavo le sue attenzioni come un tempo.
Perchè sono così esigente con lui? Beh.. ci siamo sempre esercitati ed esibiti assieme, lui suonava per me e io ballavo per lui. Una profonda tristezza ogni volta che devo utilizzare la musica preregistrata per esercitarmi nei balletti.
Nella mia scuola di danza cercavo di essere sempre la migliore, adoravo ottenere i ruoli principali e avere le attenzioni su di me, mi faceva sentire molto importante. Tutti quei complimenti e gli occhi incentrati su di me, il sogno di ogni ragazzina che ispira a diventare una ballerina di successo.
Eppure in tutto ciò mio fratello non c'era. Certo, veniva ai miei spettacoli e io andavo ai suoi, ma non si fermava mai ad aspettarmi dopo. Guardava e andava via.

Ci stavo malissimo, più volte nella notte andavo nella sua stanza e provavo ad attenderlo sveglia, fallendo, e le mattine seguenti mi ritrovavo nella mia stanza, il che voleva dire che rientrava, ma pur di non svegliarmi e passare del tempo con me mi riportava in camera mia. Non dormivamo insieme da molto.
Si, da piccola amavo andare da lui ogni volta che facevo brutti sogni. Un po' per non disturbare i miei genitori che lavorando tutto il giorno dovevano riposare. E poi lui era l'unico a riuscire a calmarmi.

Però un momento, non fraintendete tutte queste mie parole. Non ho MAI avuto strani pensieri sul mio amato fratello, i miei sentimenti sono di pura ammirazione per il suo talento musicale ed anche perché gli voglio molto bene. Nessuno scopo incestuoso, ci mancherebbe.
Solitamente quando non avevo allenamento e le mie amiche non avevano tempo di uscire eliminavo la noia leggendo, leggevo qualsiasi cosa, specialmente i grandi classici, ma anche i fumetti non mi dispiacevano. Avevano disegni molto belli e le storie erano interessanti ogni tanto. Tutto ciò che aveva un qualcosa di artistico mi piaceva molto.
Nel mio gruppo di amici quasi tutti avevano i miei stessi interessi e passavamo il tempo a discutere di qualsiasi argomento o a visitare i musei della nostra città, oltre che fare le cose che ogni adolescente fa, ovviamente.
Terminate le superiori, mi dedicai completamente alla mia passione per la danza. Ero riuscita, grazie al mio talento, naturalmente, ad ottenere il posto di prima ballerina al teatro regio di Torino in un'ottima compagnia di danza. Avevo faticato molto per ottenere quel titolo e non me lo sarei mai potuto far scappare, avevo dovuto competere con un sacco di altre ragazze per riuscirci ed era stato un grande traguardo.

Insomma in una semplice scuola di danza dovevo molto spesso accontentarmi di ruoli secondari per permettere a tutte le altre allieve di farsi notare, ma adesso era il mio momento, ero giovane, avevo 18 anni e avevo ancora diverso tempo prima di lasciare il palco ad altri. Questo mio egocentrismo non lo davo a vedere, era una cosa mia e basta.
Un giorno, mentre ero intenta a ripassare alcuni movimenti in vista dello spettacolo serale de “Lo schiaccianoci”, nella speranza che mio fratello avesse letto i miei messaggi in cui lo pregavo di venire a vedermi dato che da quasi un anno non lo vedevo più. Diceva di essere in giro per lavoro, era riuscito a farsi accettare in un'orchestra abbastanza famosa, ma io non riuscivo a credergli fino in fondo. Sentivo che c'era qualcosa che mi teneva nascosto.
Quella sera ballai come meglio mi riusciva, nella speranza che lui potesse osservarmi tra il pubblico, ma sapevo in fondo che lui non ci sarebbe stato.
I miei genitori e parenti più stretti c'erano e lui no.
Così andò avanti per 2 anni.
Con il guadagno del mio lavoro al regio ero riuscita a comprarmi una casa tutta mia. Era spaziosa e avevo fatto si che nel seminterrato ci fosse una palestra in modo da potermi sempre esercitare quando ne avevo voglia o quando venivano alcune amiche a casa e ci prendeva voglia di ballare.
Una notte nel rincasare dopo una serata passata assieme al mio gruppo di amici, non feci nemmeno in tempo a togliere le scarpe che suonarono alla porta.
Chi poteva mai essere a quell'ora? Un qualche fan psicopatico o qualcuno troppo ubriaco da divertirsi a fare scherzi stupidi.
Andai ad aprire e lo vidi. Mio fratello era lì, davanti a me. Più bello che mai.
Spalancai la bocca e rimasi ad osservarlo.

