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Autore: nique_j    01/05/2020    10 recensioni
“Non qui, Fred”
Il ragazzo improvvisamente smette con quella dolce tortura e ti guarda sorridendo.
Sa di aver vinto. Sa di aver vinto ancora una volta e ci è riuscito con un semplice gesto.
Perché ogni volta che ti guarda e ti tocca, lui vince sempre.
Perché ogni volta diventi un po’ meno tua e sempre un po’ più sua.
“E dove, allora?”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ti guarda come si guardano le cose pericolose, che sono un po’ belle e un po’ proibite. 
Ti guarda sempre. 
Senti il suo sguardo su di te la mattina davanti al tuo piatto di uova e pancetta che non riesci nemmeno a toccare perché ultimamente sei sempre troppo nervosa. 
Ti guarda subito dopo, quando ti alzi e ti chiudi in camera con Harry Ron e passate lì tutto il giorno, a parlare di cose che lui non si può permettere di sapere.
Ti guarda anche a pranzo e a cena. Ti guarda durante i pomeriggi che passi sul divano del salotto con un libro in mano o quando il sole splende e sei seduta nel giardino di casa, immersa nella lettura di pagine sempre diverse. Lui ti guarda mentre i tuoi occhi scorrono su quei fogli consumati e lisi, e mentre la tua mente lavora sempre più velocemente per assimilare ogni singola nozione.
Ti guarda anche mentre scherzi con Ginny, perché potete anche essere le streghe più brillanti della vostra età, ma con le decorazioni floreali proprio non ce la potete fare.
Così come ti guarda mentre disegni magicamente con morbidi e fluidi movimenti della bacchetta il medesimo motivo argentato su tutti i piatti bianchi di ceramica, e mentre infondo ti chiedi se gli invitati al matrimonio si focalizzeranno davvero su quell’inutile particolare.
Ti guarda mentre sbuffi e svolgi quell’inutile compito controvoglia, perché ti sembra di perdere tempo. E hai altre cose a cui pensare.
 
Ti guarda anche adesso, quando dopo cena non ti sei catapultata in camera con il libro sotto braccio come fai ogni sera, ma al contrario sei uscita nel giardino, perché come hai appena detto hai bisogno di una boccata d’aria.
Ancora seduto a tavola, ti guarda mentre ti allontani. Non sai che una parte di lui ha appena lottato contro quella più impulsiva e dominante, che lo avrebbe fatto alzare immediatamente per seguirti a ruota.
Lui fa invece finta di finire il contenuto del suo piatto per non dare nell’occhio, cerca di non far vedere che ha fretta, che vorrebbe uscire con te.  
Temporeggia. Forse perché non sa se uscire per chiederti come stai sia una buona idea. 
 
Sei fuori da poco più di dieci minuti. In piedi, guardi dritto davanti a te e respiri profondamente.
Ti senti già meglio. 
Decidi di tornare dentro, perché infondo non vuoi attirare l’attenzione e non vuoi che la tua assenza risulti sospetta.
È troppo tardi però, perché senti la pressione di due forti braccia che ti stingono la vita, e un respiro caldo che ti solletica il collo e l’orecchio. 
Non dici niente, come risposta appoggi prontamente le tue mani su quelle del ragazzo e facendo una leggera pressione sui suoi polsi cerchi di staccarle dal tuo corpo. Ma solo perché hai paura che vi possa aver visti qualcuno. 
 
Dai stai tranquilla, non ci vede nessuno
 
Come se avesse appena letto nella tua mente prova a tranquillizzarti. 
Ti volti per poterlo guardare in faccia, trattenendo un sorriso alla vista del suo volto sempre disteso e sereno. 
Fa un passo verso di te ed avvolge nuovamente i tuoi fianchi con le braccia.
Meno male, pensi, perché quel contatto già ti iniziava a mancare. Perché senti di averne bisogno, estremamente bisogno.
Lo senti avvicinarsi ancora un po’, abbassandosi verso di te. Senti che ti sfiora l’orecchio con la punta del naso, per poi scendere fino al collo lasciando che le labbra sottili vi si schiudano in morbidi baci a fior di pelle. 
Sei completamente in balia di quel gesto ma allo stesso tempo cerchi di recuperare un po’ di quell’autocontrollo che ti caratterizza da sempre.
 
Non qui, Fred” 
 
Il ragazzo improvvisamente smette con quella dolce tortura e ti guarda sorridendo.
Sa di aver vinto. Sa di aver vinto ancora una volta e ci è riuscito con un semplice gesto. 
Perché ogni volta che ti guarda e ti tocca, lui vince sempre. 
Perché ogni volta diventi un po’ meno tua e sempre un po’ più sua.
 
“E dove, allora?”
 
Ti risponde avvicinandosi ancora e sussurrandoti le parole a fior di labbra. 
Scuoti la testa perché sai che non è possibile. 
Perché sai che lui ti vuole e tu lo vuoi, da tempo ormai. 
Però sai anche che ogni giorno alla Tana potrebbe essere l’ultimo, e ti sembra inutile iniziare qualcosa – qualsiasi cosa sia - quando sai che è per forza destinata a finire. 
Però ti piace, avere il suo sguardo addosso tutto il giorno. 
Ti piace quando vi appartate negli angoli nascosti della casa e vi rubate quei baci umidi e dolci, che sanno allo stesso tempo della cosa più giusta e anche di quella più sbagliata.
Il bisogno è quello di sentirlo ancora più vicino a te, ma la ragione ti dice che non puoi. Perché qualsiasi cosa succeda, domani potreste non essere più chiusi tra le stesse mura. E tu ci staresti male, peggio di come stai adesso. E allora no, non si può fare. Non si può andare fino in fondo.
Perché non si può. Perché durante una guerra in corso, chi diamine ha voglia di amare?
 
Lui però ti sta guardando ancora, come ti guarda a colazione, a pranzo e a cena.
Ti guarda mentre rifletti sulla risposta da dargli. Perché tu la risposta ce l’hai sempre pronta, ma mai quando parli con lui. 
 
Stanotte” 
 
Non sei davvero sicura che quelle parole siano uscite dalla tua bocca.
Non fai in tempo a rifletterci però, perché lui ti sta ancora guardando e si sta mordendo il labbro inferiore, il suo sguardo si sta facendo sempre più intenso e inizi a notare una strana luce nei suoi occhi, mentre il suo sorriso diventa più malizioso del solito, cosa che non pensavi possibile. 
 
Quando rientri in casa e ti precipiti in camera da letto salendo rapidamente le scale, l’unico pensiero che ti attanaglia è cosa sarebbe successo quella notte.
Soprattutto, pensi di essere impazzita. Ti chiedi perché quando ti trovi davanti a lui non hai il controllo di te stessa. 
All’inizio ti infastidiva, il fatto che sembrasse il solo in grado di tenerti testa. Ti irritava e basta, con le sue stupide battutine fuori luogo e con i suoi sciocchi e folli piani. 
Ma allora, perché a scuola avevi iniziato a fermarlo nei corridoi anche quando non stava facendo nulla di pericoloso? Perché ti arrabbiavi con lui anche quando - seppur raramente - rispettava l’orario di coprifuoco? 
Ti sei resa conto che quella sfida continua con lui cominciava a piacerti.
Perché quando gli rimproveravi i comportamenti da teppista e lui ti rispondeva avvicinandosi sempre più a te per squadrarti dall’alto al basso, dicendoti che sei solo una ragazzina Granger, che cosa vorresti fare, mettermi in punizione? alla fine un po’ ti piaceva. 
Ti piaceva perché la voglia di schiantarlo era la stessa che avevi di baciarlo. 