O:Fratello..Niccolò..Sei tornato.-

Dissi iniziando a sentire gli occhi colmi di lacrime nel pronunciare quelle parole, lacrime di gioia e rabbia.

N:Odette, sei diventata veramente bellissima in tutti questi anni-

 

Arrossì alle sue parole, e mi decisi a scostarmi dalla porta per permettergli di entrare in casa.
Non potevo crederci, era lì davanti a me e non potevo ancora crederci. Sembrava un sogno.
Lo invitai ad accomodarsi dove più preferiva, ma egli preferiva fare il giro turistico della casa. Rifiutò persino qualcosa da bere e da mangiare sostenendo di essere a posto. Eppure lo trovava così pallido, era preoccupata per la sua salute.

O: Dove sei stato? Non ti sei più fatto vivo per due anni! Non che prima tu fossi molto presente, ma almeno tornavi a casa e davi notizie! Perché non ci hai chiamato, perché non MI hai chiamato?!

N: Sono stato molto occupato con il lavoro, insomma concerti un po' ovunque. Dovresti capirmi dato che anche tu sei spesso impegnata con i tuoi balli.

O: Come puoi dirlo? Non ci sei mai venuto ai miei spettacoli, nonostante le mie chiamate.

N: Io sono sempre stato presente a tutti i tuoi spettacoli, non mi perderei mai la mia sorellina sul palco. L'ultima volta nei panni di Aurora sei stata fantastica.

Dunque era vero, lui è sempre stato lì e non mi aveva mai detto nulla, perché?
Cominciai a piangere, e mi catapultai tra le sue braccia. Lo strinsi forte e poggiando il viso sul suo petto mi concessi un pianto di rabbia e gioia.
Lui mi strinse a sua volta a se e mi incominciò ad accarezzare i capelli come faceva sempre, ogni volta che io mi mettevo a piangere su di lui.
Passai minuti interminabili tra le sue braccia sentendomi cullare come i vecchi tempi, calmandomi tra le sue carezze e percependo il mio organo cardiaco accelerare i battiti come tutte le volte che lui era con me.

O: Mi sei mancato..Mi sentivo persa senza di te

 

N: Odette, mi sei mancata tantissimo anche tu. Ma sono avvenute tante cose in questo lungo periodo che ho preferito fare così.

O: Cosa ti è successo? Stai male? È per questo che sei così pallido? Devo chiamare qualcuno? Non osare fare quel sorriso beffardo, rispondimi!

 

N: Non cambi mai eh? Sempre a fare la sorellina rompiscatole

O: Mi preoccupo solo per te..

N: Odette, sto bene. Non preoccuparti. Ti va di fare come i vecchi tempi? Balla per me, sorellina.

O: O-ora? Cosa dovrei ballare? È tardi! E no, non fare gli occhioni con me lo sai che non funzionano.

N: …

O: Dannazione, va bene! Anche se non te lo meriti affatto dopo il tuo comportamento. Cosa vuoi che ti balli?

N: La morte del cigno.

O: Bizzarra richiesta, ma va bene. Dammi un minuto che vado a prepararmi. Ci metterò un po' a trovare il vestito e gli accessori di Odette.

N: No, mettiti solamente le scarpette, e permettimi di osservare le tue movenze senza i vestiti. Siamo fratelli, non dovresti vergognarti di stare in intimo davanti a me. Più di una volta tu mi hai visto in boxer.

O: C-cosa? Fratellone sicuro di star bene? Che diamine di richieste sono queste? Smettila con quell'espressione, non esist- Fanculo. Viziato di merda.

N: Sei quasi dolce quando mi insulti.