Adesso, mentre chiudi la porta rumorosamente facendo sussultare leggermente Ginny sdraiata sul suo letto, pensi di aver combinato un disastro.
Vorresti confidare apertamente  alla tua amica ciò che ti sta accadendo dentro. Hai un bisogno terribile di tirare fuori tutto, non tanto per ricevere un consiglio quanto per razionalizzare la cosa attraverso le tue parole. 
Ma un po’ bloccata per il fatto che lei sia sua sorella e insomma, potrebbe anche non prenderla bene, e un po’ per il fatto che alla fine non sapresti bene cosa dirle perché che cosa provi non lo sai nemmeno tu, decidi di tacere. 
Ti butti sul letto con il libro in grembo, ma non riesci a leggere nemmeno una pagina. 


Una piccola radiosveglia babbana fluorescente si trova sul comodino accanto al tuo letto. 
I caratteri rossi segnano i numeri: 23:54
L’intera casa è avvolta dall’oscurità della notte e da un silenzio che raramente è possibile sentire di giorno, tra quelle stesse mura. Sei certa che stiano tutti dormendo.
Passato qualche minuto, cerchi di essere più delicata possibile per alzarti dal letto senza fare il minimo rumore. 
I tuoi passi fanno scricchiolare leggermente il parquet sotto ai tuoi piedi nudi, mentre con molta cautela fai cigolare leggermente la porta per aprirla, e senza voltarti indietro, esci dalla stanza incamminandoti al piano di sopra.

Buonasera principessa” 

Senti un lieve sussurro provenire dalla cima delle scale. Poi, senza che tu riesca a rispondergli, ti prende la mano e ti trascina in un piccolo stanzino, chiudendo la porta dietro di sé.
Lo spazio è talmente stretto che senti il suo corpo che aderisce ad ogni centimetro del tuo. 
I tuoi occhi ormai abituati all’oscurità iniziano a distinguere i lineamenti del ragazzo illuminati leggermente dalla luce della luna che proviene da una piccola finestrella ovale. 

Credo che tra poco meno di 5 minuti avremo esaurito tutto l’ossigeno che sia possibile respirare qui dentro” 
 
Lo vedi sorridere alle tue parole, mentre sbuffa trattenendo una risata.

Divertente, immagina che cosa direbbero tutti se ci trovassero stramazzati al suolo qui dentro domani” 
Sicuramente penserebbero che siano entrati un paio di Mangiamorte e che ci abbiano aggrediti” 
O penseranno che ti abbia rapida e portata in questo angusto sgabuzzino per approfittare di te e fare di te ciò che voglio
Preferirei i Mangiamorte” 
Ne sei sicura, Granger?”

Prima che riesca a finire di pronunciare tutta la frase percepisci il suo respiro che ti solletica leggermente la pelle e senti finalmente le sue labbra sulle tue. 
Le tue braccia si sono allungate attorno alle sue spalle per attirarlo ancora di più verso di te. 
Senti che qualsiasi cosa stia succedendo, è la cosa giusta da fare. 
Perché il tuo cuore batte all’impazzata e non vuoi che si fermi. Perché lui ti sembra il veleno e la cura allo stesso tempo. 
Perché per quanto stretto possa essere quello sgabuzzino, voi due lì dentro ci state alla perfezione.
 
 
 
Angolino dell'autrice
Ok allora, qualcuno mi spieghi perché tutti i miei personaggi preferiti sono quelli che muoiono, sempre. 
E tra l’altro vorrei anche capire perché inizio sempre ogni storia sforzandomi di non scrivere qualcosa di malinconico e triste e alla fine niente, neanche sotto tortura riuscirò mai a scrivere qualcosa di allegro.
 
Detto questo, questa è la mia prima Fremione. Li ho shippati da sempre ma non ho mai scritto nulla su di loro. 
Spero che la storia vi sia piaciuta. 
Si sto scrivendo come una pazza in questi gironi quindi perdonatemi, sono sicura che tra un po’ non mi sopporterete più su questo fandom * ride e piange allo stesso tempo* 
 
Mille baci
Vi.
  
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