 

Andai di sopra nella mia stanza aprendo la cabina armadio in cui tenevo tutte le cose per il ballo. Presi le mie scarpette e una gonna bianca corta, dovevo comunque avere qualcosa per cercare di emulare l'effetto del mancato tutù. Poi mi privai dei vestiti e mi preparai per esibirmi davanti al mio amatissimo fratello.
Scesi nuovamente in salotto dove lo avevo lasciato e gli feci strada verso la mia palestra personale. Ma lui rifiutò.
Voleva che ballassi nella mia camera da letto, lo trovava più adatto come luogo.
Mi ero sempre fidata del giudizio di Niccolò ma questa volta mi stava davvero preoccupando, era strano.
Mi chiese se avessi conservato ancora un suo vecchio violino e alla mia affermativa risposta lo andò a prendere.
Incominciò a suonare il brano della morte del cigno e io iniziai a ballare come suo desiderio.
Fortunatamente la mia stanza era abbastanza grande e ciò mi permetteva di eseguire al meglio i passi.
Mentre ballavo, mio fratello non mi staccava gli occhi di dosso pur continuando a suonare il suo amato violino.
Terminai il pezzo, e mi asciugai con il dorso della mano il sudore dalla fronte.
Mio fratello poso il violino e applaudì avvicinandosi, non sapevo molto bene come fossi riuscita a farlo perfettamente, quella sera avevo un po' bevuto,giusto qualche sorso dal bicchiere dei suoi amici dato che non reggevo per nulla l'alcool. E forse era anche per questo che non riuscivo a negare nulla a Niccolò, oltre al fatto che volevo che lui rimanesse con me.
Arrivò davanti a me e mi accarezzò il viso, sorridendo compiaciuto. Era felice che avessimo condiviso nuovamente un momento come questo dopo tanto tempo.
Mi accarezzava il viso e mi fissava con intensità come se volesse immortalare la mia immagine in quel momento. In condizioni indecenti, dato che avevo le guance arrossate i capelli in disordine.
Si avvicinò molto di più a me e mi circondò la vita con il braccio libero continuando a caricarmi di attenzioni.
Il mio cuore non poteva reggere tutto ciò, tutti quei contatti mi erano mancati. Sapevo che il nostro amore fraterno fosse superiore a molti altri ma ora la cosa mi stava leggermente agitando.
Cioè avevo avuto contatti così ravvicinati con dei ragazzi cioè ho avuto le mie varie esperienze, ma il fatto che ora fossi in una situazione ambigua con il sangue del mio sangue mi rendeva irrequieta.

N: Odette, sei così bella..

O: G-grazie Nick..ma p-perché mi guardi così?

N: Perdonami sorellina

E non feci nemmeno in tempo a controbattere che sentì le labbra del mio stesso fratello sulle mie lasciandomi di sasso per quello che stava facendo. Amavo e ammiravo moltissimo Niccolò ma potevo spingermi oltre questo limite?
Non cercava contatti oltre quello delle semplici labbra, un semplice bacio a stampo dato con sentimento, che decisi di ricambiare, insomma molti fratelli lo fanno. Da piccoli. Ma dettagli.
Si staccò dalle mie labbra e dopo avermi posato un dito su di esse per impedirmi di riempirlo di domande mi inclinò la testa di lato andando a fissare il mio collo con intensità.
Avvicinò la testa ad esso e iniziò prima a depositare casti baci sulla mia pelle, poi fu un attimo. Mi morse e sentì come se dei canini mi perforassero la pelle, ma non sentivo male, anzi. Più rimaneva in quella posizione attaccato a me a succhiare la pelle, o almeno così credevo, più una grande ondata di piacere iniziò ad invadermi, portandomi ad uno stato di estasi totale che faticavo a reggermi con le mie forze. Mi trovai completamente priva di forze e mi abbandonai tra le braccia di mio fratello, mi stava prosciugando.
Poi si staccò dal mio collo e si piantò i canini sulle labbra e mi baciò nuovamente facendo scorrere il sangue che fuoriusciva dalle sue ferite nella mia bocca, il liquido scarlatto mi scivolava giù per la gola come se fosse acqua.
Non so per quanto tempo restammo in quella posizione, probabilmente qualche minuto ma a me parvero ore.
Mi staccai dalle sue labbra non appena mi sentii sazia.
Lo guardai con gli occhi carichi di dubbi e domande, non avevo la forza di parlare ne la forza di rimettermi in piedi con le mie gambe.
Mi sentivo tanto stanca. L'ultima cosa che ricordo furono le sue mani che mi coprirono gli occhi e con un sussurro mi disse: “Dormi”.
Mi svegliai il giorno seguente, o meglio, la notte seguente. Ero stata adagiata sul mio letto, cosparso da petali di rose di ogni colore che mi circondavano.
Non capivo cosa fosse successo, mi trovavo con una profonda sete e fame. Ma non volevo ne cibo ne acqua.
Mio fratello era vicino a me seduto sul mio letto con uno sguardo triste.
Mi abbracciò non appena mi vide aprire gli occhi, e non appena gli chiesi che cosa fosse successo mi raccontò il tutto.

Era diventato un vampiro poco dopo che iniziò il suo viaggio di lavoro e voleva egoisticamente che io condividessi questa cosa con lui ecco spiegato il motivo per cui anche io adesso lo ero. Promise che mi avrebbe insegnato a gestire gli istinti e come cacciare.
Non mi capacitai di nulla in quel momento, ero sconvolta e furiosa, non volevo quel destino. Non volevo quella vita.
 

Passò un anno da quel giorno, e Niccolò mantenne la promessa, mi insegnò tutto quello che dovevo sapere per sopravvivere.
Mi aiutò a gestire la situazione a lavoro, fortuna che le prove erano di sera e di giorno mi allenavo un poco a casa e poi riposavo. Ma non sarebbe durata per sempre questa cosa.
Aveva degli agganci e tramite un suo amico medico fidato falsificò dei fogli in cui veniva certificata una malattia ai raggi solari, era una malattia rara non so quanto la cosa avrebbe potuto funzionare ma provai a fidarmi.
Siccome ero una sorta di celebrità all'interno della mia compagnia trovai un accordo con la mia insegnante convincendola a svolgere le prove giornaliere nella mia palestra personale, ogni tanto la mia notorietà serviva a qualcosa!
Per essere più tranquillo e per far si che stessi tranquilla pure io, mio fratello, che avevo scoperto essere molto popolare, aveva un amico poco più grande di me che si offrì di aiutarmi per volgere la mia vita vampirica, e fortuna volle che lavorava nel mio stesso teatro quindi riusciva a farmi entrare in esso dal tramonto in poi. Gli dovetti dare il mio sangue per coronare questa sorta di alleanza. E per facilitare la vita di entrambi lo invitai ad alloggiare da me, la casa era spaziosa lo spazio non mancava. Gioele è il suo nome,lunghi capelli biondi e occhi azzurri, un principe insomma! Dal carattere gentile e disponibile, molto amico di mio fratello e adesso mio. Si dimostrò un ottima spalla su cui piangere e un ottimo amico, qualcuno con cui passare le ore a parlare o guardare qualcosa, quando era possibile, con il fatto che lui lavorava il giorno e dormiva la notte le ore per passare del tempo insieme erano relativamente poche. E si molte volte ci siamo concessi anche qualche nottata di lussuria, era un ottimo modo per rimanere ancorata alla mia umanità e scaricare la tensione, ed era pur sempre un bel ragazzo!
Mio fratello, sentendosi ancora terribilmente in colpa per cosa mi aveva fatto, mi trovò anche delle persone da cui potevo bere tranquillamente, senza dover per forza uscire e cacciare. Non si sforzò molto eh, convinse semplicemente le mie tre amiche più intime a farmi questo favore. Le conoscevamo sin da piccole erano figlie di alcuni amici di famiglia quindi sapevo di potermi fidare di loro per questo terribile segreto che avrei dovuto mantenere in eterno.
Le tre ragazze si recavano la sera a casa mia, poco prima che mi svegliassi per poi donarmi il loro sangue. Ovviamente a farle entrare ci pensava Gioele che a quell'ora era ancora sveglio.

Ora che tutto era stato sistemato credevo di poter vivere con mio fratello e i miei amici una vita abbastanza tranquilla. Ma Niccolò non era di questa idea, esattamente due anni dopo la mia trasformazione mi abbandonò nuovamente lasciandomi un semplice biglietto:

“Quando avrai bisogno di me, chiamami o scrivimi.

Ti voglio bene Odette.

Perdonami.”













Angolo Autrice
Ennesima storiella tratta dalla biodi un mio personaggio per un gioco di ruolo. Mi rendo conto che le mie storie siano tragiche ma è più forte di me!
Non so bene che cosa mi abbia spinta a pubblicare un altro racconto, probabilmente la noia data la situazione che stiamo vivendo (Spero che stiate bene). 
Se avete voglia di lasciare un commento mi farebbe molto piacere! 
Alla prossima! 

Principessa Oscura 30 


 

  
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